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Autore: Nusia    18/06/2011    17 recensioni
Edward Masen, figlio di un importante avvocato di New York, si prepara alle elezioni per diventare rappresentante degli studenti del suo liceo con tutta la forza che gli garantiscono la sua arroganza e una sfacciata spavalderia. E' bello e lui sa di esserlo ed è proprio per questo che il suo motto è: "L'apparenza prima di tutto" ed è proprio il suo essere così superficiale che lo porterà ad affrontare una sfida difficile. Al party per la sua vittoria subirà un incantesimo che gli farà cadere i capelli e gli renderà il suo bellissimo viso mostruoso e sfregiato.Da quel momento, ha un anno di tempo per far innamorare una ragazza di sé o porterà quelle sembianze per tutto il resto della sua vita. Come andrà a finire?
Genere: Commedia, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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1 Eccomi qui *-*
come promesso ho aggiornato giusto a metà giugno =D A dire il vero avevo intenzione di postare già giovedì ma purtroppo il sito non poteva essere visualizzato quindi ho dovuto attendere. Grazie mille a tutte voi, sono contenta di vedervi così interessate e attive già all'introduzione, quindi spero di non deludere le vostre aspettative. Il primo capitolo è in Pov Edward e alcuni dialoghi sono davvero uguali al film, questo per cercare di farvi entrare nella storia e farvi comprendere il personaggio. Il prossimo sarà un Pov Bella ed è stato inventato di sana pianta dalla sottoscritta, sperando di aver colto al meglio il suo essere. Quindi bando alle ciance, ci leggiamo di sotto ;-)



Riesci ad immaginare un amore così?


E' una storia, sai, vera più che mai, 
solo amici e poi uno dice un "noi", tutto cambia già. 
É una realtà che spaventa un po', 
una poesia piena di perché e di verità! 
Ti sorprenderà come il sole ad est, 
quando sale su e spalanca il blu dell'immensità! 
Stessa melodia, nuova armonia, 
semplice magia che ti cambierà, ti riscalderà! 
Quando sembra che non succeda più, 
ti riporta via, come la marea, la felicità! 
Ti riporta via, come la marea, la felicità...


