Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: bea    09/03/2006    7 recensioni
Che sia questo il paradiso?
Loro lo chiamano così, Rakuen, lo chiamano si.
Ma loro sono gli unici a vedere veramente...
Quale mai paradiso si fonda sul sacrificio?
Forse quello non era adatto a loro...ma lo chiamavano casa...
E anche se non fosse esistito loro l'avrebbero cercato e trovato:
Il loro paradiso...
Genere: Avventura, Azione, Dark, Fantasy, Romantico, Science-fiction, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kagura, Miroku, Naraku, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Dare mo ga minna shitteru Keseya shinai kizu o Dore gurai tsuzuku no

 

 

Kono Wa watashitachi no Rakuen desu...

[Questo è il nostro paradiso...]

Il complesso industriale si innalzava come grigio monumento, nel punto più alto della città ,roccaforte di nero potere dove aveva sede il cuore della città: Rakuen.

Da quanto gli avevano sempre detto significava paradiso, ma a uno come lui che la città la vede davvero con gli occhi giusti pare tutto, fuorché il paradiso. Emarginato oltre quella trincea di strade innalzate dal terreno, forse lui e gli altri esiliati erano gli unici a osservare la vera Rakuen, quale organismo di morte e sofferenza comandato da un essere sporco e abbietto, che di questi due aggettivi possedeva tutte le varianti e sinonimi attribuibili.

Sarebbe dovuto essere stato lui a essere considerato un mostro: un ricercato, maledetto assassino colpevole delle stragi e non lui, l'attentatore, paragonato a un assassino senza scrupoli , senza un cuore, senza alcun tipo di sentimenti.

Incrociando le mani al petto , osservò Landelin, la loro stella del giorno, tramontare inesorabilmente dietro quella trincea di complessi grattaceli ,dove con false speranze di sicurezza i cittadini andavano a fine di ogni giornata.

Lui Inuyasha degli Youkai inu , capo degli esiliati, non poteva fare a mano di schifarsi ogni volta in cui vedeva quella civiltà, di falsi vivi, gente che con noncuranza guardava la propria vista pensando unicamente ai propri problemi come se non esistesse altro, nell'ignoranza più completa di vivere sul sangue di persone.

I lunghi capelli argentati furono improvvisamente scossi da un alito d'aria emesso da uno dei simulatori di vento.

Dopo la terza guerra termonucleare , solo Rakuen era sopravvissuta , e sull'impervio pianeta che era diventata la terra , rinominata G-14 , era l'unica vera e propria fonte di vita. le altre più vicine erano su stella centauri, la luna e , quella più grande, su Orione. Ultimi insediamenti della tecnologica civiltà umana, ormai di quella razza di suicidi ne rimanevano ben pochi esemplari, sostituiti dagli Youkai, più resistenti alle mutazioni dovute alle radiazioni .

Quindi arriviamo alla Rakuen di 216 anni prima . Parchi verdi intervallate ad antiche zone di traffico, scuole aperte a qualsiasi tipo di studenti, palazzi di giustizia e polizia. Un benessere collettivo, in cui poveri e malati erano una percentuale talmente bassa da essere quasi incontemplata. Pochi anziani e una vita media di ogni individuo di oltre 1000 anni. Allora il suo nome Rakuen, calzava a pennello e lui era il primo a pensarlo.

Piccolo bimbo di quattro anni, l'inuyasha di allora viveva nella più totale fiducia verso il proprio governo, dato che lui ne era, sia in modo figurato che in modo concreto , il  figlio di questo, dato che suo padre Inu no Taisho, era allora l'imperatore , capo di governo e del senato , di Rakuen.

Mosse il proprio baricentro in modo da poter stare più comodo sul proprio ramo, stringendo meglio tra i denti quel lungo e ingiallito filo d'erba, tornando a far capolino nei propri pensieri.

Si ricordava ancora la sua prima e ultima visita al Toleman, il palazzo sede centrale di Rakuen.

Lo sguardo ambrato si posò fermamente sul palazzo. Di un grigio opprimente, mille luci ci vagavano sopra alla cieca illuminando le pareti lisce e ellissoidali. Perfette.

Quello stupido complesso non era altro che il pilastro della città. Il suo compito era quello di farlo cadere.

Allora aveva quattro anni e nel giorno del sistican , giornata dedicata alla cultura e al lavoro, sotto incitazione di sua madre aveva seguito suo padre al Toleman. Allora aveva peso dalle sue labbra per ore, riempiendosi gli occhi di ogni singolo oggetto presente nel palazzo. Nonostante i lunghi anni di vagabondaggio ricordava ancora perfettamente tutto: i muri in opale le finestre nascoste, le botole ,i laser, le porte ferrate e quelle che si aprivano con le carte magnetiche . Gli era sembrato tutto bellissimo, e suo padre, grande padrone di tutto ciò era stato il suo idolo.

