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Autore: Hika86    24/06/2011    1 recensioni
[RACCOLTA DI 5 OneShot] Com'è essere gli Arashi?
Sono solo cinque ragazzi? O c'è qualcosa di più?
Sono solo membri di un gruppo? O ognuno di loro è qualcosa di speciale per gli altri?
Un mattino come un altro gli Arashi si svegliano e non sono nel loro letto. Non ricordano nemmeno come ci sono finiti nel letto di qualcun'altro!
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jun Matsumoto, Kazunari Ninomiya , Masaki Aiba, Satoshi Ohno, Sho Sakurai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'


Suona la sveglia e mi rigiro tra le coperte. Quand'è che ho cambiato suoneria alla sveglia del cellulare? Allungo la mano ma non colpisco niente, tocco l'aria e il vuoto al lato del letto. Questa musichetta comincia davvero a starmi sulle palle, cosa mi ha convinto ad impostarla? Ascolto il suono e mi rendo conto che deve trovarsi dall'altra parte del letto. Pigramente riesco a toccare il comodino, tastare la superficie, trovare il cellulare e schiacciare tasti a caso per spegnerlo.
Quando apro gli occhi mi tocca richiuderli immediatamente. Ho dimenticato aperte le tende ieri sera, a quanto pare.
Attendo di essermi abituato alla luce e allora mi rendo conto che qualcosa non quadra. «Ma che diavolo...» farfuglio mettendomi seduto sul materasso. Tra le braccia ho un pupazzo di cane nero e la camera è un disastro, ci sono un paio di disegni fatti da bambini appesi alle pareti e una confezione aperta e finita di ramen istantanei sulla scrivania. «Aiba?» domando ad alta voce. Non riesco a ricordarmi perchè sono in camera sua. Ero convinto di essere tornato a casa dopo il lavoro di ieri, allora perchè sono qui?
Questo comunque spiega la strana suoneria: è la sua non la mia!
Mi alzo per dirigermi in soggiorno, però basta che io metta i piedi sul pavimento e che mi alzi dal letto per capire che qualcosa non va. Casa sua sembra diversa. Eppure apparentemente è sempre la stessa, quindi non capisco cosa mi dia questa impressione: non ha ridipinto le pareti e non ha cambiato la disposizione dei mobili.
Attraverso il corridoio e lancio un'occhiata alla mia figura riflessa nello specchio vicino all'entrata. Dio, ma che pigiama mi ha prestato?
La cucina è come al solito impeccabile, solo il lavandino è pieno di bicchieri, tazze e bacchette. E' tanto simile alla mia. Io e Aiba siamo abbonati alla pizza a domicilio e ai ramen istantanei da quando ognuno noi ha lasciato la casa dei genitori. Lui mangia bene solo quando torna da loro. Io mangio bene solo quando qualcuno mi invita a casa sua, perchè esigo che mi si prepari qualcosa di fresco. Scroccone, io?
Questa cosa la esigo anche da lui, ma non sempre. Tra compagni di cibi precotti ci si intende.
In camera parte la suoneria di una seconda sveglia.
Sbatto le palpebre fissando l'angolo del televisore spento. Un attimo, qualcosa non quadra. Sì, ho già avuto prima la sensazione che ci fosse qualcosa di diverso e continuo tuttora ad averla, ma questa non è la stessa cosa: credo di aver visto qualcosa di strano. Stranissimo. E' mattina, sono rincoglionito: sarà stata una mia impressione; eppure non riesco a levarmi dalla testa questo flash dello specchio. Torno indietro, in corridoio, e mi giro di nuovo a guardare il riflesso. Nel frattempo parte una terza sveglia che si unisce alla seconda.
Quello che vedo nello specchio è senza dubbio Aiba. Il problema è che io non sono Aiba.
«Oh, merda...» sospiro.

