Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: JohnnyMignotta    18/06/2011    9 recensioni
Manhattan durante i goirni feriali è una delle mete più ambite dalle coppiette, ma a Sasuke ed a Naruto non importa. Mentre si accarezzano, camminano mano nella mano e si scambiano baci bellissimi, non c'è altro che abbia importanza al mondo.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ormai è risaputo: la mia official beta-reader ilarione ed io siamo pericolosissime, quando ci mettiamo di buona lena. Questa volta, temo, abbiamo dato il peggio di noi stesse, anche se non so veramente più come dirle grazie visto il tempo che dedica a me & alle mie storie.
Vi sorprenderò, pannolini profumati della mamma: quella che state per leggere è una storia a rating verde. E vi sorprenderò anche dedicandola ad un ex utente di EFP, un omaccione amico mio al quale vorreste bene un po' tutti, se lo conosceste: Clemente. Gente, a questo ragazzo non piace il NaruSasu. Ma non come a Reki: non gli piace nemmeno il SasuNaru (a proposito, Reki, dobbiamo parlare "XDDD). Ragazzi, non scherziamo: non si può seguire Naruto & non shippare il NaruSasu/SasuNaru. Non è possibile. Persino mio fratello di 11 anni, eterosessuale, ci arriva: quei due si tengono. E, se non si tengono, si sono tenuti. E, se non si sono tenuti, si terranno. Ma basta con questi blablatages pointless, cuoricini cicciottelli. :3
Dicevo: rating verde. Inedita, no, come cosa? Peggio di quando mi sono messa a scrivere SasuSaku (e, a proposito, colgo l'occasione per annunciare pubblicamente che non lo farò mai più ù_ù). Comunque tutto è cominciato quando mi sono accorta di non aver mai scritto una storia a rating verde. E quando i miei fratelli mi hanno fatto notare che non so distinguere il PG13 dal fluff. Mio fratello (sempre Gianni, 11 anni): "Sara, perché sono tutti santarellini e chiatti?". E mia sorella (Aruna19): "perché è una storia a rating verde e Sara è entrata in modalità fiori e arcobaleni". ...Potete immaginare la mia faccia. Questa: ò_ò. Perché, in effetti, hanno ragione. Santi bambini.
Ok, penso di aver finito con le note nonsense! :D Concludo (finalmente o_ò): questa è una storia a rating verde, con alto tasso di fluffoserie random. Il titolo della storia viene da She will be loved dei Maroon 5. Non vi spaventate, comunque, per la lunghezza: è una one-shot, ma l'ho divisa in paragrafetti teneri solo per facilitarne la lettura. Spero che gradiate e che le scene VM18 vi manchino! è_é A me mancano! ;___;
EDIT! Animenight89 ha fatto qualcosa di impensabile stasera, ragazzi: mi ha fatta felice. Vi starete chiedendo come. Ve lo dico subito: mi ha disegnato Naruto & Sasuke da piccoli! :3 Ma non sono la cosa più tenera che la Terra abbia mai visto?! E questa storia non è fortunatissima ad avere già la sua prima fan-art? *C* Vale, grazie mille! Tivibbì! ♥



Non ci sono sempre arcobaleni e farfalle

1. Di carezze, di mattina, di primavera
We're sure of just one thing: everybody in the world was once a child.
(Siamo sicuri di una cosa sola: ognuno al mondo è stato bambino una volta, W. Disney).

Manhattan durante i giorni feriali è una delle mete più ambite dalle coppiette, dai masochisti mattinieri amanti del jogging, dai senzatetto e dagli operai in pausa pranzo. Di domenica mattina, però, chissà perché, New York in generale, Manhattan in particolare e Central Park ancora più in particolare sono dominio assoluto delle famigliole felici.
Nelle mattine primaverili come questa, poi, con l'erba fresca di rugiada ed il traffico caotico della Grande Mela, le famiglie coi bambini si siedono sulle panchine, sulle fontane e sul selciato a fare pic-nik, giocare, chiacchierare e prendere il sole.
La donna orientale coi capelli neri ha disteso un telo sul selciato e ha fatto sedere il suo primogenito sopra il cestino del pranzo e con la schiena contro un albero. "Itachi" ha detto con un sorriso sinceramente felice, sbattendo le ciglia sui suoi bellissimi occhi a mandorla e toccando il culetto del bambino attraverso la consistenza cartacea del pannolino, "mettiti gli occhiali, da bravo".