Fu un caso , o la sua voglia di scoperta, che lo portarono a sgattaiolare fuori  dai controlli paterni avventurandosi da solo nel dedalo del Toleman. Quella volta invece, che li guardava da solo, senza la voce del padre a commentare e a illustrare lui ogni singolo congegno, anche la più semplice delle porte e delle leve gli era sembrata sospetta e ambigua.

Che fu poi sempre la curiosità a spingerlo all'elevatore e a premere quel bottone ne fu più che convinto. Era rotondo a differenza degli altri e completamente verde, rispetto agli altri di un colore grigio metallo. L'aveva premuto senza aspettare altro. Con terrore aveva sentito l'ascensore tremare e come se si assestasse su se stesso. In quei momenti il cuore gli era sembrato esplodergli dal petto .

Con sua gioia poi si era fermato e la porta ermetica in metallo nera si era aperta con un sordido soffio di vapore. I suoi occhi gialli, di mezzo bambino ,aveva osservato a lungo quello spettacolo sconvolgente quanto affascinante.

Come rapita in un sonno eterno, una ragazza veniva tenuta avvolta da grandi tubi lungo le gambe e le braccia aperte, perforate da mille e uno cavetti. I capelli nuotavano in un verde liquido amniotico e il viso veniva per metà nascosto da una mascherina per l'ossigeno.

Con occhi sgranati si era avvicinato, lentamente, un passo alla volta, fino ad arrivare il freddo vetro bombato. Ne osservò i tratti dolci del viso ,sfiorati dai fili corvini in movimento, mentre bolle d'aria salivano sporadiche ad incrinare la  densità dell'ignota sostanza.

E poi la sfera , all'apice del ciondolo che le circondava il collo, di un colore scuro e perfettamente immobile.

Pose le piccole dita sul vetro .

Perchè era li quella ragazza poi? E dove era che era immersa?

Non ebbe il tempo di chiederselo; facendolo sobbalzare all'indietro lei aprì gli occhi di un intenso e vitreo nocciola puntandoli su di lui, come sgranati. Si sentì raggelare allora. Un forte senso di vertigine lo colse e al suo risveglio, si trovava nella sua stanza , con il capo fasciato sua madre al suo capezzale.

A quanto gli aveva detto era semplicemente caduto dalle scale ed era rimasto addormentato tutto il giorno.

Sfilò dalla bocca quel filo d'erba rigirandolo tra le proprie mani artigliate. Più volte si era chiesto se fosse stato un sogno , semplice frutto della sua immaginazione di bambino, quella ragazza addormentata trafitta da mille cavi.

Non lo poté mai sapere. Attraverso un complotto sua madre e suo padre vennero brutalmente uccisi, la sua casa messa a ferro e fuoco. Soltanto grazie a una circostanza fortuita lui riuscì a salvarsi. Ma una volta tornato là , di sua madre e suo padre non c'era più traccia.

I telegiornali ne parlarono per settimane, sostenendo la notizia che non solo i suoi genitori ma anche lui era morto nell'incendio e che questo , fosse stato dovuto a il sistema di riscaldamento che aveva fatto circuito. Neanche due mesi dopo e Naraku, l'odierno imperatore , era stato incoronato.

Subito aveva pensato bene di sbarazzarsi di ningen e mezzi demoni. Con due semplici norme e la corruzione del senato li fece esiliare da Rakuen e li rilegò nella "città bassa".

Ma quello non fu che l'inizio di uno spietato impero..

-Inuyasha!- il ragazzo volse svogliatamente lo sguardo a terra. Miroku e Sango, due dei "suoi" esiliati , entrambi due validi ningen. -è ora di andare!Il consiglio si stà per riunire...e non è cosa buona che proprio il capo sia in ritardo!-

Sollevò comicamente un sopracciglio nel notare la cinquina rossa come marchiata a fuoco sulla guancia del moretto. Miroku era figlio di uno dei più importanti membri del Senato, così come Sango, ma dopo la normativa 147, con cui cancellava , quasi l'esistenza dei ningen e hanyou da Rakuen e da G-14.

Con uno sbuffo scese dall'albero su cui si era appollaiato in quelle ore di meditazione, spolverandosi leggermente la lunga giacca in vinile nera.

Scambiandosi uno sguardo deciso i tre si avviarono giù di gran carriera per la via dello sgangherato ghetto. 

Naraku aveva fatto un grosso errore a eliminarli...ora per lui il suo nemico non avrebbe più avuto un volto. Quello era il loro paradiso..

