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Autore: _Ella_    16/06/2011    3 recensioni
Cioè, com’è che era successo, più o meno? Perché da quando si era trasferito si trovava sempre in situazioni assurde e, soprattutto, perché c***o in quella scuola di m***a tutti sembravano ninfomani pervertiti e omosessuali?!
Genere: Comico, Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Canzone utilizzata: Peacock, Katy Perry.

 

I wanna see ya!

 

Era uno di quei momenti tra ragazzi, di quelli che servono per mettere sotto umiliazione qualcuno e vedere sotto una nuova ammirazione altri.
Si accettavano scommesse, come sempre, la maggior parte delle volte lui ci aveva sempre beccato, oppure ci andava vicino. Ormai credevano che o li avesse visti in segreto o che avesse una di quelle sfere magiche o robe del genere.
Ma lui si buttava solo a culo, in realtà, come per tutta la sua esistenza.
Tuttavia, quella volta non c’era un gruppo di persone, piuttosto solo due ragazzi. Uno con la faccia da schiaffi – il suddetto mago – e l’altro che lo stava pensando e che lo avrebbe fatto volentieri, senza poi trattenersi tanto.
Lo spogliatoio della scuola era vuoto, a parte loro due e lo sporco incrostato alle pareti delle docce. Il più piccolo si era sempre chiesto da quando tempo non dovessero lavarle, dopotutto avevano il muschio agli angoli e ruggine e incrostazioni da guadagnare milioni. Se le avessero pulite e vendute, probabilmente quella sarebbe stata la scuola più ricca d’America.
Oppure, se avessero lasciato tutto, li avrebbero ringraziati per contribuire allo sviluppo della flora.
Ma non era questo il punto, adesso.
Cioè, com’è che era successo, più o meno? Perché da quando si era trasferito si trovava sempre in situazioni assurde e, soprattutto, perché cazzo in quella scuola di merda tutti sembravano ninfomani pervertiti e omosessuali?!

Come al solito Roxas era in ritardo, ma quella volta la lezione di educazione fisica l’avevano fatta all’ultima ora, quindi aveva anche il tempo di trattenersi di più per pulirsi con calma, vestirsi bene ed aggiustarsi i capelli biondi ed impossibili.
Stava per infilare le scarpe, quando un ragazzo con i capelli rossissimi – probabilmente del quarto anno – era entrato e lo aveva salutato, chiamandolo per nome e per cognome.
Si dava allo stalking?
Adesso che ci pensava, lo aveva visto agli allenamenti di baseball di suo fratello Sora, ma non per giocare, piuttosto per sfottere quelli che lo facevano.
Poi, spezzando il silenzio, sen’era uscito con una cosa che per poco non gli era venuta voglia di scoppiare a ridergli in faccia.

{Word on the street you got something to show me:
magical, colorful, Mr. Mystery,
I’m intrigued for a peek, heard it’s fascinating.
Come on baby let me see what you’re hiding underneath!
-


«Gira voce per le strade che hai qualcosa da mostrarmi: magico, colorato, Mr. Mistero, sono incuriosito per una sbirciatina, dicono che è affascinante. Dai tesoro fammi vedere cosa nascondi lì sotto!»
«…Spero sia uno scherzo…»
«Affatto. Cos’è, hai paura?».

E adesso Roxas era ancora lì, di fronte a quel tipo senza nemmeno la forza di muoversi.
Cioè, era pietrificato dalla richiesta, era troppo scioccato!
In tutta la sua vita, per fortuna, non si era mai trovato in una situazione del genere. Se continuava così, in quel posto sarebbe morto prima del tempo, ci scommetteva anche un braccio.
Aveva la vaga voglia di ritornarsene nella sua tranquilla e calma isoletta, piuttosto che in quel posto leggermente più caotico ma pieno di gente strana.
Cioè, davvero quello si aspettava che glielo mostrasse?!
Il ragazzo di fronte a lui continuò a ghignare, le braccia raccolte contro il petto, intenzionato a restare lì anche tutto il giorno, se fosse stato necessario.
Il biondo doveva trovare una soluzione, ed anche velocemente.
Tirò fuori la prima cosa che gli passò per la testa.
«Certo, te lo faccio vedere» asserì, vedendo gli occhi verdi dell’altro brillare di pura ed ingenua curiosità, per quanto fosse assurdo «Ma… ad una condizione».
Oh, si sarebbe cacciato nei guai, ne era sicuro, sicurissimo, maledizione!
Ma era sempre un modo per perdere tempo, no?
«Tell me, baby», Roxas trattenne il fiato, poi lo disse come gli veniva
«Devi prima farmi vedere il tuo, altrimenti vado via»

{Are you brave enough to let me see your peacock?
Don’t be a chicken boy, stop acting like a beeotch
I’ma peace out if you don’t give me the pay off-

{Hai abbastanza fegato da farmi vedere il tuo pavone?
Non fare il pollo ragazzo, non fare lo stronzo
Me ne andrò se non mi dai la paga-

