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Autore: 1rebeccam    19/06/2011    15 recensioni
Uccidila.
Liberati di lei come una grande eroina.
ed io l'ho fatto...
Vincitrice 7° turno CSA: 3° posto categoria Sad
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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…Ecco. L’ho fatto. 
In meno di dieci minuti ho finito il capitolo.
E avevo ragione…
Ora sono un uomo distrutto!

 




A Kate...
*
L'inizio della Fine...
*
2° Capitolo
 






Otto giorni prima…  
 

-Resta in macchina.-
- Ok. -
Scende dall’auto, chiude lo sportello e si appoggia al finestrino.
-Resta in macchina.-
- Ok, si… resto in macchina. -
Si avvia, ma torna subito indietro e sempre dal finestrino ribadisce  -Resta in macchina.-
-Ho capito, non sono mica stupido!-
-Non saprei. Da quando ti conosco pare che il significato di alcune parole ti sia sconosciuto, sembri duro di comprendonio!-
- Spiritosa!!!-
-Non sono spiritosa, sono serissima… resta…-
- …in macchina. Si mammina!-
Sorride e si avvia verso il magazzino.
I suoi uomini sono già pronti per l’irruzione.
-Al mio tre!-
Pistola in pugno.
-Uno… due… guarda verso l’auto, i loro occhi si incontrano e i suoi stanno ancora ribadendo, resta in macchina, lui annuisce… tre!-
Esposito butta giù la porta e dopo un attimo sono tutti dentro inghiottiti dal buio.
Nei 6 minuti successivi il silenzio è totale, comincia a piovere e l’unico rumore è quello della pioggia sull’asfalto.
Lui nizia ad avere l’ansia. Si muove di continuo sul sedile e non riesce a capire come ci possa essere tanto silenzio. La paura comincia ad attanagliarlo.
Da un po’ pensa che se dovesse succederle qualcosa lui morirebbe, certo non nel senso letterale del termine, ma dentro, in fondo al cuore non vivrebbe più! 
Scende e incurante della pioggia guarda verso le finestre del magazzino.
Ancora silenzio.
Resta in macchina…
Guarda verso la porta.
Resta in macchina…
E decide di entrare.
All’interno  viene avvolto dal buio e immediatamente il silenzio è rotto dagli spari.
I proiettili gli passano vicino fischiando, sente urlare, ma non distingue le voci.
Si butta a terra e comincia a strisciare con le mani sopra testa, non riesce a vedere niente.
No  sa dire quanto tempo è passato, ma finalmente gli spari cessano e il luogo ripiomba nel silenzio.
Si alza e nel buio cerca di capire dove sono i suoi amici.
Dov’è lei.
Si ritrova davanti ad un cortile. Va fuori, la pioggia continua a cadere incessante e sembra che non ci sia nessuno.
Sta per rientrare quando sente qualcosa di freddo attaccarsi alla nuca.
Il cuore si blocca, il click sordo e metallico della pistola che viene caricata gli rimbomba dentro l’orecchio.
Chiude gli occhi… lo sparo!
Sussulta.
Dopo un attimo si rende conto di avere ripreso a respirare. Si tocca la nuca… è vivo!
Ai suoi piedi uno dei sospetti lo sta fissando con gli occhi sbarrati e senza vita.
Dietro di lui Beckett con la pistola ancora puntata.
-Stai bene?- gli chiede con voce stranamente monotona.
-Si… sto… bene!-
Risponde lui poco convinto mentre si massaggia ancora dietro l’orecchio.
-Gli altri li abbiamo presi. Rientriamo.-
In auto lei non dice una parola, meglio così perché è ancora spaventato a morte per quello che stava per succedere e gli serve un po’ di tempo per sopportare la  paternale.
Perché stavolta la sfuriata sarà tremenda… e meritata!
Al distretto però continua il silenzio.
Lei scrive il rapporto senza guardarlo un solo istante. Certo è strano che non dica niente, dovrebbe essere furiosa invece sembra un blocco di marmo.
Lo scrittore decide che è meglio rompere il ghiaccio.
-Grazie Beckett, senza di te ora sarei morto!-
Senza alzare lo sguardo dai fogli su cui scrive risponde con tono secco.
- -Hai ragione Castle, ora saresti morto.-
Ryan ed Esposito li osservano stupiti, anche loro si aspettavano fuoco e fiamme da Beckett e il fatto che si mostri calma... non calma... la parola giusta è indifferenza,  per quello che è successo, li spiazza.
-Beckett, mi dispiace. Ti chiedo scusa. Io volevo…-
-Tu volevi… cosa?-
Con la stessa voce monotona alza finalmente gli occhi su di lui.
-Io ero spaventato per t... mhhh… per voi e… io… io…-
Lei continua a fissarlo. Per la prima volta i suoi occhi sono inespressivi come la sua voce, tanto che Castle non riesce a continuare, si blocca con una marea di cose da dire, ma impossibili da esternare; non con quell’espressione sconosciuta sul viso di Kate.
Lei si alza e si avvicina, sempre con calma.
-Tu, tu… TU Castle non sei l’unico intorno a cui gira l’universo. TU Castle non sei un poliziotto. TU Castle da oggi hai chiuso!-
-Non capisco!-
Sussurra e lei risponde con lo stesso sussurro.
-Prendi tutto quello che c’è di tuo in questa stanza, lascia il passi all’entrata e non farti più vedere. La tua collaborazione al 12° termina qui, ADESSO!-
Lui non riesce a risponderle. Se gli avesse urlato contro, se si fosse arrabbiata avrebbe saputo cosa dire e dopo un paio di minuti ci avrebbero riso sopra, ma il suo sguardo, il gelo che gli butta contro con gli occhi lo lasciano senza fiato.
-Beckett, ascolta…-
--No. Ascolta tu Castle. Io non ti permetterò di farti ammazzare,  non tanto per te visto che non ti importa, ma Alexis non se lo merita. Io non ti permetterò di mettere ancora in pericolo la vita dei miei uomini. Lo so tu vuoi aiutarci, proteggerci. Ma non sei un poliziotto. Non sei addestrato per questo. Un giubbotto antiproiettile con la dicitura scrittore non ti rende poliziotto e soprattutto non ti rende invulnerabile! Non ti cambi in una cabina telefonica e diventi un super eroe immortale. Tu sei pericoloso Castle per te e per gli altri e io ne ho piene le tasche. Ho dovuto uccidere un uomo stasera, d’accordo era un assassino, ma gli avrei messo le manette se solo tu…
f - o - s - s - i      r - i - m - a - s - t - o      i n      m - a - c - c - h - i - n -a!-

