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Autore: Glirel    23/06/2011    1 recensioni
L’innata malinconia degli angeli non lasciava spazio ai ricordi felici della vita mortale.
Sto scrivendo "sotto ispirazione", perché è da un po' di tempo che penso alla trama di notte... Questa è la mia prima storia, siate clementi!
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10 anni. 
Aveva 10 anni quando morì, lasciandosi alle spalle una breve vita d’affetti e amicizia. Quando lo trovarono aveva appena abbandonato le sue spoglie mortali e non si capacitava di quel che gli stava accadendo. Non era un fantasma, ma non era più umano. Lo avevano trovato in un angolo buio, in lacrime, e ora lo stavano portando in un luogo sconosciuto. L’unica cosa cui riusciva a pensare erano quegli occhi. Occhi blu come il cielo notturno, profondi come una fossa oceanica e accesi come le stelle. Gli occhi di sua sorella, così diversi dai suoi, di un verde scuro come le fronde dei pini, gli mancavano più della sua stessa vita.


Saamuel continuò a spiarla di nascosto anche quando non fu più un essere materiale. Non si ricordava nulla della sua vita passata, e si era dunque dimenticato chi lei fosse. Ma nonostante tutto, sentiva che il sentimento che provava nei suoi confronti fosse sbagliato. 
Ora erano passati decenni dalla morte di lei, ma non l'aveva ancora rivista nell'altro luogo. Se n'era andata in un giorno qualunque, per un incidente qualunque. Azrael se l'era portata via che era ancora giovane ed innocente. Era certo che l'avrebbe rivista a breve, ma forse era troppo pura per risiedere nel suo stesso Cielo. Tuttavia, egli non aveva mai smesso di cercare occhi simili a quelli della ragazza in ogni bambina che fosse nata, tentando di ritrovarla e continuar a seguirla, magari in un incarnazione. Non voleva perderla per nessuna ragione. 

E poi accadde. Altri secoli erano trascorsi, quando il suo cuore finalmente esultò, e in un batter d'ali Saamuel vide una bimba dagli occhi di cielo diventare grande. Non era una reincarnazione, ma d’altro canto anche lei era divenuta bellissima. Non era la sua pelle color ebano, il suo fisico aggraziato e il modo in cui vestiva che l’affascinavano. Gli occhi di lei gli ricordavano un tempo di cui non aveva memoria. L’innata malinconia degli angeli non lasciava spazio ai ricordi felici della vita mortale.

Non sapeva come si era ritrovato fra le sue braccia, in quella notte piovosa. Sapeva soltanto di essersi avvicinato troppo. L'aveva vista su una grande strada buia, popolata di altre ragazze quasi del tutto svestite, alcune con lo stesso sguardo malinconico, altre sfacciate ed irriverenti. Richiamata da una di quelle, stava attraversando le corsie per raggiungerla, quando una macchina aveva improvvisamente svoltato una curva piombandole addosso. Senza riflettere sulle conseguenze del suo atto, si era precipitato a trarla, esangue, dai rottami dell'auto, tra lo stupore che le sue immense ali avevano provocato nella piccola folla di prostitute che si erano avvicinate per soccorrere la compagna. L'aveva portata in una cascina e l'aveva guarita, e poi era rimasto a contemplarla dormire.
Quando vide che si stava svegliando, tentò di nascondersi, ma gli occhi di lei lo raggiunsero prima che potesse muovere un muscolo. Ancor prima di accorgersi di quello che stava facendo, lui le si era avvicinato, fino a trovarsi a pochi centimetri dal suo viso. L’unica cosa che sembrava capire era che voleva vedere quanto profondi fossero quegli occhi blu. Poi la ragazza fece qualcosa di strano: come rapito da un sogno, Saamuel sentì le labbra di lei sulle sue, e al solo tocco un piacevole calore pervase le sue membra. Poi il corpo di lei lo sfiorò e il calore divenne più intenso, inebriandogli i sensi, facendo sì che si perdesse in quel tocco morbido; portò le mani a carezzarle la schiena, per sentire la sua pelle sotto la propria, e la sentì rabbrividire. Spaventato, si ritrasse: non voleva farle del male in alcun modo. Ma lei lo guardò supplichevole: era tristezza, quella che le leggeva in volto? O forse rimpianto? O, ancora, desiderio. Desiderio di essere amata, toccata dolcemente, non come facevano i bruti che doveva soddisfare ogni giorno. Iniziò ad avvicinarsi, svestendosi piano. Completamente nuda, Saamuel poté osservare il suo corpo aggraziato, la pelle scura che rifletteva i raggi della luna piena. Si avvicinò al suo salvatore, ne slacciò la veste candida che ricadde morbidamente ai suoi piedi. Saamuel non provava vergogna, nell’altro luogo era abituato alla sua nudità. Ma stare accanto a quella ragazza lo metteva a disagio, non era normale. Come per rispondere al dubbio di lui, la giovane gli sfiorò i capelli, e lui chiuse gli occhi, scosso da un fremito che non aveva mai provato. Gentilmente la ragazza lo guidò, gli permise di entrare in lei. Poi ansiti e gemiti si confusero, e per lungo tempo i due rimasero avvinghiati l’uno all’altra, bisognosi del contatto tra i loro corpi, bisognosi di quegli sguardi intensi, per poi sprofondare tra le braccia di Morfeo insieme, ancora stretti nell’ultimo abbraccio.
 
                                              
 
 
 
 
 

Angolino Autrice (Autrice??)
Salve a tutti, gente! Sono alla mia prima storia, che mi frulla in testa da un po' e alla quale penso soprattutto di notte, prima di appisolarmi.
Scriverò sotto "ispirazione", quindi ci metterò un po' ad aggiornare, anche perché non so ancora come seguire la trama che ho in mente...
Recensite, sia che vi piaccia, sia che vi faccia schifo:

le critiche, se educate, sono sempre ben accette ^^

  
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