E così… in sostanza, adesso quel tipo stava per tirarlo fuori.
Oddio si sentiva un pervertito, un maniaco, un pedofi… no, quello no, fino a prova contraria era più piccolo, quindi pedofilo non poteva esserlo. Ma maniaco e pervertito ci restava comunque, eccome!
Ma Dio, perché mi caccio sempre in queste situazioni?
Il rosso di fronte a lui rise divertito, stringendosi nelle spalle e mormorando un “Mi sembra ragionevole”.
… Ragionevole, ragionevole?!
Se gli avesse lanciato una scarpa in faccia sarebbe rientrato comunque nel “ragionevole”, uh?
Aveva una nota di preoccupazione infondo allo stomaco mista ad eccitazione… insomma… stava per vedere il… il coso ad uno sconosciuto più grande di lui.
Sperò solo di non rimanerne deluso, mentre il ragazzo di quarta cominciava a sbottonarsi i pantaloni, calandoseli lentamente fino alle ginocchia.
Roxas lo fissò morbosamente che cincischiava con l’elastico delle culottes grigie, calandole lentamente.

{Oh my God no exaggeration
Boy all this time was worth the waiting
I just shared a tear
I’m so unprepared
You’ve got the finest architecture
And on the rainbow looking treasure
Such a sight to see
And it’s all for me-

{Oh mio Dio, non sto esagerando
Ragazzo, è valsa la pena aspettare tutto questo tempo
Ho versato una lacrima
Mi hai colto impreparato
Hai la perfetta architettura
Fine dell’arcobaleno, cerco un tesoro
E’ uno spettacolo da vedere, ed è tutto per me-

Roxas rimase con gli occhi sgranati, la bocca leggermente socchiusa.
Insomma, lo aveva fatto davvero e…
Ommioddio.
Sentendolo ridere, poté capire che la sua sorpresa era stata abbondantemente notata.
… Adesso aveva un motivo in più per non fargli vedere il suo.
Cioè, non che fosse messo troppo male, eh… era superiore alla media e considerando la sua altezza…
Oh, ma si vergognava comunque.
Il ragazzo di fronte a lui si rivestì, sorridendogli sinistramente, chiaramente in attesa che facesse quanto lui aveva fatto in quel momento.
Ancora stentava a crederci.
Dio, che situazione del cazzo!

…Brutto, bruttissimo paragone, Roxas.

Tossicchiò, cercando di farsi venire in mente una qualsiasi idea per sviare l’argomento.
Pensa, Roxas, pensa.
Il tizio si avvicinò, costringendo a farlo arretrare finché non inciampò nella panca di legno che c’era negli spogliatoi, cadendo con la schiena per terra e i piedi in aria.
Lo sentì ridere, mentre cercava di tirarsi su, ma il ragazzo gli afferrò le caviglie prima ancora che potesse alzarsi.
Arrossì vistosamente, quando lo vide avvicinarsi al suo viso, cercando di arretrare senza risultati positivi.
«I-il tuo nome …?»
«Mi chiamano Axel, baby».
Il biondo deglutì, sentendo la bocca inaridirsi man mano che quello si avvicinava.

{ What you’re waiting for, it’s time for you to show it off
Don’t be a shy kinda guy I’ll bet it’s beautiful-

«Cosa stai aspettando? È tempo di mostrarlo… non fare il ragazzo timido, sarà stupendo».
Spinto dal panico, l’unica cosa che seppe fare per distrarlo e all’occorrenza scappare lontano, verso la salvezza, fu baciarlo.
Quel giorno aveva raggiunto un livello di cazzate che mai avrebbe potuto nemmeno immaginare.
Come minimo si aspettava un cazzotto, un insulto, ma tutto ciò non avvenne.
Sì, capitavano sempre a lui i maniaci gay e pervertiti.
Axel ricambiò entusiasta al bacio, facendolo sedere sulla panca e tenendogli la vita per non farlo scappare via.
Roxas tenne gli occhi sgranati mentre, grazie al permesso che lui gli aveva dato – anche se in realtà non si aspettava una simile reazione – il rosso continuava a baciargli, mordergli e leccargli la bocca.
Quella giornata sarebbe dovuta tenere segreta a chiunque.
Il ragazzo di quarta lo lasciò andare, ridendo ancora della sua espressione.
E dire che la maggior parte delle persone trovava irritante e noiosa la sua faccia. Beh, era una svolta.
Oggi è tutto fottutamente assurdo!
Ad ogni modo, avrebbe voluto sprofondare e nascondersi. Magari anche in un armadietto puzzolente e sporco, col rischio di prendere qualche malattia.
«Beh, magari me lo mostrerai qualche altro giorno, che dici?» Axel tirò fuori un sorriso malizioso che non gli piacque per niente.
Beh, almeno per adesso era salvo…
Fu quando fece i conti della situazione, che si piazzò una mano in piena faccia.
… Si vinceva il Nobel per “la figura di merda del millennio”, uh?

 



...
No, davvero, quel Nobel dovrei averlo io XD
Ah... che cosa mi sono messa a fare LOL
Cioè, cioè, è una stronzata ma di quelle belle grandi, eh! XD
Ma in fondo chissene °A°
Appena ho sentito quella canzone ho immaginato cose sconce e divertenti e quindi è stato inevitabile che mi mettessi a scriverle u.u
Niente da aggiungere, è del tutto nonsense e senza trama XD
Altrimenti che song fic sarebbe, uh? ò__ò
Fatemi sapere, anche gli insulti vanno bene XD

See ya!

   
 
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