Nick
Autore: Only_
(Only_Me)
Titolo: Seide
Canzone
scelta:
Pelle – Afterhours
Personaggio o
coppia:
Theodore Nott/Pansy Parkinson
Genere:
song-fic, sentimentale
Rating:
giallo
Avvertimenti:
Het, Femslash, One-shot, What if?
Introduzione: “Era bello nascondersi negli
angoli bui
di Hogwarts, sfidare la sorte per strapparci qualche bacio di nascosto
dai
nostri amici; non avrebbero capito, loro, per quanto ci
amassero e volessero bene non avrebbero capito –
né accettato – la natura dello
strano filo dorato che ci legava l'un l'altra.”
NdA: il titolo
è in tedesco, significa seta, e non ha un grande collegamento
con la storia, ma ho deciso di utilizzarlo per colpa dell'associazione
di idee
pelle ↔ seta; sono contorta, sì.
Buona lettura!
(fase B)
Seide
È
facile sai
Averti
Se chiudo i miei begli
Occhietti spenti
E cerco su di me
La tua pelle che non c'è
A
volte mi capita di ripensare a quando eravamo ancora insieme, io e te.
Era
bello nascondersi negli angoli bui di Hogwarts, sfidare la sorte per
strapparci
qualche bacio di nascosto dai nostri amici; non avrebbero capito, loro,
per quanto ci amassero e volessero bene non avrebbero capito
– né accettato –
la natura dello strano filo dorato che ci legava l'un l'altra.
Mi
rendevi più coraggiosa, pronta ad osare cose che mai
un'altra persona mi aveva
proposto, pronta a sfidare persino la mia famiglia per rimanere insieme
a te.
Alla
vigilia delle vacanze estive del nostro sesto anno, però, mi
hai lasciata;
senza una spiegazione, senza un perché, soltanto con due
stupide lacrime che
scivolavano dolcemente sul tuo viso.
Ricordo
la sensazione di una mano che stringeva a morte il mio cuore, ricordo
il dolore
sordo, ricordo la rabbia e la delusione. Ero andata via in silenzio,
senza
mostrarti in alcun modo quanto nel profondo mi avessi ferita.
Solo
quando mi ero gettata sul mio letto, nel dormitorio, avevo lasciato che
tutto
ciò che provavo venisse a galla, mordendo il cuscino per non
permettere ad un
suono di uscire dalla mia bocca, stringendo gli occhi più
forte che potevo per
cercare, comunque, di trattenere le lacrime.
Non
devi piangere, mi
ripetevo nei miei pensieri, quella ragazza non
vale le tue lacrime, Pansy.
Avevo
dimenticato l'ultima volta in cui avevo pianto; ero ancora una bambina,
probabilmente. I miei genitori mi avevano educata sin dall'infanzia ad
essere
impassibile in ogni momento, a non mostrare la mia debolezza a nessuno,
tanto
meno a chi poteva ferirci davvero.
Quando
ero tornata nella sala comune, dopo essermi ripresa, avevo incontrato
Theodore.
Mi aveva sorriso teneramente, allungando impacciato una mano verso la
mia
guancia e carezzandola appena con le punte delle dita; non ero riuscita
a
trattenermi in alcun modo.
I
singhiozzi avevano cominciato a scuotere il mio petto, mi ero gettata
tra le
sue braccia come un naufrago che si aggrappa al salvagente, lasciando
che le
mie lacrime bagnassero la sua divisa.
Avevo
l'odore di Theodore nelle narici, il suo profumo di amico, le sue mani
che mi
sfioravano la schiena per calmarmi, la sua voce profonda e delicata che
mi
sussurrava di stare tranquilla, che lui c'era e ci sarebbe sempre
stato,
qualsiasi cosa fosse accaduta.
Sei
spenta, Pansy, aveva
mormorato qualche giorno dopo, quando le
vacanze erano ormai cominciate ed io ero andata a trovarlo a casa sua,
mentre
eravamo sdraiati sotto un albero nella vasta proprietà dei
Nott, sei sicura
di non volermene parlare?
Mi
ero comportata da egoista, come sempre; non gli avevo risposto,
avvicinandomi
al suo volto ed unendo le nostre labbra. Era rimasto interdetto per
qualche
secondo, poi aveva capito e non aveva fatto nulla
per fermarmi.
Sapeva
che cercavo qualcun altro sulla sua pelle, che nel suo profumo e nella
sua
consistenza cercavo qualcuno che non era lui, ma non aveva fatto nulla
per
fermarmi.
E
puoi maledire
La tua bocca
Se sbagliando mi chiama
Quando lui ti tocca
Theodore
ed io, adesso, siamo sposati.
Era
la mia roccia, il mio salvagente, lo è più che
mai.
Sa
che nel mio cuore ci sei ancora, sa che sei ancora
più importante di
lui, ma lo ha accettato.
E a
volte mi capita di mormorare il tuo nome quando le
sue dita si fanno
spazio con delicatezza dentro di me e le sue labbra coccolano i miei
seni; lo
ferisco, lentamente, ma ad ogni carezza ed ogni bacio lui guarisce me.
Sono
un'egoista, lo sono sempre stata, mi maledico ogni
volta per il male che
gli faccio.
Theodore
non merita questo, Theodore meriterebbe una donna che nel cuore e nella
mente
ha solo lui, ha solo la sua dolcezza insolita per un Serpeverde, i suoi
occhi
cerulei e le sue mani sottili.
Eppure,
anche se ogni volta che facciamo l'amore mi lascio sfuggire il tuo
nome
dalle labbra, lui continua a stare al mio fianco. E so che non
è per la fede
d'oro bianco che orna i nostri anulari che lo fa, né
perché per errore sono
rimasta incinta e siamo stati obbligati dalle nostre famiglie a
sposarci, né
per nostra figlia che porta il nome di sua madre.
Nonostante
sappia che non sarò mai completamente sua, Theodore continua
ad amarmi.
Ed
io... io contino ad andare avanti, grazie alla sua costante e
terribilmente
preziosa presenza e al suo amore puro e disinteressato, anche se a
volte mi
chiedo ancora perché tu mi abbia lasciata, anche se a volte
mi chiedo come
sarebbero state le nostre vite se non l'avessi fatto.
Amo
Theodore e amo mia figlia; ma amo anche te, Hermione,
continuo ad amarti
nonostante tutto.
Cercherò
su di me
La
tua pelle che non
c'è