Titolo: Clever Broomstick
Pairing: Cedric Diggory/Hermione Granger
Rating:
Verde
Contoparole: poco più di 500
Avvertimenti: Flash!fic
Genere: Romantico
Sommario: “Beh – disse Cedric, non
appena ci fermammo – oggi sono stato davvero bene con te. Sei simpatica, sei
dolce, e soprattutto non sei come tutte quelle ‘asine giulive’. Mi farebbe
piacere replicare.”
Sorrisi alle sue parole,
e sentii chiaramente che le mie guance cominciavano ad arrossire.
“Piacerebbe anche a me”
Lo vidi combattere con
se stesso per qualche istante, indeciso, poi mi si avvicinò, e mi baciò
lievemente una guancia.
Ad occhi chiusi,
assaporai quel momento.
Note:
scritta per l'iniziativa “I
♥ Shipping”
Clever Broomstick
“Hermione!”
Qualcuno urlava il mio
nome, e questo non mi piaceva. Odiavo che la gente mi urlasse dietro. Mi
voltai, cercando di capire chi fosse il grande idiota che urlava il mio nome
nel bel mezzo di un corridoio pieno di studenti. Poi lo vidi. Cedric Diggory
stava camminando velocemente verso di me. Mi fissava. Cavolo, perché veniva da me?
“Hermione! Ciao,” mi
salutò, fermandosi davanti a me.
“Ciao.” Risposi al suo
saluto nel modo più banale del mondo, non capivo cosa volesse da me. Si passò
una mano tra i capelli, sembrava quasi imbarazzato, poi parlò: “Mi chiedevo se…
insomma visto che per un po’ non andremo ad Hogsmeade, sabato ti andrebbe di
stare con me? Ci facciamo un giro intorno al lago nero…”
“Certo!” Forse avevo
risposto troppo presto, troppo in fretta, forse il mio tono di voce era troppo
alto e acuto. Ma lui sorrideva, felice che avessi accettato.
Due giorni dopo
passeggiavamo vicini nel grande parco di Hogwarts, sulle sponde del lago,
proprio come aveva promesso.
“Come ti sei liberato di
tutte quelle asine giulive che ti seguono ovunque?” Domandai, senza
preoccuparmi di osare troppo. Eravamo insieme da meno di due ore, ma avevamo
già parlato di così tante cose.
“Beh so che non si
dovrebbe fare, ma un mio amico ha bevuto la pozione polisucco; diciamo che le
sta portando a spasso lui.” Rispose ridacchiando.
“Ma ci vuole un sacco di
tempo per prepararla!” Ribattei, senza capire come avesse fatto a prepararla in
due giorni.
“Ce l’avevo già. Ne
porto sempre una boccetta con me, in caso servisse.”
Evitai di fargli notare
l’assurdità della cosa mentre guardavo in giro cercando di vedere il suo amico
e l’inevitabile stuolo di ragazze dietro. Intercettò il mio sguardo, perché
interruppe subito il mio lavoro.
“Non sono qui fuori. Se
non ha cambiato idea, sono nella stanza delle necessità. Non li incontreremo.”
Lasciai perdere la mia
ricerca, e continuai a camminare con Cedric al mio fianco.
Tre ore dopo, quando già
si stava facendo buio, cominciammo a rientrare. Era stato un pomeriggio
incredibilmente piacevole. Lui era stato così gentile, così simpatico, così
disponibile. Era stato come essere con un amico, ma non un amico qualsiasi. Un
nuovo amico, un amico ancora da conoscere a cui si può raccontare tutto e
sorprendersi delle sue reazioni. E la consapevolezza che lui mi aveva cercato,
che lui mi aveva chiesto di uscire, rendeva tutto ancora più bello, perché
voleva dire che lui voleva essere, almeno, mio amico. Senza che me ne rendessi
conto, eravamo quasi giunti alla mia casa, potevo già vedere il quadro della
signora grassa, che in quel momento stava bevendo un the.
“Beh – disse Cedric, non
appena ci fermammo – oggi sono stato davvero bene con te. Sei simpatica, sei
dolce, e soprattutto non sei come tutte quelle ‘asine giulive’. Mi farebbe
piacere replicare.”
Sorrisi alle sue parole,
e sentii chiaramente che le mie guance cominciavano ad arrossire.
“Piacerebbe anche a me”
Lo vidi combattere con
se stesso per qualche istante, indeciso, poi mi si avvicinò, e mi baciò
lievemente una guancia.
Ad occhi chiusi,
assaporai quel momento.