“Guardati attorno, pensa ai tuoi compagni.

Ascolta l’eco dei corridoi

Pensa ai muri, ai banchi.”

Mi sembra ieri che sono entrata alle superiori,  e invece eccomi qui, davanti ai quadri dopo aver ascoltato l’ultima campanella dell’ultimo giorno di scuola della mia vita, i miei occhi scorrono veloci sulla tabella con gli esami al tanto sognato quanto temuto esame di Maturità. Intorno a me, insieme a me, i miei compagni. Ci siamo dati appuntamento  per affrontare questo penultima difficoltà  prima della libertà insieme. Come sempre in questi anni. E intanto penso proprio a loro, a quanto siamo cresciuti e a quanto eravamo spauriti e bambini quando abbiamo varcato le porte di questo edificio tanto odiato eppure amato in questi lunghi cinque anni.  Penso ai professori, proprio loro motivo di tante pene e lacrime per un voto negativo non meritato.  Ora invece ci siamo trasformati in giovani uomini e giovani donne, pronti a urlare in faccia al mondo i nostri sogni, le nostre aspettative… le nostre paure.

“Ricorda i pianti, i litigi, le risate

Il semplice  sorriso della tua bidella.

I problemi dei tuoi amici, i consigli dati.

Ricorda i momenti in cui hai pensato a qualcuno

Che ami, scritto il suo nome sul muro.”

Sono perfettamente consapevole che gli anni delle superiori  sono i più belli, sono quelli in qui scopri il primo battito nel cuore provocato da un ragazzo che scopri di amare, sono quelli in cui scopri che chi credevi amici forse tanto amici non sono.  E soprattutto impari che nella vita non è detto che ciò che ti aspettare di ricevere sia quello che effettivamente ricevi e che a volte puoi rimanere deluso. Questi giorni che mi dividono dalla Prima prova della Maturità saranno cariche di agitazione, della paura di non farcela e di non superare il primo grande ostacolo della mia vita lavorativa.

“Ricorda le finestre  bagnate dalla pioggia e

La gioia del primo fiocco di neve.

Il tempo che non passa mai, la voglia di scappare,

di mollare tutto”

Intere giornate passate sui libri, il carico di studio enormemente grande che mi dava la sensazione che non sarei mai riuscita a studiare tutto in tempo e soprattutto che non sarei mai riuscita a ricordare tutte le nozioni necessarie per prendere bei voti.

I momenti di divertimento nelle gite, le notti in bianco passate a chiacchierare per poi dormire tra una meta e l’altra il giorno successivo cotti, stanchi ma felici. Felici di essere così uniti per affrontare le difficoltà che la carriera scolastica ci pone davanti.

L’ansia prima di una verifica,  di un interrogazione, quella stessa ansia che sento crescere dentro di me ora, mentre mi preparo per andare affrontare la prima prova degli esami. Penso all’agitazione della tanto nominata “Notte Degli Esami”  appena passata, emozioni quasi indescrivibili che so benissimo che non ritroverò più in futuro e per questo devo cercare di viverli a pieno.

“Ruba tutto ciò che i ricordi

possono contenere che i tuoi occhi possano guardare

la rabbia, l’amore, l’impegno sono tutte cose che

ti hanno portato a crescere.”

Già i ricordi, quando sarà finito mi rimarranno solo quelli, anche se ora non vedo l’ora che tutto sia finito, non vedo l’ora di essere libera per passare un estate di puro divertimento senza i compiti, al mare con gli amici. Sono convinta che sarò tra le persone nostalgiche a settembre perché per la prima volta in tredici lunghi anni non sarò tra i ragazzi che affollano le cartolerie alla ricerca di un diario nuovo e i libri che li vedranno ore e ore. Ma sono anche sicura che altri compagni orgogliosi non ammetteranno mai che questo capitolo della nostra vita che si sta per chiudere, queste emozioni brutte o negative che siano resteranno sempre: “I Migliori Anni della Nostra Vita”. Alcuni di noi però non lo ammetteranno mai.

“Ricordane  ogni piccola sfumatura e vedrai che li porterai

Con te per sempre.”

“Chibiusa, corri o prenderemo i posti più vicini alla commissione!!” mi urla una mia compagna di classe già vicino al portone pronta a correre su appena i bidelli ci permetteranno di entrare. Per l’ultima volta, nell’edificio che ci ha visti crescere. Le sorrido e la raggiungo tirando un sospiro malinconico.