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Autore: Cucuzza2    23/06/2011    2 recensioni
Harry si reca a Privet Drive, il giorno dopo la guerra.
Seconda classificata al contest "Raccontami Il Tuo Epilogo".
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Dursley, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Era il tramonto, a Privet Drive, e la strada era immersa nel buio. Si sentiva solo il frinire dei grilli, fra le piante del giardino incolto.
Gli abitanti del numero quattro sarebbero certo rimasti sconvolti, se avessero visto quello che era stato l’orgoglio della famiglia ridotto in quel modo.
L’uomo aveva posteggiato in quella rimessa la sua auto nuova fiammante più e più volte; la donna aveva passato pomeriggi interi a spiare le attività inconsuete dei vicini, attraverso la siepe che potava sempre in modo che fosse abbastanza bassa; il ragazzo lo aveva sempre considerato il posto perfetto per rincorrere e picchiare quello spostato di suo cugino.
 Il silenzio fu rotto dal rombo lontano. Sembrava fosse solo un’auto di passaggio, ma col passare dei minuti il rumore aumentò.
Seduto sul muretto, intanto, c’era qualcuno.
Poco meno che diciassette anni prima lì era stato seduto un gatto, un gatto dagli occhi cerchiati e l’espressione severa.
Ma quel qualcuno, in quel momento, su quel muretto, non era un gatto.
Era un ragazzo.
Quasi un uomo, a dire la verità. Avrebbe compiuto diciotto anni di lì a pochi mesi. Un eroe, avrebbero detto in molti, ma non certo i proprietari dell’auto.
Parcheggiarono.
Si sentì battere, nel silenzio quasi totale, il piede dell’uomo sul freno. Poi la portiera del guidatore si spalancò, ed altre due si aprirono timidamente.
- Secondo te hanno detto la verità? - chiese la donna all’uomo.
Lui scosse la testa, come a dire che di gente di quel tipo proprio non c’era da fidarsi.
L’uomo scese dall’auto. Era stempiato, sulla mezz’età, ed aveva due baffoni che fremevano quando era arrabbiato. Tirò giù le valigie dal cofano, mentre la sua tempia pulsava visibilmente alla vista del povero giardino.
- Tu... Qui? - esclamò l’uomo, alla vista del giovane accovacciato sul muretto.
Il ragazzo alzò le spalle. - Volevo darvi il benvenuto - disse.
Si sfiorò ancora la cicatrice. Gli faceva strano non sentirla bruciare, anche se questo non succedeva più da quando aveva visto Voldemort cadere a terra morto.
- Harry - disse l’uomo. - Ma insomma, è vero?
Il ragazzo chiamato Harry annuì. La tempia dell’uomo fremette.
- E come faccio a fidarmi di gente così... Così spostata?
- Zio, se non vuoi fidarti ci sono le prove - ovviò il ragazzo, con un’alzata di spalle.
- Ad esempio? - scandì lo zio del ragazzo.
- Il corpo.
L’uomo tremò per un attimo.
- Dudley... - sussurrò la donna al figlio.
Il ragazzo chiamato Dudley era grasso, e scrutava lo zio di Harry con quel suo paio di occhietti porcini. Si avvicinò piano.
- Papà, io dico che ci dobbiamo fidare.
L’uomo alzò un sopracciglio. - Sai bene, Dudley, che di queste genti spostate non bisogna mai fidarsi. Magari adesso se ne uscirà fuori dicendo qualcosa del tipo che lo ha ucciso lui o...
- L’ho ucciso io.
Ci fu un lungo attimo di silenzio.
L’uomo si schiarì la gola.
- Bene. Quindi gli sei... Sopravvissuto due volte, immagino.
Il ragazzo chiamato Harry annuì. L’uomo si avviò verso il numero quattro, ed Harry lo prese come un saluto.
- Ehm... Ciao, Harry - mormorò il ragazzo chiamato Dudley.
- Ciao, Big D - salutò l’altro.
Dudley e suo padre si avviarono dentro casa, trainando sulla strada bianca le pesanti valige.
- Arrivo fra un attimo - fece la donna, scendendo dall’auto. Si avvicinò ad Harry, con quel suo lungo collo tremolante.
- Dovevo dirti una cosa, Harry.
Lui alzò le spalle, dondolando le gambe. - Se vuoi scusarti di qualcosa, zia, non ce n’è...
La donna scosse la testa. - No, Harry, solo una cosa. Ho notato che... somigli molto a quello spostato di tuo padre. Tranne...
- Lo so, gli occhi. Gli occhi sono di mia madre.
- Di quella spostata di tua madre - corresse lei, ma sorrideva appena.
Il ragazzo alzò le spalle. - Allora ciao, zia.
- Ciao, Harry.
Il ragazzo si avviò lungo Privet Drive, ma dopo pochi metri si voltò.
- Zia, hai presente quel tipo che hai incontrato da bambina al parco giochi? Sai, quel tipetto coi capelli neri ed unticci... Quello che sapeva tutto su Azkaban.
Lei annuì, sorpresa.
- Ecco, è morto.
Così dicendo il giovane chiamato Harry Potter, il ragazzo-che-è-sopravvissuto-due-volte, l’eroe con la cicatrice in fronte o più semplicemente il nipote di Petunia Dursley si avviò piano verso il finire di Privet Drive. Svoltò l’angolo, poi scomparve alla vista.
 