Il bambino col pannolino ed il codino ha preso dal cestino una custodia, l'ha aperta e ha tirato fuori dei piccoli occhialini dalla montatura doppia di plastica. Li ha inforcati con gesti precisi nonostante le mani ancora paffute ed "ecco, mammina" ha detto, mentre l'uomo dalla mascella squadrata li raggiungeva spingendo il passeggino.
"Mikoto" ha detto l'uomo in jeans inginocchiandosi accanto al bambino paffuto ed imbronciato seduto nel passeggino "tuo figlio è di cattivo umore". La donna si volta verso il marito e lo squadra con un'espressione ironica.
"Quando è di buon umore è tuo figlio?" chiede. L'uomo scuote la testa e slaccia la cintura di sicurezza al bambino che lo guarda con occhi indagatori e francamente un po' inquietanti. Il fratello maggiore ridacchia, si guarda le mani cicciottelle come fosse strano trovarle proprio lì, alla fine delle braccia. "Ma che fine hanno fatto il Reverendo e Kushina?" chiede la donna mettendo in piedi il piccolo Itachi. Quello sorride e comincia a camminare piano prima sul telo, poi sul prato. Poi corricchia barcollando e se ne va.
Entrambi i genitori lo guardano allontanarsi e scuotono la testa. "Ho lasciato un messaggio in Bacheca a Minato, ma non so che fine abbia fatto".
La donna chiamata Mikoto si solleva sulle gambe. Ha addosso una gonna lunga blu notte che le assottiglia i fianchi ed una camicetta aderente ma non volgare. Sorride come fosse la cosa più bella del mondo. Suo marito ha un sorriso più duro, ma è evidente che è felice quanto lei.
Prende in braccio il bambino più piccolo e lo solleva in aria. Lo agita un po' tenendolo stretto con le mani. "Fugaku" chiede "non credi che questo bambino sia troppo serio?".
"Ma no" risponde l'uomo allontanandosi per andare a recuperare il loro primogenito. E dice qualcos'altro, anche, ma Mikoto non lo sente. A passi svelti e quasi energici si sta avvicinando loro un'altra famiglia. La donna coi capelli rossi e gli occhi grandi e belli li sta salutando con la mano ed anche il bambino grasso e semi-nudo abbracciato stretto ad un enorme peluches a forma di volpe fa ciao con la mano.
"Buon giorno!" saluta cordialmente l'uomo coi capelli biondi e gli occhiali scuri. Sua moglie in un batter d'occhio ha già abbracciato Mikoto e le ha preso il suo secondogenito dalle braccia.
"Piccolo Sasuke!" sta urlando. Il bambino biondo e grasso guarda la scena dalla carrozzella come profondamente divertito. Ha appena messo i due incisivi superiori e così il suo sorriso sembra un Picasso, ma il peluches arancio che abbraccia teneramente lo copre quasi completamente dalla visuale di chiunque e, anche quando suo padre cerca di attirare la sua attenzione con linguacce e grattini, il bambino non fa che ridere e sbavare in un'espressione di gioia quasi bovina.
"Reverendo!" dice l'uomo con la mascella quadrata col suo sorriso un po' cattivo.
"Uchiha Fugaku" lo saluta il signore biondo tendendogli la mano. Il gesto prima cortese si trasforma in un abbraccio quasi fraterno quasi immediatamente. "Brutto figlio di puttana-".
"Minato!" lo rimprovera la donna dai capelli rossi e lunghissimi mettendo il bambino coi capelli neri ed il faccino imbronciato accanto a suo figlio "non dire parolacce davanti ai bambini!".
Lei e l'altra donna, Mikoto, ridono in modo complice, dandosi pacchette simpatiche sulle spalle. È una domenica mattina chiara, soleggiata. Le famiglie sul prato intorno a loro sono tante, ma abbastanza distanti da non invadere la loro privacy. Il bambino più grande della prima famiglia, gli Uchiha, torna dalla sua corsetta in giro per il prato e si va a sedere dove stava prima, sul cestino del pranzo. Il minore, invece, se ne sta in piedi a stento aggrappato alla carrozzina del neonato biondo con addosso solo il pannolino e lo guarda seriamente risentito. Quando il bambino biondo gli mette in faccia la sua manina grassa e piena di saliva, gli offre addirittura un faccino disgustato.
Poi però il bambino biondo sorride, ridacchia in quel modo nasale tipico dei neonati gioiosi ed allora anche il bambino coi capelli neri e spettinati accenna un sorriso.
Alla sua mamma, assistendo alla scena, per poco non viene un colpo. "Kushina" snocciola "hai visto anche tu quello che ho visto io?".
