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Autore: Shark Attack    18/06/2011    7 recensioni
Qualche settimana.
Qualche giorno e qualche notte.
L'attesa iniziava ad essere quantificata: si avvicinava alla fine.
Si avvicinava la nuova stagione.

[2° classificata allo Spring Contest indetto da Silvar Tales (Deidaradanna93) sul forum di EFP!]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Autore/ autrice: Shark Attack
Titolo fan fiction: Mottomo utsukushii hana
Sottotitolo: Il fiore più bello
Tipo di fan fiction: One shot
Rating: Verde
Personaggi principali: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Pairing: NaruHina
Contesto: Prima serie
AU: No
Note dell'autore / autrice: La primavera, tema del contest, mi ha fatto venire subito in mente questa fic, non so come né perché ma mi si è disegnata nella testa non appena ho visto il banner con i fiori e il titolo in generale. Non ho avuto bisogno di leggere il resto del bando per sapere cosa scrivere e come, era già tutto lì, impeccabile. Come sempre in questi casi, il mettere nero su bianco queste idee fulminanti ed “auto-generate” è un parto ben più impegnativo rispetto ai normali (per me, personalmente, ogni fic messa al mondo porta travagli infiniti...), non è mai come realmente si era figurata. Ma stavolta mi sono impegnata per bene, spero di farvi comprendere cos'è la Primavera per questa dolce protagonista. Il sottotitolo è la traduzione del titolo. Parlando della fic in sé, la mia piccola Hyuuga è la fragile ragazzina insicura della prima serie, tormentata da dubbi e lontananze che le riempiono le lunghe giornate in attesa di un certo evento... beh, buona lettura! ^^
Introduzione:
Qualche settimana.
Qualche giorno e qualche notte.
L'attesa iniziava ad essere quantificata: si avvicinava alla fine.
Si avvicinava la nuova stagione.



Questa fic ha partecipato allo Spring Contest indetto da Silvar Tales (Deidaradanna93) su EFP e si è classificata 2°! ^^






«Neji...»
Il vento caldo soffiò tra di loro, scompigliando quei lunghi capelli corvini che entrambi, fieramente, portavano.
«...»
«...tu pensi che... che...»
Gli occhi algidi del cugino si posarono sul suo viso avvampato.
«...cioè è via da molto tempo e...»
«Tornerà», sentenziò sbrigativo, prima di aggrottare la fronte osservandola più intensamente. Si alzò in piedi, «E si ricorderà di te», aggiunse atono.
«No, io non intendevo...»
«Ora scusami, Hinata, devo tornare ad allenarmi.»
La frangetta nera si abbassò sconsolata sulle candide pupille. Allungò le dita per afferrare la sua tazza di the e ci soffiò delicatamente su. The caldo in un placido pomeriggio d'estate: un piacere che in pochi riuscivano a concepire. Sorseggiò un poco, poi rimise la tazza al suo posto, sul tovagliolino lilla. Passò le dita sulla tovaglia, lisciandone i bordi, facendo ghirigori sulla trama floreale, e sospirò.
Alzò lo sguardo davanti a sé: il ciliegio non era più in fiore, indossava foglie di un verde prorompente e si accingeva a donare al mondo tanti piccoli frutti rossi. Lei sarebbe stati li per raccoglierli prima che cadessero a terra, e ne avrebbe portati un cestino alla sua amica Sakura. Era un rituale che faceva ogni anno, e in quell'occasione passavano sempre splendide giornate. Chissà se l'Hokage l'avrebbe lasciata libera dagli allenamenti, quel giorno...
Lasciò vagare lo sguardo anche sul laghetto della loro villa, pieno di pesciolini pigri ma dai colori vivaci, e sulle ninfee che faticavano a vedere la luce, nascoste dalle fronde del salice piangente che le sovrastava.
Qualcuno bussò sul legno alle sue spalle.
«Signorina Hinata, suo padre la sta chiamando in palestra.»
Sfiorò la ruvida ceramica della tazza e si inumidì le labbra. «Sì, arrivo...»
Ma lui?
Quando sarebbe arrivato il suo ritorno?

