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Autore: Flavie    22/06/2011    0 recensioni
One-shoot strana che mi è venuta in mente ispirandomi ad una festa dove sono stata. Ero stanca quando ho scritto,ed era molto presto,pietà.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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:- Smettila di ridere!- lo rimprovero inutilmente,ridendo a crepapelle io stessa.
:- Non ci riesco- dice tra un sussulto e l’altro – GUARDATI! Sei assurdamente bagnata e gocciolante! Hahahah se vedessi i tuoi capelli! – comincia a rotolarsi sull’erba.
Che sia pazzo?
:- Paul,puoi evitare di farmelo notare? Dopotutto sei stato tu a farmi la doccia col tubo! Va bene farsi i gavettoni…ma non col tubo!- squittisco indignata.
Ride ancora più forte. Si,è definitamente perso. Cervello R.I.P.
Scuoto la testa sconsolata ed entro in salotto per cambiarmi. Mentre mi spoglio dalla finestra vedo la mia migliore amica bagnata fuggire a gambe levate da mia sorella che la insegue con una bottiglia piena d’acqua ghiacciata e poche buone intenzioni,con i miei amici che la minacciano con due tubi d’acqua alquanto grandi.
Poveretta,ha tutto il mio sostegno…MORALE.
Mentre mi sto finendo di vestire,devo solo mettere gli shorts,entra Paul,che mi guarda all’inizio imbarazzato,poi con un sorrisetto compiaciuto che poco mi convince.
Senza prendermi la briga di finire di vestirmi esco in maglietta e mutande e lui mi segue,povero ingenuo. Appena si volta lo innaffio con il tubo :- Ora chi è bagnato e gocciolante?- alzo un sopracciglio soddisfatta e con aria superiore.
Si passa una mano tra i capelli liberi dal gel e mi osserva curioso :- Vendetta? Io propongo una gara!-
All’inizio non comprendo cosa abbia detto,ma come per un riflesso involontario annuisco…insomma,contro di lui ho sempre vinto tutte le scommesse e le gare,non ho nulla da temere. Mi sento abbastanza sicura.
Rientro,indosso gli shorts ed esco,curiosa di scoprire quale possa mai essere questa sfida. Lo trovo con tutti gli altri che gli rimbeccano qualcosa e scettici a sistemare delle bottiglie e dei bicchieri allineati su un tavolo.
:- Allora? Di che si tratta?- domando.
Indica la sfilza di bevande :- Vince chi li beve tutti e delira meno – storce il labbro mentre lo dice.
:- Alcolici?- chiedo,ora sono perplessa e poco convinta anche io.
:- ti ricordo che hai già accettato- sottolinea con un ghigno :- prego-
Sbuffo e butto giù il primo bicchierino di semplice vino rosso,poi un cocktail e della vodka…ma ..che schifo uno dopo l’altro. Grugnisco violentemente nella sua direzione.
Lo vedo soddisfatto,mentre mi ha già superata di due birre.
Acchiappo il rum e me lo scolo. Mi viene da vomitare,l’unica cosa che volevo era la birra e l’ha finita lui. Ora siamo pari..cos’è rimasto? Scruto un po’ brilla il tavolo e addocchio un gin-lemon,lo afferro e…non c’è più. Ho vinto! Ho vinto! Rido come una pazza e gli faccio la linguaccia…sarei davvero felice se non avessi una nausea assurda…ed un saporaccio indistinto in bocca,a causa dei miscugli.
Lui si accascia a terra,vinto e sorridente. Mi guarda e con un cenno della testa mi fa capire che si congratula con me. Abbraccio le mie amiche,che hanno contribuito alla sparizione della birra.
INFAMI! No,non importa,ho vinto.
Hey! Una lucciola…di giorno? Ah no…era una luce al neon. Perché ci sono le luci al neon in giardino? Mi avvicino barcollante per capire finalmente che si tratta di un innocuo lampione rotondo.
Paul sta sdraiato sul cemento e delira su quanto siano belle le stelle…alle cinque del pomeriggio,a giugno.
Gli vado incontro ridendo e arrossata in volto,quasi cadendogli accanto :- Non ci sono le stelle-
Lui annuisce e le indica.
:- Ma non si vedono con la luce del sole! – continuo testarda nella mia tesi.
Sbuffa e mi guarda storto :- Io vedo una bella stella ok? – borbotta :- sei una bella stella!- e torna a blaterare da solo.
Ok,lui è ubriaco. Ringrazio Dio di reggere l’alcool e di essere solo brilla e con l’aiuto di mia sorella vado in salotto sul divano a mangiare patatine. Buone le patatine. Sgranocchio felicemente per un po’ guardando la tele.
Mi risveglio scomoda e con il pacchetto vuoto in mano. Ma che ora è? Oddio…mezzanotte?
Con un versetto acuto mi alzo e cerco di darmi una svegliata,poi prendo il telefono per chiamare casa e dire che sto arrivando,quando noto un messaggio:
 
