Libri > Sherlock Holmes
Ricorda la storia  |      
Autore: Nikki24    22/06/2011    0 recensioni
POV WATSON:Quello è un giorno che rammenterò per sempre perché quello che avevo desiderato per tantissimo tempo: rivedere il migliore amico che avessi al mondo, si era avverato e non avrei potuto provare felicità più grande.
POV HOLMES: Quello è un giorno che rammenterò per sempre perché quello che avevo desiderato per tantissimo tempo: ritornare a casa e rivedere il mio amico Watson si era avverato, ed entro il giorno dopo sarei anche stato libero d riprendere la mia professione. Ero felice.
.... L'inizio dell'avventura della casa vuota in duplice chiave prima il caro dottor Watson e dopo l'unico consulente investigativo al mondo Mr.Holmes...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

POV WATSON

Quando mi svegliai quella mattina della primavera 1894 rimasi sdraiato per circa dieci minuti nel letto perso nei miei pensieri. il mio primo pensiero fu, il dispiacere per la dipartita del mio amico Sherlock Holmes da questo mondo. Il secondo fu per dire addio a mia moglie, morta anche lei. Ed infine mi persi nel ricordo di come, grazie al mio amico Holmes avevo incontrato la mia dolce moglie Mary. Come nella curiosa avventura de “il segno dei quattro” le nostre tre vite si erano incrociate. Ed ora ero rimasto di nuovo da solo in quella casa. Piangersi addosso era pressoché inutile per cui mi alzai e trovai in sala da pranzo la mia colazione già pronta ed il mio giornale ad aspettarmi.

Aprendo il giornale cercai automaticamente degli aggiornamenti sulla tragica fine di Ronald Adair, gli anni passati con Holmes mi fecero venir voglia di provare a risolvere il mistero da me, ma come previsto non feci alcun passo avanti.

Fui occupato a lavorare fino al tardo pomeriggio quando decisi di fare una passeggiata, la quale mi condusse direttamente al 427 di Park Lane, luogo in cui era già radunato un numero esponenziale di sfaccendati e perditempo nonché quello che sospettavo essere un ispettore in borghese. Senza accorgermene finii per urtare un vecchio deforme che era alle mie spalle e teneva in mano una montagna di libri più o meno sconosciuti. I libri caddero tutti sul marciapiede, e per tentare di scusarmi li raccolsi, così facendo notai il titolo di uno di essi “Origine del culto degli alberi”. Purtroppo temo che per il loro proprietario quei libri più o meno sconosciuti, nonché parecchio bizzarri, avevano un enorme valore per cui se ne andò stizzito senza dirmi nulla.

Dopo aver osservato per bene la casa me ne tornai nel mio studio. Circa cinque minuti dopo essermi seduto alla mia scrivania mi venne annunciato un visitatore, e dio solo sa quale fu la mia sorpresa vedendo il vecchio a cui avevo fatto cadere i libri.

<lei sembra sorpreso di vedermi signore > mi disse quel vecchio, certo che lo ero!

Si scusò per essersi comportato maleducatamente nell'episodio relativo ai libri, gli spiegai che non ve ne era alcun bisogno. Dopo una breve conversazione riuscì a distrarmi facendomi girare per guardare uno spazio vuoto sulla libreria. Quando mi rigirai mi trovai davanti l'oramai deceduto (o almeno così credevo) Sherlock Holmes. A quanto dice lui a questo punto svenni, fu la prima ed ultima volta in vita mia. Nella nebbia che mi avvolse poco prima di svenire l'ultima cosa che vidi fu il magro e sorpreso viso di Holmes, lo svenimento portò con se stranissime immagini, mia moglie e Holmes che mi salutavano e svanivano lentamente avvolti dalla nebbia, poco dopo però da quella nebbia ne usciva il mio amico... proprio come nella vita anche nel sogno mi venivano entrambi tolti però Sherlock tornava da me. Mary non sarebbe tornata, l'avevo vista morire. Ma adesso non ero più solo. Adesso avevo di nuovo accanto Sherlock Holmes e sentivo la felicità inondarmi il cuore come non mi accadeva da quel giorno sulle cascate Reichenbach. Quando mi ridestai mi ritrovai con il colletto slacciato e con la sensazione che qualcuno, probabilmente Holmes, mi avesse versato del brandy in bocca. esordì il mio amico devo mille scuse. Non pensavo che sarebbe rimasto così sconvolto> Stavo forse sognando? Ovviamente dovevo stare sognando come poteva essere? Avevo visto le sue impronte, era salito sulla cascata con Moriarty... non era possibile. Invece di rispondere alla mia domanda Holmes si mise ad illustrarmi la difficoltà d'interpretare le vesti di libraio e mi chiese d'accompagnarlo in un'indagine quella sera, naturalmente accettai subito, anche se non riuscivo a capire come potesse sedermi di fronte.. per un secondo mi venne sinceramente da piangere per la felicità. non c'era mai stato? Ora si che ero confuso e sorpreso ma d'altro canto era una peculiarità del mio geniale amico quella di sorprendere e confondere. Ma andando avanti nella conversazione capii che grazie ai suoi molteplici talenti era riuscito a scampare l'abisso e la morte alla quale non era invece riuscito a sottrarsi il professor Moriarty. Purtroppo non riuscivo ancora a capire... D'altronde la mia intelligenza non era certo scattante come la sua. Durante il pomeriggio ebbi comunque tutte le spiegazioni relative all'avventura di Holmes nelle cascate Reichenbach.

