Maelström

 

 

 

Il ticchettio della pioggia contro le finestre si confonde, quasi, con quello della doccia sulle piastrelle. Osserva pensoso la striscia di sangue che cola verso lo scarico, un piccolo serpente carminio che si fa sempre più tenue e le cui spire sinuose si stemperano nel rivolo d’acqua sporca di terra e sudore.

Un’altra missione compiuta.

Un colpo alla finestra. Fin troppo intenso per essere dovuto solo al vento. Il riverbero scivola piano nella coclea mentre chiude la manopola dell’acqua e il suo cervello ne analizza la fonte, poi esce gocciolando dalla cabina afferrando a tentoni un asciugamano dall’appendino e si dirige con passo sicuro alle finestre della camera, spalancandole.

Nel tumulto della natura, una figura si fa timidamente avanti, stagliandosi all’interno nel telaio degli infissi. Gronda acqua, odora di muschio e terriccio, ma riconosce la nota famigliare.

-Che diamine ci fai qui, elfo?-

-Beh, non riuscivo a dormire e mi sono detto, “chissà se Logan ha voglia di fare quattro chiacchiere a quest’ora?” e così, banf, eccomi qui…-

Se mai avesse avuto l’intenzione di dire altro, Kurt lo farà più tardi, molto più tardi, perché ora Logan ha già preso l’asciugamano sciogliendoselo dai fianchi e gettandoglielo attorno alle spalle e l’ha già attirato contro il suo petto e lo sta già baciando come se non avesse domani, e quindi al diavolo le parole che tanto non servono.

Finchè entrambi vivono e respirano e possono amare, va bene così.

 

 

 

 

Sempre logurt, sempre per soddisfazione personale <3