***

Gli occhi vermigli si fermarono a lungo su di lei.

I capelli corvini lasciati liberi che fluttuavano, come trasportati dal vento , a far da contorno a un viso perfetto e rilassato, come in un lungo sonno.

Magnifica nella sua bellezza eterea e perfetta...

Sorrise poggiando la mano adunca sul vetro, colorato da quel liquido verde , in cui la sua ragazza nuotava. Quello era il cuore di tutta Rakuen, l'unica sola vera colonna, da mille e più anni.

Osservò con interesse la sfera corvina al collo della diciassettenne , in un apparente stato di coma.

La shikon no tama...era lei che aveva permesso a Rakuen di continuare a esistere e che rendeva le falde acquifere sotterranee illimitate. Lei non ne era che il piedistallo, splendida portatrice del ambito gioiello che era stato causa della sua segregazione in quel sonno infinito.

La sua morte avrebbe significato la morte di tutti gli abitante della sua città e l'estinzione delle sue eterne risorse.

Si abbassò, quasi a sfiorare le sue labbra se non fosse stato per il vetro. E una tale bellezza e forza, solo perchè di sangue mortale ,non poteva essere sprecata.

Con un sorriso furbo e picchiettando le dita sulla lunga superficie fredda , si allontanò dalla sua diletta , dirigendosi verso il suo ascensore.

Un giorno l'avrebbe svegliata dal suo sonno , la sua compagna.

Con uno schiocco di dita la porta dell'elevatore si materializzò a pochi metri da lui, come varco di luce .

Ma fino a quel momento , avrebbe sedato qualsiasi azione ribelle che avrebbe potuto disturbarla dal suo riposo millenario , rompendo le catene in cui quel liquido soporifero la costringevano.

Fece un sorriso a metà ripensandoci. Già ma l'unico che era in grado di farlo era morto ..oltre 200 anni prima . La sua diletta avrebbe sorretto il suo impero ancora a lungo.

-Buon Riposo ...mia Kagome..-

Una bolla di aria pulita sfiorò il bel viso della donna, mentre la luce si chiudeva inesorabile su di lei...

***

Poteva sembrare ridicolo ma , strano a credersi, i sotterranei del Toleman era più sorvegliati che dell'ingresso principale stesso. Lui arricciò il naso. Ma spesso e volentieri più sorvegliati non vuol dire che è più facile entrare. Ad un occhio esperto non sarebbe certo scappato il particolare che la porta davanti era protetta da infrarossi e laser vari. e sempre ad un occhio attento non sarebbero scappate in osservate le telecamere, che se pur presenti all'ingresso secondario scarseggiavano.

A quanto pare il loro nemico o era particolarmente stupido da credere che la sede della sicurezza, composta da Youkai di basso rango, potesse fermare i i ribelli oppure era tanto presuntuoso da non credere che i suoi avversari fossero tanto ben organizzati.

Quel che era sicuro era che non si aspettava minimamente di vedere parte integrante della popolazione di Rakuen schierata dalla parte dei rivoltosi.

Ma lui era un uomo d'onore: aveva giurato vendetta per il suo clan...e vendetta sarebbe stata.

Il ragazzo lupo batte un leggero colpo sul volante della vecchia jeep di un verde mimetico, muovendo leggermente lo specchietto. Sorrise alla sua immagine riflessa mostrando la linea di canini bianchi e gli occhi azzurri.

Dalla sua posizione Inuyasha sorrise pragmatico a sua volta ,spostando il binocolo dal viso. Stupido lupo...

Con il semplice gesto di due dita dette il segnale al moretto dietro di lui. Miroku accennò un assenso col capo, tappandosi un orecchia.

"Che si dia inizio ai fuochi!"fuori il piccolo telecomando ne schiacciò il pulsante rosso e..

3..

2...

1...

Con un boato immenso ,mille e uno pezzi di calcestruzzo esplosero in un esplosione di carica di tritolo.

Koga ingranò con un gesto secco la terza ,grattando un pò sulla marcia, schiacciò il piede a tavoletta. La sirena della sorveglianza partì a tutto spiano; la sicurezza entrò in allerta quando Koga gli sfrecciò accanto a circa 150 km all'ora.

Il demone lupo li guardò dallo specchietto retrovisore , così confusi cercavano indicazioni guardandosi l'uno con l'altro.  Mostro la fila di canini allungati, perfetto. Con eleganza unica mostrò loro il dito medio in modo provocatorio ; senza altri indugi quelli afferrarono le pistole buttandosi all'inseguimento del moro con le motociclette.

