POV THALIA:

Ero andata da lui sulla Principessa Andromeda ad insaputa degli altri.

Lo avevo seguito nella sua cabina senza fare troppo rumore e nessuno si era accorto di me fortunatamente, perché dovevo fare assolutamente qualcosa per lui.
Non riuscivo a sopportare che avesse quello sguardo insofferente e inumano negli occhi, l'ultima volta mi aveva spaventato a morte, anche se ovviamente non lo avevo dato a vedere, in fondo sono la figlia di Zeus.

Enrtata nella sua cabina lo vidi che mi aspettava con Vipera in mano.

A quanto pare come al solito mi sbagliavo, certo che si era accorto di me.
Estrassi anche io la spada e mi avvicinai a lui, che aveva lo stesso sguardo folle negli occhi.
Contrastava con tutto ciò che ricordavo di lui.

mi avvicinai con i capelli elettrici ritti in testa, neanche avessi infilato le dita nella presa della corrente, e avviluppai attorno al mio corpo un po' di aria calda così che avrei potuto sollevarmi da terra, se ne avessi avuto bisogno.

Rimase immobile, e per un attimo mi parve di scorgere un barlume di ragione nei suoi occhi e in quel solo istante potei di nuovo immergermi nei suoi occhi, come amavo fare prima che tutta questa idiozia cominciasse e che lui facese la cavolata di passare dalla parte di Crono.
Lessi terrore dentro i suoi occhi, incertezza, tristezza e malinconia, rabbia, felicità nel vedermi e poi più niente, il suo sguardo era tornato indecifrabile e folle allo stesso tempo.

si lanciò verso di me con un affondo che finse di spostare verso la gamba e che poi idirizzò nuovamente verso lo stomaco.

fu troppo agile e fulmineo e non ce la feci a pararlo.

sentii una fitta all'altezza dello stomaco, mista ad una spiacevole sensazione di liquido caldo e umido che contrastava con il freddo esterno, che mi solleticava la ferita come se mi ci avessero buttato sopra del sale, iniziai anche a sputare sangue, il quale aveva cominciato a salirmi e impastarmi la bocca impedendomi quasi di respirare.

- Brava Thalia - pensai, - ottimo piano -.

Guardai Luke in faccia, pensando di trovarlo con un sorriso soddisfatto sulle labbra, come un bambino che trova il suo nuovo giocattolo la fine del mondo.
Quando alzai lo sguardo invece me lo ritrovai a pochi centi metri dalla bocca, e con il suo respiro caldo in faccia.

Lo sguado era sempre indecifrabile, ma trovai delle note di tristezza e malinconia, mi baciò molto dolcemente, nonostante fossi sporca d sange.
Mi scostai un attimo, poi mi strinse in un abbraccio fortissimo e cominciò a baciarmi ancora e ancora.
Non sapevo se fossero passati minuti o ore, quando ci sciogliemmo, estrassi la spada dalla ferita e sputai altro sangue.
Con un rantolo al posto della voce gli domandai scioccata " Perché lo hai fatto? ". Mi guardò con compassione, mi sorrise mestamente e mi tirò un colpo in testa con la spada e svenni. Quando mi ripresi ero seduta in una stanza della R.I.P. studio e un tipo vestito con un completo giallo acceso che unito a quella espressione da pollo lo faceva sembrare un canarino mi disse, " vieni figlia di Zeus, tu puoi passare, so che ha delle dracme ".