Fortunatamente noi due siamo disordinati alla stessa maniera, ho trovato tutto quello che mi serviva senza problemi. E dire che non è nemmeno roba mia!
Ho faticato solo per scegliere cosa mettermi. Lui ha vestiti troppo colorati per me che la mattina non ho voglia nè testa per ragionare su cosa mettermi. Per questo ho soprattutto abbigliamento casual, perchè posso buttarmi nell'armadio e uscire con quello che mi è rimasto addosso, qualsiasi cosa sia si accosterà quasi sicuramente. Se invece hai roba colorata, decorata e vivace devi farci più attenzione altrimenti finisce che indossi una maglietta rosa pastello, sotto una giacca pesante scamosciata marrone scuro e shorts hawaiani blu e verde acido. Per quanto questa situazione sia assurda non posso comunque far sfigurare il mio amico tramutandolo in un essere tanto colorato da bruciare la retina di quelli che incontra. Opto per una salopette di jeans e la maglietta più semplice che ha. Fortunatamente ha fatto la borsa la sera prima quindi me la trovo già pronta.
Nel viaggio da casa agli studi mi annoio da morire. Solitamente mi porto dietro il Nintendo, ma chiaramente Aiba non ne ha uno quindi non so cosa fare. Incrocio le braccia e guardo fuori dal finestrino mettendomi a ragionare su come passare questa giornata nei panni del mio amico. Dovrei dirgli che io sono diventato lui? Ma come fare? Intendo: lui dov'è, con chi parlo se io sono lui? Magari è successo qualcosa per cui ci siamo scambiati i corpi, in quel caso mi basterà andare verso me stesso e parlarmi... ripensandoci, questa situazione è divertente quanto un videogioco. Se andassi dall'Aiba-me a digli che io sono lui rovinerei tutto, se invece mi comportassi normalmente, come se quello dentro Aiba fosse Aiba e non io... sono certo che l'Aiba dentro il mio corpo si spaventerebbe.
Ridacchio divertito. Ho deciso che farò finta di niente almeno finchè lui o gli altri non cominceranno a notare qualcosa di strano, a quel punto sarebbe il caso di spiegare.
Arrivo finalmente gli studi. «Buongiorno Aiba san» «Buongiorno!» «Facciamo un buon lavoro oggi» «Ben arrivato Aiba san». Tutti mi salutano in sala registrazione. Non devo nemmeno trattenere le risate, tanto Aiba chan ride sempre! Sorrido raggiante «Buongiorno a tutti!» esclamo alzando le braccia. Lo staff mi guarda perplesso. Ho esagerato? «Sono già arrivati gli altri?» domando cercando di ricompormi
«Ohno san è già in studio di registrazione» mi spiega il direttore «Sono stupito, di solito sei sempre l'ultimo ad arrivare. Stai bene?» ridacchia
«Ti ha svegliato la fame?» domanda un tecnico divertito
«Eravamo pronti ad offrirti qualcosa stamattina, pensando saresti arrivato in ritardo senza aver fatto colazione» si aggiunge un altro
«Sto bene, grazie». A parte il fatto che non sono nel mio corpo. Mi hanno infastidito: ma veramente Aiba chan si fa prendere in giro a questo modo?
Abbandono la borsa sul divanetto ed entro in sala registrazione. Improvvisamente non sono più tanto sicuro che questo sia un gioco divertente, l'unica cosa bella ora mi sembra sia il poter vedere le cose da una prospettiva più alta: ecco cosa mi sembrava strano nell'appartamento di Aiba appena mi sono svegliato. Io e lui abbiamo quasi dieci centimetri di didderenza. Comunque a parte questo, lo staff mi ha preso in giro in una maniera che io non sopporto. Come fa a sopportare tutto questo? Non se lo merita nemmeno!
Mi prende lo sconforto. Fortuna che Sami è già arrivato: ho voglia di abbracciare il Riida. E' un po' come la mia coperta di Linus, se c'è lui so che andrà tutto bene.
