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Autore: bluemary    08/03/2006    13 recensioni
"Non avrebbe mai immaginato che la vecchia mendicante apparsa alla sua porta fosse in realtà una potentissima maga. Sospirò, afflitto. Ma le fate non avevano altro da fare che mettere alla prova i poveri principi?"
Genere: Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In una mesta stradina di campagna, miglia e miglia lontano dallo sfarzosissimo castello, il principe di uno dei più grandi reg

In una mesta stradina di campagna, miglia e miglia lontano dallo sfarzosissimo castello, il principe di uno dei più grandi regni del mondo giaceva nell'indifferenza dei rari popolani che gli passavano accanto.

Forse perchè il suddetto principe non aveva esattamente un aspetto nobile e regale.

Avanzando lentamente nella polvere, il futuro sovrano si specchiò con sguardo mesto su una pozzanghera, tremando per il dolore ed il disgusto.

Lì dove un tempo lucenti riccioli biondi ondeggiavano splendidamente al minimo accenno di brezza, ora si trovava solo una desolata chiazza di pelle, viscida e molliccia come quella sul resto del suo corpo. Le guance fin troppo evidenti tremolavano ad ogni suo movimento, per non parlare del suo fisico atletico e muscoloso, gioia di tutte le fanciulle, ora ridotto ad un grottesco corpo flaccido e deforme.

Era una visione troppo dolorosa.

Voltò la testa per non assistere un secondo di più allo scempio del suo corpo, e per un attimo si fece prendere dallo sgomento.

Chissà se la sua pelle sarebbe tornata liscia e rosea come un tempo...

Si asciugò una lacrima con una zampa appiccicosa e sporca di fango, rimpiangendo come non mai il suo delicato fazzoletto di seta, che era rimasto nel castello assieme ai suoi raffinati abiti di corte.

Era rospo da un giorno e già le sue sofferenze gli sembravano un castigo intollerabile quanto ingiusto: le zampe gli dolevano, la pozza d'acqua in cui si era dovuto fermare per rinfrescarsi gli aveva lasciato sulla pelle un odore alquanto sgradevole e nessun cortigiano era ancora venuto a cercarlo.

Inoltre l'ora del te era passata da un pezzo, e la sua gola riarsa sentiva già l'intollerabile mancanza di quella squisita bevanda e dei suoi personali pasticcini al miele.

Senza che se ne rendesse conto la sua lingua scattò verso un insetto, rapida e letale. Si mise a riflettere sulle sue disgrazie, totalmente ignaro di ciò che stava istintivamente masticando, mentre gli ultimi terribili secondi della sue esistenza umana gli passavano davanti agli occhi.

Non avrebbe mai immaginato che la vecchia mendicante apparsa alla sua porta fosse in realtà una potentissima maga.

Sospirò, afflitto.

Ma le fate non avevano altro da fare che mettere alla prova i poveri principi?

E' vero, avrebbe potuto accoglierla, ma era una donna talmente brutta e ripugnante da ferire i suoi limpidi occhi azzurri con la sola presenza.

Aveva il viso pieno di rughe, i capelli bianchi erano unti e arruffati e sul naso adunco facevano mostra di sè un paio di protuberanze troppo grandi per essere considerate solamente dei nei...

Puzzava perfino un po'!

Scosse la testa, emettendo un debole gracidio di disperazione.

La sua adorata mamma l'aveva più volte avvertito di non cacciare via gli ospiti, non sarebbe stata un'azione regale, ma ammettiamolo: chiunque avrebbe agito come lui.

E pensare che non le aveva neppure sguinzagliato contro i cani...

Chiuse gli occhi, piegando le labbra in una smorfia corrucciata.

Se solo ci fosse stata  un’entità superiore ad avvertirlo del pericolo…ma, a quanto pareva, le fate madrine erano prerogative ingiustamente femminili.

Una nuova ruga, nata dalla preoccupazione, si aggiunse alle già numerose pieghe della sua pelle.

