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Autore: Mirwen    05/03/2006    3 recensioni
Bene ragazzi finalmente l’ho finita è da parecchio che ci lavoro….Beh questa è una poemfiction ;p visto che mi sono ispirata alla poesia “Pioggia sul pineto” di D’Annunzio. È vista dagli occhi di Ron per Hemrione e spero che vi piaccia. Diciamo che è il mio ritorno allo scrivere. Spero sia un bel ritorno
Genere: Poesia, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia sul pineto, attimi d'amore

Bene ragazzi finalmente l’ho finita è da parecchio che ci lavoro….beh questa è una poemfiction ;p visto che mi sono ispirata alla poesia “Pioggia sul pineto” di D’Annunzio. È vista dagli occhi di Ron e spero che vi piaccia. Diciamo che è il mio ritorno allo scrivere.

La pioggia sul pineto, attimi d'amore.

Prologo

Ron, Harry ed Hermione alla ricerca degli Horcrux, braccati dai Mangiamorte sono stati costretti a passare un’estate sul Mar Mediterraneo ed ora tornati in Inghilterra si sono fermati ad Hogwarts, sede provvisoria dell’Ordine della Fenice da quando ha perso il suo fondatore. Ron e Hermione hanno, per l’ennesima, volta litigato e si trovano ora sulle soglie del bosco.

I miei pensieri.

Taci. Su le soglie

del bosco non odo

parole che dici

umane;ma odo

parole più nuove

che parlano gocciole e foglie

lontane.

Fermati un attimo ad ascoltare, taci! Siamo qui sulle soglie della Foresta Proibita, noi due, finalmente soli. E tu, logicamente, mi stai sgridando magari per qualcosa che non ho fatto, non lo so, in questo momento non ti sto ascoltando, sento la pioggia che sta cominciando a cadere, ma tu no. Ho paura di ascoltarti e ritrovarmi a dirti frasi poco gentili proprio a te. Ora sto ascoltando le foglie, almeno loro forse non mi sgridano per non so che cosa, non mi trattano da idiota.

Ascolta. Piove

dalle nuvole sparse.

Zitta, ascolta, piove. No se ti dicessi così ti arrabbieresti ancora di più, allora alzo gli occhi. Piove da quelle nubi sopra di noi, le stesse nubi che offuscano il mio cuore ogni volta che mi tratti così, e pensare che era una bella giornata di primavera, già così bella, come sei tu. Insegui il mo sguardo e te accorgi. Chiudi gli occhi assaporando la pioggia addosso a te. Il mio cuore si riempie di ricordi.

Piove su le tamerici

salmastre ed arse,

piove sui pini

scagliosi ed irti,

piove su i mirti

divini,

su le ginestre fulgenti

di fiori accolti,

su i ginepri folti

di coccole aulenti,

piove sui nostri volti

silvani,

piove sulle nostre mani

ignude,

su i nostri vestimenti

leggieri,

su i freschi pensieri

che l'anima schiude novella,

su la favola bella

che ieri t'illuse, che oggi m'illude,

o Ermione.

Pioveva sugli arbusti questa estate, quando eravamo in fuga sul Mediterraneo, prima di ritornare qui senza aver scoperto niente. Ricordo che pioveva sulle tamerici, odoravano di salsedine, come del resto i tuoi capelli mentre ci prendevamo una pausa, e sdraiata al sole dormivi, e seduto accanto a quelle piante riarse dal sole credevo che guardarti fosse la cosa più bella del mondo, ma tu non te ne accorgevi. Oggi piove sui pini, mi appoggio allo loro ruvida corteccia, mentre i loro agli mi tormentano il viso. Ricordo ancora quella vacanza, pioveva sui mirti e mentre li fissavo tu mi raccontavi che i greci li credevano sacri a Venere, dea dell'amore. Pensandoci bene la mia Venere sei tu. Pioveva anche sulle ginestre fuori l’hotel dove stavamo con Harry, sembravano grappoli di stelle come i tuoi capelli illuminati dal sole ai miei occhi, quei capelli castani e ricci che si riempiono di riflessi simili al miele ambrato. Pioveva sui ginepri pieni di bacche che guardavamo dalla finestra, tutte piante che tu mi hai illustrato quel giorno sotto la pioggia, quando eravamo soli. Onestamente ti ascoltavo poco, ma ero perso nella tua voce. Ed ora siamo qui mentre piccole perle di un cielo lontano bagnano i nostri visi, a volte lo sai vorrei appartenere al bosco così da poterti osservare mentre studi o solamente ti rilassi appoggiata ad un tronco e poter, aiutato dal vento, sfiorarti le mani, nemmeno me ne accorgo che preso da questi pensieri te lo sto veramente sfiorando, chiudo gli occhi so che mi arriverà uno schiaffo ma non succede, io continuo a tenerti le mani e tu non ti arrabbi, mi sembra un sogno. Apro gli occhi, i tuoi vestiti leggeri si sono inzuppati e la camicia si è attaccata sulla tua pelle. Mi imbarazza guardarti, così i miei pensieri scivolano via come le gocce di pioggia e mi chiedo se nell’anima tua tu ti sia mai illusa di amarmi, come ora mi illudo io, ma forse non è così ed è la realtà. Ti amo Hermione.

