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Autore: ColdBlood     19/06/2011    2 recensioni
- Che ha Zack? Sono giorni che sta sempre zitto, non scherza, non partecipa a nulla.- urlò Jimmy, seduto sul divano di casa di Brian, per farsi sentire dal ragazzo che era in cucina a prendere da bere.
- Non lo so. Non ne parla. Ho provato a fargli qualche domanda, l’altro giorno, ma non faceva altro che rispondere in monosillabi, prima di darsela a gambe. –
- Forse dovremmo metterlo alle strette! –
– Oppure potremmo aspettare che sia a lui a venire da noi, quando vorrà dirci qualcosa in proposito. –
– Avanti, non fare il moralista. Lo so che vuoi sapere che gli succede esattamente quanto me. –
– Hai totalmente ragione. Ma non possiamo costringerlo a dirci qualcosa che non vuole dirci. Quello che faremo e…portarlo a bere stasera. –
– Moralista un cazzo, tu vuoi farlo ubriacare! –
- Beh, sai come si dice amico, in vino veritas! E penso che vada bene anche con la birra e qualche shottino a questo punto! –
- Sei diabolico, amico! –
- Ho imparato dal migliore! –
[ZackXJacoby]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Avenged Sevenfold
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niente di tutto questo è realmente avvenuto, nessuno di loro mi appartiene, è tutto inventato ed è da talmente tanto tempo che non pubblico qualcosa che mi sono dimenticata cosa si dice. Ma ormai l'avrete letto così tante volte che avrete imparato la formuletta a memoria, quindi bla bla bla. In fondo se qualcuno di loro mi appartenesse sarei qui, secondo voi? = )
 

In Venere Veritas

 

 

- Seriamente, dovremmo smetterla di vederci. Altrimenti non ne usciremo più. – disse Jacoby, seduto sul bordo del letto, chinato in avanti con i gomiti sulle ginocchia.  Zack, con solo i boxer addosso, era ancora tra le lenzuola, a testa bassa.
– Si, forse hai ragione. –
- E poi non rischieremmo neanche di incontrarci per caso. Lo facciamo apposta a metterci in questa situazione di merda. Non so neanche il perché. – continuò Coby e Zack alzò lo sguardo, per fissarlo sulla sua schiena nuda e tatuata – Perché ti piaccio Coby, ecco perché vieni a trovarmi. Ed ecco perché finiamo a letto tutte le volte. – rispose.
Coby non rispose subito, ma si voltò verso di lui, con uno sguardo lievemente severo, ed incontrò quello serio e rassegnato del ragazzo.
- Non piagnucolare ora, Zack. – disse, sprezzante, alzandosi di scatto e allacciandosi la cintura dei jeans.
Zack sollevò le sopracciglia – Non so piagnucolando, brutto idiota! Sto solo dicendo la verità che non vuoi ascoltare. – lo aggredì.
- Tu non sai un cazzo Zachary. Sei buono solo per scopare, per il resto non fai altro che piagnucolare di amore, sentimenti e altre cose inesistenti! Syn non ti vedrà mai con gli occhi con cui lo guardi tu, e venire a letto con me ti tiene lontano da questa verità, perché te lo ricordo. Sei tu quello che non vuole ammettere la realtà, qui, non io. Non sei altro che una donnicciola. – il suo tono era serio e sembrava così dannatamente sicuro di quello che diceva. Era crudele.
Zack sentì la rabbia montargli dentro e si alzò di scatto, spintonando Coby che aveva appena indossata la camicia senza maniche, che più di un’ora prima era finita sul pavimento.
- Sei un bastardo, Coby! Non voglio più vederti! Esci fuori da casa mia! – urlò.
Coby fece un passo indietro, per tenersi in equilibrio, e rise.
- Volentieri, drama queen! – prese le sue scarpe e il cellulare che aveva posato sul comodino ed uscì dalla stanza, non prima di aver lanciato a Zack un’occhiata di fuoco che il chitarrista ricambiò con gli interessi.
Si lasciò cadere sul letto solo quando sentì la porta d’ingresso chiudersi con un tonfo.
Rimase a fissare la porta e dopo pochi secondi gli occhi gli si riempirono di lacrime.
Dio, era proprio una donnicciola.
 
