‹‹ Do you see it now? ››
‹‹ Mmmno, what am I supposed to be seeing, to be clear? ››
Lo sento sospirare piano, e a stento trattengo uno sghignazzo.
‹‹ A site, you know... With a black window in the middle... ››
‹‹ Nah, there's just a white page with your... mail, right? I mean, there are some... words, and... codes, maybe? ››
‹‹ Yes, Rob, that's my mail. Now, you see a link, above? Like, in the middle of the page... ››
‹‹ ... Oh, you mean a... web site with some... random words too? ››
‹‹ Yeah, that's it, good boy! Click on it... ››
‹‹ ... Done it. Nothing's happe- Oh, no, wait. There's this page now, yeah. A black one, right? ››
‹‹ Nailed it! Click on the play button, on the bottom... ››
‹‹ ... Yeah, I'm on it! What is supposed to be hap- ››
Il resto della mia frase si perde in una leggera e sussurrata esclamazione di stupore, appena parte un video che riempie quasi tutta la schermata fino a qualche secondo prima interamente nera. Ora c'θ un'immagine live della luna invece, una luna diversa da tutte le altre sere. Θ rossa, ed θ bellissima.
Dall'altro capo del telefono sento solo silenzio, ma so da me che sta sorridendo. La mia reazione era prevedibile, immagino.
‹‹ You... like it? ›› mi chiede infine, una nota di eccitazione nel suo tono inglese.
‹‹ ... Yeah, it's so... astonishing. ›› rispondo, appoggiandomi allo schienale della sedia e tenendo il telefonino stretto contro l'orecchio. ‹‹ Marvelous. ›› aggiungo ancora, come fosse poi necessario.
‹‹ Knew you'd like it... ››
‹‹ Yeah... ››
‹‹ You're the romantic one... ››
‹‹ Right... ››
Lo sento, sta arrivando. Lo sento, e tuttavia non riesco ad evitarlo. Rimango in silenzio e cosμ fa lui, all'altro capo della conversazione. All'altro capo del mondo.
‹‹ Robert... ›› mi fa dopo qualche lungo secondo, sospirando, la voce forzatamente controllata. Lo sapevo.
‹‹ ... Yeah? ›› uno stupido punto di domanda dΰ un margine di errore interpretativo alla mia affermazione. Volevo dirgli che sμ, giΰ sapevo cosa mi doveva dire, perchι θ lo stesso anche per me. Invece pretendo di esserne ignaro. Forse ammetterlo θ ancora una sconfitta, dopotutto. O forse sto finalmente cominciando ad essere altruista, se questo significa fingere perchι lui non si preoccupi anche per me.
‹‹ I... I love you... ››
‹‹ Love you too... ››
E di nuovo arriva il silenzio. Me lo sento addosso, sulla pelle resa umida e appiccicosa dal caldo secco del deserto che circonda il mio trailer, su questo set a qualche miglia di distanza da Albuquerque. Me lo sento dentro di me, nel sangue che arriva al cuore e ne esce ancora contaminato da questa sostanza biologicamente sconosciuta e impossibile da purificare, talmente alta θ la sua densitΰ tra i globuli rossi e bianchi. Una sostanza chiamata Amore.
E quando i secondi diventano piω di sessanta, e poi piω di centoventi, e nessuna parola θ ancora stata proferita, chiudo gli occhi e ingoio la saliva diventata secca nella mia bocca, sputando fuori la stessa, vecchia novitΰ che ci accompagna da sempre.
‹‹ Baby, I... I miss you. So much moon is... red now for she's been crying for too long because we're apart. ››
La sua voce mi raggiunge un po' di secondi dopo, quieta e forse anche un pizzico piω leggera.
‹‹ It's not because of eclipse, then... Should have known it was because of us... ››
Annuisco piano a me stesso e sospiro, socchiudendo gli occhi per avere la stupenda e dolce illusione che lui sia qui accanto a me, almeno per qualche glorioso attimo.
‹‹ Like everything in my whole world now. ›› rispondo infine, sorridendo appena mentre mi asciugo distrattamente una lacrima.