Ce
la può fare. Ce la deve fare. Coraggio.
Ormai è
troppo tardi per scappare, magari finendo pure per cadere
rovinosamente dalle scale e rompersi l'osso del collo. Quando ci sono
tanti modi più scenografici e gloriosi per passare a miglior
vita. Potrebbe scivolar via di soppiatto, piuttosto, ma non è
nel suo stile. E lui, sinceramente, allo stile ci tiene eccome
(peccato non si possa dire lo stesso di qualcun altro)... Perciò
rimane.
Continuando, comunque, a darsi dell'idiota per non
aver ascoltato il suggerimento di Carole. Gli aveva fatto notare che
presentarsi a casa di qualcuno senza avvisare difficilmente portava
buoni risultati e che lui stesso ce l’avrebbe avuta a morte con
chi l’avesse trovato ancora in pigiama, spettinato e con gli
occhi gonfi di sonno.
Ciò nonostante le ha risposto che al
suo ragazzo, invece, avrebbe fatto piacere e se n'è andato
senza discuterne oltre. Stupido, stupido, stupido.
Durante
l'intero viaggio, fino all'attimo in cui la porta s'era aperta, ha
immaginato Blaine precipitarsi giù dalle scale e dargli il
benvenuto con un abbraccio, perché ammutolito dalla gioia...
Non realmente sorpreso, però. In cuor suo, infatti, avrebbe
già saputo sapeva che stava arrivando. Quasi avessero una
sorta di connessione telepatica.
Sarebbe stato vestito di tutto
punto e pronto a portarlo fuori. Kurt avrebbe apprezzato il pensiero
convincendolo, tuttavia, che rimanere a casa sarebbe andato
benissimo. In fondo, ciò che conta è stare insieme.
L'altro l'avrebbe guardato con uno sguardo adorante ed avrebbero
passato la giornata a coccolarsi sul divano.
Invece s'è
trovato davanti sua madre, che già ha smorzato il suo
entusiasmo rivolgendogli un'occhiata piuttosto scocciata quando l'ha
pregata di non andare a chiamare il figlio ma lasciare fosse lui a
raggiungere Blaine in camera sua.
Poi,
come se non fosse abbastanza, la sua opera di convincimento materno è
ricompensata da questo individuo che non solo non si è manco
accorto della sua presenza, ma sta addirittura cantando e ballando
con una scopa. Usando una bandana dalle vomitevoli fantasie floreali
per tenere a bada i riccioli ribelli e con indosso una maglia a righe
gialle e blu che fa a pugni con i pantaloncini rossi.
È
qualcosa di indecente, a dir poco, e che per buon cuore intende a
risparmiare all'intero circondario. Dev'essere per questo che prova
l'irrefrenabile desiderio di andare a chiudere ogni fessura tra le
tende e coprire le gambe nude di Blaine. Nude, per la miseria. A
disposizione di qualunque pervertito voglia mettersi a spiarlo con un
binocolo o un tele-obbiettivo.
Sì, ecco. Sinceramente, chi
cazzo se ne frega del vicinato: a certi spettacoli lui è
l'unico autorizzato ad assistere.
Non può permettere a
chicchessia di credere che quelle parole, quei sospiri - e quelle
dannatissime movenze che perfino con un manico di scopa risultano
sensuali - mentre intona l'ennesimo “If
you want my body and you think I'm sexy... Come on, sugar, let me
know” siano
rivolti a loro.
Se questa sia un'allucinazione, una sfida
lanciatagli dall'universo o chissà cos'altro è del
tutto ininfluente. Deve mettere in chiaro come stanno le cose.
Subito. Adesso.
Immolarsi per la causa e rendere noto al mondo che
Blaine Anderson appartiene a Kurt Hummel.
Perciò fa un
profondo sospiro, lo raggiunge a grandi falcate e prendendolo per le
spalle lo costringe a girarsi per poi zittirlo con un bacio
appassionato. Libera i capelli dall'orrendo fazzoletto di stoffa,
accarezzando le ciocche e facendosele scorrere tra le
dita.
Lentamente, lo fa arretrare fino al letto e scivolare sotto
le lenzuola, al riparo da sguardi indiscreti.
Meno male che c'è
lui a proteggerlo: un martire dall'ammirabile spirito di sacrificio.
Un eroe, insomma.
O giù di lì.
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A/N
- Blaine immaginatelo vestito così:
http://i53.tinypic.com/iyiryt.jpg
Già,
proprio così (con in più la bandana sulla testa però)