Anime & Manga > Majin Tantei Nougami Neuro
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Autore: Fiamma Drakon    22/06/2011    1 recensioni
All’apparenza, quello che nuotava nella vasca da bagno poteva sembrare un pesce per via della forma, ma il fatto che sembrasse essere corazzato, che avesse una doppia fila di denti aguzzi e non due ma ben sei occhi faceva ben presupporre a Yako che fosse uno degli animaletti da compagnia che Neuro si divertiva a liberare in giro per casa come se fossero completamente innocui - solo che almeno per quel giorno poteva anche fargliela passare liscia, visto che era il primo d’aprile, nonostante il suo fosse un senso dell’umorismo piuttosto macabro e fuori del comune.
[Personaggi: Neuro Nōgami, Yako Katsuragi]
[Neuro/Yako - scritta per la community 1frase]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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From Hell #01 - Angelo
Neuro era un demone, eppure nel vedergli assumere la sua vera forma e spiccare il volo verso la luce che s'alzava all'orizzonte, Yako riuscì a paragonarlo almeno per un momento ad un angelo, un meraviglioso angelo che stava rischiando la sua vita per salvarne tante altre.
#02 - Sorriso
Guardando l'incresparsi delle labbra di Neuro e riconoscendo il tipo di sorriso che aveva deformato i suoi lineamenti, Yako non ebbe dubbi: c'era qualcosa che ronzava nella sua mente geniale e diabolica e la ragazza temeva - e a ragione - che in qualche modo anche lei ne fosse coinvolta.
#03 - Felicità
La felicità di Yako nel pensare al viaggio alle terme che era riuscita a vincere era stata immensa, ma Neuro si era rivelato essere decisamente strano ed inquietante in viaggio, fatto che era riuscito a smorzare un po' l'entusiasmo della ragazza.
#04 - Pericolo
Da quando Neuro era entrato nella sua vita, il fatto che Yako si trovasse spesso in pericolo poteva essere ricondotto a due perché: o faceva la parte dell'esca o era il giocattolo da torturare del demone.
#05 - Confusione
Neuro era stato battuto, ferito, lasciato moribondo e debole e Yako era in uno stato di confusione e preoccupazione pressante: lui non poteva morire, era immortale, gliel'aveva assicurato egli stesso... e allora perché lei era così angosciata?
#06 - Mondo
Il mondo umano per Neuro era fantastico: gli umani producevano misteri complessi, laboriosi e gustosi ad un ritmo tale da lasciarlo stupefatto e soddisfatto, visto che in tal modo non avrebbe dovuto faticare poi tanto per trovare un mistero da consumare.
#07 - Finestra
Neuro osservava il mondo umano da una finestra del mondo dei demoni, la mente in trepidante eccitazione: percepiva la presenza di misteri in quantità incredibili e sempre crescenti, misteri succulenti e macchinosi che lo attiravano sempre di più.
#08 - Spazio
«N-Neuro... sai cosa vuol dire “spazio personale”?» chiese la Katsuragi con un fil di voce, premendo contro il petto di lui per cercare di allontanarlo un po’, avere la possibilità di respirare più liberamente: in quel ripostiglio stavano veramente stretti ed era inutile dire che la stazza tutt’altro che nella norma del demone non era affatto d’aiuto nel migliorare la situazione.
#09 - Vista
La compagnia di Neuro aveva fatto sì che anche Yako, con il tempo, cambiasse: adesso aveva sviluppato una sorta di “vista superiore” che le permetteva di notare almeno a grandi linee le trame dei misteri che incontrava sul suo cammino.
#10 - Pace
«Andiamo, ameba: sento un mistero nei paraggi» esclamò Neuro, afferrando la povera Yako per i capelli e sottraendola al suo pranzo, interrompendo quel momento di pace senza il minimo rimorso o esitazione.