°°°
 
- Che ha Zack? Sono giorni che sta sempre zitto, non scherza, non partecipa a nulla.- urlò Jimmy, seduto sul divano di casa di Brian, per farsi sentire dal ragazzo che era in cucina a prendere da bere. Dopo pochi secondi tornò indietro con due birre e ne porse una all’ospite, prima di prendere un sorso dalla propria.
- Non lo so. Non ne parla. Ho provato a fargli qualche domanda, l’altro giorno, ma non faceva altro che rispondere in monosillabi, prima di darsela a gambe. – rispose.
- Forse dovremmo metterlo alle strette! – propose il batterista.
Brian sollevò le sopracciglia – Oppure potremmo aspettare che sia a lui a venire da noi, quando vorrà dirci qualcosa in proposito. –
Jimmy lo guardò scettico – Avanti, non fare il moralista. Lo so che vuoi sapere che gli succede esattamente quanto me. –
Il chitarrista rise – Hai totalmente ragione. Ma non possiamo costringerlo a dirci qualcosa che non vuole dirci. Quello che faremo e…portarlo a bere stasera. –
Non poté fare a meno di scoppiare a ridere – Moralista un cazzo, tu vuoi farlo ubriacare! –
- Beh, sai come si dice amico, in vino veritas! E penso che vada bene anche con la birra e qualche shottino a questo punto! – ribatté.
- Sei diabolico, amico! – e come a congratularsene fece sbattere la propria bottiglia con quella del chitarrista.
- Ho imparato dal migliore! –
 