• 1 Capitolo

Pov. Edward

“il candidato alla presidenza del comitato scolastico della Buckston High Academy School: Edward Masen”
“Triste ma vero” iniziai “Per caso sei uno sfigato? Sei brutto da far paura? Faccia da cavallo, faccia da maiale, faccia coperta di brufoli? Quando Dio ha distribuito la bellezza eri in bagno? Se è questo che sei… beh meglio che ti rassegni al tuo destino. I belli hanno più possibilità, è così che funziona. ” partì un applauso unico ed io sorrisi, trionfante. La vittoria era praticamente già in tasca.
“Grazie. Vi chiederete cosa centra tutto questo con la presidenza del comitato scolastico, non molto, anzi nulla. Se pensate che io voglia essere eletto per il mio impegno nei confronti dei vostri problemi scolastici e sociale vi sbagliate di grosso. Voglio essere eletto perché da punti, crediti per il college perché del mio futuro, esclusivamente il mio, mi importa. Quindi vi starete domandando perché votare per me?” mi fermai un attimo, come a volerci pensare e lanciai un sguardo fugace alla ragazza che era poco dietro di me. Non ricordavo neanche il suo nome, ma ero sicuro che fosse in quella scuola da un bel po’ di tempo. Non ci avevo mai scambiato mezza parola e mi chiedevo perché visto che era così carina. Le feci l’occhiolino e lei per tutta risposta scosse la testa tornando ai suoi appunti.
“forse perché sono ricco? Popolare? Bello e figlio di un famoso avvocato? E la risposta è CERTO CHE SI” conclusi e giù altri applausi. Avvolte mi chiedevo come la gente potesse amarmi in quel modo, insomma ero arrogante, sfacciato e menefreghista, poi però mi guardavo allo specchio e capivo tutto. Ero senza dubbio un bel vedere. I maschi mi invidiavano per i miei capelli ramati e gli occhi verde smeraldo e mi temevano. Le ragazze pendevano dalle mie labbra con un piccolo sorriso. Avevo la Buckston School ai miei piedi e tra qualche anno anche New York, la mia caotica città. Troppo ambizioso? Se si è belli non si è mai abbastanza ambizioni. La società d’oggi preferisce l’apparenza alla sostanza? Il bel viso al buon cervello? Io ho tutto questo e molto altro.
“Li hai conquistati, incantati. Hai sbaragliato tutti” esultò Emmett raggiungendomi in corridoio e dandomi una forte pacca sulla spalla. Era il mio migliore amico, o almeno così sembrava. Se c’era una cosa che la vita mi aveva insegnato era: “Mai fidarsi di nessuno, tutti ti posso deludere. Persino le persone a te più care.”
“Si, direi che sono stato un grande”
Qualcuno mi passò accanto scostandomi bruscamente e lanciandomi un’occhiataccia. Ma come diavolo si permetteva?
“chi è la streghetta lesbica con il tatuaggio voodoo?”
“Ah ma che te ne importa!”
“lei è Alice Brandon, è in questa scuola da qualche mesetto direi” spiegò Rosalie comparendo al mio fianco.
“è sfacciata, molto”
“sai che ti dico? Abracadabra chi se ne frega della streghetta invidiosa” il solito Emmett!
“Te la faccio dimenticare io” mi sussurrò all’orecchio Rose prima di baciarmi velocemente le labbra e scappare verso la palestra. Evidentemente aveva uno dei suoi soliti allenamenti da cheerleader.
“vedo che con Rose va alla grande” commentò Emmett prendendo dei libri dall’armadietto.
“mh il solito, ma inizio a stancarmi di averla sempre davanti ai piedi. Sono due mesi porca miseria”
“io non capisco. Davvero Ed avvolte sei assurdo!” sbatté forte l’anta di metallo e mi guardo per un attimo furente.
“Ehi sta attento a come ti rivolgi Emm, se sei nervoso non prendertela con il sottoscritto” gli intimai guardandolo male.
“quello che voglio dire è perché ci stai ancora insieme se non te ne frega un bel niente di lei?” ridacchiai per la sua ingenuità. Insomma, ma mi conosceva?
“Beh 1 è una bomba a letto e 2 è la più bella della scuola e si sa: il bello va con la bella e viceversa”
“vaffanculo Ed, te lo dico con il cuore” ribatté allontanandosi di fretta.
“EHI, CHE CAZZO TI PRENDE?” urlai nervoso. Alzò una mano come a mandarmi ulteriormente a quel paese  poi svoltò l’angolo.
“stupido ingrato” borbottai avviandomi verso l’uscita. Grazie al cielo per me quel giorno la scuola terminava lì. Avevo bisogno di un giro in macchina, uno di quelli dove il piede spinge sull’acceleratore con l’intento di aumentare sempre più la velocità. Un giro in macchina dove il freno non esisteva, uno di quelli che somigliava un po’ alla mia schifosa vita.
“Ma che cavolo…?” rimasi senza parole davanti a quello che vidi. Qualcuno, un vero idiota aggiungerei, aveva osato ridicolizzarmi davanti all’intero istituto scrivendo sui miei cartelloni elettorali:  “Non rassegnarti, è uno schifo! E lui un emerito coglione” Chi aveva osato?
“probabilmente sbaglio, ma al presidente del comitato studentesco non dovrebbe importare qualcosa degli studenti?” ed eccola li, poggiata ad una parente a guardarmi soddisfatta con quel viso da racchia lesbica. Dio che voce odiosa! Era ora di entrare in azione.
“forse parli così perché sei solo un' invidiosa sfigata”
“lascia eleggere chi se lo merita” continuò imperterrita. Era cose se le mie parole non la scalfissero per nulla. Si sentiva superiore, povera illusa!
“per esempio?”
“Isabella Swan…” disse indicando la ragazza che poco prima avevo guardato in aula magna. Ecco come si chiamava! “…si presenta come tesoriere solo perché sa che non avrebbe nessuna possibilità di vittoria contro il belloccio impertinente della scuola”
“No, no io veramente…” cercò di intromettersi lei ma venne interrotta da Alice. A quanto pareva la ragazza aveva voglia di popolarità!
“certo, non sei l‘unico ad avere colpe. Tutti gli studenti di questa scuola, se solo aprirebbero gli occhi  e smettessero di pensare alla loro vita sociale, farebbero la scelta migliore per tutti. Ma sono troppo accecati dalla tua abbagliante bellezza” aggiunse ironicamente. Sorrisi beffardo.
“Wow, conta l‘aspetto fisico eh?”
“quello conta per chiunque… ah no, aspetta per chiunque tranne te ovviamente” fece uno strano sorrisetto e poi andò via nei suoi stracci color pece.
“Non giocare con il fuoco Masen” le sentii dire prima che si allontanasse definitivamente.
“Tsé, assurdo!”
Molti dei ragazzi presenti in corridoi si dileguarono, anzi tutti a dire il vero tranne uno.
“complimenti! Davvero un ottima campagna diffamatoria. Peccato che non funzionerà” commentai avvicinandomi ad Isabella.
Alzò gli occhi al cielo come infastidita “Non so di cosa tu stia parlando”
“Siete state brave tu e la tua amica stregaccia a tentare di infangarmi, ma se vuoi la presidenza basta solo cercare di…”
“Io non voglio la presidenza” mi interruppe “No sono amica di Alice e soprattutto non faccio parlare gli altri per me. Se voglio qualcosa la ottengo con le mie forze, a differenza di qualcuno”
“però, che caratterino!”
“e se mi presento come tesoriere e solo perché sto sulla difensiva visto che sono qui grazie ad una borsa di studio, certamente non perché ho paura di te. Auguri per domani, è stato bello conoscerti dopo tre anni finalmente” concluse andando via e lasciando il sottoscritto senza parole per la prima volta nella sua vita. Ma perché quel giorno tutti andavano via senza darmi il tempo di replicare? Tuttavia qualcosa mi diceva che a quella ragazza con gli occhi color del cioccolato fuso non sarei riuscito a trovare nessuna risposta adatta per zittirla.