°*°*°


Rotolò all'indietro, appoggiò i piedi a terra e riuscì a frenare la sua scivolata prima dell'impatto col muro.
«Niente male», asserì suo cugino, accennando un raro sorriso, «Sei riuscita a schivarlo appena in tempo.» Hinata si rialzò in piedi sistemandosi la felpa. Sentì il dolce calore dell'appagamento sprizzare nel petto e se ne compiacque. Mesi di allenamenti con suo padre, sua sorella e infine con lui stavano finalmente dando qualche frutto.
Neji si strinse l'elastico dei capelli e guardò fuori dalla finestra. «Possiamo fermarci qui, per oggi... ti va bene?» La ragazza incrociò le dita nervosamente, per lei si poteva anche andare oltre, proseguire: ormai resisteva abbastanza a lungo, dopo una giornata di combattimento intenso ce la poteva fare a continuare! «No, se ti va io...»
«A dopo», sussurrò il cugino prima di uscire dalla palestra e lasciarla sola tra le assi di parquet. Da quando aveva ripreso ad allenarsi con Ten Ten, e ormai lo facevano ogni giorno, le dedicava pochi combattimenti alla settimana, e le attenzioni nei suoi confronti erano calate. Hinata si avvicinò all'altare e sospirò malinconica.
Osservò come quella luce rossastra, al tramonto, ridisegnasse i contorni e le ombre di ogni statuina e delle armi appese regolarmente alla parete. Seguì il raggio che partiva dalla finestra e la spalancò, ritrovandosi in un altro lato del giardino, meno frequentato.
Poggiò i piedi sul letto di foglie gialle e rosse, ricordo delle fronde che l'avevano rinfrescata appena qualche settimana prima, e si appoggiò ad un tronco spoglio. Si chinò a raccogliere quella foglia con più sfumature di tutte, l'avrebbe nascosta in un libro e rimirata stupita in futuro. L'afferrò decisa e corse nella sua camera, alla ricerca di un buon posto per mettere in atto la piccola sorpresa che stava progettando per sé stessa. Passò lievemente le dita sui vari dorsi: Arti Magiche dalla A alla Z, Ninjutsu nel Mondo, Vita da Samurai, un quaderno di appunti, due libri di testo dell'Accademia... sfilò dal ripiano il suo libro preferito, quello che aveva fatto rileggere a sua madre ogni sera per anni: Kinai il Piccolo Ninja.
Sfogliò distrattamente le pagine delle avventure di quel personaggio birichino e divertente, sempre pronto a cacciarsi in nuovi guai e a conoscere tante persone, deciso come nessun altro a diventare il ninja più forte di tutti i tempi.
Hinata corrugò la fronte e si rimise a leggere quella favola: l'essere solo al mondo, l'obbiettivo di una vita, gli allenamenti, la testardaggine... Kinai e Naruto avevano in comune praticamente tutto.
Tranne i capelli.
La ragazza ridacchiò e infilò la foglia all'inizio del capitolo del grande viaggio del protagonista, quello che lo avrebbe reso un vero ninja.
Sospirò.
Erano già passati due anni e mezzo... quando sarebbe terminato quel capitolo, nella vita reale?

°*°*°


Suo padre non glielo avrebbe mai permesso.
Persino Neji, che nei suoi confronti è sempre stato un po' più aperto e comprensivo, l'avrebbe derisa e disconosciuta.
Ma lei aveva bisogno di farlo, nessuno l'avrebbe fermata.
Afferrò quell'enorme cappello nero di feltro, nessuno se ne sarebbe accorto, e ci ficcò dentro il suo vecchio copri-fronte, quello rovinato dagli allenamenti, e una sciarpa.
Corse a più non posso fino ai confini del villaggio. Diede una rapida occhiata in giro e si arrampicò sulle mura, lasciandosi Konoha alle spalle pochi secondi più tardi.
Si rifugiò tra gli alberi della foresta circostante e finalmente si fermò.
Il silenzio attorno a lei era assoluto, palpabile a mano nuda. Se solo non fosse stata ricoperta dal guanto.
Gettò nella neve i suoi oggetti alla base di un albero e si mise a lavorare poco più in là. Si tolse i guanti, li poggiò sotto le ginocchia per non congelarle e si mise all'opera.
Afferrò tutta la neve necessaria con le braccia, rastrellandola verso di sé, ed iniziò a premerla e a darle la forma giusta. Fatto.
Una palla piccola sopra ad una più grande e solida.
Sorrise del suo lavoro, poi si tuffò all'indietro ad afferrare il trafugato e lo sistemò sul neonato pupazzo. Osservò le sue dita: rosse, con le unghie lievemente violacee e decisamente intirizzite.
Scosse la testa e le rimise nei guanti, seppur gelidi anche loro. Si alzò ed andò alla ricerca di un paio di rami per concludere l'opera e quando tornò col raccolto sottobraccio trovò Sakura accanto al pupazzo.
La guardava dubbiosa.
«Chi è?», le chiese pacatamente, carezzando l'omino di neve.
Hinata avvampò e strinse i legnetti. «Nessuno...»
«Uh», gemette atona l'amica, gettando uno sguardo sterile su di lei. «Vuoi parlare?»
La Hyuuga sussultò. «Si capisce così tanto?»
Sakura le si avvicinò e le afferrò i bastoncini. «Ormai ti conosco, Hinata, non puoi nascondermi niente...». Li infilò con cura ai lati del busto del pupazzo e lo rimirò soddisfatta.
«Grazie», balbettò l'altra.
L'Haruno fece spallucce e le sorrise sorniona. «Lui non ti risponderebbe», spiegò semplicemente indicando l'omino. Ridacchiarono lievi.
Si scambiarono sguardi di comprensione e desolazione per qualche secondo, finché un ramo non lasciò cadere la neve che lo affaticava e che piombò pesante tra di loro, spezzando il silenzio.
«Manca anche a me», confessò la rosa, tendendole la mano, «Ma tornerà presto, vedrai.»
Hinata deglutì e si fece forza. «Quando?», chiede avida.
«Presto.»
«Presto...», ripeté come in trance, appagata.
«In primavera. L'ho letto in un messaggio inviato da Jiraya all'Hokage un paio di giorni fa», proseguì serafica, «Resisti ancora qualche settimana! Forza!»
Qualche settimana.
Qualche giorno e qualche notte.
L'attesa iniziava ad essere quantificata: si avvicinava alla fine
. Si avvicinava la nuova stagione.
Hinata alzò gli occhi sul pupazzo di neve e scosse la testa. Non assomigliava neanche un po' a Naruto, come aveva potuto pensare che della neve gelida avrebbe potuto sostituire quella pelle calda, e quei capelli dorati, e quel sorriso smagliante?
Raccogliendo la neve, aveva fatto sbucare qualche filo d'erba. Tra loro, un germoglio.
Mancava poco, alla primavera.
Niente foglie rosse, niente neve: il cielo sarebbe stato di nuovo limpido, il ciliegio avrebbe fatto una nuova cascata di fiori rosa, le ninfee sarebbero sbocciate di nuovo, i pesciolini nel laghetto sarebbero tornati a guizzare felici.
E lui... sarebbe tornato.