#11 - Sbaglio
Contraddire Neuro era il più grande sbaglio che Yako potesse mai fare, perché lei era ormai diventata il suo capro espiatorio preferito per i suoi malefici scherzi.
#12 - Occhio
«Yaaah!» gridò la Katsuragi, impallidendo e tirando indietro la sedia, «Ah, l'hai trovato...» constatò Neuro con nonchalance ed un sorriso malvagio, osservando l'occhio che galleggiava nella zuppa di lei.
#13 - Mare
Neuro non aveva mai visto il mare degli umani, ma la vista che gli si offriva dalla scogliera era stupenda e suggestiva - ed il merito in parte era anche di Yako, che l'aveva portato fin là.
#14 - Folla
Yako era schiacciata, quasi soffocata dalla folla che l’aveva anche separata da Neuro; ciononostante era impossibile non riuscire a distinguerlo tra la gente: era troppo alto ed i capelli di un colore troppo strano per potersi confondere nella massa.
#15 - Gabbiano
Yako lanciò un gridolino sorpreso quando vide un gabbiano posarsi sul davanzale della finestra, svegliando Neuro, il quale, infastidito, scese dal soffitto e afferrò l'uccello per la gola, lanciandolo fuori con forza.
#16 - Sogno
Yako era sconvolta, nonostante fosse ben sicura che fosse stato tutto un sogno: Neuro con un paio d'orecchie bianche da coniglio, un batuffolo di pelo per coda ed un grosso e distorto orologio da taschino in mano era qualcosa di fin troppo inquietante persino da pensare.
#17 - Libertà
A Yako, nonostante si fosse adattata e abituata alla costante presenza di Neuro al suo fianco, mancava un po’ la libertà di fare cosa le andava e andare dove le pareva che aveva avuto fino a prima del loro incontro.
#18 - Gelato
«Evviva, il gelat...!» esordì Yako, ma s’interruppe quando Neuro, forse senza volerlo o forse in modo totalmente consapevole ed intenzionale, le diede una spinta tale da farglielo cadere.
#19 - Controllo
Neuro spesso e volentieri agiva come un sovrannaturale dittatore, soprattutto con Yako: lui adorava imporre il proprio controllo su di lei ed obbligarla a seguire le proprie regole - e alla Katsuragi non rimaneva altro che obbedire, se ci teneva alla sua incolumità fisica.
#20 - Pesce
All’apparenza, quello che nuotava nella vasca da bagno poteva sembrare un pesce per via della forma, ma il fatto che sembrasse essere corazzato, che avesse una doppia fila di denti aguzzi e non due ma ben sei occhi faceva ben presupporre a Yako che fosse uno degli animaletti da compagnia che Neuro si divertiva a liberare in giro per casa come se fossero completamente innocui - solo che almeno per quel giorno poteva anche fargliela passare liscia, visto che era il primo d’aprile, nonostante il suo fosse un senso dell’umorismo piuttosto macabro e fuori del comune.
#21 - Sole
«Uff...! Che caldo!» sbuffò Yako, sudata e stanca, ma subito si vide circondare da un velo d'ombra che la convinse a voltarsi: l'imponente profilo di Neuro, immobile alle sue spalle, le copriva il sole, offrendole riparo dalla calura.
#22 - Brezza
Ogni volta che Neuro stava per liberare la sua energia demoniaca, attorno a lui si alzava una brezza sinistra che gli frusciava tra i capelli, sollevandoli, dandogli un aspetto più cupo e pericoloso del normale, ma che la Katsuragi trovava stranamente attraente.
#23 - Costa
Ammirare il sole dalla costa era un qualcosa che per Yako era meraviglioso, soprattutto perché lì accanto a lei c'era il neo-umano Neuro, imbarazzato dalla sua nuova condizione ma decisamente soddisfatto della compagnia.
#24 - Città
In breve tempo in tutta la città si era sparsa la voce sull'impareggiabile coppia di investigatori: la straordinaria Yako Katsuragi ed il suo misterioso pupillo Neuro Nōgami.
