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Autore: ChiaraLuna21    20/06/2011    1 recensioni
Fu inondato da pensieri forti che gli fecero venire il mal di testa.
… tra quei pensieri riconobbe anche quello di Oz, più forte di tutti gli altri …

La storia è ambientata in un punto qualsiasi della seconda stagione dopo la terza puntata.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE: voglio avvertirvi che, al contrario dei capitoli precedenti, ho preferito raccontare questo in prima persona, a causa delle forti sensazioni che devo evidenziare nei personaggi.
In questo caso un rigo di spazio non segnala solo un cambiamento di luogo, ma anche un cambiamento di POV.
Cercherò di essere il più chiara possibile, per evitare eventuali confusioni.
Grazie a chi continua a seguire questa storia.

 
  La fine
  Cosa potevo fare? E anche sapendo cosa fare, come lo potevo fare? Avevo un braccio ferito e nessuna chance.
Sentivo il sudore scorrermi lungo il volto. Perché sudavo? Non avevo caldo.
Questo non è un buon segno!  E non c’era bisogno del parere del paramedico che era in me per dirlo.
Ansimavo. Ansimavo perché, improvvisamente, mi sembrava che l’aria fosse sparita.
Eppure ero certo che lì ci fosse ancora aria, altrimenti perché quel Matt con me sarebbe stato così tranquillo?
Neanche questo è un buon segno!
Mi imposi di smettere di pensare a quello e di concentrarmi sulle cose serie: cosa potevo fare? A quel punto la cosa mi puzzava tanto di “o te o me”.
Dovevo pensare a un piano. E ad uno serio, visto che dubitavo in un altro colpo di fortuna, come quello di non molto prima.
Perché tutto continuava a sembrarmi così lontano? Infondo, solo poche ore prima stavo parlando con Oz nell’ambulanza. Perché ora mi sembrava fosse successo un secolo avanti?
Basta! Dovevo assolutamente concentrarmi su come uscire da lì.
Ma i  miei pensieri continuavano a tormentarmi …
 
Continuavo a girare in tondo.
Come se quello potesse cambiare qualcosa!
Toby era là dentro, e io non avevo la più pallida idea di come tirarlo fuori.
La cosa mi rendeva solo più nervoso.
Così continuavo a girare …
Mi fermai di colpo con una voglia matta di prendere a pugni qualcuno.
Se poi, per caso, quel qualcuno, fosse stato proprio quel Matt … di certo non mi sarei lamentato …
Dovevo avere proprio una faccia truce, perché Michelle mi si avvicinò e mi disse: «Oz, è inutile che tu stia qui. E meglio che tu vada a casa.»
«Non finché Toby è là dentro!» Ero deciso. Si sentiva dalla mia voce.
Michelle sospirò.«Oz, ti capisco. Ma finché resterai qui sarai solo in pericolo. Lo sai che Toby non vorrebbe …»
Aveva ragione … aveva tremendamente ragione … ma non me la sentivo di andarmene, sapendo che lui era dentro.
«Allora fammi fare qualcosa! Insomma … qualsiasi cosa …»
«Ma cosa? Vuoi che ti faccia andare sotto copertura? »
Solo dopo averlo detto si rese conto dell’idea che mi aveva messo in testa.
Possibile che non ci avessi pensato prima? Potevo andare sotto copertura.
Ebbi appena il tempo di fare un sorriso complice. «Oz, no! Era una battuta! Mai sentito parlare di ironia? Dimenticalo! Non ti manderò mai sotto copertura. Mai!»
Finsi di mettere il broncio. «Perché no? Dai … andiamo … una volta sola …»
«Questo non è un gioco, Oz! Come farò a fartelo capire? Quello che succede è vero! Chi muore, muore per davvero! Non … non posso  rischiare la vita di civili! Né la tua … né quella di  Toby …»
Avevo toccato un brutto tasto. Anche lei stava male … anche lei si sentiva in colpa …
«Scusa … io non volevo …» le parola mi sembravano profondamente insignificanti, quindi tacqui.
Scosse la testa, come per dirmi che non faceva niente. Ma io sapevo che le importava.
Guardai l’ambulanza di Carl e Jason, chiamata insieme alla nostra per supporto.
Quella poteva essere l’unica speranza di salvezza per Toby, una volta fuori …
Se mai uscirà …no … non dovevo pensarci … lui sarebbe uscito …
«Michelle, scusa, il fatto che non posso pensare che lui stia facendo qualche pazzia. Devo … proteggerlo, ecco. È il mio migliore amico. Non posso lasciarlo … lasciarlo morire. Senti … fammi avvicinare. Solo avvicinare.»
«E a cosa dovrebbe servire questo?»
«A informarlo!»
Ci fu silenzio. Forse per la prima volta avevo avuto un’idea buona. Non sapevo se essere felice o temere: le mie buone idee non sono mai così buone.
«Gli farò leggere i miei pensieri. Non ci vorrà molto. Poi tornerò. Dirò che voglio vedere se il mio collega è ancora vivo. Okay?»
Era troppo stanca persino per obbiettare. Annuì semplicemente.
«Va bene, ma guai a te se fai qualcosa di avventato.»
Sorrisi e le feci un cenno con la testa.
Era il mio momento. Era la mia ora. Speravo solo di tornare intero.
 