°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°



Sinceramente, speravo di arrivare almeno sul podio, con la fatica che ho fatto per rendere al meglio quest'intento di descrivere una primavera che non viene mai nemmeno intravista! :D
Per cui sono molto contenta e soddisfatta!

Ecco il giudizio e il voto datomi dalla giudicia! :3

Shark Attack - Mottomo utsukushii hana
Correttezza grammaticale: 13/15
Stile e forma: 9.5/10
IC: 15/15
Originalità: 10/10
Trattazione del tema: 10/10
Tot: 57.5/60

La tua è davvero una bellissima storia. Tenera e colorata, piena di particolari dolci e diversi per ogni stagione. La grammatica è praticamente perfetta, gli unici errori che hai fatto sono pressoché di distrazione: uno di battitura (“Lei sarebbe stati”), subito dopo un “lì” scritto senza l'accento, un errore di struttura in questa frase: “Seguì il raggio che partiva dalla finestra e la spalancò”, qui il complemento oggetto di “spalancò” è raggio, non finestra.
Poi hai sbagliato un verbo in questo periodo: “Persino Neji, che nei suoi confronti è...”, visto che il resto della narrazione è al passato, avresti dovuto scrivere: “Persino Neji, che nei suoi confronti era...”. Infine ti segnalo due imprecisioni che però non ti ho contato: sarebbe più appropriato scrivere “obbiettivo” con una b sola, e “sé stesso” senza l'accento (sé con l'accento è sinonimo di se stesso, scrivere sé stesso equivale un po' ad una ripetizione).
Passando a parlare del secondo punto, lo stile è ben formato, scorrevole, chiaro e pulito. Non fai ripetizioni, ometti ed espliciti i soggetti in giusta misura. Il tuo modo di scrivere non è troppo complicato o elaborato ma coinvolge il lettore, e non è mai pesante o noioso. Le descrizioni non sono lunghe ma sono efficaci. In poche parole plasmi l'ambiente, i suoi colori, i suoi suoni, la sua temperatura. Per questo l'inquadratura della storia nelle tre stagioni, estate autunno ed inverno, è perfettamente riuscita.
La caratterizzazione di Hinata non ha la minima sbavatura, la protagonista è perfettamente inserita nel suo carattere. È talmente coerente al personaggio originale che ho poco da dirti su questo punto: è dolce, sensibile, timida. L'Hinata di sempre. Anche gli altri personaggi, Neji e Sakura, sono perfettamente IC. Niente da dire neppure sull'originalità. Considerando che questa non era un'AU, hai decorato la storia di tantissimi particolari colorati ed interessanti. Le diverse scenette, inserite ognuna in una stagione diversa, sono di per sé originali: il the pomeridiano, la foglia che Hinata conserva nel libro, il pupazzo di neve.
E arriviamo all'ultimo punto, la primavera. Ho adorato il fatto che tu abbia parlato di primavera inquadrando Hinata nelle altre tre stagioni, è stata davvero una scelta originalissima, un po' rischiosa (ma devo dire che l'hai portata avanti e conclusa distintamente) ma alla fine ben riuscita.


La primavera nella tua storia è del tutto assente, è il desiderio di primavera che è costantemente presente in Hinata e nelle diverse parti della fanfiction, e che va pari passo con il desiderio del ritorno di Naruto. L'ho trovata una trattazione veramente molto originale.
   
 
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