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Autore: Nyappy    16/06/2011    3 recensioni
[Temporaneamente sospesa, tornerà a breve]
Una ragazza che sa di amare...
Sean era proprio un principe, il suo principino capelliperfetti e bacigentili -che non dava a lei- ma a Tina andava bene così, non era una principessa.
E no, non era nemmeno come Cenerentola [...]
Ma oltre a quei capelli biondi e i caldi occhi nocciola -l'unica cosa veramente espressiva di lui- Tina non vedeva nulla.
Nessun'emozione sembrava agitare quel volto, nessuna passione nemmeno mentre baciava con delicatezza Liz.
Sean sembrava vuoto [...]

...ed un ragazzo che non sembra sapere cos'è l'amore.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Ti voglio così azzurro da spaccare il cielo
Tina

 

Erano anni che Tina guardava Sean da lontano, ed il motivo era semplice: lui era il principe della Parkview High.
Tutti conoscevano il suo nome e tutti lo rispettavano, i suoi modi gentili ed i sorrisi cortesi che rivolgeva a studenti e professori li conquistavano irrimediabilmente.
Sean era proprio un principe, il suo principino capelliperfetti e bacigentili –che non dava a lei- ma a Tina andava bene così, non era una principessa.
E no, non era nemmeno Cenerentola.
Era una semplice ragazza che si nascondeva dietro ai suoi lunghi capelli castani, che cercava di evadere dalla piatta vita di Lilburn grazie al portatile, ai libri ed il suo quaderno.
Amava pensare che forse un giorno qualcuno avrebbe letto quello che scriveva, anche se erano semplici frasi, quasi aforismi.
Non era mai riuscita a fissare tutta una giornata in una pagina, si limitava a due appunti, all’essenziale, e questo nelle sue mille sfumature quotidiane comprendeva guardare Sean, chiacchierare ed uscire con Lisa, fare un salto in biblioteca e leggere, smettere di essere Tina e diventare mille uomini e donne diverse, condividere i loro sorrisi e le loro lacrime.
Leggeva soprattutto storie d’amore –dopotutto in tutti i libri è presente- e a volte dopo aver terminato una storia particolarmente triste o felice, accucciata sulla sedia con le ginocchia appoggiate al tavolo, abbandonava indietro la testa e cercava di trattenere le lacrime.
Tina piangeva, era umana, ma odiava farlo –per questo si limitava ad un libro particolarmente emotivo alla settimana.
Quel pomeriggio era andata da Mitch in biblioteca proprio per prendere un libro di quel genere.
-Cosa prendi oggi?-, le aveva chiesto lui con un sorriso ritirando il volumetto del giorno prima.
-Pensavo di rileggere Jane Eyre.-, era un’idea venutale al momento mentre guardava i capelli scuri di Mitch illuminati da un raggio di sole che filtrava dalla finestra.
Anche se la biblioteca era moderna come il resto dell’edificio scolastico, i libri vecchi rendevano l’atmosfera solenne ed impregnavano l’aria della biblioteca con il loro odore vissuto.
-Jane Eyre sia.-, Mitch sorrideva sempre, anche se era costretto a lavorare lì per pagarsi gli studi.
Tina sarebbe impazzita al suo posto, anche se amava la biblioteca, ma Mitch sembrava amare davvero trascorrere i suoi pomeriggi trai volumi alla ricerca di nuove storie.
 
