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Autore: serew    23/06/2011    0 recensioni
Ricordati di quello che ti ho dato;
semplicemente guardandoti negli occhi e facendo comparire
un sorriso delicato sulle tue labbra...
così il nostro mondo cambiava, ed è cambiato!
e ti chiedo se è giusto che tu faccia smettere questo sogno così...
non voglio, ma devo, e così io ti dimentico...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“La vita è un po’ come il jazz: viene meglio quando si improvvisa.”





I miei genitori mi hanno portato in un istituto, dove ci sono parecchi ragazzi che hanno la mia stessa malattia…
Mi hanno detto che qui starò come a casa, e diventerà la mia seconda famiglia se pur più grande;
ora ci voglio veramente sperare visto che nessuno, nemmeno mia madre, ha il coraggio di guardarmi negli occhi e dirmi che si aggiusterà tutto.
Tutti si limitano a discorsi già fatti e programmati senza sbilanciarsi sulle emozioni, o pareri personali, semplicemente magari speranze.
Sembra che a nessuno importi realmente la situazione di un’altra persona.
Nemmeno ai dottori interessa; salvano tutta quella gente la maggior parte delle volte per lo stesso motivo, il denaro!
Anche loro sono diventati falsi.
Sapete come quando vi chiedono di fare davanti a un pubblico un discorso, le tue parole possono cambiare lo stato di quella persona;
e tu ti senti talmente responsabile che l’unica cosa che ti viene in mente è: generalizzare.
Perché se io ho un problema, per farmi stare meglio, devo guardare i fatti degli altri e constatare che:
-1° non mi faccio i cazzi miei
-2° anche la persona che ha il sorriso più bello e te lo pianta davanti agli occhi ha le sue tristezze.
Infatti non conta quanto già stavano schifo alcune persone, basta che noi ci sentiamo in pace!
Un’assurdità da guinness word record!!!
Così passavo le mie giornate davanti alla finestra della mia camera BIANCA e spoglia,
Sperando in un cambiamento radicale.
Magari che fosse tutto un gioco per tenermi occupata, forse per prepararmi una mega festa del compleanno…
Invece nessuno scherzava.
Di conseguenza stava a me cambiare quella giornata, tanto nera dentro di me, quanto bianca all’esterno.
Questa mattina quindi avevo un programma: scendere dal letto, rendermi presentabile (per quanto era possibile), e fare un giro di quel bizzarro ospedale bianco.
Volevo conoscere persone, socializzare, parlare!
Uscii dalla camera e percorsi tutto il corridoio,
fino ad arrivare al bancone della reception; dove c’erano delle infermiere che mi avevano aiutato a vivere un po’ meglio qui;
dopo averle ringraziate…
feci per tornare nella mia spoglia stanza quando una barella mi passo velocemente in fianco.
Mi sporsi in fretta, ero curiosa, e vidi un ragazzo circa di 15 anni proprio come me; lui era bellissimo… la sola cosa triste e brutta era tutto quel sangue che aveva sulle braccia.



SPAZIO AUTRICE:
Un'altra giornata descritta, spero che piaccia!
  
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