Eravamo ancora immersi nel silenzio e io non avevo pensato niente di utile quando lo vidi: Oz stava salendo le scale della scuola.
Cosa voleva fare quel pazzo?
Ma non ero stato l’unico a vederlo …
«E tu che ci fai qui?» disse Matt puntandogli l’arma contro.
«Si calmi, signore. Voglio solo sapere se il mio collega sta bene.»
Oz mi fece uno sguardo d’intesa.
Sapevo cosa significava.
Mi concentrai un attimo e entrai nella sua mente.
Ehi, Toby, stai bene?
Feci un cenno con la testa, anche se sapevo che non era del tutto vero. Che potevo fare? Dirgli che mi sembrava di vedere già la morte là davanti l’avrebbe fatto stare solo peggio.
«Sta bene.»
«Beh, non ne posso essere certo se non lo visito.»
Ascolta, Toby: abbiamo cercato quel professor Thomas. Fa il bidello in questa scuola, ma è laureato in medicina. Non … non so a cosa può servirti, ma … ma dovevi saperlo.
Gli feci una faccia dubbiosa come per dirgli “cosa vuoi che faccia?”
«Tu non entri, sono stato chiaro?»
«Senta, io capisco la tua preoccupazione, ma deve fidarsi. Io voglio solo vedere come sta il mio collega.»
«Forse non mi hai capito: se fai un altro passo verso la porta, gli sparo un colpo intesta.» e dicendo questo mi puntò la pistola contro.
Oz si spaventò «Va bene, va bene. Me ne vado. Stia calmo.» Alzò le mani e iniziò a indietreggiare.
Guardò la stanza in cui stavo. Poi mi fece di nuovo quello sguardo.
Toby! Ascoltami, Toby! Vedi quella porta alla tua sinistra? Devi fare in modo che Matt le dia le spalle: li farò irrompere di là! Okay?
Oz si bloccò di colpo. Volevo fargli capire che lo avevo sentito, che gli avrei dato retta, ma non ne  avevo la forza. Non riuscivo neanche a fargli un cenno.
Toby, accidenti, rispondimi!
«Vattene, o gli faccio saltare il cervello!»
Iniziai a respirare forte. Chiusi gli occhi. Dovevo rispondergli. Dovevo farcela.
Toby, andiamo! Questo non scherza! Ti prego, rispondi!
Non so come, ma alla fine gli feci un cenno.
Riaprii gli occhi e lo vidi andarsene.
Resta in contatto, Toby: ci faremo sentire.
Feci un profondo respiro e iniziai a muovermi verso destra.
Non ci volle molto prima che mi scoprisse.
«Che stai facendo?»
Scossi la testa. «Io? Niente!»
Perché la paura mi stava corrodendo?
Perche ero riuscito a resistere lì dentro fino a quel momento, e ora che stava per finire avevo paura?
 