"Cosa?" chiede la donna coi capelli rossi e lunghissimi sedendosi sul telo accanto ad Itachi, il primogenito dell'altra coppia. "Il piccolo Naruto che riempiva di saliva Sasuke?".
"No!" sbraita la donna orientale. Poi sbatte le ciglia. "Fugaku!" urla. "Minato, Fugaku! Sasuke-chan sta sorridendo!".
I due uomini si voltano, interrompono la loro conversazione, guardano in direzione del carrozzino del bambino biondo con espressioni sbalordite, colpite, del tutto stravolte. "Impossibile", dice l'uomo biondo.
Il bambino grassoccio e con gli occhi chiarissimi, intanto, ha gettato a terra il suo peluches arancione e sta colpendo il paracolpi del passeggino coi pugnetti stretti. Il piccolo Sasuke lo guarda come rimproverandolo, ma intanto continua a sorridere. I suoi genitori e quelli di Naruto lo guardano come in contemplazione e sono del tutto increduli.
"Mammina" miagola il ragazzino col codino e gli occhiali piccoli e doppi dalla sua posizione sul cestino da pic-nik. "Anche io sorrido: guarda!".
Ma la sua mamma ed il suo papà, però, continuando a guardare il piccolo Sasuke ed il suo primo sorriso. "Bravo, Naruto!" sorride la donna chiamata Kushina battendo le mani felice. "Hai fatto sorridere Sasuke! Bravo!".
È una domenica mattina soleggiata e la famiglia del piccolo Sasuke e quella del piccolo Naruto pranzeranno sull'erba, giocheranno a palla tutti insieme, faranno gattonare i bambini sul prato ed insegneranno al piccolo Itachi ad andare in bicicletta, ma quel giorno sarà ricordato per sempre da tutti come quello in cui Sasuke ha sorriso per la prima volta. Grazie a Naruto.



2. Di mani, di pomeriggio, d'estate
E anche se il vento ci soffia contro, abbiamo sempre mangiato pane e tempesta, e passeremo anche questa.
(S. Benni).

"Choji scarta Suigetsu" dice la bambina coi capelli rosa dentro la scatola delle caramelle vuota. Sta con le ginocchia sbucciate contro il marmo freddo della fontana. Accanto a lei la bambina bionda e con un timido accenno di seni urla nomi, incita i giocatori ed agita dei quotidiani spiegazzati come fossero pon-pon. "Passa a Kiba. Kiba sorpassa Lee e Tenten".
"Palla!" urla Neji con i certotti sulla fronte.
"Naruto prende possesso palla, scarta Suigetsu che è tornato all'attacco" continua Sakura molleggiando sulle ginocchia. Segue i movimenti della palla con gli occhi chiarissimi e ha le gote arrossate e sudate.
"Qui, idiota!" dice una voce a pochi metri dalla porta.
Naruto strizza un occhio, guarda prima Sakura che continua a fare la cronaca alla partita e poi Jugo dentro la rete immaginaria della porta improvvisata della squadra avversaria. Arriccia in naso, lancia uno sguardo d'intesa a Sasuke che risponde con un breve cenno della testa e calcia la palla.
"Naruto passa la palla a Sasuke" quasi geme la ragazza chiamata Sakura agitando la chioma rosa pallido. Le brillano gli occhi. È solo una partita tra bambini a Central Park, ma ha assunto le dimensioni di una finale di campionato per loro.
"Sasuke, sei bellissimo!" urlano in coro la ragazzina bionda ed una rossa un po' cicciottella al suo fianco.
"Karin, dannazione", si lamenta il bambino coi capelli più biondi dal centro del campo. È stato scartato circa un centinaio di volte solo durante quella partita. "Dovresti tifare per la nostra squadra!".
"Io tifo per chi mi pare, Suigetsu!", sbraita la ragazzina coi capelli rossi stringendo i pugni ancora ricoperti di ciccia infantile. E proprio in quell'istante Sasuke agita la chioma nera e lucidissima, fa scattare i muscoli magri delle gambe e calcia la palla.
La manda a segno: proprio al centro delle due bottiglie di plastica piene d'acqua che segnano i limiti della porta. Il portiere coi capelli quasi arancioni della squadra avversaria regala loro un'espressione di odio puro, ma poi vede uno scoiattolo e si calma. Il bambino coi capelli crespi stretti da un codino al centro del campo fischia il goal. "Il Real Konoha è in vantaggio!" urla Sakura dentro la plastica dell'astuccio vuoto.