°°°
 
Convincere Zack ad uscire quella sera non fu affatto facile. Quando andaron o a prenderlo a casa, Brian, Jimmy, Johnny e Matt, lui era già in pigiama. Oppure, data la situazione, sarebbe stato meglio dire, ancora  in pigiama.
-Ragazzi, vi avevo detto che non avevo voglia di uscire. – si lamentò il ragazzo, quando andò ad aprire ai suoi compagni.
- Ma è un’uscita di gruppo, amico. E volente o nolente, anche tu fai parte del gruppo. Quindi sei obbligato da qualche clausola ad uscire! – disse Brian.
- Eh si, Zack. Hai firmato un contratto, ricordi? – gli diede man forte Johnny.
- Avanti su, vestiti! Ti prometto che stasera ti divertirai e ti dimenticherai ogni problema! – fu il turno di Matt, di dire la propria.
Se solo prendersi una sbronza bastasse, penso Zack. Sapeva che la serata avrebbe preso quella piega.
- Abbiamo anche venuti qui con due taxi, quindi affrettati, perché il tassametro gira! – disse allora Jimmy, incalzando le chiacchiere.
E Zack non poté fare a meno di sospirare, girare le spalle ed andarsi a vestire.
La serata fu esattamente come se l’era immaginata. Come erano, tra l’altro, la maggior parte delle serate che iniziavano con dei taxi.
I ragazzi avevano fatto di tutto per farlo divertire, e gliene era segretamente grato, ma era comunque finito ubriaco perso, alle tre di notte, a vagare da un bar all’altro.
Quando era stato il tempo di tornare a casa, Jimmy, Matt e Johnny avevano preso un taxi, mentre lui e Brian, un altro.
Brian era, dopotutto, quello messo meglio, e Zack, quello più ubriaco di tutti.
L’ultima cosa che Zack ricordava vagamente e di quando si era messo a letto, dopo aver vomitato l’anima. Ma non si era neanche accorto che Brian era crollato accanto a lui sul letto.
Poi si era risvegliato sul divano in soggiorno, ignorando tutto quello che c’era stato nel mezzo.
Ma Brian ricordava fin troppo bene quello che era successo dopo.
Si era addormentato accanto a Zack ed era stato svegliato non molto tempo dopo, dal peso del ragazzo che lasciava il letto, traballante. Era quasi sicuro che Zack non si fosse neanche accorto della sua presenza, ma in ogni caso non l’avrebbe mai ricordato.
Si costrinse ad alzarsi, per vedere cosa diavolo andava a fare l’amico nel cuore della notte, invece di dormire.
Lo seguì in soggiorno, ma rimase sulla porta ad osservare: lo vide cercare ovunque qualcosa, con movimenti distratti, era chiaramente ancora ubriaco, prima di tastarsi le tasche dei jeans che indossava e tirarne fuori il cellulare.
Ci trafficò per qualche minuto prima di accostarlo all’orecchio.
Chi diavolo chiamava a quell’ora?
Forse avrebbe dovuto fermarlo, per evitare che facesse qualche cavolata, ma aveva la sensazione che finalmente avrebbe scoperto quello che non andava nel compagno di band.
Solo dopo qualche secondo Zack cominciò a parlare:
- Non voglio disturbarti. Voglio solo dirti che sei un’idiota! – iniziò, a voce alta.
- E che non capisci un cazzo, perché io quella cosa di Brian l’ho superata, e sei troppo stupido per capirlo! Ora c’eri tu, ma mi sono rotto il cazzo di andare sempre ad immischiarmi in situazioni di merda, quindi vaffanculo, questa è l’ultima volta che parlo con te e con la tua dannata segreteria! Non ho bisogno di te, né di nessun altro, perché sono un uomo e me la so cavare da solo! Qui sei tu la femminuccia senza palle! Quindi addio! – mise fine alla telefonata e gettò il cellulare sul divano, facendo una strana risata, come se fosse soddisfatto di se stesso, poi semplicemente  crollo sul divano e sembrò cadere in un sonno profondo.