#25 - Casa
«Ah! Ho sempre desiderato una casa in riva al mare!» esclamò Yako entusiasta, posando i bagagli a terra per andare ad abbracciare il suo novello sposo, in piedi alle sue spalle, «Grazie, Neuro!».
#26 - Bugia
«Neuro!» chiamò la Katsuragi, in lacrime, quando si accorse che il demone le aveva mentito: l’aveva convinta a fare da esca dicendole che almeno per una volta non le sarebbe accaduto niente, ma adesso stava aggrappata ad una fune, penzolando dal quinto piano di un edificio mentre con tutta sé stessa cercava di non mollare la presa.
#27 - Telefono
«Neuro! Neuro!» esclamò Yako, urlando nella cornetta del telefono, ma tutto ciò che udì dall’altra parte fu un colpo d’arma da fuoco ed il rumore di un corpo che cadeva, poi fu il silenzio - un terrificante, agghiacciante silenzio.
#28 - Orizzonte
Nella luce arancione del globo solare che s’apprestava a scomparire oltre l’orizzonte, Yako osservava sovrappensiero il profilo slanciato di Neuro che si allontanava, precedendola verso il loro ufficio: era sovrannaturale, egoista, folle... ed incredibilmente affascinante.
#29 - Stile
«Neuro... non hai mai pensato di cambiare stile...?» domandò incuriosita la Katsuragi, dopo essere rimasta a contemplare per dei minuti i piccoli triangoli rovesciati che pendevano da alcuni suoi ciuffi di capelli; tuttavia, mai la ragazza si sarebbe aspettata una risposta così acida e veemente come quella che ebbe: «I demoni non hanno bisogno di cambiare stile: ognuno di noi è fatto a modo proprio».
#30 - Malinconia
Cose come la malinconia per Neuro erano frivole sciocchezze da umani, sensazioni che non avrebbe mai né provato né compreso e che si divertiva a schernire in Yako, la quale aveva imparato che quello era il suo modo di dimostrarle il proprio affetto.
#31 - Bacio
Erano da soli nel loro ufficio, quando demone ed umana consumarono il loro primo bacio, che Yako trovò leggermente sgradevole a causa della vicinanza ristretta tra sé stessa e le zanne aguzze di Neuro.
#32 - Mano
Ogni volta che Neuro aveva da convincere Yako a far qualcosa, anziché usare le cosiddette "buone maniere", usava la sua vera mano, priva di guanto, munita di artigli lunghissimi ed affilati - una concretizzazione piuttosto inquietante della famosa “mano pesante”.
#33 - Caduta
Yako era negata quando si trattava di scalare le pareti rocciose e, se non fosse stato per il tempestivo intervento di Neuro, si sarebbe schiantata al suolo dopo una caduta di una ventina di metri.
#34 - Volo
«YAAAH!» urlò Yako quando fu lanciata fuori dell’auto da Neuro, osservando poi quest’ultima fare un volo di diversi metri dal bordo del ponte interrotto fino nel fiumiciattolo sottostante ed esplodere nell’impatto col fondo, senza sapere se il demone era riuscito a sopravvivere o meno.
#35 - Felino
«Quella... cosa... sarebbe...?» domandò la Katsuragi, intimorita dalla cosa che si agitava nella presa del demone, «Un felino infernale... ideale per la caccia» rispose Neuro, sorridendo all'umana con quel suo solito modo di fare poco affidabile.
#36 - Gravità
Le ferite riportate da Neuro erano di una gravità non indifferente anzi, per la prima volta Yako riuscì a provare una seria apprensione nei confronti della salute fisica del demone; tuttavia, la Katsuragi non aveva alcuna nozione circa il primo soccorso e non aveva neppure la più pallida idea di come si curassero le ferite di una creatura come Neuro.