Come da tradizione, l'unico modo per sciogliere l'incantesimo sarebbe stato il bacio di una principessa.

Nella sua mente aveva preso forma già da tempo l'immagine della sua perfetta sposa: una ragazza aggraziata e timida, con splendidi capelli color del grano e occhi dolci e rispettosi che lo avrebbero fissato adoranti per tutti gli anni in cui lei gli sarebbe rimasta a fianco.

Naturalmente doveva avere sangue nobile dentro di sè, possibilmente di origine regale, in modo da evitare il conflitto con le tradizioni.

Come se fosse facile trovare una principessa in quelle condizioni!

Stava giusto per cedere ad un pianto non particolarmente virile, quando un rumore di passi gli fece alzare la testa.

Ogni traccia di lacrime svanì nel suo sguardo, non appena esso si fissò sulla bellissima ragazza che si stava avvicinando.

Pelle bianca come la neve, incedere leggiadro eppure regale, occhi grandi e innocenti...certo, non era bionda, ma a questo si sarebbe potuto ovviare con una parrucca.

Sentendo dentro di sè una nuova forza nata dalla speranza, il principe si avviò rapido verso la salvezza, non senza lanciare un muto ringraziamento alla provvidenza.

Cominciò a saltellare goffamente sul terreno irregolare, certo che quella graziosa fanciulla l'avrebbe preso tra le sue mani vellutate, mentre davanti ai suoi occhi scorrevano le immagini di come sarebbe stata la loro vita assieme, cancellando gli orrori del presente.

La bellissima principessa - perchè era di certo di nobile stirpe una ragazza tanto aggraziata - lo avrebbe baciato, restituendogli le sembianze umane, poi lui l'avrebbe portata nel suo castello, dove sarebbe stata istruita per qualche giorno sui suoi doveri e sul comportamento adatto ad una regina, ed infine si sarebbero sposati, in una cerimonia che per sfarzo e splendore sarebbe stata ricordata nei secoli a venire…

Una mano calda scese a sfiorare l’animaletto che, senza farsi pregare, saltò goffamente sul palmo aperto.

Dolcemente la ragazza lo avvicinò ai suoi occhi, studiandolo con un’espressione incuriosita.

Il principe esultò.

La fanciulla lo aveva riconosciuto, presto sarebbero stati marito e moglie, e lui non avrebbe più avuto solamente una schiera di cortigiani pronti a servirlo e riverirlo, ma anche una bellissima regina, che l’avrebbe curato con amore e dedizione durante le malattie e l'avrebbe atteso con ansia mentre partecipava alle battute da caccia.

Sarebbe stata una dolce presenza silenziosa alle sue spalle, sempre pronta a soddisfare i suoi desideri, la timida e pudica compagna che si sarebbe preso cura di lui, dei suoi figli, del castello...

La ragazza avvicinò il viso alla faccia bitorzoluta del rospo.

-Se credessi alle favole adesso ti bacerei e tu diventeresti un bellissimo principe.- sussurrò con una voce calda e sensuale.

Il principe annuì, cercando di sollevarsi su due zampe, in un complicato quanto evidente cenno d'assenso. Il suo tentativo non andò a buon fine, lasciando vittoriosa la forza di gravità che lo fece ricadere pesantemente sulla mano delicata della ragazza con un rumore non molto gradevole, tuttavia nulla offuscò la sua espressione felice e speranzosa.

Sarebbe andato tutto bene, presto avrebbe riconquistato la sua voce, il suo aspetto, il suo regno.

Socchiuse gli occhi, protendendo le labbra verso la bocca carnosa della fanciulla...

 

La ragazza guardò incerta il brutto rospo di un indefinito colore grigioverde che teneva in mano, poi, con un sospiro, lo lasciò cadere a terra.

-Devo smetterla di credere alle favole.- sussurrò mentre si avvicinava ad un bellissimo guardiacaccia e lo baciava con passione.

-Allora, alla fine l'hai trovato il cuore di cerbiatto da rifilare a quell'idiota della mia matrigna?-

   
 
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