Che diavolo voleva dire quel messaggio?
Brian era confuso, non ci aveva capito niente.
Cosa c’entrava lui? Cosa voleva dire che Zack aveva superato quella cosa di Brian?
Si avvicinò al divano, silenziosamente, cercando di non svegliarlo e, tenendo lo sguardo fisso sul viso addormentato di Zack prese il telefono che si era incastrato tra i cuscini del divano. Aprì il registro chiamate e sgranò gli occhi quando lesse il nome: Jacoby S.
Jacoby S. non poteva che essere Jacoby Shaddix, il cantante dei Papa Roach.
Che senso poteva avere quella conversazione con Jacoby Shaddix?
Sentì Zack mugolare nel sonno, quindi si riscosse dai suoi pensieri e lasciò il cellulare lì dove l’aveva trovato, per ritornare in camera da letto.
Non riuscì comunque a riprendere sonno.
La mattina dopo, quando andò via, Zack dormiva ancora profondamente.
La prima cosa che fece, comunque, fu andare a casa di Jimmy, per cercare di arrivare ad una conclusione con lui. Ovviamente Brian non era così ingenuo.
La sua mente lo aveva già messo davanti ad una spiegazione, ma per lui non aveva senso.
Ovviamente Jimmy venne ad aprire con passo strascicato di uno che era stato svegliato bruscamente e dovette sbattere più volte le palpebre per riuscire a capire chi era stato a disturbarlo.
- Brian, santo cielo, sono le sette. Che vuoi a quest’ora? Ma tu non dormi mai? –
Brian si fiondò dentro casa – Non ho chiuso occhio tutta la notte Jim. Devo parlarti di una cosa che è successa. –
- Non puoi parlarmene più tardi? Che ne so, alle undici, undici e mezza? – propose il ragazzo, chiudendo ugualmente la porta alle loro spalle.
- No, è urgente. Cioè no, non è urgente, ma devi aiutarmi a capire. –
- Capire cosa? –
E Brian gli raccontò quanto aveva sentito quella notte, e mentre raccontava, Jimmy si svegliò del tutto.
- E che diavolo dovrebbe significare? Jacoby? Che hanno da dirsi lui e Zack? – chiese, sorpreso.
Brian, appoggiato al tavolo, con le mani incrociate al petto, guardò l’amico invece steso sul divano.
- Stanotte ci ho pensato. L’unica conclusione a cui sono arrivato e che Coby e Zack potrebbero avere, come dire…- si interruppe, con la paura di sembrare un pazzo agli occhi dell’amico, ma Jimmy lo capì senza che dovesse completare la frase.
- Ehi no, amico, non dirlo. È una pazzia. Jacoby e Zack…insieme? Beh, dalle parole che ha usato potrebbe sembrare, ma avanti, potresti aver interpretato male le sue parole. Dopotutto era ubriaco. Magari ha anche sbagliato numero. –
- Tutto può essere, Jim. Ma tu come interpreteresti quella cosa che ha detto su di me? Cosa ha superato? Non mi pare che io e Zack abbiamo mai litigato, o non so cos’altro. –
Il batterista rimase un attimo in silenzio – Pensi che Zack sia…sia stato, si, innamorato di te? –
Brian fece spallucce – Io non penso nulla Jim, e solo l’unica spiegazione che sono riuscito a darmi. Forse dovrei semplicemente parlargliene. Oppure potrei lasciar perdere. Sicuramente lui non si ricorderà nulla. –
- Ma…sinceramente, non so se ce la faccio a lasciar perdere. Ho il terrore di scoprire di avere ragione, ma voglio anche che Zack mi dica che non è vero. –
- E allora non puoi fare altro che parlargliene. In ogni caso, Brian, Zack sta passando un periodo di merda. Non sappiamo il motivo, ma possiamo vederlo. Dobbiamo stargli accanto. –
Il chitarrista annuì – Si, hai ragione. Gli parlerò, e risolveremo la situazione. –
 