È estate, ma a Central Park il tramonto non è caldissimo. Il sole ancora alto, però di un bellissimo arancione, colora il cielo sostenuto dalle ali dell'angelo sulla fontana e quei colori caldissimi si specchiano nel marmo, nell'acqua, nelle gocce di rugiada sull'erba ed in quelle di sudore sulle fronti dei ragazzini che continuano a giocare col pallone, a tentare di non colpire i passanti, a ridere ed a divertirsi come matti.
Quando "Shikamaru, Ino, Choji!" chiama il signor Nara in giacca e cravatta, l'arbitro consegna il fischietto nelle mani della bambina coi capelli rosa e si allontana verso suo padre con la bambina bionda ed un altro bambino grassoccio. "Eccovi qui" dice l'uomo distinto e serio. "Vi siete divertiti?".
"Allora ci vediamo domani" dice con una certa tristezza nel tono di voce il portiere troppo alto per la sua età stringendo la mano sporca di terriccio di Sasuke in modo abbastanza affettato.
"Alle 5 alla fontana!" aggiunge il bambino biondissimo. "Ciao, Uchiha Sasuke!" vibra corricchiando sul posto. "E ciao anche a te, biondino di cui non ricordo il nome!".
"È Uzumaki Naruto!" ringhia Naruto tra i denti grattandosi la testa e beccandosi una gomitata affettuosa da Sasuke.
"Allora vado anche io" dice il ragazzo col sangue su entrambe le guance. "Stasera tocca a me portare il cane a spasso. Voi? Che fate?" chiede.
Naruto si siede sul bordo della fontana, prende una delle bottiglie che formavano la porta e beve a canna. A Sasuke l'acqua sembra calda, ma gli piace guardare Naruto bere. Ha sempre le labbra lucide e rosse dopo. "Viene Kakashi" dice in modo assolutamente inespressivo. Vorrebbe continuare a giocare. Stavano vincendo.
"Quando viene Kakashi" aggiunge Naruto asciugandosi le labbra col dorso della mano e col braccio.
"Vorrei anch'io un baby-sitter così fico" annuncia Kiba scuotendo la testa. Naruto e Sasuke sollevano le spalle come rassegnati e salutano con la mano. Quando rimangono soli, si siedono sul bordo del laghetto ed aspettano.
Naruto si toglie le scarpe quasi immediatamente. Affonda i piedi nel lago sporco di città e spazzatura quasi con soddisfazione, si dondola con le piante a sfiorare il pelo dell'acqua come un pendolo. Sasuke all'inizio lo guarda con disgusto, ma poi il caldo ha la meglio. Si sfila Nike e calzini insieme e fa una smorfia, prima di immergere i piedi nel lago fino alla caviglia.
"Che hai da essere tanto triste, Sasuke?" chiede Naruto socchiudendo gli occhi in un sorriso. Al di là dei palazzi, su Manhattan il sole sta tramontando. Tra poco sarà il compleanno di Naruto e ha già chiesto ai suoi genitori una festa come quella di Sasuke: in giardino con tutti i bambini della loro classe a mangiare torta e guardare giochi di prestigio. È un bambino felice. Ha otto anni e niente nella testa. Non riesce proprio a capire perché Sasuke non sorrida mai, perché si arrabbi sempre, perché voglia sempre picchiare tutti e perché non si decida a fidanzarsi con Sakura che gli ha detto anche che lo ama.
A volte Naruto vorrebbe spaccargli la faccia per vedere che espressione avrebbe. Altre volte vorrebbe abbracciarlo, ma è una cosa che fanno le femmine.
"Tu che hai da sorridere così tanto, idiota?" risponde Sasuke con un ghigno. Al di là dei palazzi, su Manhattan sta scendendo la sera. Non vede l'ora che ricominci la scuola Sasuke: deve essere il più bravo di tutti, se vuole che i suoi genitori gli vogliano bene. Se vuole superare il suo fratello maggiore. È un bambino sereno. Ha otto anni e ha in testa solo la competizione con suo fratello ed uno strano, appassionato affetto verso Naruto. Non riesce proprio a capire come possa sorridere sempre, come riesca a non arrabbiarsi mai, come possa essere amico di tutti ed essere anche innamorato di quella palla al piede di Sakura.
A volte vorrebbe spaccargli la faccia per togliergli quel sorriso fastidioso. Altre volte vorrebbe abbracciarlo, ma è una cosa che fanno i froci.
"Mi piace sorridere" risponde Naruto guardando i propri piedi nell'acqua. "Papà dice sempre che un sorriso-" sta per dire, ma Sasuke lo interrompe con una risata.