«Michelle, ascolta: so che sono un incompetente, e che rischio di mandare a monte tutto,ma ho un piano!»
Ero nervoso, arrabbiato, spaventato … ma dovevo farcela. Dovevo farlo per Toby.
«C’è una porta sul retro dell’edificio. Ho detto a Toby di farle dare le spalle da Matt. Dovete irrompere da lì.»
«Oz, ma cosa …»
«Non c’è tempo!!! Lo so che combino sempre guai,… ma se sbaglio anche questa volta, ti giuro che mi ammazzo, perché non avrò una seconda possibilità per salvarlo.»
Rimanemmo in silenzio per un secondo, lungo una vita.
Annuì. «Va bene, andiamo. Ma tu … tu resti qui.»
Annuii. «Ci sto. Basta che lo riporti vivo.»
 
«Perché ti sei spostato? Cosa sta per succedere lì?»
«Niente! Ti assicuro che mi sono spostato per puro caso!»
Iniziò ad avvicinarsi. Ormai non badava neanche più alla porta.
Avevo raggiunto il mio obbiettivo.
Mi puntò la pistola contro per l’ennesima volta.
Provai a tenerlo distratto. «Sa quel professor Thomas? Beh, non è un professore in questa scuola.»
Sembrava molto stupito della cosa. «Come? Non … non è possibile … io l’ho visto uscire da qui! Non può essere!»
Nei suoi pensieri vidi di nuovo il medico barbuto uscire dalla scuola. Ma le immagini erano offuscate da … da rami …
«Tu sai che lavora qui perché lo ai pedinato …»
Quelle parole furono troppo veloci, non riuscii a fermarle.
«E tu come lo sai?»
Già … come lo sapevo?
In un qualsiasi momento mi sarebbe venuta una buona idea, ma il dolore mi offuscava la mente.
Ehi, Toby … Toby, sono Michelle. Devi resistere ancora un po’. Stiamo facendo irruzione, ma tu devi resistere!
I pensieri di Michelle mi arrivavano forte e chiari.
Dovevo distrarlo per lei.
«Sa cosa altro so? Fa … fa il bidello qui! Si … si è fatto fregare da un bidello!»
«Tu … tu come lo sai?»
Dovevo continuare. Dovevo assolutamente continuare.
La vista mi si stava appannando.
Toby, ci siamo quasi! Resisti!
«Mi spieghi perché ha nascosto tutto a tua mogli! Si vergognava? Si vergognava per questo dono? Io non so quanto pagherei per averlo!»
Fatto! Toby, siamo dentro! Arriviamo!
Iniziai a vederci doppio, ma nonostante questo lo vidi benissimo togliere la sicura.
«Ora o mi dici la verità, o ti faccio secco!»
E adesso c’era il gran finale …
«Sai … sai che ti dico? Spara! Almeno … almeno così la facciamo finita!»
Non chiusi neanche gli occhi. Era inutile: non ci vedevo niente anche se erano aperti!
Non sentii lo sparo, ma un rumore sordo, come di una porta che si apriva.
Non avevo neanche la forza di girarmi verso il rumore.
I poliziotti iniziarono a urlare cose come “fermo!” o “metti giù l’arma!” oppure “ allontanati dall’ostaggio” e, infine, “alza le mani e mettile bene in vista”.
Anche Michelle urlava, ma io sentivo solo l’eco di quelle voci.
Vidi la figura dell’agente McCluskey inginocchiarsi accanto a me e dirmi qualcosa, ma … ma non la capii.
Avevo sonno, ma mi imposi di restare sveglio.
Vidi Michelle alzarsi e correre verso la porta.
«Serve un paramedico, e alla svelta!»Sono quasi sicuro che disse queste parole.
Sentivo il mio respiro! Nonostante tutti quei rumori, sentivo il mio respiro affannoso!
Ero esausto.
Chiusi gli occhi e tutto si fece silenzioso e buio.
L’ultima cosa che sentii furono i pensieri ansiosi e preoccupati di Oz …

 

 
 

Grazie per aver letto.
La storia non è finita, anche se dal finale e dal titolo del capitolo può sembrare il contrario.
Mi impegno a scrivere il prossimo capitolo al più presto.
Un commentino non dispiace mai, ma sono felice anche se seguite in silenzio. 

   
 
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