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Autore: _shesfearless_    17/06/2011    4 recensioni
Hai presente quei momenti in cui l'unica cosa che vorresti è trovati con lui, anche in capo al mondo? Quei momenti che non ti basta un sms per sentirlo vicino, quei momenti che devi sentirlo sotto le unghie, per poterli vivere.
Quei momenti per me erano tutto. Quei momenti non torneranno più ormai.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amy
Come quando aspetti per anni un giorno, un istante, quando aspetti sotto l'albero quel regalo di una vita, quando davanti alla cassetta delle lettere hai paura di muoverti perché temi sia vuota. Come quando aspetti la fortuna bussare alla porta e lei fa retromarcia e riparte sgommando.
Era sempre stata così, la mia vita. Un'attesa inutile e alquanto deludente. Non tanto per il tempo passato a sperare, quanto per il non avverarsi mai di un desiderio; restavo aggrappata con le unghie e con i denti ai miei sogni, ed ogni volta una qualsiasi scusa li mandava a puttane.
No, non ero decisamente il tipo di ragazza che poteva considerarsi fortunata, io ero la sfiga impersonata in essere umano. Come Fantozzi, che veniva seguito dalla nuvoletta. Ecco, io ero la sua versione femminile. FantozzA.
E quel giorno, mentre mi dividevo imprecante tra cellulare e computer, mi sentivo più Fantozza che mai. Tipo quelle scene da film che pensi a te non capiteranno mai: errore numero uno, mai sottovalutare una scena da film.
Lo molli quel telefono? Ti si scioglierà in mano se continui a stritolarlo così!” Beata innocenza di madre.
Devono chiamare, cavolo. Deve chiamare!” ripetevo a macchinetta.
Ma chi?” chiedeva confusa.
L'amore della mia vita!
Di certo ti aspetta al cellulare... Dai, sii realista.
Peccato che lo fossi, fin troppo. Grazie per il conforto, cara mamma.
Continuavo a dimenarmi nei meandri della tecnologia, ma niente. Nessun cenno di vita, nessun messaggio, nessuna mail, niente. Non c'era campo per la fortuna nella mia vita, non ce n'era mai stato. Eppure, non l'avevo sognato. Era ancora lì quel messaggio, salvato tra quelli del mio migliore amico in archivio: “Ti amo, a presto”, non lo stavo immaginando. Era bianco su nero, e il numero era il suo. Perché non chiamava? Perché loro si, e io no? Perché mi stava prendendo in giro di nuovo, come fece con quello stupido sms che continuavo a leggere e ritenere prova inconfutabile d'amore? Perché mi disse d'amarmi se in realtà quello che voleva era liberarsi di me?


Joe
Squadravo sconcertato il cielo dal piccolo finestrino opaco dell'aereo, chiedendomi se in quel momento lo stesse guardando anche lei, il cielo. Mi piaceva pensare che in qualche assurdo modo potesse vedermi, potesse immaginare tra le nuvole a forma di cuore che la vita ancora le sorrideva, e che l'amore per lei sarebbe arrivato presto, con il nome di un altro. Ero ancora fottutamente innamorato di quella testarda dagli occhi più belli che avessi mai visto, fottutamente. Passavo ancora le notti a pensarla, a cercare il suo numero tra quelli in rubrica, a scriverle messaggi e cancellarli prima di premere invio. Passavo ancora i giorni a chiedermi cosa stesse facendo, se sorrideva alla vita, se sorrideva all'amore; se qualcuno si stesse prendendo cura di lei tanto quanto l'avrei fatto io, se ci saremmo mai rivisti, tra vent'anni, su una spiaggia deserta, dove il tempo non passa e l'età neanche, dove avremmo potuto vivere il nostro amore. Fantasticavo, e dimenticavo. Dimenticavo che quel giorno avrebbero estratto i vincitori, che quel giorno per me non sarebbe cambiato nulla, ma per loro si. Dimenticavo quanto mi fosse mancata la mia vita, in giro per il mondo, incontrare persone nuove, volti nuovi, storie nuove. Le lacrime sui loro volti e il sorriso nel mio cuore. Avevo rimosso quelle sensazioni. E dimenticato quanto lei mi amasse. Ma non era masochista, non avrebbe aspettato una chiamata, una mail, no. Lei non si sarebbe fatta del male per me di nuovo. O almeno, questo era quello che speravo.