"Tu padre è un prete, Naruto" gli ricorda Sasuke scuotendo la testa e tirando fuori i piedi dall'acqua.
"E tuo padre è un poliziotto" controbatte Naruto porgendogli un fazzoletto di carta col quale asciugarsi. "Che c'entra?" chiede.
Ma Sasuke sospira e non risponde. Naruto trova sempre suggestivi i suoi silenzi.
Ed anche Naruto tace. Sasuke resta sempre un po' sbalordito dal modo in cui Naruto rispetti i suoi silenzi.
"Ma quando arriva quel Kakashi?" chiede ad un certo punto, mentre Naruto si allaccia le scarpe, un barbone prende posto sul bordo della fontana ormai ferma ed i lampioni si accendono. "Se potessi" aggiunge, "lo picchierei".
"Che c'è?" lo deride Naruto gonfiando le guance rosa. "Hai paura?". Poi Naruto guarda Sasuke col sorriso più derisorio che immagina di saper fare e, semplicemente, gli prende la mano e lo attira a sé. "Tranquillo" gli dice cercando di essere rassicurante. "Ci sono qua io".
Sasuke solleva le sopracciglia e spalanca gli occhi. "Non ho paura, testone" lo rimprovera. Ma gli si avvicina. Non lascia la mano che lo sta stringendo.
"Ok!" esclama Naruto continuando a stringere la mano di Sasuke. "Visto che dobbiamo aspettare, giochiamo!".
"E a cosa vorresti giocare? Sentiamo" chiede. "Neji e Tenten hanno restituito la palla a Lee e non abbiamo né carte da gioco né altro".
"Facciamo che io sono un ninja buono e tu un ninja cattivo ed io dovrei ucciderti, ma ti parlo e ti faccio diventare buono" prova Naruto.
"Che palle" lo ammonisce Sasuke scuotendo la testa.
"Allora facciamo che io sono un principe e tu il più potente delle guardie che devono proteggermi" riprova con l'entusiasmo già un po' affievolito.
"Scordatelo" lo sgrida Sasuke continuando a muovere la testa a destra e a sinistra.
Naruto ci pensa su, inclinando la testa di lato e socchiudendo gli occhi. "Basta" dice alla fine con un misto di risentimento e tacito divertimento. "Non ho più idee".
"Dopo facciamo che io abito al villaggio della foglia e tu a quello del suono e facciamo che io posso controllare il vento e tu il fuoco le tue idee sono peggiorate" lo deride il suo amico dai capelli neri e lisci sfiorando la sua faccia con le dita. Naruto appoggia la propria mano su quella di Sasuke sulla sua guancia e sorride.
"Tu volevi anche il fulmine" dice continuando a stringergli la mano. "Sei prepotente" aggiunge. Poi gonfia le guance. Passano qualche minuto a ridacchiare. Sasuke dà pugni leggeri a Naruto e Naruto risponde con morsetti affettuosi attraverso il cotone blu della t-shirt. Ridono, si spingono, Sasuke spruzza dell'acqua in faccia a Naruto e Naruto strappa dei ciuffi d'erba con le mani e glieli fa cadere in testa come coriandoli. Poi, quando arriva Kakashi, gli corrono incontro. "Kakashi" lo rimprovera Naruto "sei un cretino".
"Modera i termini, Naruto" lo rimprovera il loro baby-sitter scompigliando i capelli ad entrambi. Sasuke se li sistema subito, ne segue le punte gelatinose con le dita piccole e bianche. "O tuo padre se la prenderà con me".
"Ma tu sei davvero un cretino, Kakashi" gli dà man forte Sasuke. "Arriverai in ritardo anche al tuo funerale".
Kakashi è un ragazzo simpatico. Lavora in parrocchia con Minato, il padre di Naruto, ed è il migliore amico di un cugino di Sasuke. Studia teologia e bada a Naruto ed a Sasuke per arrotondare. La prospettiva di diventare reverendo non lo ha mai allettato, in realtà. Vuole fare l'insegnante. Badare a Sasuke e con Naruto lo diverte a tal punto che più che gli sembra di giocare con loro, più che di lavorare.
"Va bene" dice prendendo la mano dell'uno e dell'altro. "Andiamo a casa!".
"Domani" gli ricorda Naruto "abbiamo appuntamento con gli altri alle 5!".
"E vinceremo" aggiunge Sasuke. E lasciano Central Park a piedi, mentre si fa sera su New York, l'estate sta per finire e Kakashi li riaccompagna dai loro genitori occupandosi di loro con affetto, con tenerezza: come fossero figli suoi.