Quello è un giorno che rammenterò per sempre perché quello che avevo desiderato per tantissimo tempo: rivedere il migliore amico che avessi al mondo, si era avverato e non avrei potuto provare felicità più grande.

 

 

POV HOLMES

Quando mi svegliai quella mattina della primavera 1894 il mio primo pensiero fu quanto mi mancasse il mio amico John Watson che aveva pazientemente documentato le mie avventure nel tempo. Il mio secondo pensiero fu che quello sarebbe stato il giorno del mio ritorno a Londra, giorno in cui avrei sconfitto il colonnello Sebastian Moran, quell'idiota non poteva offrirmi pretesto migliore dell'omicidio Adair. La prima cosa da fare era prendere il manichino che Monsieur Oscar Meunier aveva fatto per me e partire per tornare finalmente a casa. Una volta sceso dal treno alla stazione di Londra l'unica cosa che volevo fare era vedere il mio caro Watson. Nei suoi confronti mi sentivo terribilmente in colpa, malgrado io non sia tipo da lasciarmi andare ai sentimentalismi, l'avevo abbandonato per tre anni, anni in cui aveva subito ben due lutti:il mio e quello di sua moglie. In oltre, anche se solo per necessità, avevo fatto sapere a Mycroft che ero scampato alla morte e avevo lasciato lui a piangere sulla mia tomba. Non era comunque il caso di piangersi addosso, prima di rivedere il mio carissimo Watson dovevo sistemare la mia “trappola” per Moran. Così mi diressi in carrozza al 221b di Baker Street. Suonai al campanello e venne ad aprirmi la signora Hudson, la quale cadde a terra e per poco non le venne un infarto, immagino sia normale dato che si era appena trovata davanti una persona che credeva morta. La aiutai a rialzarsi e a stendersi sul divano, le prime parole che disse non appena ne ebbe la forza furono devo ammettere che ero divertito da quello “spettacolo” sbatteva gli occhi come se fosse abbagliata e tra un “” e l'altro continuava a blaterare qualcosa circa il fatto che stava sicuramente sognando e che ero morto anche se era affezionata a me le avrebbe fatto immenso piacere riavermi come inquilino. mi butto le braccia al collo Dopo dieci minuti di delirio da parte di quella brava donna della mia padrona di casa (perché effettivamente era di nuovo la mia padrona di casa) chiesi di poter riprendere possesso della casa, permesso che mi venne concesso con molta gioia. Ritrovarmi di nuovo in mano la chiavi del 221b, aprire di nuovo quella porta era proprio come tornare a casa dopo una lunga vacanza, una vacanza durata tre anni. Mi misi subito al lavoro e vestii il manichino con la mia vestaglia poi lo sistemai in una sedia difronte la tenda chiusa in modo che fosse visibile da fuori, spiegai alla signora Hudson cosa avrebbe dovuto fare quella sera ed accettò di aiutarmi. Dopo mi sedetti nella mia poltrona preferita e caricai la pipa con del trinciato forte desiderando solo che l'altra poltrona fosse occupata da John H. Watson. Naturalmente oggi avrei fatto visita anche a lui ma prima c'era un altra cosa che dovevo fare, c'era ancora qualcuno che avevo il tempo di avvisare del fatto che ero vivo prima che Watson finisse il suo lavoro (si lo ammetto avevo chiesto a Mycroft di controllarlo). Dovevo prima vedere qualcun' altro, qualcuno che era perfettamente anonimo e che aveva rappresentato i miei occhi e orecchie a Londra, il lettore avrà già sicuramente capito di chi parlo giusto? Gli “irregolari di Baker Street”! Di certo mi sarei ancora avvalso dei loro servigi ora che ero tornato a stare al 221b di Baker Street, da quello che mi aveva detto la signora Hudson quei mocciosetti si erano intrufolati persino dentro la chiesa e avevano seguito il funerale in un “fiume di lacrime”... erano dei bravi ragazzi quindi decisi di andare un alla ricerca di Wiggins.

