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Autore: ChiaraLuna21    21/06/2011    1 recensioni
Fu inondato da pensieri forti che gli fecero venire il mal di testa.
… tra quei pensieri riconobbe anche quello di Oz, più forte di tutti gli altri …

La storia è ambientata in un punto qualsiasi della seconda stagione dopo la terza puntata.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a tutti quelli che hanno letto e che leggeranno.
Voglio avvertire i lettori che, per i motivi evidenziati anche nel capitolo precedente, ho preferito raccontare anche questo in prima persona.
Lo spazio rappresenta sempre anche un cambio di POV e cercherò di non creare confusione tra un personaggio e l’altro.
Grazie per l’attenzione.

 
Il dopo
Avevo sentito Michelle urlare.
Perché un paramedico doveva andare dentro? Toby non poteva prima uscire e poi essere visitato da uno di noi?
La cosa mi puzzava tremendamente.
Corsi nell’edificio. Infondo, anche io ero un paramedico.
Ignorai l’agente McCluskey, che cercava invano di tenermi lontano.
Mi affacciai dalla porta e li vidi.
Toby era a terra, bianco, gli occhi chiusi, le perle di sudore che gli incorniciavano la faccia.
E poi c’era lui: Matt. Un poliziotto lo stava ammanettando mentre l’uomo cercava di spiegarsi.
Ebbi l’istinto di avvicinarmi e dargli un pugno in faccia, ma a cosa sarebbe servito?
Guardai di nuovo Toby e senza accorgermene iniziai ad ansimare.
Mi avvicinai con uno scatto e mi inginocchiai accanto a lui.
Andiamo, Toby! Devi resistere! pensai mentre gli prestavo il primo soccorso.
Lo distesi a terra e gli sbottonai la camicia.
Vidi bene la ferita sulla spalla, e per poco non ebbi un mancamento.
Vidi il sangue a terra , sul muro, ovunque …
Andiamo, Toby! Ce la devi fare!
Vidi Carl e Jason con la coda dell’occhio dietro di me.
Sapevo che da solo non potevo soccorrerlo, ma non potevo lasciarlo solo di nuovo.
«Ragazzi, ci penso io. Per voi va … va bene?»
Evidentemente entrarono nei miei panni, perché non fecero obbiezioni.
Mi passarono le bende e io cercai di fermare la fuoriuscita del poco sangue che ancora aveva in corpo.
«Hai controllato se c’è polso?»
No! Certo che non avevo controllato. Avevo paura. Paura che non ci fosse. Paura di aver fatto un’altra delle mie stronzate.
Ma dovevo farlo. Dovevo assolutamente farlo.
Premetti forte due dita sul collo di Toby.
E fu allora che avvenne il miracolo: il battito c’era! Lo senti! Era debole, ma c’era!
Sovrapposi le mie mani l’una all’altra sul suo petto e iniziai a praticare il massaggio cardiaco.
Carl gli mise la maschera respiratoria e iniziò a pompargli aria nei polmoni mentre Jason teneva le bende premute sulla ferita per evitare che perdesse altro sangue.
Andiamo, Toby! Andiamo!
Non sapevo nemmeno perché continuavo a pensare quelle parole.
«Dobbiamo portarlo in ospedale!» disse Carl lasciando il respiratore a Jason e andando a prendere  la barella.
Andiamo, Toby! Ti devi svegliare!
Carl ci mise pochissimo e insieme lo mettemmo sulla barella.
Restai sul retro dell’ambulanza.
Jason si offrì di riportare la mia alla base.
Carl trasformò la vettura in un fulmine, mentre io mi assicuravo che le funzioni vitali restassero … attive, per così dire.
Andiamo, Tony! Non morire!
Gli strinsi la mano e, può sembrare strano, ma mi sembrò mi rispondesse.
Anzi, no! Non era solo un’impressione: era una certezza: Toby mi aveva risposto! Mi  stretto la mano!
Dai, Toby! So che mi senti! Devi svegliarti, ci sei? Ti prego,rispondimi!
Ma non ottenni niente altro …
 