«'ngiorno» saluto alzando la mano. Quando lo vedo sento già che un po' del mio sconforto scompare. Lo raggiungo e lo abbraccio come sono solito fare. «Com'era la misoshiru stamattina?» domando respirando profondamente. Mi ero svegliato in un letto non mio, in una casa non mia, ma soprattutto in un corpo non mio, volevo qualcosa di familiare e io so esattamente cosa sua madre gli dà tutte le mattine per colazione.
«Buona» risponde solamente. Sì, era il mio Riida di poche parole. Qualcosa era rimasto uguale a prima allora. «E' il testo di oggi?» chiedo ancora guardando il foglio che ha in mano. Strano, Sami sa sempre tutto a memoria già giorni prima. «Si, Aiba chan, si può sapere che hai? Non ti senti bene?» mi chiede allontanandosi. In un primo momento si rimango malissimo, è la prima volta che il Riida mi respinge in maniera così fredda, poi però mi ricordo di non essere me stesso.
Quando gli sarà sembrato strano avere addosso Aiba chan? Solo io con Sami mi trasformo in un fratellino minore che ricerca le attenzioni del maggiore importunandolo. Appiccicoso a chi?
«Ma no!» esclamo ridendo, nel tentativo di rimediare al mio errore «Stavo solo imitando Nino per vedere come reagivi se vedevi qualcun altro fare come lui». Non aggiungo altro perchè in quel momento entra... entro io!
E' intollerabile! E' assurdo! Inconcepibile! Non avrei mai immaginato di vedere un giorno un me stesso che non sono io andare verso Sami e prenderlo a braccetto come nulla. Allibito guardo me stesso fare i dispetti al Riida, proprio come li farei io.
«Oh, Aiba sei mattiniero oggi. Che cosa strana» dice quel Nino a me.
Ma possibile che tutti mi debbano trattare come un buono a nulla, ritardatario, affamato e pasticcione? Voglio dire, Aiba ha tantissime buone qualità! Se non ci fosse lui avremmo molti motivi in meno per ridere. Inoltre sono convinto che senza la sua presenza prima o poi saremmo finiti per litigare. Non qualcosa di grave, credo, ma comunque per qualcosa avremmo litigato. Invece la presenza di Aiba è come se alleggerisse tutto: qualsiasi cosa vada storta, qualsiasi momento difficile o di tensione. O se siamo tristi, se siamo divisi... è sempre Aiba che con il suo sorriso spazza via ogni dubbio, che ci ricorda che se rimaniamo uniti possiamo superare tutto. E' Aiba con la sua allegria a chiamare sempre tutti noi, uno per uno, chiedere come stiamo. Ci tiene in contatto, si preoccupa. Forse non è la spalla su cui tutti noi andremmo a piangere, ma è sicuramente la presenza che ognuno cerca quando abbiamo bisogno di ridere.
«Vero?» domando sorridendo allegramente «Anche in sala di registrazione si sono meravigliati. Quasi quasi mi meraviglio anche io» spiego incrociando le braccia e fingendomi imbronciato.
Ohno guarda lo spartito sul leggio di Aiba, cioè sul mio. «Le sai le tue parti?» mi domanda preoccupato
«Mi credete davvero così scemo eh? Sì che le so!» ribatto. Questa volta farò fare una bella figura ad Aiba dato che io i testi li studio bene e raramente sbaglio, al contrario suo. «Ehm cioè...» farfuglio quando improvvisamente mi viene in mente che io sono io, sono Nino, quindi so le mie parti, non le sue! «Ieri notte ho notato di aver fatto un errore. Ho imparato quelle sbagliate»
«No...» Sami sospira scuotendo il capo, da quando è così puntiglioso con Aiba?
«Tipico» scherza il me stesso nel mio corpo e ridono entrambi. Beh, una cosa sono riuscito a farla: hanno riso per causa mia. Mi sa che sono un bravo Aiba!