Odi? La pioggia cade

su la solitaria

verdura

con un crepitio che dura

e varia nell'aria

secondo le fronde

più rade, men rade.

La senti la pioggia sulle piante? È una musica leggera, che varia, tante note come quelle di un pianoforte, di una musica d’amore che ti vorrei suonare, ma so che non ne sarei capace. Mi avvicino un po’ a te, ti tengo angora le mani. Tu non mi stai guardando. Tieni gli occhi chiusi e ascolti, siamo in silenzio, le parole rovinerebbero tutto. Siamo io e te e la foresta. E così mi illudo Hermione, mi illudo di poterti amare in tanti modi, in tante note, come la pioggia ama le foglie. Sei la mia pioggia Hermione, dolcissima e silenziosa oppure forte e decisa, ma io creatura di questa terra non potrei vivere senza di te, non mi ero mai reso conto di essere così poetico… ma forse è l’amore che mi ispira.

Ascolta. Risponde

al pianto il canto

delle cicale

che pianto australe

non impaura

il ciel cenerino.

Le ricordo e le ricordi anche tu vero? Le cicale, quella volta sulla spioggia unirono i loro violini si univano alla melodia. Le cicale non hanno paura della pioggia ne delle nubi. Come noi che ci amiamo qui senza paura del dolore e dei problemi, delle ombre che percorrono la nostra strada. Finché sarò con te Hermione potrei camminare in eterno, mi dai la forza di vivere, non posso dire di amarti da morire, è triste detto così, piuttosto…vorrei trovare le parole per potertelo dire… ma come “Ti amo da vivere Hermione” così andrebbe bene, ma quando? Ho paura di rovinare tutto resto ancora in silenzio. I appoggio una mano sulla spalla facendoti avvicinare a me, vorrei restare così per sempre.

E il pino

ha un suono, e il mirto

altro suono, e il ginepro

altro ancora, stromenti

diversi

sotto innumerevoli dita.

Tutto sotto la pioggia ha dei suoni diversi come strumenti diversi, suonati dalla pioggia. Come le parole diverse che ti vorrei dire ma guidate da una sola melodia: l’amore.

E immersi

noi siam nello spirito

silvestre,

d'arborea vita viventi;

E siamo immersi nella foresta, tanto che mi illudo di esserne uno spirito io stesso, stiamo vivendo della vita degli alberi. E viviamo così uniti al bosco custode dei miei pensieri, di quei pensieri che no ti direi mai, credo penseresti che mi sia bevuto quel poco di cervello che ho.

e il tuo volto ebro

è molle di pioggia

come una foglia,

e le tue chiome

auliscono come

le chiare ginestre,

o creatura terrestre

che hai nome

Ermione.

Non controllo più le mie azioni, sto passando troppo tempo a pensare e il mio cuore a preso il controllo dei miei movimenti, ti sfioro una guancia e ti alzo il viso. Mentre ti accarezzo la guancia, scorso il sorriso che tu mi regali, e la pioggia ce inonda i tuoi delicati lineamenti scivolano leggeri come sulle foglie. Vorrei baciarti, assaporare l’odore dei tuoi capelli e scoprire se hanno lo stesso profumo delle ginestre. Tu non sei reale vero? Dolce spirito del bosco di cui mi sono innamorato, ninfa delicata chiamata Hermione.

Ascolta, ascolta. L'accordo

delle aeree cicale

a poco a poco

più sordo

si fa sotto il pianto

che cresce;

ma un canto vi si mesce

più roco

che laggiù sale,

dall'umida ombra remota.

Ascoltavamo in silenzio il canto della cicale che cresceva ad ogni istanti e si mescola ad un altro più roco dall’ombra della foresta. Hermione su queste note nella mia testa ti canterei una canzone, su queste note vorrei dirti tante parole. Vorrei dirti che se fossimo ancora in quell’estate, se fossimo ancora su quella spiaggia o va bene anche qui ti amerei per sempre.

Più sordo e più fioco

s'allenta, si spegne.

Solo una nota

ancor trema, si spegne,

risorge, trema, si spegne.