 
                              “Ok,cara,mi ha chiamato Paul,mi ha detto che ti sei addormentata su divano,
                           che non ti ha voluta svegliare. No problem. Ti aspettiamo domani in tarda       
                         mattinata. Un bacio. Mamma”
 
Tiro un sospiro di sollievo. Salgo per vedere se Paul dorme. Su non c’è…dove può essere? Starà già dormendo magari. Vado in bagno e infilo un pigiama che mi ero portata per prestarlo alla sorella,che aveva avuto un imprevisto. Mentre esco dal bagno lo vedo dalla finestra,accovacciato su un tappetino sull’erba,con il naso all’insù.
Esco trotterellante,la nausea è diminuita. Mi vede e accenna ad un sorriso nel notare il pigiama striminzito e alquanto originale. Mi siedo anche io sul tappetino :- Che fai qui? Vieni a dormire! È tardi,e non sei nemmeno tanto lucido – lo derido.
Incassa in silenzio :- Lo so. Sai,da come hai detto sembriamo una vecchia  coppia di moglie e marito- sghignazza.
È ancora brillo. Sbuffo. :- No,non lo sembriamo. Entra dai- lo incito,tirandogli il braccio.
Non si smuove di un millimetro. Stremata torno a sedermi,a guardare le stelle,che ora si vedono.
 
 
                                                ********                            ********
 
 
 
Caldo. Luce. Mi sveglia il canto di un gallo. Apro gli occhi insonnolita ed è giorno. Ma m’è preso il vizio ad addormentarmi così a me?
Bha.
Ho la testa sul suo petto,che dorme beato,incurante del sole ustionante. Beato lui.
Mentre mi alzo lo urto e si sveglia.
:- Che ora è?- gli chiedo.
Alza il polso con il suo Rolex costoso :- Le otto- biascica.
:- Oddio!- salto su :- è tardi! È tardi!- mi alzo e comincio a correre verso l’entrata.
Appena varco la soglia mi prende un colpo. Che diamine è successo qui? Ieri sera era tutto a posto,a parte la busta vuota di patatine sul divano! Sembra sia passato un uragano,bicchieri vuoti ovunque,foto ricoprono il pavimento insieme ai cuscini e abiti usciti da chissà dove,tra i quali alcuni sono miei.
Lui,probabilmente richiamato dall’urlo che ho cacciato entrando, mi segue e per poco non sviene lì per lì.
:- Ed ora? Che facciamo? Ed ora? – mugola.
:- Ma…che è successo?- domando.
Scrolla le spalle. :- So solo che mi scoppia la testa- si lagna.
Ora che comincio a farci caso anche io ho un bel mal di testa.
Ci diamo da fare per rimettere in ordine,liberando tutto e pulendo,raccogliendo le foto senza vederle e smistando gli abiti. Al termine del nostro lavoro,durato più di un’ora, andiamo a lavarci e vestirci. Finiamo quasi contemporaneamente e,visto che ho ancora un margine di un’ora per andare a casa, diamo un’occhiata alle foto.
Sono polaroid della sera ( no dovrei dire mattina presto…molto presto?) prima. Io che canto in piedi sul tavolino e lui che mangia le patatine alla vodka. Bleah!
Noi che balliamo,che ridiamo e via dicendo….si nota che le foto le abbiamo fatte noi. Siamo negati. Ridiamo insieme.
:- Ma,abbiamo bevuto di nuovo?- dico inutilmente.
:- Secondo te?- sghignazza lui.
:- Non è possibile- affermo sconsolata- almeno ora abbiamo finito tutto il rifornimento. Siamo al sicuro no? – cerco di auto tranquillizzarmi.
Lui ride della mia espressione “ siamo al sicuro”,come se un’enorme bottiglia di vino m’inseguisse con un’ascia in mano per uccidermi. Sorrido anche io.
Poco dopo lo saluto e vado a casa,ingurgitando tachipirine. Fortunatamente abito vicino.
La sera ci ritroviamo a casa del ragazzo di mia sorella a guardare film sciocchi che non fanno ridere nessuno se non noi.
Che cosa triste,penso ironica.
Ceniamo con pizza e gelato,a volte mischiandoli. Siamo la vergogna della cucina mondiale.
:- Qualcuno vuole una birra? – chiedono.
Io e Paul siamo gli unici a rifiutare.
Tutti ci guardano sorpresi :- Voi siete GLI UNICI che NON HANNO MAI rifiutato una buona birra!- Uh! Che tono di indignazione.
:- No davvero,ieri abbiamo fatto il pieno – spiega lui.
Annuisco per confermare le sue parole.
:- Capirai…due cosette nel pomeriggio- ci deridono.
:- Si,gusto due cosette… - sussurro io.
:- Nel pomeriggio,poi- bisbiglia Paul.
Ridiamo insieme e ci divertiamo a vedere gli altri brilli,per una volta. È belli essere lucidi. È bello vederli brilli. È bello stare insieme,penso mangiando le patatine. 
  
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