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Autore: Pinca    24/06/2011    1 recensioni
Della serie "le italiche disavventure" ecco la versione storica. 1282, Palermo. Cosa mai accadde a Francis? ecco perchè il francese sopporta a stento la sicilia. spero che vi piaccia e sia divertente. ciao!
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le italiche disavventure'
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I vespri siciliani, ovvero come Francis imparò che non ogni buco è pertuso
 
Questa è una storia che risale a tanti anni fa, quando il nostro piccolo Romano era ancora un bambino. E proprio Romano è uno dei protagonisti, anzi, forse è proprio lui a dare inizio a tutta la vicenda che di allegro, chiedetelo a Francis, ha ben poco.
In una data indefinita intorno al 31 marzo del 1282, il piccolo e dolce Romano, passeggiava per le vie soleggiate di Palermo mano nella mano con la sua amata sorellona Sicilia. Lui voleva un gran bene alla sua sorellona, e un giorno, quando sarebbe stato abbastanza grande e forte, l'avrebbe sposata sicuramente. Ma fino ad allora ne sarebbe passata di acqua sotto i ponti, e ne sarebbero accaduti di fatti. E con questa sua convinzione Romano camminava sfoggiando la sua solita espressione dura e di sfida. D'altro canto Cecilia, poco più che una ragazza, ignorava completamente i pensieri e i sogni del piccolo fratellino, e guardandolo dall'alto disapprovava quel suo caparbio e perenne broncio, molto probabilmente perchè lo associava all'abbandono di colui che Romano così impulsivamente aveva rinnegato come proprio migliore amico.
Bisogna sapere infatti che Cecilia e il piccolo Romano erano appena usciti da una brevissima ma intenza convivenza che si era dovuta interrompere per un motivo che di futile all'epoca aveva poco e niente.
Sacro Romano Impero, povero ragazzo, non solo dovette tornare nel freddo nord abbandonando quei posti da lui tanto amati, ma si dovette pure sentire dire da un Romano scorbutico e offeso che era un incapace.
-Vattene allora!- gli disse adirato -Non voglio un amico come te, non sei nemmeno capace di dare un erede!-
Ebbene sì, fu questo uno dei motivi, uno dei tanti, ma per Romano fu solo questo. E non volle sapere altro, neanche che non era l'unico a soffrire. Per lui la colpa era solo ed esclusivamente di Ludwig, e capriccioso per come era, nessuno poteva soffrire tanto quanto o più di lui. Perciò per dispetto l'aveva spaccato dal suo cuore e gli aveva giurato odio eterno, tanto da far indispettire all'inverosimile Cecilia quella volta, che con un ordine netto l'aveva zittito e mandato in camera sua. 
E senza il Sacro Romano Impero con loro, fu la Francia a farsi avanti, con gli Angiò, e certo non era la stessa cosa.
Mentre Sicilia lo tollerava in nome di una convivenza pacifica, Romano per puro dispetto nei confronti del suo odiato ex migliore amico, lo aveva accolto tranquillamente.
Quindi, con queste premesse, sul sagrato della chiesa dello Spirito Santo, si stava appropinquando quel 31 marzo del 1282 a diventare una data assai particolare e curiosa. Perchè poteva anche starci che per dispetto Romano sopportasse senza problemi la prepotente presenza del francese, ma era altrettanto vero che per Romano, Cecilia era solo di sua esclusiva proprietà. E per tanto quando la stretta della mano della sua sorellona si irrigidì improvvisamente poichè il suddetto francese aveva osato toccarle il sedere, con tanto di commento a seguitare che lui in prima persona non comprese, ma che a giudicare dalle facce scandalizzate dei presenti doveva essere per niente indicato da rivolgere ad una signorina, sentì il dovere di proteggerla e farla pagare a quel cafone.
Si staccò dalla presa della sua sorellona e una testata nello stomaco del francese sarebbe stata più che appagante, se non fosse stato per il fatto che a questo Francis, infuriato per quell'affronto, rispose dandogli uno schiaffo che lo fece capitolare per terra.  
A quello fu Cecilia a non poter non rispondere. Da chi tollera molto e con facilità, e meglio stare lontani, perchè quel poco che non tollera può rendere questa persona pericolosa, e questo Francia lo imparò proprio quella volta.
Sottrattagli la spada con una facilità impressionante, quasi lo fece a fettine, brandendola manco non li avvertisse quei due chili di metallo.
Andò avanti così per novant’anni.
Era diventata una specie di demonio assetato di sangue. Lo scovava da per tutto, con una caparbia e una costanza inquietante. Aveva provato a mimetizzarsi, ma era straordinariamente furba.
-Sei siciliano, è così?-
-Sì.- gli aveva risposto tremando leggermente quando si abbassò su di lui con quell'espressione da diavolo.
-Allora dì, da bravo siciliano, cìciri!- 
Dopo un attimo di silenzio e sudore freddo, Francis ci provò a costringere la lingua a riprodurre quell'orrido accento retroflesso: -Sciscirì...-
Non ci riuscì, e sbiancò di colpo quando la spada si infilzò nel terreno rosso non tranciandogli di pochi centimetri les boules, forse proprio a causa dell'improvviso scatto d'ira della siciliana di trovarselo davanti. Fu proprio in quel momento che comprese che, dopo tutto, non ogni buco è pertugio, visto che una misera palpatina gli stava per costare tanto.
Estratta la spada infatti, questa volta Cecilia si premurò a prendere per bene la mira, e se non fosse stato per i riflessi pronti del francese e il suo istinto di sopravvivenza, a tutt'oggi Francis non sarebbe famoso per le sue capacità amorose, ma per lo più canore come voce bianca.
Rimase aldilà dello stretto in attesa che la siciliana si calmasse, per tornare a dettare legge su di lei e magari impartirle anche una bella lezione, certo non era scemo che restava lì rischiando fi farsi tagliare gli attributi. Ma ogni volta che ci buttava un occhio dall'altra parte, teneva sempre stretta tra le mani quella dannatissima spada che gli aveva sottratto da sotto il naso, e per di più la affilava impaziente, sempre con quello sguardo da folle.
Lo stava aspettando, lo sentiva, e da come lo guardava, con quel sorrisetto diabolico e depravato, intuiva che erano proprio le sue parti intime a rientrare nelle sue mire omicide.
Ci si mise di mezzo anche Antonio, l'aveva chiamato lei stessa, perchè in un modo o nell'altro era imparentato con Ludwig, ma solo per questo, perchè comunque lei non sembrava poi e avere bisogno di aiuto.
E fecero tanto quei due che alla fine gli presero pure Romano.
A quel punto, indignato, decise di alzare i tacchi e andarsene.
 