Una volta richiuso il libro sul tavolo, la sera, Tina s’immerse nei suoi pensieri –amava farlo.
L’amore di Jane per Rochester era così vero, tangibile… Jane lo amava anche se era un Vulcano e non un Apollo.
E Sean?
Oltre a quei capelli biondi e i caldi occhi nocciola –l’unica cosa veramente espressiva di lui- Tina non vedeva nulla.
Nessun’emozione sembrava agitare quel volto, nessuna passione nemmeno mentre baciava con delicatezza Liz.
Sean sembrava vuoto, così diverso dal passionale Rochester.
In quel momento si ricordò di quanto fosse bloccato il suo amore, a senso unico.
Tina conosceva molte cose di Sean –la sua maglietta preferita, la squadra di football che tifava e persino il numero che secondo i quiz di Facebook lo doveva rappresentare.
Sapeva che ogni volta che pioveva lo portava a scuola il fratello in macchina e che lui amava la sua bici bianca.
Ma il suo carattere, le sue emozioni, quelle non riusciva proprio a scorgerle.
Non che non si parlassero, frequentavano assieme Storia, Biologia e Matematica, e ogni tanto quando Tina entrava in classe e lo vedeva vicino alla porta lo salutava.
-‘Giorno Davis.-, chiamandolo per cognome dato che non avevano tutta quella confidenza, e lui le rispondeva con un cortese –Buongiorno Williams.-
Non le veniva nemmeno da arrossire, non ce n’era davvero il motivo.
Allontanò Jane Eyre dal tavolo per farlo sfuggire ad una lacrima che le scivolò sulla guancia prima di asciugarsi gli occhi.
Chi era lei? Né Cenerentola né una principessa, mentre Sean di sicuro era un principe azzurro –nel suo strano modo ma sì.
Sentì il cellulare vibrare in camera e si alzò per controllare, portando con sé il libro che infilò nella borsa con i testi scolastici.
Era Lisa, la sua migliore amica e beh, l’unica che le scrivesse mai.
“Indovina indovina indovina!”
Tina sorrise e digitò una risposta.
“Ti sei fatta finalmente i capelli rossi, vero?”
Erano settimana che Lisa si lagnava del suo colore, un nero particolarmente brillante che assieme agli occhi a mandorla ed il viso tondo la rendevano lo "stereotipo della donna asiatica" –che lei voleva abbattere.
“Rosso fuoco! Li vedrai domani. Notte!”
E anche Tina le augurò la buonanotte prima di controllare l’ora.
Erano già le dieci di sera, non aveva nemmeno mangiato.
Sua mamma era via per un aggiornamento ad Atlanta, suo padre girava per Daytona o qualche altra città della Florida probabilmente.
Tirò fuori dalla dispensa con un sospiro un pacchetto di cracker e si buttò sul letto per mangiucchiarli.

*

Anche quel giorno pioveva e per quanto avesse corso alla fine era arrivata davanti al portone della scuola con un ritardo considerevole.
Aveva praticamente perso la prima ora, ma la biancheria stesa fuori aveva la priorità rispetto ad un’ora di Matematica.
Però non era sola.
Seduto a terra con la testa sulle ginocchia c’era Sean, al riparo dalle gocce fredde.
-Anche tu in ritardo?-, non le venne nulla di più intelligente e si maledì per non aver rallentato il passo per pensare a qualcosa di migliore.
-Che vuoi?-, Sean alzò la testa di scatto per fissarla, le iridi nocciola colme di puro odio, e Tina arretrò di un passo sorpresa da quel tono irritato e quella reazione.
-Scusa, mi sono svegliato male.-, eppure Sean si ricompose subito sorridendole –quel sorriso di plastica tipicamente suo- e richiuse gli occhi.
Per non guardarla?
-Ti capisco.-, fece lei senza ricambiare.
Aveva… visto Sean? Lo aveva visto davvero, per la prima volta? Cos’era quello scatto di rabbia?
Entrambi non dissero più una parola, l’una intenta a fissare l’altro che aveva nuovamente gli occhi chiusi, quasi a schermarsi dallo sguardo di Tina.
Quando la campanella suonò lei entrò nell’edificio senza aspettarlo, lasciandolo ancora a terra.
 