Inizialmente sentivo solo i pensieri di Oz.
Non so bene il perché. Forse erano più forti.
Continuava a dirmi che dovevo farcela, che dovevo svegliarmi.
Io … io avrei voluto rispondergli, ma non comandavo più il mio corpo. Non ne avevo la forza …
Gli strinsi la mano … fu tutto ciò che riuscii a fare …
Piano piano iniziai a sentire anche quelli degli altri: Michelle, gli infermieri, i poliziotti, Olivia …
Olivia … fu lei fa fare l’operazione.
Era sicura che non ce l’avrei fatta … che mi avrebbe avuto sulla coscienza per tutta la vita …
In condizioni normali avrei fermato quei pensieri! Li avrei bloccati! Ma non comandavo neanche quello …
I giorni successivi furono come ascoltare la radio: sapevo cosa pensava la gente, ma non potevo né intervenire, né vedere cosa facevano …
Non so quanto tempo dopo mi svegliai.
Oz dormiva su una sedia in un angolo della stanza.
Era tutto buio, quindi doveva essere notte.
La prima domanda che mi feci fu:ma che ci fa Oz qui in piena notte?
Aveva ancora la divisa: evidentemente non aveva avuto il tempo di cambiarsi.
E neanche di dormire, visto come ronfava alla grande!
Feci un profondo respiro e provai a sedermi, ma subito mi bloccò una fitta alla spalla.
Lanciai un urlo, non molto forte, ma abbastanza per far sobbalzare il mio partner.
«Chi …? Cosa …? Non toccare la mia pizza, brutta scimmia!»
Non riuscii a trattenere una risatina.
«Scusa, non volevo svegliarti!»
«Oh, figurati … yaaawn …» Evidentemente non si era ancora del tutto svegliato.
Restò in silenziò per un attimo e mi sembrò … pensasse!
Ero quasi preoccupato!
«Toby, ma tu … sei sveglio!!!»
Risi di nuovo, cercando di non alzare troppo la voce, per non disturbare gli altri.
Oz si alzò di scatto e si avvicinò al letto.
«Tu non puoi immaginare la paura che ci hai fatto prendere!» e dicendo questo mi spinse con una mano, in modo da farmi distendere di nuovo.
«Pensa che persino Ryder chiede ogni giorno come stai!»
«Davvero? Sono lusingato!»
Sorridemmo entrambi: la cosa ci divertiva!
«Quanto ho … dormito?»
«Quattro giorni di fila! Olivia non sapeva più che farmaci inventari per dire che era tutto normale!»
Ridemmo anche di questo.
E in quel preciso momento Olivia si affacciò.
«Oz, puoi smetterla di …»
Quando mi vide rimase un momento stupita.
Poi sorrise. «Ciao Toby! Ora stai meglio?»
Grazie al cielo si è svegliato! Non ce l’avrei fatta a vederlo ancora così!
Annuii e le sorrisi.
Poi se ne andò.
«Oz, io devo assolutamente riconquistarla!»
«Già, già … ora stai delirando! A dormire!»
«Come? Cosa …? No, dai! Ho dormito quattro giorni!»
«Allora andrai per il quinto! Ora a dormire!»
Risi di nuovo.
Oz tornò a sedersi.
Ripensai a ciò che era accaduto.
«Quel professor Thomas ha fatto degli esperimenti su Matt.»
Le parole uscirono veloci e inarrestabili.
«Cosa?»
«L’ho … l’ho visto nei suoi pensieri!»
«Toby, devi … devi smetterla di pensarci …»
«Oz, io non posso smettere di pensarci! Quando l’ho letto nei suoi pensieri è diventato parte di me!»
Respirai forte. «Inoltre … io e lui siamo simili!»
«Toby, questo non è vero! Tu non minacceresti mai dei ragazzini innocenti con una pistola solo … solo per vendicarti di qualcuno!»
«Oz, io … io non ne sono più tanto certo! Tu non sai … non sai cosa ha passato!»
«So cosa hai passato tu a causa sua, e non c’entravi niente!!!»
«A lui è andata molto peggio!!»
Rimanemmo in silenzio.
Fu Oz a romperlo.
«Il nome completo è Matthew Anderson. È sposato e ha un  figlio, ma la moglie ha chiesto il divorzio, la custodia del bambino e un’ordinanza restrittiva. Ora è in carcere.»
«È giusto, ma ci deve finire anche Thomas!»
Oz annuì.
Sarebbe successo! Presto anche Matt avrebbe avuto giustizia.
Toby lo sapeva …

 

 
Fine

Siamo giunti alla fine.
Grazie a tutti quelli che mi hanno seguito.
Prima di andare, se potete lasciare un commentino non mi dispiace. 

 

   
 
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