Le sillabe scandite lentamente continuano ad essere un gelido sussurro e ancora lui non riesce a proferire parola.
-Se il problema è la fine del tuo ultimo libro, inventerai sicuramente un’idea geniale, e se non dovesse arrivarti te la do io una dritta. Uccidila!-
Lui sgrana gli occhi e apre la bocca ma la voce continua a non uscire, Esposito e Ryan restano di sasso.
-Ammazzala Castle. Falla morire come una grande eroina. Liberati di lei e cambia ispirazione. Vedrai sarà il tuo miglior best seller… Non tornare Castle, non sto scherzando. Se ti vedo vicino al distretto ti faccio arrestare!-
Gli passa accanto e si dirige verso l’ascensore. Quando le porte si chiudono Ryan cerca di dire qualcosa, ma si ferma guardando Castle.
La sua, è la faccia di chi è stato colpito da un migliaio di schegge di ghiaccio e non riesce a respirare.

 
Nei tre giorni seguenti la chiama diverse volte, ma lei rifiuta le telefonate.
Decide di aspettarla un’ultima volta sotto casa, a un paio di metri dal portone.
Il vento gli spruzza in faccia la pioggerellina che cade incessante ormai da giorni.
Appena Kate si accorge di lui entra nel pianerottolo e chiude il portone lasciandolo fuori, senza una parola o un cenno.
Rick rimane lì per un paio di minuti, stretto nel suo cappotto non abbastanza pesante da scaldare il gelo che ha addosso.
Un gelo che non proviene dall’inverno, dalla pioggia o dal vento.
No, quello che ha dentro l’anima è un gelo che arriva dal cuore della donna che ama.
Avrebbe voluto che lo odiasse, l’odio almeno è un sentimento, invece l’indifferenza che gli butta addosso è una pugnalata dritta al cuore. 
Quel portone in faccia lo ha annientato.
Kate ha girato la chiave nel lucchetto e a questo punto non avrebbe aperto mai più. Non a lui.
Per i cinque giorni successivi, silenzio…



Continua...



Angolo di Rebecca:

Il perchè della richiesta di Beckett è stato svelato, ma questo non rende le cose più facili.
Anzi la situazione è ormai definita, soprattutto per lei.
Ed è proprio la sua indifferenza che ferisce Rick.
Non le parole dette, ma il modo in cui sono state dette, senza nessun sentimento.
E' davvero l'inizio dell fine?

Grazie ancora per l'attenzione e l'affetto che rivolgete all'autrice matta di queste storie.
Al prossimo!

  
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