°°°
 
Andò a casa per cambiarsi e mangiare qualcosa, prima di tornare da Zack.
Aveva ripensato alla possibilità di dimenticare quello che aveva sentito quella notte, ma ancora una volta aveva capito che non sarebbe stato in grado di farlo.
In ogni caso ci avrebbe ripensato quando avrebbe incontrato gli occhi di Zack.
Quando arrivò a casa sua il ragazzo si era svegliato da poco, ed aveva ancora i capelli umidi per la doccia appena fatta.
- Come stai? – gli chiese, quando l’amico lo invitò ad entrare.
- Postumi, ovviamente. Ma potrei stare peggio. Tu, invece? –
Brian non aveva avuto neanche il tempo di pensare ai suoi postumi.
- Sto bene ma…Zack devo parlarti di una cosa. Ci sediamo? – il suo tono e la sua espressione erano tanto seri che Zack lo guardò un po’ sorpreso, e dopo pochi secondi annuì.
- Certo, andiamo in cucina. –
Brian lo seguì in cucina e si sedettero al tavolo, uno di fronte all’altro.
- Allora, che c’è di tanto importante? – chiese.
Lui unì le mani sul tavolo e chinò in avanti la testa – Io…stanotte è successa una cosa. Non penso che te lo ricordi, ma sono stato io ad accompagnarti a casa e mi sono addormentato sul tuo letto. –
La faccia di Zack si fece pallida e i suoi occhi si sgranarono.
Dio, che diavolo aveva fatto? Non si ricordava niente del genere.
Era nei guai, lo sapeva bene, aveva fatto qualcosa che non avrebbe dovuto fare.
Maledizione, perché non ricordava nulla?!
Cercò di riprendere in extremis e abbozzò un sorriso – Avanti, qualsiasi cosa abbia fatto non può essere nulla di tanto grave. Poi ero davvero ubriaco. Non voglio neanche saperlo, okay? Dimentica e lasciamo perdere, no? –
Brian però non si mosse di un millimetro.
- No, mi dispiace. Devo parlartene. Poi starà a te decidere se vuoi darmi delle spiegazioni, oppure no. Ovviamente non posso costringerti a fare nulla. –
Zack fece un respiro profondo, mentre la sua mente iniziava a mettere insieme scuse , dalla più improbabile, a quella ancora più improbabile.
- Dopo poco che ti eri addormentato, ti sei alzato e sei andato in soggiorno. Hai fatto una telefonata. Hai chiamato Jacoby. –
Zack sgranò gli occhi. No, non poteva averlo fatto.
Sentì tutto il sangue affluirgli al viso, ecco, ora era anche arrossito.
- J-Jacoby? Perché avrei dovuto chiamare Jacoby? –
E allora Brian gli riferì tutto il messaggio che aveva lasciato alla segreteria telefonica di Coby, osservando il viso paonazzo e imbarazzato di Zack, che alla fine del racconto nascose dietro una mano.
Dio, perché si era ubriacato in quel modo? Avrebbe dovuto immaginarlo che si sarebbe andato a cacciare in un qualche guaio.
La prima cosa a cui pensò, però, mentre Brian lo guardava in attesa di una sua risposta, era stata proprio l’ultima cosa che si sarebbe dovuto chiedere in una situazione del genere: aveva avuto Brian li, accanto a lui, la persona che più di tutti avrebbe voluto al suo fianco, ma quello che aveva fatto…era stato chiamare Jacoby.
- Zack…che cosa voleva dire quella cosa che hai detto riguardo me? Mi ci sono arrovellato il cervello ma non sono riuscito ad arrivare…-
Zack scosse la testa e lo interruppe – Avanti, non mentire…sei arrivato ad una conclusione invece. Dimmi a cosa hai pensato…- disse, seriamente.
Ormai non c’era niente che poteva fare per salvarsi, era arrivato il momento di uscire allo scoperto. Non valeva la pena mentire ancora a lui, né agli altri suoi compagni di band. Erano la sua seconda famiglia, e non aveva fatto altro che mentirgli, per anni.
Quello era un buon momento per smetterla definitivamente.
Brian abbassò la testa – Si, è vero. Ma non voglio che tu ti senta insultato quindi lascerò che sia tu a dirmi cosa c’è che non va. –
Il chitarrista sospirò – Non mi sentirò insultato, Bri. Semplicemente perché è la verità. Avanti, dimmi…-
Brian sospirò. Improvvisamente quella che gli sembrava l’unica spiegazione possibile, ora suonava così male nella sua testa.
- Tu sei…eri, innamorato di me? –
