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Autore: Milena90    17/06/2011    0 recensioni
Sta storia scritta così per scrivere è così talmente scorretta nell'uso dei tempi che mi vergogno.. ma chi vuole può aiutarmi a coorreggere....
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Erano sulla nave, allora chiamata "Alive-T22", mentre nel circostante spazio un vuoto assoluto li lasciava galleggiare indisturbati. Di tanto in tanto degli asteroridi gli passavano difianco quasi sfiorandoli per continuare poi la loro corsa dietro di loro, ove in questo momento una forza affascinante li stava risucchiando: un buco nero. Grazie ai motori montati apposta, riuscivano a fronteggiare senza problemi quella forza che tanto li affascinava. Questa era una missione di studi che proseguiva da ben due anni, grazie ai finanziamenti di un gentil donatore rimasto anonimo, almeno per gli scienziati a bordo. Registravano su memoria qualsiasi dato che potessero estrapolare da quello spettacolo: Video nei quale oramai si era tolto l'audio per risparmiare memoria, fotografie, scansioni con apparecchi sensibili alle cariche magnetiche e a qualsiasi fattore elettrico. In quei due anni si era scoperto ben poco ma, nonostante il lungo periodo passato, le persone sulla nave non si davano per vinti, anzi, se gli studi sui buchi neri non davano frutti aprofittavano per aggiornare la vastità dell'universo. Infatti, grazie a loro gli umani erano venuti a conoscenza di ben tre nuove galassie, ecco perché i finanziamenti non furono mai tagliati; oramai sulla terra la "Alive-T22" era diventato una leggenda e migliaia di scienziati sognavano quella nave, di salirci e di poter lasciare il loro nome inciso tra i più grandi ricercatori di quei tempi. Quella quiete immutabile nel tempo non dava punti di riferimento: alcuni erano impazziti ed altri quasi sul punto di ammalarsi per l'anormale panorama sempre oscuro, così lontano da casa, che non li lasciava dormire. Per quei casi vi era una vasta ala della nave adibita come cella infermieristica che conteneva i macchinari più svariati tra cui un simulatore; quell'apparecchio serviva per le persone più portate alla depressione e all'insonnia e vi venivano posti all'interno sedati, per non dire propriamente drogati, per ritornare con la mente almeno per qualche giorno sulla loro amata e nostalgica terra. Ritornarci fisicamente non era possibile per un piccolo particolare: a causa del grande allontanamento dal proprio sistema solare non vi erano più punti di riferimento e la nave nononostante avesse un registro di navigazione non era mai riuscita a tornare sui suoi passi. La causa era stata provocata dagli stessi buchi neri, lo stesso motivo della loro partenza era diventato il motivo della loro forzata permanenza. Vagando per lo spazio avanzavano a tentoni in quella distesa di pianeti, stelle e temibili vuoti oscuri, alternando gli studi alla paziente ricerca di un qualche modo per tornare sulla terra. Era quasi innaturale tutta quella calma sulla nave se non fosse per le miracolose sostanze che il chimico di bordo era riuscito a creare apposta per mantenere la ciurma tranquilla, a causa di un evento sconveniente dell'anno precedente. Oramai nessuno parlava più del pianeta da cui erano partiti, ma non che fosse diventato un tabù, anzi, lentamente quella lontananza e le medicine stavano cambiando qualche meccanismo cerebrale degli scienziati a bordo; probabilmente un sistema di difesa o solamente a causa della droga che assumevano giornalmente. La "Alive-T22" da una settimana aveva iniziato a mandare sempre meno informazioni alla base spaziale da cui erano partiti, le richieste di relazioni sullo stato dell'equipaggio e della nave arrivavano insistenti ma probabilmente il gruppo al controllo delle comunicazioni voleva ignorarne buona parte per non riferire del loro ''piccolo'' problema. Sarebbe stata la loro fine in effetti: dichiararsi perduti in uno spazio ignoto li avrebbe etichettati come ''dispersi'' e addio alle speranze di tornare a casa. Sapevano di avere bisogno dell'aiuto di una navicella; partendo dalla base si sarebbe dovuta allontanare il più possibile per rilasciargli dei segnali di identificazione di posizione, ma avevano bisogno di una buona motivazione scientifica per richiedere una cosa del genere: questo era il motivo per cui continuavano gli studi con così tanta determinazione. Mentre oramai era arrivato il periodo di sonno sulla nave un gruppo di scienziati si era trovato, oramai da diverse ''notti'', per decidere di mandare un segnale di aiuto, un qualcosa che avrebbe avvisato la terra che la ''Alive-T22" aveva bisogno di aiuto. Erano a conoscenza di essersi persi come erano a conoscenza delle mancate relazioni del gruppo di comunicazione. Inoltre, avevano iniziato a non assumere più la ''medicina'' del chimico, di nascosto: questo li rendeva più consapevoli della loro ansia e del problema che avevano difronte, avevano rinunciato di farsi questa bella vacanza tra ''fattoni irresponsabili''. Il piano era quasi pronto e il gruppo si era lentamente allargato. Alcuni tecnici avevano progettato dei segnalatori di posizione a riflesso: mandando il segnale con richiesta di ritorno, l'intervallo di tempo tra il messaggio di andata e quello di ritorno avrebbe fornito dei dati importanti grazie alla velocità impostata al segnale, che avrebbe rilevato pressappoco la lontanza dalla base che aveva riflettuto il segnale. Un'idea buona se non fosse rimasto il problema che il segnale si irradiava a 360 gradi dal segnalatore, quindi la posizione effettiva si sarebbe dovuta intercettare in una circonferenza di raggio conosciuto. Mandarono comunque il primo segnale di prova appena uno dei segnalatori fu pronto e funzionante. Dovettero aspettare poche settimane per una risposta di segnale, e ne furono assai stupiti: erano davvero così vicini da casa? Calcolarono il periodo intercorso solo per l'andata per ricavarne lo spazio relativo, ma la distanza risultante non poteva essere corretta: a malapena reggiungeva la distanza tra sole e venere, come avrebbero potuto essere già nel loro sistema solare? Dedussero che il loro progetto fosse andato a rotoli per qualche errore nel macchinario o in un'impossibilità di attuazione del progetto in un luogo con così poche costanti. Ma non lasciarono l'idea di tornare sulla terra. In pochi mesi successe una cosa particolare, un uomo del reparto osservazioni ebbe un malore e in pochi mesi finì in coma. Venne rinchiuso nella cella infermieristica sotto osservazione e mai più si sentì parlare di lui. Il gruppo denominatosi ''Stella Nuova'' riunendosi poche settimane dopo il ricovero dell'osservatore discusse a proposito dell'accaduto. Nessuna di quelle persone si occupava del reparto infermieristico, quindi non sarebbero riusciti a scoprire nulla di più a riguardo, ma sentivano che qualcosa di strano era successo. Passando altre settimane, casi simili si ripeterono anche tra i più giovani e la cosa non smise di insospettire la Stella Nuova, al contrario del resto della ciurma, che continuava serenamete gli studi come al solito. Si stavano avvicinando ad un altro buco nero apparentemente piccolo ma assai vorace, e dovettero allontanarsi presto per potere rimanere ad una distanza di sicurezza ma, durante quelle manovre, uno degli scienziati si era accorto che dalla nave stavano venendo rilasciate un decina di casse. L'uomo guardava quelle cose venire risucchiate dallo scuro vortice senza preoccuparsi, mentre lasciava sciogliere la sua razione giornaliera in un bel the caldo; sorseggiando la bevanda corretta si allontanava dall'oblò della zona ristoro, ritornando ai suoi compiti.
  
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