#37 - Fantasma
Nei sogni di Yako era ricorrente la presenza del fantasma di suo padre, una reminiscenza che le creava ancora dolore a livello emotivo; eppure - per qualche fortuita circostanza - ogni volta che ciò accadeva, Neuro era sempre lì, pronto a svegliarla, strappandola ai suoi incubi.
#38 - Lotta
Neuro era costantemente in lotta con il mondo per riuscire a tenere al sicuro la sua riserva di cibo, ma dopo del tempo aveva anche cominciato a farlo per salvaguardare l'incolumità della persona a lui più vicina - nonostante il suo inconsueto interesse nei suoi confronti fosse nascosto da tutte le cattiverie che perpetrava senza rimorsi ai suoi danni.
#39 - Motore
«È... interessante» commentò Neuro, esaminando l'interno del cofano dell'auto che aveva innanzi, «Riesci a farla funzionare?» chiese Yako, ottenendo in risposta da lui un deliziato e malevolo «Ma è un motore troppo semplice», al quale seguì la sua riapparizione con il motore in pezzi tra le mani.
#40 - Tornado
Yako s'era vista trasformare radicalmente la vita dall'arrivo improvviso del demone investigatore Neuro Nōgami, che aveva fatto irruzione nella sua quotidiana tranquillità con la forza distruttiva di un tornado.
#41 - Vecchiaia
«Chissà come dev'essere essere immortali, non morire neanche di vecchiaia...» rifletté Yako tra sé e sé, osservando Neuro: aveva vissuto per secoli nell'Inferno, eppure la sua prestanza e beltà fisica erano ancora impressionanti.
#42 - Domani
Alla Katsuragi aveva detto «Domani usciamo», eppure di lui non aveva trovato traccia nell'ufficio, tranne un bigliettino che le diceva - o, meglio, ordinava - di recarsi alla piazza centrale della città - dove forse Neuro la stava aspettando.
#43 - Sangue
Neuro era steso a terra ed il sangue che zampillava copioso dalle sue numerosissime ferite ricordava a Yako quello che aveva visto circondare e macchiare il corpo senza vita di suo padre, mesi addietro.
#44 - Paradiso
Per Neuro, in quanto demone, era negato l'accesso al Paradiso, eppure Yako riusciva a scorgere in lui qualcosa di buono, sotto la dura scorza che mostrava quotidianamente.
#45 - Volontà
In quanto demone, con le sue "buone maniere" Neuro riusciva ad annichilire e sottomettere completamente la volontà di Yako, la quale - per parte sua - anche volendo non riusciva a sottrarglisi.
#46 - Reale
Neuro era tornato nel regno degli Inferi e Yako era rimasta sola nell'ufficio, accompagnata solamente da un impressionante senso di smarrimento che faticava a reputare reale: faceva troppo male.
#47 - Rosa
La rosa che Neuro depose con nonchalance ed un movimento rapido tra i capelli di Yako era rossa e florida, nel vivo della fioritura e simboleggiava qualcosa che a parole il "nuovo Neuro" - quello umano - non riusciva a dire.
#48 - Voce
Yako, con una mano appoggiata alla porta, ascoltava attenta cosa stava avvenendo dall'altra parte della porta: era la prima volta che sentiva Neuro cantilenare qualcosa e - doveva ammetterlo - la sua voce era meravigliosa.
#49 - Solitudine
Yako era rimasta sola: suo padre era morto e sua madre se n'era andata per lavoro, lasciandola in solitudine nell'appartamento dove un tempo avevano vissuto felicemente tutti insieme, ma con l'arrivo del demone divoratore di misteri, Nōgami Neuro, la sua solitudine era sparita.
#50 - Cecità
Era la stessa natura di Neuro ad impedirgli di vedere i sentimenti che Yako provava nei suoi confronti, una limitazione che l'avrebbe reso cieco alle emozioni per sempre.
   
 
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