Il canto si spegne tremante nella mia testa. Facendomi ricordare che non siamo in estate, non siamo in spiagge lontane. Qui non ci sono le cicale né il rospo lontano. Ma è il mio cuore che canta, amandoti, portando avanti quel attimo che in estate era andato perduto, quel emozione che in me però non si è spenta. Vorrei poter riaver indietro quel attimo Hermione

Non s'ode voce del mare

Or s'ode su tutta la fronda

crosciare

l'argentea pioggia

che monda,

il croscio che varia

secondo la fronda

più folta, men folta.

Qui non si sente la voce del mare, non siamo sulla sua riva, si sente solo il rumore della pioggia scrosciare sulle foglie e sul castello abbandonato. Ma eppure nella mia mente e spero nella tua risento le note di un tempo poiché il mio cuore rapito in quel istante si è finalmente ricongiunto al tuo.

Ascolta.

La figlia dell'aria

è muta; ma la figlia

del limo lontana,

la rana,

canta nell'ombra più fonda,

chi sa dove, chi sa dove!

E piove su le tue ciglia,

Ermione.

Qui non c’è il romantico canto delle cicale, solo una rana lontana canta nella pioggia ma non ci penso più mentre guardo la pioggia cadere, sulle tue ciglia. Incatenato ai tuoi occhi di cerbiatta. Quanto ti amo Hermione.

Piove su le tue ciglia nere

che tu pianga

ma di piacere; non bianca

ma quasi fatta virente,

par da scorza tu esca.

Piove sulle tue ciglia così mi sembra che tu pianga, un nodo al cuore, ma poi guardandoti bene scopro non è così, sorridi e nei tuoi occhi c’è una luce che non vi ho mai visto brillare; e nella mia mente non ti vedo più pallida ma come uscita da un tronco, come una ninfa. Uno spirito del bosco nato dal mio amore.

E tutta la vita è in noi fresca,

aulente,

il cuor nel petto è come pesca

intatta,

tra le palpebre gli occhi

son come polle tra l'erbe,

i denti negli alveoli

son come mandorle acerbe.

In noi la vita è giovane, profumata, come la primavera, abbiamo molti anni ancora, qualcuno dice che siamo ancora bambini nonostante le nostre azioni. E forse lo sono davvero a star qui sotto la pioggia senza aprir nemmeno bocca, ma il cuore mi batte nel petto e mi impedisce di parlare, batte con le note di un amore, ma non infantile come me, ma maturo, vero, dolce. I tuoi occhi, o i tuoi occhi sono stupendi, sono sorgenti di miele tra l'erba e i tuoi denti bianchi come mandorle acerbe, come quelle che insieme ai miei fratelli abbiamo mangiato la scorsa estate, quando tutto ancora sembrava innocente, quando noi non eravamo grandi né piccoli, quando avevamo ancora l’illusione di vivere in pace. Ti sto mangiando con gli occhi Hermione, vorrei amarti veramente, apertamente e non solo nella mia testa, perché sono così dannatamente stupido?

E andiam di fratta in fratta,

or congiunti or disciolti

(e il verde vigor rude

ci allaccia i malleoli

c'intrica i ginocchi)

chi sa dove, chi sa dove!

Ed infine ecco quello che temevo, l’incantesimo si è rotto e tu ti sei accorta della mia vicinanza e con un impeto scappi nella foresta. Ti inseguo, sono stato uno stupido avrei potuto dirtelo finalmente e invece? Ti ho lasciata scappare. Mi avvicino un po’ più a te ma tu acceleri e ti allontani e così facendo le piante ci graffiano e ci bloccano caviglie e ginocchi, ma dove corri? Io ti seguirò comunque, dovunque tu andrai.

E piove su i nostri volti

silvani,

piove su le nostre mani

ignude,

su i nostri vestimenti

leggieri,

su i freschi pensieri

che l'anima schiude

novella,

su la favola bella

che ieri

m'illuse, che oggi t'illude

o Ermione.

E continua a piovere anche quando finalmente riesco a raggiungerti, e ti prendo la mano, mi guardi, sorridi. Temevo mi avresti tirato uno schiaffo. Tremi un po’, non so cos’è che mi guida ma io ti abbraccio. Le nostre camice sono attaccate alla pelle. Sentirti così vicina a me, anche se solo fisicamente, continuo a credere infatti che mi tirerai uno schiaffo, mi riempie il cuore di gioia. Me le sto lasciando scivolare tra le labbra quelle parole, ma tu mi anticipi “Ti amo Ronald…” un sussurro. Ti abbraccio più forte, fino a chinarmi verso la tua orecchia. “Ti amo Hermione”. L’ho detto e ne sono convinto, non mi importa il dolore, ti amo, ti amo e ti amo mille volte ancora. Non è un’illusione so che durerà per sempre. E così per suggellare questa promessa ti bacio e tu rispondi. Non ho mai amato i giorni di pioggia, ora mi ricorderanno sempre oggi e sempre le tue labbra e sempre il nostro amore.

   
 
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