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Autore: LivingTheDream    17/06/2011    5 recensioni
"Un fruscio nell'ombra.
Stoffa che si muove.
Una voce amica.
«Sono qui, Luke. Sono già qui.»"
Il solutore di enigmi che non riesce a risolvere l'enigma.
Dedicato ad Al Klaus Kaufman, con stima ed affetto.
Genere: Dark, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nda: Questa storia è ispirata ad un video dei Vocaloid, The Riddle Solver who can't solve Riddles.

Ho liberamente preso ispirazione dalla recenti fanfiction di Al Klaus Kaufman, che ha spesso utilizzato delle loro canzoni come spunto.
Ed è per questo che questa storiella le è dedicata, sperando che sia alla sua altezza. Grazie.

Colgo l'occasione anche per avvisare del fatto che
sarò assente un mese causa vacanze,
ma che provvederò a pubblicare qualcosa di nuovo ogni tanto!

 

Un urlo ghiacciato riecheggia per il vuoto stanzone metallico.
«Flora!»
Non si muove, le sue ginocchia cedono e scivola lentamente per terra.
«Flora, mio dio, che succede? Che hai visto?»
Con il viso deformato dall'orrore, mi indica tremante un punto spoglio della camera da letto.
Una striscia rossa di sangue si dipana lungo tutto il corridoio, fino ad arrivare alla porta sul retro.
Impronte di mani e scarpe, linee e sangue, sangue, sangue. Lungo il muro, impronte scivolose di dita che hanno resistito fin troppo.
«L-lo hanno trascinato via.»
«Do-dobbiamo chiamare il Professore, i-immediatamente.» balbetto.

Un fruscio nell'ombra.
Stoffa che si muove.
Una voce amica.
«Sono qui, Luke. Sono già qui.» ci voltiamo, entrambi, la speranza negli occhi.
«Ho visto tutto. So che cosa è successo e chi è stato. Tu riesci ad arrivarci?» sussurra, indicando un punto del pavimento con su degli strani segni.
Prima di essere trascinato via, Clive aveva tracciato dei simboli con il sangue.
Rimango fermo a qualche passo dal mio mentore, che tiene la mano destra premuta in tasca. Inusuale, per lui.
«Una linea dritta, con altre due perpendicolari, coperte da una X.» descrive lui stesso.
Flora si avvicina lentamente a quel disegno, disgustata da quella pista di sangue fresco e denso, e riflette sul loro significato.
«Suvvia, non è difficile.»

Uno schiaffo, un'intuizione, come se qualcuno mi avesse sputato in faccia la verità.
«Flora, corri! Corri via! Veloce!» agito le braccia, lo stomaco improvvisamente contorto dal dolore.

Sono le ultime parole che riesco a pronunciare.

Il suo volto si ricopre di nuovo di una maschera di orrore, e le sue pupille sono marchiate con la vista del sangue. Corre via.

È l'ultima immagine che riesco a distinguere.

Un altro grido terrorizzato, passi che scappano veloci, e una voce calda che, quando ero piccolo, mi raccontava storie quando non riuscivo a dormire.

Sono le ultime cose che riesco ad udire.

Una mano -destra- intrisa di sangue, che, quando ero piccolo, mi prendeva e mi poggiava nel mio letto, mi avvolge, ed un soffio sulla guancia è l'ultima cosa che percepisco.

 

«Bravo, Luke. Mistero risolto.»

   
 
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