Il signor e la signora Dursley avevano il vanto di essere perfettamente normali,
 ma anche e soprattutto quello di avere un nipote perfettamente spostato.
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Al secondo posto con 53,25/60 si classifica:
• Taminia, “Lo spostato fra i normali”

Grammatica: 9.75/10.
Grammatica perfetta, solo piccole imprecisioni, come alcune virgole mancanti. Fai attenzione a non separare mai il verbo dal complemento oggetto, come in questa frase: “L’uomo aveva posteggiato in quella rimessa la sua nuova auto”. I complementi devono seguire il complemento oggetto, mai essere in mezzo. Inoltre, si usano le maiuscole in “il Ragazzo-che-è-Sopravvissuto”, come Rowling insegna.

Stile e lessico: 7.50/10. Stile molto semplice e chiaro e, credimi, preferisco mille volte una storia scritta come la tua piuttosto che perdermi in inutili costruzioni retoriche. Il tuo neo è che, a volte, non sei scorrevole, la narrazione zoppica in alcuni punti e il lettore se ne accorge. Attenta anche alle ripetizioni, hai ripetuto molto volte il ragazzo chiamato Harry, il ragazzo chiamato Dudley, potresti usare altre costruzioni.

IC: 9/10. Hai descritto molto bene i Dursley soffermandoti su ciascuno di essi: Vernon che avverte il figlio di non fidarsi di Harry e che non crede a suo nipote fino alla fine.
Dudley è quello che avevamo visto negli ultimi libri della Rowling, comincia a essere più comprensivo nei confronti di Harry. L’incontro con i dissennatori l’ha cambiato e tu sei stata molto brava nel tratteggiarlo. Unico neo è Petunia, sei stata troppo frettolosa nel suo caso.

Sviluppo trama e originalità: 8.50/10. Abbiamo apprezzato la tua scelta, dopotutto la saga inizia con i Dursley e come un cerchio, il tuo epilogo finisce con la loro presenza. Ottima scelta. Perché allora non hai il punteggio pieno? Per lo sviluppo, infatti avremmo voluto che approfondissi di più la tua idea, è stato un vero peccato perché la tua storia prende molto all’inizio, sia per la scelta che per l’originalità.

Continuità con la saga: 10/10. E su qui non si discute. Brava.

Gradimento personale: 8.50/10. La tua storia l’abbiamo riletta tante volte, perché sin dall’inizio ci aveva colpito per l’originalità. L’idea di iniziare il tuo epilogo a Privet Drive, come in Harry Potter e la Pietra Filosofale ci era piaciuta molto, come anche la presenza degli zii. Sia Vernon che Big D. li abbiamo trovati tratteggiati veramente bene e sono personaggi, di cui è molto difficile parlare e raramente si trovano fiction su di loro scritte bene.
L’idea di Harry che si reca dai suoi zii come prima cosa, per avvertirli che è tutto finito, che Voldemort non è più un problema per loro è una cosa molto nelle corde di Harry, insomma è parecchio credibile.
Purtroppo, giunti alla fine del tuo epilogo siamo rimaste un po’ deluse.
Petunia che ricorda a suo nipote che ha gli stessi occhi di Lily, anzi di quella spostata di Lily, e poi…manca un pezzo.
Ci sembra di assistere a una scena in cui manca un atto, come se qualcuno avesse strappato una pagina, dovevi soffermarti di più, peccato!
È comunque un buon epilogo e si merita il secondo posto, quindi hai i nostri più sinceri complimenti.
Totale: 53.25/60

 

 

   
 
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