3. Di baci, di notte, d'autunno
All the crazy shit I did tonight
Those will be the best memories
I just wanna let it go for the night
That would be the best therapy for me

Central Park di notte è come una perversione: c'è chi lo adora e chi ne è terrorizzato.
"Kiba" sussurra la ragazza con la scollatura più profonda respingendo un po' il ragazzo che le sta tastando il sedere a contatto con le foglie secche sull'erba umida. "Se mio cugino fosse qui, mi ucciderebbe". Il ragazzo chiamato Kiba le infila la lingua in bocca con ben poco garbo. Lei risponde al bacio con entusiasmo, ma arrossendo vistosamente. Quando il tipo spettinato e muscoloso che la sta stringendo forte, con possesso, le sussurra di rilassarsi all'orecchio, però, lei non può fare altrimenti che assecondarlo.
Sotto la luce del lampione, intanto, seduti su una panchina di pietra l'uno di fronte all'altro, Sasuke e Naruto stanno sorridendo in modo ironico, divertito: sono su di giri. Central Park di notte fa questo effetto a qualcuno. Sasuke passa una canna di dimensioni abbastanza ingenti a Naruto e prende un mazzo di carte dalla tasca della propria giacca di pelle. "Texas Hold'em?" chiede mischiando le carte da gioco rosse e nere.
"Ma sì" acconsente Naruto grattandosi la nuca ed aspirando fumo dal filtrino di carta dello spinello. "Sembro anche" dice, mostrando la camicia a quadri che ha addosso come se Sasuke non l'avesse ancora notata, "un cow-boy texano".
Sasuke solleva le sopracciglia. Ridacchia. Le due persone più vicine a loro si voltano a guardarli. "Che state facendo voi due?" chiede Shikamaru un po' perplesso. La sua ragazza bionda e formosa gli sta baciando in modo sensuale e lascivo gli angoli della bocca.
"Poker" risponde Sasuke. Naruto gli passa la canna. "Ti unisci a noi?".
Shikamaru guarda per un attimo la sua ragazza, tentato. Casualmente un bottone della camicetta arancio le si sbottona proprio sul seno. "No, grazie" declina. "Ma a Texas Hold'em non si può giocare in due, ragazzi" li informa, continuando ad ignorare in modo palese la sua fidanzata.
"Grazie, genio" lo liquida Naruto muovendo una mano come per scacciarlo, aspirando fumo e spaccando il mazzo di carte in due. Sasuke afferra entrambe le parti e le mischia a ventaglio come i giocatori incalliti e le vecchie pensionate. Naruto lo guarda con un misto di ammirazione ed invidia. "Cos'avranno di tanto interessante questi baci io proprio non lo so" ammette, stendendo il collo sul bordo dello schienale della panchina. Sasuke guarda il suo pomo d'Adamo ed avverte come un brivido. Scuote la testa e continua a mischiare il mazzo di carte.
"Non hai mai baciato, testone?" gli chiede abbassando lo sguardo sulle carte, ma ostentando un sorriso ironico ed un po' sfacciato.
"Certo che ho baciato, bastardo" si vanta Naruto alzandosi il colletto della camicia. "Sakura alle elementari" elenca. "E te per quel dannato gioco della bottiglia" sibila un po' esasperato. Poi alza la voce di proposito, proprio per farsi sentire. "Grazie a quel maniaco di Kiba" aggiunge.
Sasuke scuote la testa, mentre Kiba lancia loro uno sguardo abbastanza truce ma divertito e torna a baciare la sua ragazza. "Siete stati lo zimbello della scuola per una settimana" li informa Sakura tra le braccia del suo fidanzato.
Naruto socchiude gli occhi. "Tu?" chiede fissando come per un qualche incantesimo gli occhi neri di Sasuke. "Quante ne hai baciate? Mille?".
Sasuke distoglie a malincuore lo sguardo dagli occhi di Naruto. Fa scivolare cinque carte sulla pietra della panchina ed aspira uno sbuffo di fumo lasciando che esca dalle sue narici bianche. "Nessuna" ammette dopo un po'. Si gusta l'espressione sbalordita di Naruto. Per qualche motivo che non prova neanche a spiegarsi, adora sorprenderlo: vedere la sua bocca contrarsi a formare una piccola o perfetta, scorgere un luccichio quasi virginale nei suoi occhi celesti uguali a quelli di suo padre, notare un lieve rossore sulle sue guance ancora piene come quelle di un adolscente. "Ho baciato solo te quella volta". Apre a ventaglio le sue cinque carte e aggancia di nuovo lo sguardo di Naruto. "Riprenditi dallo shock e punta, idiota" lo ammonisce.
