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Autore: Cucuzza2    18/06/2011    2 recensioni
Secondi, forse minuti, forse ore dopo, loro erano ancora lì.
- Ma ci sarà qualcosa che desideri con tutto te stesso... - continuò Rosetta, cercando argomenti di conversazione.
Clive era seduto vicino a lei. Erano rimasti in pochi, lì dentro, ormai.
La musica riempiva le orecchie a decine di decibel, tutto era confuso...
- Una famiglia. -
... uno spiraglio di lucidità, un attimo di ritorno in sé.
- Capisco - fece lei, disinteressandosi dell’argomento. - Le ho già detto che la mia laurea è in Architettura, non è vero? -
- Una trentina di... Hic... Volte - fece Clive, bevendo ancora qualche sorso di vino, un sorriso ebete stampato sul volto. - La mia è in Ingegneria Meccanica. Sono piuttosto... Hic... Esperto. -
Lei buttò lì un risolino nervoso, e si strinse ancora vicino a lui.
- Ma un vero gentiluomo non si ubriaca. -
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Mi odierete per metà storia. Come minimo.
La parte accademica non è tanto fondata, mi scuso in anticipo per eventuali strafalcioni.
Rosetta, per chi non lo ricordasse, è una delle allieve di Layton. Ha una cotta per il suo insegnante. Perfino Luke la definisce una “mangiauomini".
 
 
 
La Festa di Laurea.
 
 
Ci era riuscito.
Ci era davvero riuscito.
 
Strinse forte l’attestato e si calcò bene il cappello in testa.
Si avviò a passi decisi verso l’uscita dell’Università, pronto a dirigersi verso la casa che aveva affittato dopo il carcere.
Una mano gli si posò su di una spalla.
- Dove va? -
Clive si girò di scatto. Dietro di lui, una studentessa poco più grande, pesantemente truccata. Clive l’aveva già adocchiata in corridoio, e non ne aveva ricavato affatto una buona impressione.
- Lei è Miss... -
- Rosetta - fece lei, sbattendo le palpebre. - Ma dove stava andando? C’è ancora il buffet. -
- Ehm... -
Indecisione.
Non aveva mai partecipato ad una festa vera. Con Costance Dove aveva sempre recitato la parte del ragazzo modello, quindi niente sbafate fra amici. L’ultimo party al quale aveva partecipato era stato... Sì, ecco, qualche mese prima dell’esplosione. Era il compleanno di Jason, quello che era stato il suo migliore amico.
Prima.
Ora non più.
Saltato in aria.
Scacciò quei pensieri, stringendo col sorriso sulle labbra la mano di Rosetta.
- In fondo non c’è nulla di male se resto per un po’ - convenne. - Solo un po’. -
 
Ma uno stuzzichino tira l’altro.
Un bicchiere tira l’altro.
 
- Cin cin! -
- Salute! -
Rosetta era un tantino brilla, Clive invece aveva fatto il possibile per contenersi. Ormai il buffet “ufficiale” era chiuso, sostituito da una gita ad un rinomato locale londinese da parte della compagnia dei giovani che non festeggiava in famiglia.
Clive e Rosetta erano fra questi.
Lui ci avrebbe scommesso la qualunque: la giovane laureata non sembrava esattamente un tipo dedito ai parenti.
In rari scatti di lucidità l’avrebbe uccisa.
- Vivo con mio fratello maggiore, fa l’agente. -
- Uh, interessante - commentò Clive, alla ricerca disperata di una scusa per la quale convincersi che rimanere lì non era sbagliato.
 
Secondi, forse minuti, forse ore dopo, loro erano ancora lì.
- Ma ci sarà qualcosa che desideri con tutto te stesso... - continuò Rosetta, cercando argomenti di conversazione.
Clive era seduto vicino a lei. Erano rimasti in pochi, lì dentro, ormai.
La musica riempiva le orecchie a decine di decibel, tutto era confuso...
- Una famiglia. -
... uno spiraglio di lucidità, un attimo di ritorno in sé.
- Capisco - fece lei, disinteressandosi dell’argomento. - Le ho già detto che la mia laurea è in Architettura, non è vero?
- Una trentina di... Hic... Volte - fece Clive, bevendo ancora qualche sorso di vino, un sorriso ebete stampato sul volto. - La mia è in Ingegneria Meccanica. Sono piuttosto... Hic... Esperto.
Lei buttò lì un risolino nervoso, e si strinse ancora vicino a lui.
- Oh, no! - esclamò, in tono esasperato. - C’è Bill. -
- Chi è Bill? - fece Clive, incuriosito.
- Un idiota - tagliò corto lei, mentre si voltava verso l’ingresso.
Un tipetto alto, dinoccolato ed arrossato dai fumi dell’alcool si diresse con un’aria particolarmente instupidita al loro tavolo.
Vi si appoggiò, fino quasi a sdraiarsi su di esso, sovrastando i due con le sue spalle larghe.
- Ehilà... Hic... Rosetta... - incominciò. - Come va la tua piccola... Hic... Cotta per... Hic... Il prof. di... Hic... Archeologia? -
A Clive salì una risatina alle labbra. Sì, quella donna era perfettamente il tipo di innamorarsi del proprio insegnante di Archeologi-
... Un momento.
- Spero che non penserai male di me, adesso, Clive... Hic... Caro... - iniziò. - Bill è semplicemente geloso di... Hic... Lay... -
 
“- Ma ci sarà qualcosa che desideri con tutto te stesso... - continuò Rosetta, cercando argomenti di conversazione.
Clive era seduto vicino a lei. Erano rimasti in pochi, lì dentro, ormai.
La musica riempiva le orecchie a decine di decibel, tutto era confuso...
- Una famiglia. -
 
- Mi dispiace, Rosetta, ora devo proprio andare. Prometto che ci... Hic... Rivedremo... -
... Londra... Non ci avrei mai pensato...
- Clive! Ma era una così bella serata! -
... Avevo in mente Oxford... o Cambridge...
- Mi dispiace, ma proprio devo. Buona notte! -
... Non avrei mai pensato che...
- Non mi dire che anche tu sei geloso? -
 
Non si trattenne dallo scoppiarle a ridere in faccia, poi corse verso il bus.
Doveva andare a casa in fretta, sì.
Anche se per la strada avrebbe sbattuto contro la metà dei vetri che avrebbe incontrato sul suo percorso.
L’indomani avrebbe dovuto alzarsi presto, o sarebbe arrivato in ritardo.
Doveva andare dalla sua famiglia.
Dopotutto, così fa un gentiluomo.
   
 
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