 
 
 
 
 
 
Dopo il casotto….
 
….Antonio si avvicinò furtivo e quatto ai due distesi sull'erba a dormire all'ombra di un albero di limoni. Cecilia cingeva il piccolo Romano con un braccio e lo teneva stretto a se. Come erano graziosi! Antonio sorrise intenerito, ma non si lasciò distrarre, era lì per una missione pericolosa.
La spada era abbandonata al fianco della ragazza, ma sempre minacciosamente a portata di mano. Si avvicinò con cautela, pregando il signore che non si svegliasse all'improvviso e non lo facesse a fettine capendo quello che stava per fare. Si chinò vicino ai due e allungò una mano, tremando. C'era quasi.... presa. Una volta impugnata l'arma per un istante fissò la ragazza. Stava continuando a dormire serenamente, non sembrava essersi accorta di nulla.
Così carina e così dolce, ma doveva toglierle immediatamente quell'arma maledetta. Chi se lo sarebbe mai aspettato che con una spada in mano era capace di trasformarsi un una belva omicida. Tirata via la spada, corse via a nasconderla. Non voleva certo fare la fine di Francis un giorno, ne aveva intenzione di sottomettersi alle decisioni di una ragazza in alcun modo.
Quando Cecilia si sveglio, non ci fece nemmeno caso alla scomparsa della sua spada, riprese la sua spensierata vita con al fianco il suo adorato fratellino e, pazienza, anche con Spagna. 
 
 



Salve! L’avevo detto che l’avrei scritta, e prima o poi scriverò anche uno speciale sulla fine del regno svevo. Spero cmq che si sia capito che sicilia è grande tanto quanto francis, antonio e anche ludwig (anche se solo citato) mentre romano è quel tenero chibi bimbo che conosciamo.
Spero che vi sia piaciuta, forse un po’ mi sto sbloccando il che è una cosa che mi entusiasma un pochino, anche se dovrei studiare… ma io dovrei sempre studiare XD.
Un bacio a chi è arrivato fin qui. Ciao!
   
 
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