Mentre quei due ridono entra in sala Sho. Lo scruto attentamente. «Buongiorno a tutti. Ho già alcuni dati per le prossime registrazioni. Dobbiamo incidere tre b-side» attacca subito con i suoi discorsi seri. Essenziale, incisivo e pratico. E' il solito Sho.
Accidenti ma sta cosa è successa solo a me?
«Ti sei vestito molto semplicemente oggi, non avevi voglia?» mi chiede divertito
«Suppergiù» rispondo per temporeggiare, mentre cerco un modo intelligente per giustificare quello stile poco da Aiba e quasi da me «E' che non vedevo l'ora di venire qui a registrare con voi, allora non ci ho fatto molto caso» decido di dire alla fine. Credo sia giusto, è questo quello che fa Aiba: Sho illustra la parte tecnica che Jun ha curato, Sami è l'artista che vorremmo tutti essere e Aiba ci sprona ad andare avanti.
Mentre mi ero perso in questi pensieri i ragazzi hanno chiacchierato tra loro. Sembra veramente tutto normale e l'altro Nino ha lasciato stare il Riida mettendosi a guardare con serietà il testo della canzone. Dovrei farlo anche io? Le mie parti le canterà lui, se io sono Aiba e Aiba non è se stesso chi canterà le sue parti?
Jun però non è ancora arrivato. «Non faremmo meglio a chiamarlo? Non vorrei che fosse successo qualcosa» propongo mettendomi sulla sedia con il foglio delle parti di Aiba in mano. Farò finta di non guardarlo troppo seriamente, se lo studiassi attentamente sarebbe strano ma intanto è il caso di darci un'occhiata.
Il Riida si propone di telefonare a Jun ed esce dalla stanza. Poco dopo scopriamo che stava ancora dormendo, cosa che mi lascia di stucco. Non è da lui poltrire fino a quell'ora, ma del resto... non è nemmeno da me finire nel corpo di Aiba. Chi sono io per giudicare?
Dato che senza di lui non si possono registrare le parti in cui siamo insieme io (cioè Aiba), me stesso e Jun, si mettono al lavoro solo Ohno e Sho e poi andiamo uno alla volta nella sala per registrare le parti da solisti.
La coppia Sami/Sho va forte. Mi preoccupo solo nei primi minuti quando il Riida ha dovuto rifare tre volte l'attacco, come se non fosse del tutto convinto di ciò che stava cantando. Poi però si è ripreso. Sho invece al primo tentativo non è riuscito a fare il rap, è stato disastroso così ha chiesto di far andare noi prima mentre si studiava un po' la sua parte. Il direttore gli ha accordato la soluzione dato che oggi non sembra proprio in perfetta forma.
Me stesso è andato bene e anche io me la sono cavata: ho furbescamente rubato una matita a Sho e ho segnato per bene le parti di Aiba, così da vedere precisamente quali fossero le sue e non confondermi con quelle che invece so cantare io.
Jun ci raggiunge mentre sto incidendo e quando concludo rientrano tutti in sala. «Complimenti Aiba chan, nessun errore» mi fa Sho alzando una mano per battermi il cinque. Faccio altrettanto e mi giro verso Jun «Ben arrivato, per una volta non sono io quello in ridardo eh?» ridacchio soddisfatto per poi accorgermi che tutto sommato quella non è tanto una frase da Aiba quanto da me, da Nino. Tossicchio e mi accorgo che Jun mi fissa intensamente. Che si sia offeso? «Oh dai, scherzavo, scherzavo!» rido allegramente «So cosa significa non sentire la sveglia». E Aiba chan lo sa bene, dato che ne ha puntate ben cinque, l'ultima ha cominciato a squillare quando avevo appena varcato la soglia dell'edificio degli studi. E' un caso disperato...
«Non punto sveglie» mi risponde lui con un sospiro sconsolato e si avvia mogio mogio verso il suo leggio.