Il giro in auto fu sicuramente liberatorio. Adoravo correre, la velocità metteva in circolo adrenalina pura ed era bello sentirla scorrere nelle vene insieme al sangue. Certo, sarebbe stato più entusiasmante correre in sella ad una moto, ma mio padre si era ostinato a non comprarla.
“Quegli aggeggi sono pericolosi, figliolo” come se gli importasse davvero qualcosa del suo unico figlio.
Tornato a casa mi feci una lunga doccia calda e mi buttai sul divano a vedere un po’ di football.
“cosa gradisce per cena signorino Masen?”  chiese Esme, la domestica che papà aveva assunto circa 5 anni fa, quando io avevo solo 14 anni. I nostri dialoghi erano sempre stati brevi e tutti riguardanti ciò che io volessi o meno per pranzo, cena e cose di questo tipo. Non conoscevo praticamente niente della donna che abitava in casa mia: la sua vita, il perché facesse questo lavoro e per quale motivo ancora mi sopportasse.
“niente. Preferisco ordinare una pizza”
“ma suo padre…”
“mio padre avrà una delle sue solite cene di lavoro. Adesso vorrei rimanere solo” conclusi tornando alla tv. Erano anni che mi veniva detto che avrei cenato con mio padre e poi puntualmente mi ritrovavo da solo. Da quando aveva vinto una causa importante diventando uno degli avvocati più gettonati di New York, suo figlio non esisteva più. L’ultima volta che ricordo di aver realmente parlato con lui era all’età di 14 anni, quando per avere un po’ di attenzioni mi ero buttato di proposito dalle scale rompendomi una gamba e un braccio. Avevo sbattuto così forte la testa che fui costretto a rimanere in osservazione in ospedale per ben 7 giorno. Ma per quanto potesse sembrare un incubo, quelli furono i giorni più belli degli ultimi 8 anni della mia vita. Mio padre si prese 2 settimane di ferie e passava con me tutto il tempo a sua disposizione. Ricordo che parlammo di tante cose e tra una sfida a scacchi e una partita di football ci divertimmo tanto. Finito il periodo di convalescenza il rapporto tra noi tornò come prima e a quel punto entrò nella nostra vita Esme. I primi tempi cercavo di evitarla il più possibile e se me la ritrovavo davanti facevo di tutto per farla scappare da quella casa, ma lei non si era mai andata a lamentare con mio padre ne rimproverato il sottoscritto. Quando la trattavo male mi sorrideva, scombinava i capelli e ripeteva “secondo me non è così cattivo come vuol far credere” così con il passare degli anni mi ero abituato alla sua presenza e avevo smesso di combinare casini.
“Come stai?” disse mio padre entrando nel salone.
“Non male” risposi, salvo poi vedere l’auricolare nel suo orecchio. Ovviamente non lo aveva chiesto a me. Spensi la tv e lo seguii in cucina.
“sai, ci sono state le elezioni oggi”
“magnifico” rispose “no Tanya, dicevo a mio figlio”
“è andata bene, ho sbaragliato tutti”
“perfetto” farfuglio distratto "ottimo"
“poi ho partecipato ad una rapina, ho ucciso una persona e sono scappato dagli sbirri”
“grande” esultò per poi scuotere la testa e guardarmi male. Oh mio padre mi da attenzione alleluia!
“Ti chiamo dopo Tanya”