Amy
Perchè. Diamine. Non. Chiami.” Volevo mandargli quel messaggio, a tutti i costi. Ma la paura e l'orgoglio mi trattenevano. Non ero mai stata coraggiosa, io. Se avessi potuto nascondersi dietro ad un filo d'erba, l'avrei fatto. Però continuavo a sperare e a restare aggrappata a quel computer, a quell'sms, a quell'amore perduto a cui non avevo ancora saputo rinunciare. Perché niente finisce così, schioccando le dita, soprattutto quando si parla di sentimenti tanto forti quanto quelli che avevano legato noi due. Forse non era nemmeno giusto illudersi, ma come si può rimanere immuni di fronte alle farfalle allo stomaco? Era una storia d'amore non corrisposto durata anni, e poi dal nulla contraccambiato, e poi di nuovo a senso unico. Era un casino, il nostro. Il più bel casino che due amanti avessero mai creato. Amanti, nel senso latino del termine, amanti come persone che si amano, non che tradiscono un altro per amarsi.
Stesa sul prato, gli occhi chiusi miravano il cielo. Nuvole strane annebbiavano quell'azzurro perfetto che l'estate aveva deciso di regalare alla giornata; quelle nuvole che prendevano forma, a volte di fragole, a volte di conigli, e poi ce n'era una tagliata dalla scia di un aereo, che aveva forma di cuore.
Illusa. Illusa illusa illusa!” mi ripetevo, mentre inconsciamente speravo. Speravo che quel dannato telefono squillasse, o che la mail arrivasse. Speravo di fisso, non m'arrendevo. Ma speravo invano.


Joe
Non era sulla lista. Il suo nome non era su quella lista che da qualche minuto imperterrito scorrevo con la punta dell'indice.
Non è possibile!” gridai.
Che cosa?
Non c'è il SUO nome..
Sono stati scelti a sorteggio..
Ma non c'è il SUO nome!
Forse ha partecipato ma non ha avuto fortuna..
Gettai la lista a terra. “Ci sono solo dieci persone, e NON C'E' IL SUO NOME!
Scappai correndo lungo le scale dell'hotel, uscii diretto verso l'ignoto, in una città a me sconosciuta e grande abbastanza da non farmi trovare per un po'. Non aveva partecipato? Impossibile. La conoscevo troppo bene. L'aveva fatto, a costo di soffrire. Lo doveva aver fatto. Non aveva avuto fortuna? Probabile, ma la fortuna non dev'essere sempre ignota, io potevo cambiare le cose, io potevo farla vincere. Io potevo, ma non avrei mosso un dito. Perché ero vigliacco, vigliacco fino all'osso; orgoglioso anche, e intimidito. Con che coraggio l'avrei guardata, se me la fossi trovata davanti? Con che coraggio le avrei detto che l'amo, se qualcun altro si fosse già preso il mio posto nel suo cuore? Con che coraggio poi le avrei detto che di nuovo sarei dovuto partire, e che quella volta sarebbe finita per sempre? Non ci sarei mai riuscito, avevo perso in partenza. Mi fermai in mezzo alla strada, sospirando. La fortuna l'avevo avuta io.
Tornai sui miei passi, dritto senza soste fino all'albergo, mi rinchiusi in camera; gettai il cellulare sul cuscino e mi stesi, poi chiusi gli occhi e rividi stampato il suo volto sorridente, con gli occhi suoi bellissimi che fissavano le nuvole. “E' a forma di cuore, ti somiglia” sussurrava lontana la sua voce.
Mi addormentai. Sognai il suo volto tutta la notte, e il suo corpo e le sue mani sul mio volto. Sognai l'unica donna di cui mi ero innamorato, anche s'era ancora ragazza, anche se era solo una sera. Vidi riflesso nei suoi occhi la brutta persona che ero diventato, mi svegliai tremando: non meritava quella fine quest'amore, doveva essere ricordato. Presi il cellulare e notai sorpreso un nuovo messaggio. Anche quella notte, mi aveva anticipato.


Amy
So che sei qua. So che sei vicino quanto mai. O meglio, che sei lontano, ma più vicino di quanto lo sei stato ieri e di quanto lo sarai domani. So che mi rivedi in quel che fai, che mi sogni quando chiudi gli occhi e che non passa giorno in cui tu non pensi a quel che sto facendo. Esci. Esci da quella camera in cui sei chiuso a pensare e guarda il cielo. Guarda la luna, guardala bene. Mi vedi anche lì? Lo vedi quel viso afflitto dal dolore della lontananza e scalfito dalle lacrime che ho pianto per te? Richiudili, quegli occhi. E riaprili. Ora lo vedi, che sorrido anche se tu non ci sei? Volevo ricordarti di guardare la luna, stasera, e di pensare a quanto siamo vicini, e di piangere tu perché non sei qua con me. Io ho dato abbastanza, e non ho posto per altre lacrime qui. Il mio cuore l'hai già spezzato una volta, non ti permetterò di ripetere lo spettacolo. Non voglio assistere inerme, di nuovo. Ricordati di alzare lo sguardo, ricordati di guardare la luna. Ricordati di quel che è stato e che non sarà. Ricordati. Perché io da oggi dimentico.


Joe
Avrei preferito morire, piuttosto che guardare il cielo quella sera. La luna lì non c'era. Si era portata via il giorno, si era portata via le nuvole. Si era portata via il mio sorriso e le mie parole. E soprattutto, si era portata via lei.
   
 
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