Ci fu un attimo di silenzio e Brian pensò che l’amico si sarebbe messo a ridere da un momento all’altro. Ma non accadde.
- Bingo. Hai ragione. Sono stato innamorato di te per parecchio tempo, ma ora è tutto passato, davvero, non devi preoccuparti di nulla. Infondo ieri eri li, a mi disposizione, e non ho fatto nulla, no? Puoi fidarti. – disse Zack.
Si sentiva un’idiota, perché in due frasi aveva completamente banalizzato quello che aveva provato per Brian e che, nonostante Michelle, nonostante Jacoby, nonostante tutto, ancora provava.
Brian lo guardò, sgranando gli occhi – Tutto qui, Zack? Non hai nient’altro da dirmi? Dio, ci conosciamo da dieci anni, e tu ne parli come se fosse qualcosa di normale, che può accadere tutti i giorni! – esclamò.
Il ragazzo fece spallucce – Cosa vuoi che ti dica, Bri? È così. È qualcosa che può succedere. –
- No, non a noi! E Jacoby? Qual è il suo ruolo? Spiegami, ti prego. –
Oh, non aveva proprio alcuna voglia di parlare di Jacoby al momento, ma Brian aveva ragione, doveva spiegare.
Mantenere quella facciata stoica stava diventando sempre più difficile per Zack, e si odiava, perché sapeva che c’era così tanto di più di quello.
Sospirò e abbassò la testa – Hai ragione. Ti dirò tutto. Hai il diritto di sapere. –
- Ho scoperto di provare per te qualcosa di diverso dall’amicizia circa un paio d’anni fa. Sono riuscito a sopprimere queste cose, che sentivo per il bene del gruppo e per la nostra amicizia. Ci sono riuscito, non credi? Insomma, non ti sei mai accorto di nulla, è andava bene così. Poi abbiamo passato quelle due settimane con i Papa Roach, all’inizio di quest’anno, e li è successo qualcosa con Jacoby. Si, insomma, siamo andati a letto insieme. Ti potrà sembrare una cosa beh, inquietante, ma lui mi ricordava te.  E dopo il tour abbiamo continuato a vederci, fino alla settimana scorsa, quando abbiamo avuto una brutta discussione. Ed ora è finita. –
Brian aveva la testa in subbuglio. C’erano così tante cose che avrebbe voluto dire, tutte insieme, era arrabbiato, molto arrabbiato, e voleva che Zack lo sapesse.
- Come hai potuto nascondermi, anzi, nasconderci, tutto questo? Credevo di conoscerti, invece non so niente di te. Credevo che fossimo amici! –
Zack si chinò in avanti, sul tavolo, e cercò di prendergli le mani, ma Brian le tirò via, guardandolo con uno sguardo arrabbiato, ma ferito allo stesso tempo.
- Noi siamo amici. E non ti ho detto nulla proprio per salvare la nostra amicizia. Sii sincero Bri, come avresti reagito se ti avessi detto di essermi innamorato di te? Non avrei fatto altro che rovinare il nostro rapporto e di conseguenza l’armonia del gruppo. –
Brian si alzò dalla sedia con uno scatto – Sono solo cazzate! Non hai detto niente solo perché hai avuto troppa paura per farlo! –
- Certo che ho avuto paura, Brian! Avreste potuto rifiutarmi! Io stesso non sto bene con me stesso a causa di questa cosa, non so come avrei potuto reagire se anche le persone che contano di più per me mi avessero rifiutato! Quindi ti chiedo di non farlo, per favore. –
- Io ti avrei voluto bene ugualmente, Zack. E te ne voglio ancora, ora che so la verità. E anche Jimmy la pensa come me. –
Zack alzò gli occhi al cielo – Dio, l’hai detto a Jimmy…-
- Si, gliene ho parlato stamattina. –
- Ascolta Bri, lo dirò a tutti, te lo prometto, ma potremmo tenere Coby fuori da questa storia? In ogni caso è finita, quindi mettiamoci una pietra sopra, okay? – chiese, con tono supplichevole.
Brian tornò a sedersi e lo guardò in silenzio per qualche secondo.
- Ma tu sei innamorato di lui. –
Si passò una mano tra i capelli – Innamorato è un parolone, Brian. E poi non posso perdonargli quello che mi ha detto l’altro giorno. Come ho detto nel messaggio che gli ho mandato, ho chiuso con queste cazzate. Non ne posso più. –
E con quella frase Zack credette di aver messo un punto a tutta la storia di Jacoby Shaddix. Ora non faceva più parte della sua vita.
Dio, quanto si sbagliava.
 