“Scusa” disse rivolgendosi a me “Tanya è stata tagliata fuori dal programma, a quanto pare hanno trovato qualcuno più giovane e bella di lei . Si sa, piacciono le persone di bell‘aspetto. Chi dice il contrario o è stupido o brutto” ed ecco chi aveva iniettato nella mia mente il motto: LA BELLEZZA PRIMA DI TUTTO.
“Chi è Tanya?”
“te ne ho parlato”
“No non credo, anche perché l‘ultima volta che noi due abbiamo realmente parlato io avevo ancora 14 anni e sai, ora ne ho 19”
“noi due parliamo in continuazione e… aspetta il cellulare” si interruppe.
“ecco appunto” presi una birra dal frigo e tornai in soggiorno. Tutto inutile.
Poco dopo tornò da me consegnandomi la pizza.
“hanno portato questa. Io vado che sono in ritardo, ti dispiace cenare da solo?” chiese. Ridacchiai senza neanche premurarmi di risponderlo. Adesso capite perché prima definivo la mia vita schifosa?
“Ehm…”
“che c‘è?” chiesi bruscamente alla donna che si sedette al mio fianco.
“niente, volevo vedere un po’ di tv”
“tenga, io vado di sopra” feci per alzarmi ma mi bloccò facendomi rimettere a sedere.
“Oh no! Adoro il football, se non è un problema la vediamo insieme” scrollai le spalle rimettendomi comodo e le offrii un po’ di pizza.
“come sono andate le elezioni?” chiese in modo discreto. Ma per qualche motivo quella donna cercava sempre di conversare con il sottoscritto?
“alla grande, ma tanto a chi importa?” dissi a bassa voce, ma a quanto pare mi sentì.
“beh se può farle piacere a me importa. Infondo la sto vedendo crescere e sta venendo su piuttosto bene e mi creda, non parlo della sua bellezza”
“lo dice sono per essere gentile. Sappiamo benissimo entrambi che non sono un bravo ragazzo e certamente non un modello da seguire” ribattei.
“Si ricorda cosa le dicevo sempre quando combinava disastri vero?” annuii ricordando la frase “secondo me non è così cattivo come vuol far credere”
“ecco allora è inutile che glielo ripeta”
“Certo, peccato che ci creda solo lei. Perciò mi faccia un favore: tenga i suoi pensieri per lei. buonanotte” e questa volta mi alzai per davvero e andai di sopra.
“glielo avrò detto mille volte, mi deve dare del tu” non le risposi, preferii rinchiudermi nella mia stanza e passare il resto della serata su twitter.

-Fanculo. Salve bellissimi  e come sempre niente sfigati tra i miei contatti-

Cambiai il mio stato e subito dopo chiusi il pc buttandomi sul letto. Non avevo voglia di fare un cazzo. Il cellulare vibrò e lessi il messaggio di Emmett.

-Ehi amico sto andando a bere qualcosa con Embry e Quil, vieni?-

Decisi di non rispondere, mi giravano ancora le palle per come mi aveva trattato quella mattina. Mi tolsi veloce la maglietta e decisi che per quella sera potevo anche andare a dormire. Il cellulare vibrò nuovamente. Rosalie:

-Ehi tesoro,ho casa libera vieni?-

Risposi veloce:

-Non ho voglia, a domani-

E quella sera non avevo voglia per davvero. Chiusi gli occhi stanco  e mi lasciai cullare dalle braccia di Morfeo, l’unico posto dove la mia vita sembrava davvero perfetta. Dove l’apparenza si confondeva con la realtà. Dove un paio di occhi color del cioccolato fuso mi tenevano compagnia per la prima volta.

____________________

Allora cosa ne pensate? *-* commentate e fatemi sapere come sempre i vostri pareri *-* ci vediamo tra 10 giorni ragazze =D

p.s. Per chiunque volesse aggiungermi questo è il mio contatto di facebook: Nusia EFP L'ho creato proprio adesso in modo da restare in contatto con voi e aggiornarmi con qualche spoiler =D vi aspetto eh!



Nusia

   
 
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