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Autore: AdharaSlyth    18/06/2011    1 recensioni
Aaveva sempre pensato che il giorno in cui aveva ricevuto la licenza di tramviere sarebbe stato il più bello della sua vita, ma si era sbagliato.
Quel giorno era arrivato solo sei mesi dopo ,in una fredda mattina di ottobre , il giorno in cui era salita sul tram la creatura più incantevole che avesse mai visto.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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INCONTRI

 

 

 

 

 

 

Già da piccolo il suo più grande sogno era quello di guidare i treni , di viaggiare , vedere luoghi lontani , ma poi , quando il suo amico se ne era andato , aveva deciso che non aveva senso abbandonarla ed era rimasto in città.
Appena compiuti i diciotto anni aveva lasciato la scuola ed era entrato nell’ ATK , per diventare tramviere ed avvicinarsi il più possibile ai suoi sogni infantili.
Appena un anno e mezzo dopo era il più giovane guidatore di tutta Konoha .
Aveva sempre pensato che il giorno in cui aveva ricevuto la licenza sarebbe stato il più bello di tutta la sua vita. Ma si era sbagliato.
Quel giorno era arrivato esattamente sei mesi dopo , in una fredda giornata di ottobre , quando era salita sul suo mezzo la creatura più incantevole che avesse mai visto.

I capelli lunghissimi e dai riflessi blu oltremare facevamo forte contrasto con la pelle d’avorio e con un paio di occhi di un bianco agghiacciante. Le labbra , le più morbide e sensuali sulle quali avesse mai messo gli occhi , si stagliavano rosee in quel candore . I jeans scuri risaltavano le lunghe gambe e il maglione celeste evidenziava il ventre piatto e il seno florido mentre il collo era celato da una pesante sciarpa bianca.
Rimase incantato ad osservare tanta bellezza , quasi senza accorgersi che la  ragazza era già passata , lasciando impresso nella sua mente l’ odore del suo profumo . Viole e Cannella.
Lei , silenziosa e leggera , si era posizionata dietro la cabina del conducente e restava in piedi , osservando la strada fuori dal finestrino.

E da quel giorno , ogni pomeriggio , per i seguenti tre mesi , lei era salita sul tram delle 13.17 , il suo , e si era sistemata dietro di lui , schiena contro schiena con solo una sottile parete di ferro a dividerli, tenendo stretti al petto i libri dell’ università e tamburellandovi sopra con le dita il ritmo delle canzoni che ascoltava con l’ipod senza che lui trovasse mai il coraggio di rivolgerle la parola.
Scendeva sempre al capolinea  che si trovava ,per fortuna sfacciata , proprio di fronte alla grande villa oltre il cui cancello lei spariva ogni giorno.

Accadde per sbaglio che , in uno di quei giorni , un incidente bloccasse l’intera città nel traffico, e mentre lui pazientemente aspettava , gli giunse all’ orecchio una 
voce << S-scusa , da qui , c-come ci arrivo in via Fukushima ? >> Senza ombra di dubbio quella voce le apparteneva , dolce , timida e riservata , come probabilmente il suo carattere . << Puoi prendere quell’ autobus laggiù >> le sorrise indicandole un punto. Fece per parlarle ancora ma lei era già scomparsa tra la folla sul marciapiede.
Rimase fermo quasi due ore , ripensando a quelle parole sussurrate , appena udibili che però rimbombavano nella sua testa come urlate.
Arrivato al capolinea decise di fermarsi , dato che non c’erano più passeggeri sul mezzo e si mise a fissare la casa.

La vide uscire piangendo dal cancello in ferro battuto e andare a sedersi sulla panchina proprio di fronte a lui massaggiandosi un polso.
Scese dal tram e le si avvicinò cautamente << Cosa ti è successo ? >> lei sollevò gli occhi colmi di lacrime incrociandoli con i suoi color del cielo e senza alcuno motivo si gettò tra le sue braccia e continuò a piangere.
<< Puoi stare tranquilla , raccontami cosa è successo >> la incoraggiò ancora accarezzandole i capelli per calmarla.
<< Mi ha picchiato , pensa che io mi veda di nascosto con un ragazzo e che sia per questo che oggi ho ritardato >> I segni rossi sulla candida pelle non mentivano e lui , non avendo idea di come gestire la situazione con le parole rimase saggiamente in silenzio aspettando che lei finisse di sfogarsi.
Le porse un fazzoletto e le sorrise mentre lei lo guardava negli occhi << Io sono Naruto , come ti chiami ? >>
<< Hinata >> sussurrò lei abbassando lo sguardo
<< Ti và di fare un giro sul tram ? >> si alzò porgendole la mano che venne subito afferrata e l’accompagnò sul mezzo continuando a sorridere .

 

 

“Che bel nome“ pensò “Hinata“

   
 
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