Uscii di casa e mi diressi verso i quartieri poveri della città in una traversa trovai il mio luogotenente. Il ragazzo si girò immediatamente dimostrando di avere dei nervi più saldi della signora Hudson e anche una mente più veloce, era davvero degno di nota anche se alla vista della sua faccia sbalordita mi venne da ridere infatti meno di un'ora dopo sentii la padrona di casa protestare con forza e subito dopo mi piombarono da vanti gli Irregolari al completo. Informai tutti di tenersi pronti come al solito in caso avessi avuto bisogno di loro, e sembrarono oltremodo felici di tornare a far parte della squadra ufficiosa che investigava per me a Londra. Una volta finito mi mascherai da vecchio libraio, uscii di casa e seguii Watson nella sua passeggiata. Si fermò al 427 di Park Lane il luogo della tragedia. Senza accorgersene mi urtò facendo cadere i libri che tenevo in mano, si chinò per raccogliermeli. Non potevo assolutamente rischiare che si accorgesse chi si nascondeva sotto i favoriti finti, qualunque espressione da parte sua sarebbe stata rischiosa per cui mi allontanai fingendomi stizzito. Aspettai che rientrasse in casa poi mi feci ricevere fingendomi dispiaciuto per ciò che era accaduto poco prima, nel discorso riuscii a distrarlo facendolo girare e mi levai il mio travestimento ansioso di vedere lo stupore sul volto del mio amico, ma le cose non andarono come credevo: Watson cadde a terra svenuto. Non me lo aspettavo da un uomo con la tempra del dottor Watson, ero sorpreso. Mi premurai di trasportarlo sul divano e per farlo rinvenire gli sbottonai il colletto e gli versai del brandy in bocca. Poco dopo si riprese esordii devo mille scuse. Non pensavo che sarebbe rimasto così sconvolto> era sconvolto era davvero preoccupato e non smetteva di guardarmi come se fossi un fantasma. era confuso e sorpreso, non riusciva a capire povero caro Watson. Passai il pomeriggio a dargli spiegazioni sulle cascate Reichenbach. Quello è un giorno che rammenterò per sempre perché quello che avevo desiderato per tantissimo tempo: ritornare a casa e rivedere il mio amico Watson si era avverato, ed entro il giorno dopo sarei anche stato libero di riprendere la mia professione. Ero felice.

 

***Angoletto dell'autrice***

Appare ovvio che sia la prima parte di “l'avventura della casa vuota” vista prima da Watson e poi da Holmes. Umm... bé via con le note!

 

1 Avrete notato che il POV HOLMES è più lungo del POV WATSON l'unico motivo è che la stessa avventura è scritta dal dottore quindi mi sembrava giusto dare un po' più di spazio a Holmes.

2 le frasi scritte in corsivo provengono direttamente dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle.

3 mi dispiace aver leggermente plagiato qualcosa dal mirabile Conan Doyle ma mi sembrava giusto riprendere un po' del punto di vista del dottore addentrandoci nei sentimenti.

In mancanza di altro da dire vi lascio con queste poche note... un grazie generale a chi leggerà ed a chi recensirà

4 mi sono accorta che pubblicando la storia alcuni pezzi si erano auto-cancellati... per cui ho modificato nella speranza che per una volta questo coso riesca a fare come gli dico io e non come pare a lui

5 nel malaugurato caso in cui continuino a saltare dei pezzi (stupido computer!) mi scuso vivamente... in ogni caso è il dialogo tra Holmes e Watson che avviene ne l'avventura della casa vuota dopo lo svenimento del dottore

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Sherlock Holmes / Vai alla pagina dell'autore: Nikki24