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L'amore è anche imparare a rinunciare all'altro, a saper dire addio senza lasciare che i tuoi sentimenti ostacolino ciò che probabilmente sarà la cosa migliore per coloro che amiamo. 
(Sergio Bambarén)

La pioggia cadeva, imperterrita. Il temporale andava sempre peggiorando, e nessuno si vedeva in giro nella città bassa. Era sera tardi, pioveva e solo Merlin se ne stava lì, in mezzo alla strada, nel buio e nel silenzio, le lacrime sul suo viso che si confondevano con la pioggia che lo stava inzuppando.
 
Il suo corpo era scosso dai singhiozzi, ma il mago non faceva nulla per fermarli. Non gli importava, nessuno lo stava guardando.
 
Arthur. Arthur. Arthur.
 
Arthur. E’ colpa tua se sono qui a piangere.
 
Sapeva che forse non era giusto incolparlo, e si sentiva uno schifoso verme egoista ma allo stesso tempo non poteva farne a meno.
 
Arthur avrebbe sposato Ginevra il giorno successivo.
 
Arthur non sarebbe stato più suo.
 
Cosa aveva fatto di male per meritarsi questo?
 
Perché si era dovuto innamorare di una persona destinata a stare con qualcun altro?
 
Sapeva che Arthur lo avrebbe sposato, se avesse potuto.
 
Se non fossero stati entrambi uomini.
 
Se il loro non fosse stato un ‘amore proibito’, come lo avrebbero definito i romanzieri.
 
Merlin diede un calcio a un sasso furioso. Urlò, con tutti i suoi polmoni. Urlò fino a che la gola non gli fece male.
 
“Merlin!”
 
Una voce, la sua voce che chiamava il suo nome.
 
Nome che così tante volte aveva sussurrato mentre facevano l’amore, sotto le lenzuola.
 
“Merlin..” questa volta il tono della sua voce era..disperato.
 
Il mago si girò e si trovò davanti il suo amante. I capelli biondi bagnati, gocciolanti, i vestiti appiccicati addosso.
 
“Merlin..” disse Arthur avvicinandosi, mentre Merlin arretrava.
 
“Arthur, ti pre-” ma non fece in tempo a finire la frase che il futuro Re gli si avventò addosso, stringendolo in un abbraccio così caldo, ma che sapeva di disperazione e addio.
 
Merlin singhiozzò nuovamente, appoggiando il mento sulla spalla di Arthur, rendendosi conto che non poteva stare lontano da lui.
 
“Mi dispiace così tanto, Merlin, mi dispiace..” sussurrava incessantemente.
 
“Lo so..lo so..” singhiozzava Merlin.
 
Rimasero lì, abbracciati sotto la pioggia per un tempo indefinito.
 
Ma poi Merlin si staccò, rompendo la magia di quell’abbraccio. Forse l’ultimo.
 
“Devo andare, Arthur” sussurrò il mago asciugandosi le lacrime.
 
“Merlin, ti prego..non..c’è bisogno che te ne vada..”
 
“Sì invece. Arthur, staremmo male tutti e due se restassi. Non riusciremmo a  gestirlo. Nn riuscirei a gestirlo.” Replicò Merlin, la voce rotta dal pianto.
 
Arthur non disse nulla, forse rendendosi conto che aveva ragione. Invece carezzò la guancia di Merlin delicatamente, guardando i suoi stupendi occhi azzurri, ora cos’ pieni di tristezza.
 
“Mi dispiace..” disse di nuovo. Merlin poggiò la sua mano contro quella di Arthur, ancora sulla sua guancia.
 
Lo baciò, piano, assaporando quelle labbra che tanto amava. Arthur ricambiò con forza, stringendosi a lui e insinuandogli le mani nei capelli corvini, infilando le mani sotto la sua maglia e accarezzando la pelle umida del mago.
 
Si baciarono a lungo, la pioggia che cadeva intorno a loro bagnandoli dalla testa ai piedi, ma a loro non importava.
 
Fu ancora Merlin il primo a staccarsi. Guardò Arthur, stringendogli la mano.
 
“Sii felice. Per favore. Sii felice, senza di me.”
 
Arthur annuì, senza crederci davvero. “Ti amo, Merlin. Ti amerò per sempre.”
 
“Ti amo anch’io. Sarai sempre la mia metà, Arthur. Spero che un giorno ci rivedremo.” 
 
Furono le ultime parole che Arthur sentì da Merlin, prima che lui si voltasse e scappasse via, nel buio della notte.
 
Arthur non smise mai di sperare che un giorno sarebbe tornato.
 
Ma non fu così.
 
Merlin non fece ritorno.
 
Quella fu l’ultima volta che Arthur vide il mago.