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Autore: Daky_Diamond    23/06/2011    0 recensioni
Io non lavoro sodo?
si bene, fotografa questo con una Kodak
O meglio ancora, vai a Times Square
Scattami una foto con una Kodak
Rendi la mia vita da negativo a positivo
E voglio solo farvelo sapere
E questa sera, godiamoci la vita.
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Che noia.
Sta scuola è sempre uguale: lezioni, studio, lezioni, studio, lezioni, studio.
Finalmente la quinta campanella suona.
Alzo faticosamente la testa dal banco, raccolgo le mie cose ed esco dall'aula, attraverso il corridoio.
Ora sono nell'atrio. Mi fermo alla mensa o esco a prendermi qualcosa?
Provo ad entrare nella mensa per vedere se c'è Jay, la mia migliore amica. Oh, eccola!
Mi avvio verso il tavolo a cui è seduta. Ci sono le solite tre ragazze e un paio di ragazzi, interessante.
Jay mi vede e correndo mi raggiunge, mi abbraccia e in quel momento mi cadono i libri.
Ridendo: -Jay! Eri così impaziente di vedermi? Non ci vediamo da.. Mmm, 20 minuti?-.
Lei mi guarda arricciando il naso, ride. Mi dà una mano a raccogliere i libri, poi mi prende per mano e mi trascina al tavolo.
-Ho fame, vado a prendere qualcosa. Mi puoi tenere i libri?- le chiedo.
Lei fa cenno di sì con la testa, le do un bacino sulla guancia.
Mi avvio a prendere il solito vassoio rosso.
C'è sempre uno schifo.
-Un'insalata, per favore.- chiedo sperando che non vi abbiano spruzzato sopra pesticidi a mò di sale.
Chiedo anche un pezzo di pane.
Con faccia schifata torno al tavolo.
Mi siedo, sposto i libri per far spazio al vassoio, appoggio anche quello.
-Ancora insalata?- mi chiede Jay.
-Era l'unica cosa mangiabile.- rispondo con faccia schifata.
Lei mi guarda, arriccia il naso, alza le spalle, si guarda attorno, si avvicina a me e mi sussurra nell'orecchio: -C'è quel tipo che ha continuato a guardarti da quando sei qui-.
Mi volto lentamente, lui è lì che mi guarda, sorridendo, come se fosse una cosa normale.
Mi metto a fissarlo. "Prima o poi cederà" penso.
Ad un certo punto mi alzo, faccio il giro del tavolo, arrivo dietro di lui.
-Piacere, Samantha.- gli porgo la mano.
Lui si volta, sorride, mi stringe la mano: -Piacere mio, Manuel.-
   
 
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