Si scusa ancora con tutti e decidiamo di incidere subito le parti tutti insieme così da lasciare liberi noi altri. Rimarrà per ultimo a chiudere la mattinata con l'incisione della sua parte.

Abbiamo dovuto rifare i pezzi anche quattro o cinque volte, ma alla fine ce l'abbiamo fatta.
Non sembravamo i soliti Arashi. Forse era solo una mia impressione però, del resto la cosa più strana per me è che io canti e parli con la voce di Aiba. E' stranissimo, è una cosa a cui non mi abituerò mai quindi spero che questa situazione si risolva al più presto, così mi decido: parlerò con me stesso. Certo, non appena Sho smetterà di complimentarsi con me per la mia performance.
Suona un cellulare e vedo che l'altro me stesso (mi chiedo se sia bene chiamarlo "altro me stesso" se poi effettivamente è l'unico "me stesso" visibile) risponde. Ma cosa fa? Non è il mio cellulare.
«Pronto? Cia... ehm...» fa per salutare di slancio, ma si sgonfia subito e farfuglia «Ehilà! Dunque... no, sono Ninomiya. Glielo passo, gli avevo rubato il cellulare. Ahahah! Scusi». Che reazione del cavolo, io non rido in maniera così isterica. E non rispondo al cellulare degli altri.
«Andiamo a casa insieme?» continua a dirmi Sho. Mi sta parlando, ma non l'ho minimamente ascoltato. Ops.
Vedo me stesso arrossire leggermente e venire verso di noi tendendo il telefono a Sho «Scusa... ho risposto senza rendermene conto. E' tua sorella Mai chan» farfuglia. Sho si scusa con me e si allontana per rispondere al telefono.
Finalmente libero mi convinco che è il momento di andare a parlare con me stesso. Prendo un respiro profondo e mi avvio verso di lui. Dopo i primi passi però mi blocco. Io so il nome della sorella di Sho?
Aggrotto le sopracciglia e allora è il mio cellulare a suonare. O meglio, quella di Aiba. Quando rispondo c'è rumore di sottofondo «Macchan?» mi domanda una voce di donna. Dev'essere sua madre.
«Ciao» saluto allegramente: fortuna che conosco Aiba chan a sufficienza per sapere un po' come si comporta con la sua famiglia. «Ciao Macchan. Adesso sono al ristorante, ma stasera non lavoro. Ti va di venire a casa per cena?». Impossibile dire di no alla squisita cucina di mamma Aiba. La adoro da quando l'ho assaggiata la prima volta ai tempi dei Juniors. «Sicuro! Posso venire prima a darti una mano con la spesa?»
«Contavo sul tuo aiuto. Vuoi invitare qualche amico?» mi domanda. Guardo i ragazzi. «Ma no, facciamo una cosa in famiglia oggi che non ho impegni» rispondo stringendomi nelle spalle. Condividere tutto quel ben di dio non precotto e istantaneo con gli altri? Fossi pazzo!
Lascio gli studi di buon umore. E' vero, stare nel corpo di Aiba chan è decisamente strano e non sopporto certi atteggiamenti superficiali nei suoi confronti quando in realtà lui vale moltissimo per tutti noi, ma diciamo che in vista di una splendida cena fatta in casa posso anche rimandare di un giorno il mio tentativo di tornare alla normalità.
Ingordo io?


Ricordate l'anno scorso quando scrissi 5x100?
Più o meno farò la stessa cosa, ma saranno 5 one shot ognuna dedicata ad un membro e... beh... l'avete visto da voi che non sono storie normali ^^
Mi censuro e non aggiungo niente, molti commenti e racconti sulla scrittura di queste oneshot saranno fatti al termine della quinta, quindi buona lettura e ci risentiamo infondo alla quinta.
Se mai voleste farmi sapere il vostro parere o la vostra critica sarò ben felice ^.*

  
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