-Secondo me è un robot.-, borbottò Lisa con la bocca piena prima di mandar giù un boccone di patate, insalata e hamburger.
Aveva davvero i capelli di un rosso brillante, ed era più luminosa che mai, in contrasto con quella giornata di pioggia così malinconica.
-Non esagerare.-, ribatté Tina pacata sorseggiando il suo succo.
-Ti dico di sì! Avrà avuto un corto circuito.-
Tina sospirò. Queste erano Lisa e le sue teorie –che difendeva fino al ridicolo.
-E allora come fa ad andare in piscina?-
-E’ foderato di gomma, no? Waterproof.-, Lisa le fece l’occhiolino e quando Tina vide Mitch avvicinarsi comprese che anche il poveretto avrebbe dovuto sentire un probabile complotto su robot assassini in combutta con gli alieni.
-Buon appetito.-, fece lui allegro prendendo la forchetta dal vassoio appena poggiato sul tavolo.
Veniva di rado a pranzo con gli altri studenti e quando lo faceva si sedeva sempre con loro, anche se rimaneva in silenzio ed interveniva solo se interpellato.
-Avevo giusto bisogno di te. Sean è un robot.-, sentenziò Lisa serissima e lui sbatté gli occhi un paio di volte.
-Ecco, volevo solo dirtelo.-
-Oh.-, Mitch conosceva l’umorismo di Lisa così tornò a mangiare con un sorriso –ed un sospiro di Tina.
-Mitch, posso darti qua il libro? Non sono sicura di riuscire a passare dopo.-
Lei aveva conservato il volume assieme a tutti gli altri libri nell’armadietto e l’aveva infilato di nuovo nella borsa all’inizio della pausa.
-Certo, un attimo che finisco l’insalata.-
 
Era da un po’ di pomeriggi che Tina e Lisa giravano per i negozi di antiquariato alla ricerca di qualcosa di diverso e quel giorno toccava al Flea Antique Depot.
-Me ne ha parlato mia nonna, è grandissimo, e insomma, lei se ne intende.-, aveva assicurato Lisa che adorava andare alla ricerca di gioielli vintage e particolari.
In effetti quel posto era una meraviglia per gli occhi, e Tina rimase ammaliata dalle statue, dai mobili dorati, dalle stoffe e dall’odore di vita del negozio.
-Collane!-, con questo grido di battaglia Lisa si gettò sul primo scaffale di bigiotteria trascinando Tina per mano, e là lei lo vide, sepolto tra le catenine, un ciondolo ellittico di modeste dimensioni tutto dorato con diversi ghirigori in rilievo e dello smalto blu scrostato.
Lo prese in mano e questo scattò con un tlac! Per rivelare un portafoto, come nei vecchi film, anche se al posto di un ritratto c’era un pezzetto di cartoncino azzurro.
Era stupendo.
Controllò il prezzo –trenta dollari- e fissò nuovamente il cartoncino dello stesso colore della camicia di Sean quella mattina.
Uscirono con due sacchetti, uno praticamente vuoto e l’altro pieno di cianfrusaglie, braccialetti ed anelli pacchiani.
 
Quella sera Tina cercò tra tutte le foto che le aveva passato Lisa un’immagine della giusta dimensione che ritraesse Sean, e quando ne trovò una dove i suoi occhi scuri erano liberi dai ciuffi dorati e le labbra accennavano ad un sorriso iniziò a ritagliarla, eliminando anche lo sfondo perché il suo viso si stagliasse nell’azzurro.
Era infantile, era ridicolo eppure doveva farlo, voleva portare sempre con sé una sua immagine, quella di un amore a senso unico.

Ciao a tutti :) questa nuova storia è il mio primo tentativo di originale romantica non slash. Non sono una grande fan delle immagini nelle storie, ma qua credo che ci stiano bene. Le ho trovate tutte su weheartit.com :) ho deciso inoltre d’inserire ad inizio capitoli gli “aforismi” di Tina come presentazione.
Lilburn è una cittadina della Georgia -come il font :) - Parkview High il liceo della città ed il Flea Antique Depot un negozio realmente esistente.
Amo documentarmi e presentare realtà tangibili nelle mie storie, per questo ho inserito anche Facebook –che rimarrà una citazione.
E questo primo capitolo è andato ;)
Nyappy
   
 
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