Naruto sta guardando le coppiette intorno a loro. Kiba ed Hinata allacciati come serpenti, Shikamaru e Temari a baciarsi con le lingue fuori dalle bocche e persino Sakura e Lee, pur essendo la cosa più disgustosa che Manhattan abbia mai visto - e Manhattan ne ha viste di cose disgustose, avvinghiati a scambiarsi effusioni: solo lui e Sasuke, chissà perché, se ne stanno lì come bravi nonnetti al circolo a fumare erbaccia procurata da Suigetsu e giocare a carte. Si sente abbastanza sfigato per qualche istante. "Stavo pensando" dice, "che siamo le uniche due persone in tutta Central Park a non stare con nessuno".
Sasuke tiene la canna tra indice e medio e con le stesse dita sta facendo dondolare l'angolo di una carta da gioco. Fa schioccare le labbra in un atteggiamento che Naruto riconosce essere di sua madre. Ci stava pensando anche Sasuke, in realtà. Di notte a Central Park ci sono solo tre categorie di esseri umani: le coppiette, i drogati e le coppiette drogate. Cosa sono lui e Naruto? Due drogati? E cos'è tutto quel parlare di baci? E cos'è la sensazione che Sasuke prova dentro la gabbia toracia, la stessa che gli fa battere forte il cuore e che gli fa tremare le mani che stringono le carte da gioco?
"Avanti, Naruto" lo incita Sasuke, ignorando la strana espressione sul suo volto, "punta".
"Ok" dice Naruto. Sorride in modo beffardo. "Se vinco io, ti bacio" propone.
"Cosa?" chiede Sasuke fingendosi sorpreso, disgustato. In realtà ci stava pensando da tutta la sera.
"Se vinci tu, invece, mi baci" conclude Naruto annuendo. Naruto non sa quand'è precisamente che ha cominciato ad avere fantasie su loro due. Forse è stato un anno prima, ai quindici anni di Ino, quando Kiba li ha costretti per gioco a scambiarsi un bacio. Forse era stato molto prima. Se gli chiedessero adesso quando ha capito di desiderare di baciare ancora il suo migliore amico, Naruto non saprebbe rispondere. Sa solo che lo guarda negli occhi adesso, vede l'espressione divertita che ha assunto il suo volto pallido e spigoloso e sa solo che vuole annusarlo, assaggiarlo, possederlo.
"Ma non vuol dire niente, testone", lo informa Sasuke con una vena di ironia, "vinci tu o vinco io, ci baceremo in ogni caso". Ed è sempre stato così, Sasuke lo sa. Qualunque sarebbero stati i ruoli, le circostanze, il momento storico o l'ambientazione: è così che sarebbe finita. È una certezza la sua.
"A me sta bene" sente dire a Naruto. Ed avverte come una stretta bruciante e piacevole alla bocca dello stomaco. Si preoccupa di offrirgli il sorriso più sensuale che riesca ad immaginare.
"Ma allora perché perdere tempo?" chiede spavaldo. Gli prende la nuca in una mano sollevandosi sulle ginocchia. Avvicina pericolosamente le loro bocche.
Naruto ricorda la bocca di Sasuke: lo stampo asciutto e morbido delle sue labbra tese, la bellissima pressione del suo mento contro il proprio; riesce a riportare alla mente senza sforzo la sensualità del momento in cui ha aperto la bocca quella volta a casa di Ino per sentire la saliva di Sasuke, poi la sua lingua, poi suoi denti; non dimenticherà mai che il bacio sarebbe dovuto durare quindici secondi; che avevano continuato a baciarsi per quasi tre minuti sotto gli occhi sbalorditi del loro intero gruppo di amici.
Quello che succede 'sta volta, però, è completamente diverso: la lingua di Sasuke invade la sua bocca subito ed il bacio che si scambiano è immediatamente esplicito, bagnato, profondo. Naruto socchiude gli occhi, dopo averli spalancati per la sorpresa e l'aspettativa, si lascia andare. Sasuke tira i capelli sulla sua nuca e trema a contatto con la lingua di Naruto, con la sua bocca aperta, quando Naruto gli stringe le braccia al collo come abbracciandolo. Quando le loro lingue cominciano a muoversi più lentamente, accarezzandosi, abbandonando la foga iniziale, Naruto sorride. Sasuke lo sente ridacchiare e si stacca dalle sue labbra. Si accorge immediatamente di sentire la mancanza di quella bocca e questa constatazione gli mette i brividi.