°°°
 
Era un mercoledì sera. Circa due settimane dopo il momento di verità tra Zack e Brian. Non aveva ancora trovato il momento di parlare bene anche con Jimmy, Matt e Johnny, ma lo avrebbe fatto presto, contando sul supporto di Brian, che, anche se non esplicitamente, lo aveva perdonato per non avergli detto niente riguardo i suoi sentimenti. Forse era stato spaventato dal fatto che non avrebbe mai saputo che tipo di reazione avrebbe potuto avere in una tale eventualità. Forse avrebbe detto qualcosa di idiota, rompendo quel rapporto di amicizia che li legava. Forse era meglio non pensarci.
Avevano provato per tutto il giorno i pezzi del nuovo album ed era stremato. Voleva solo dormire. Ma proprio mentre aggiungeva, all’ammasso di piatti che già infestava il lavello, quanto sporcato durante la cena, suonò il campanello.
Mentre si avviava verso la porta cercò di racimolare un po’ di forza per potersi opporre alle varie motivazioni che Jimmy gli avrebbe snocciolato da li a poco per convincerlo ad uscire, ma non ce ne fu bisogno, perché non era Jimmy, né nessun’altro del suo gruppo, ad averlo disturbato.
Era Jacoby.
Rimase fermo immobile sull’uscio della porta, con le sopracciglia sollevate e gli occhi un po’ dilatati. Irrimediabilmente il cuore prese a battere più velocemente.
- Che ci fai qui? – chiese, con un filo di voce. Il massimo che aveva potuto fare.
- Vorrei parlarti. – rispose Coby, con gli occhi fissi su di lui.
- Non penso sia una buona idea. È tardi, e vorrei andare a dormire. –
- Ci metterò solo qualche minuto, ma devi ascoltarmi. –
Rimase fermo, riflettendo su quello che sarebbe stato meglio fare, ma ormai non aveva molta scelta, perché vedendo il suo momento di esitazione, Jacoby si era avvicinato, e lui di conseguenza aveva fatto un passo indietro, e quello era stato come un invito ad entrare.
- Cosa vuoi? – chiese allora, chiudendo la porta alle loro spalle.
- Ho sentito il tuo messaggio. – disse soltanto.
- Oh beh, ce ne hai messo di tempo. Cos’è? Non sai controllare la tua segreteria telefonica? – rispose Zack, sarcastico.
- No, l’ho sentito il giorno dopo, ma ci è voluto un po’ di tempo per trovare il coraggio di tornare qui. –
- Spero che tu sia venuto almeno per chiedermi scusa. – lo superò e si andò a sedere sul divano, aspettandosi che Coby facesse lo stesso. Ma lui rimase fermo in piedi, in mezzo alla stanza, con le braccia immobili lungo i fianchi.
Indossava un jeans nero, aderente, ed una semplice t-shirt nera, con fantasie psichedeliche. I capelli erano spettinati, ed era una cosa insolita per Jacoby, che ci teneva fin troppo.
Sempre bellissimo.
- Si, volevo anche chiederti scusa e…darti alcune spiegazioni. – un'altra cosa insolita che Zack registrò fu il suo tono insicuro.
Jacoby Shaddix non era mai insicuro. Era pungente, presuntuoso, sarcastico, ma mai insicuro.
- Ascolta, non devi darmi alcuna spiegazione.  Non rivanghiamo nulla, è stato meglio…- Jacoby non gli permise di completare la frase perché fece qualche passo veloce verso il divano e si chinò sui polpacci, proprio davanti a lui, tanto vicino che Zack si tirò indietro con il busto, non più abituato alla sua vicinanza.
- Sta zitto, e lasciami parlare, okay? Volevo chiederti scusa perché sono stato un’idiota a dire quello che ho detto, avevi completamente ragione nel messaggio. E sono stato doppiamente idiota a non rendermi conto che ormai Syn era un qualcosa di concluso. Io…avanti, vedila con i miei occhi: non ero altro che un sostituto per te. Non potevi avere Brian e ti sei accontentato di me. Ecco perché ero così furioso, non ti dà una bella sensazione la consapevolezza di essere soltanto un ripiego, sai? –
Zack rimase in silenzio per un attimo, guardando dritto negli occhi azzurri di Coby.
Come aveva potuto essere tanto cieco?
Era stato talmente preso nei suoi problemi, da non prestare attenzione neanche per un secondo a come si sentiva il ragazzo in quella situazione.
- Dio Coby, mi dispiace tanto. Sono stato così egoista. – disse, sottovoce. Sentiva di doversi scusare ancora, dire qualcos’altro, ma non aveva parole. Non sapeva cosa dire.
- Almeno spero che quello che hai detto nel messaggio sia la verità. Che sei ormai passato oltre Brian…e che ora ci sono io. –
E Zack avvampò, abbassando la testa.
- Credo di averne avuto la conferma la stessa sera in cui ti ho lasciato quel messaggio. Io…se fossi stato ancora innamorato di Brian, non sarei stato tanto male per il modo in cui te ne sei andato da qui, settimane fa. –
Coby gli prese le mani tra le sue – Mi dispiace per quello che ti ho detto. Sono stato uno stronzo. –
- No, non devi scusarti. Ora capisco tutto. Ma, io ti ho detto come stanno le cose.  Tu, invece? – si fece avanti con il corpo, così da stare a pochi centimetri dal viso del ragazzo, ma subito Coby distolse lo sguardo, con un leggero sorriso imbarazzato.
- Beh, nella mia mente, a questo punto della conversazione, ti avrei baciato e ti avrei portato in camera. Ma non me la caverei così facilmente, non è vero? –
Zack fece una risata leggera, non voleva rovinare quel momento tanto perfetto.
- No, amico. Non è così semplice. –
- Oh beh, allora l’unica cosa che mi rimane da fare è dirti che mi sono innamorato di te, e faresti meglio a dire lo stesso. – rispose, guardandolo con uno sguardo furbo.
- Non vorrei sembrarti una ragazzina romantica, quindi che ne pensi se ti dico “I love you too, motherfucker” ?–
Coby non poté fare a meno di scoppiare a ridere, ma scosse la testa.
- No, riformula la frase, idiota! – e Zack lo seguì a ruota, prima di tornare serio, avvicinarsi a lui, e lasciargli un bacio sull’angolo della bocca.
- Anche io sono innamorato di te. -  
Jacoby sorrise, e si sporse in avanti per un altro bacio, prima di prenderlo per un polso e alzarsi, tirando su anche Zack.
- Ora non mi resta che una cosa da dire…- iniziò, e il ragazzo lo guardò in attesa.
- Jacoby Shaddix vs Brian Haner: uno a zero! –
Zack rise e scosse la testa – Ma smettila, idiota, e andiamo in camera. –
- Oh, che romantico che è Mr.Baker. Pensavo che non me l’avrebbe mai detto! –
Ridendo andarono verso la camera da letto e in quel momento Zachary Baker si rese conto che dopotutto essere felice non era un’utopia, che era possibile. Pensò che le cose si stavano mettendo nel verso giusto, per lui…e si sentì invincibile.

 

 

 

Ed eccomi qui con una shot abbastanza tranquilla =) Ho bisogno di distrarmi un pochino, sapete, esami di stato, quindi ho deciso di buttare giù questa shot con una mia coppia un pò insolita. Niente di che, giusto per divertimento =D ditemi cosa ne pensate, okay?

Vale <3

ps. odio l'Html, la scrittura mi viene da schifo, mentre su word mi piace molto di più. Appena c'ho un pò di tempo devo cercare un nuovo programma. Suggerimenti?

  
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