"Cazzo" impreca Naruto. Sasuke lo guarda negli occhi. Poi guarda in basso.
"Scusa" dice. Il rigonfiamento evidente tra le sue gambe sembra salutarli. Naruto ride, ma nei suoi occhi brilla un languore etereo, sensuale, bellissimo. Sasuke ha le gambe molli. Può giurare di non essersi mai sentito così prima d'ora.
"Ma no" tenta Naruto. "Cioé" riprova. "Anche io" conclude. "Baci davvero bene" si complimenta, "per essere un principiante".
Sasuke non toglie la mano dall'attaccatura dei suoi capelli. Gli passa per un attimo per la testa che gli piacerebbe poggiare la bocca sul collo di Naruto ed allora lo fa. Quelli che Naruto avverte non sono brividi di freddo, nonostante sia autunno inoltrato, nonostante sia notte, nonostante siano a Central Park.
"Ha parlato l'esperto" lo deride.
Naruto annaspa. Vorrebbe dire tante cose, ma non gli viene in mente niente. "Ti va se ci baciamo ancora?" chiede con un filo di voce. Lo sa che sta arrossendo. Inutile tentare di nasconderlo. Sasuke scuote la testa.
"Mi va" risponde. E sta per baciarlo di nuovo, anche, quando entrambi si accorgono di sguardi indiscreti su di loro. Naruto inghiotte. Sasuke vede il suo pomo d'Adamo alzarsi ed abbassarsi ed avverte come una fitta di desiderio sconvolgergli i lombi.
"Ma che cazzo state combinando?" chiede Kiba.
"Non ci posso credere!" urla Hinata in un accesso di felicità da fangirl. "Yaoi power!".
"Lo sapevo" aggiunge Shikamaru scuotendo la testa. "Sono froci. Che palle" protesta.
"Mio fratello lo dice da anni" constata Temari scuotendo la chioma bionda e restando a cavalcioni sulle gambe del suo ragazzo. "Ed io che non volevo credergli".
"Ma che state combinando, ragazzi?" chiede Lee. Sakura gli copre gli occhi.
"Niente, amore" lo rassicura. "È tutto a posto". Sasuke e Naruto, però, si stanno ancora guardando. Naruto ha il sapore di Sasuke in bocca. Aspira dalla canna quasi spenta. Quando accenna a baciarlo ancora, Sasuke divora la sua bocca come famelico.
È notte a Central Park. C'è chi adora trascorrere tutte le ore notturne fino al mattino tra quelle panchine, le foglie secche cadute agli alberi e il caos costante di Manhattan; c'è chi teme New York. Una cosa è certa: nessuno è indifferente a quei luoghi. Non è possibile esserlo. Mentre la notte avanza, Sasuke e Naruto restano lì dove sono a baciarsi. Non giocheranno a poker: hanno la loro vittoria sulle labbra dell'altro.



4. Di Sasuke e Naruto, di Naruto e Sasuke, dell'alba, d'inverno
I baci non sono anticipo d'altre tenerezze, sono il punto più alto.
(Il contrario di uno, E. De Luca).
La neve su New York è gelida e bellissima. Ha smesso di cadere, ma è sull'asfalto e sulle cose.
Le quattro scarpe lucide dentro la neve a Central Park lasciano impronte che a due a due si intracciano tra loro. Risate rimbombano ovunque mentre il sole sorge su Manhattan. Il profilo austero di New York, però, non fa che da cornice a delle risate dolcissime.
Con un barbone su una panchina, con l'alba a scaldare il gelo, l'uomo castano in smoking accarezza sorridendo il viso dell'uomo biondo.
"Mi piace Central Park" dice. Indossano abiti eleganti, scarpe di vernice, cravatte, camice inamidate e cappotti costosi. Nel gelo di New York e la sua gente distratta, sono i più distinti. Quando il ragazzo biondo stringe la mano di quello castano e cominciano a camminare più stretti coi piedi nella neve, le loro risate sarebbero distintamente all'orecchio di chiunque quelle di due innamorati.
"Anche a me" dice l'uomo castano. Le loro dita intrecciate nel freddo del mattino si sfiorano come in una bellissima danza tribale.
Quando si baciano, però, Central Park sparisce e con esso Manhattan e persino New York.
Manhattan durante i giorni feriali è una delle mete più ambite dalle coppiette, ma a Sasuke ed a Naruto non importa. Mentre si accarezzano, camminano mano nella mano e si scambiano baci bellissimi, non c'è altro che abbia importanza al mondo.
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: JohnnyMignotta