Koga spostò ancora una volta lo specchietto sospirando "E che i kami te la mandino buona cagnaccio!" Schiacciò l'acceleratore ancor di più prendendo stretta la curva d'uscita ; gli sbirri subito dietro scomparvero in un fischiar di gomme e colpi di pistola.

"Buona fortuna lupastro"- Sango.- Con un movimento secco del polso dette nuovamente il segnale. La ragazza alla sua sinistra spostò in modo elegante il giubbino in pelle nera ,mettendo mano alla propria cintura. Leggiadra come un cigno , precisa come il migliore dei cecchini, saltò giù dall'impalcatura delle fondamenta; intervallate alle dita ,piccole lamette di ferro affilato ,dal corpo in smalto bianco a forma di uncino, vennero scagliate con abilità agli otto angoli del padiglione.

Un lampo smeraldino passò negli occhi della ragazza. "Ora..!"

Con un sibilo e un piccolo fumo le telecamere caddero a terra perfettamente segate a metà e le lamette tornarono a intervallare le sottili dita femminee.

Emise un sospiro soddisfatta ,riponendo tre delle lame nella tasca dei pantaloni in pelle nera. Volse sprezzante lo sguardo alla mezza sfera vermiglia incastonata nel muro, proprio sopra alla porta.

"E ora a noi..." Intimidatoria afferrò le armi. Due per mano iniziò a giocare rigirandole tra le dita. Scontro tra l'uomo e la macchina l'avremmo vista chi l'avrebbe spuntata.

-Hiraikotsu!- con un sibilo scagliò i piccoli boomerang verso l'occhio della centrale di controllo perforandone la spessa corazza in vetro rosso. Sango si morse il labbro osservandolo con ansia: non era buon segno...

Piccole scariche azzurre percorsero la superficie brutalmente violata , facendo mettere Sango sulla difensiva.

Fu un attimo.

Con uno scoppio sonoro, seguito da una gran onda d'urto ,la centralina di controllo esplose, lanciando Sango metri più indietro tra i detriti.

-Sango!- Miroku balzò giù dalla trave raggiungendo la compagna ferita. Con ansia crescente ,le alzò la testa insanguinata mettendola sulle proprie gambe, le afferrò la mano stringendola.

-Miroku tu rimani qui con Sango!- il mezzo demone caricò la mitraglietta prendendola sottobraccio.- Portala via di qui!-

-Ma Inuyasha! Non riuscirai a prendere il Cip!- -Non importa tenterò lo stesso!- il ragazzo si morse il labbro spostando il suo sguardo dall'amico alla ragazza tra le sue braccia. Fosse stata un altra missione non avrebbe esitato a portarla via, però...

Con uno slancio della gamba il mezzo demone sfondò la porta in metallo . Puntata la canna dell'arma davanti a se corse giù per il lungo corridoio.

A quel punto non ci pensò più un attimo. Prese meglio la ragazza tra le sue braccia osservandola in quello stato di incoscienza. Non si sarebbe mai permesso che morisse!

Puntata la mano destra a terra un varco oscuro si apri sotto di loro, risucchiandoli nel suo vortice di vento.

***

Con un colpo secco, storse completamente la mandibola di un soldato fino a staccarla completamente dal corpo, per poi avventurarsi nel corridoio adiacente. Perchè sprecare proiettili preziosi con semplice mezze calzette?

Gli anfibi neri scivolavano di tanto in tanto sul pavimento liscio di un perla abbagliante , coperti dal suono ripetitivo e ossessionate delle sirene che rimbombava tra le pareti.

"Maledetto lupo non poteva fare meno chiasso!?!"Svoltò con decisione l'angolo . Un'orecchia canina si mosse: e uno, due ,tre..

Tre soldati della sicurezza, rivestiti da le solide armature gli si scagliarono contro, nel tentativo di impedirgli il passaggio. Nuovamente brandendo la calibro nove silenziata, mise K.O. i suoi avversari, facendoli cozzare tra loro.

Lanciò un'occhiata alla porta del primo livello. A meno di duecento metri da lui, si stava richiudendo a velocità impressionante. Tirò uno sguardo ansioso ai demoni ancora mezzi frastornati: doveva riuscire a prenderla!

Spiccando un salto supero i tre ; con agilità si buttò in una lunga scivolata passando appena sotto la porta ermetica ,che si chiuse con un tonfo dopo la sua entrata.

I colpi di arma da fuoco dall'altra parte della blindata in cemento gli fecero tirare un sospiro.

Bingo!

Rapidamente si rimise su due piedi osservandosi a torno. Quello doveva essere il settore B del primo livello sotterraneo.

I suoi occhi ambrati si fermarono sulle pareti...opale.

Il pensiero lo fulminò su due piedi:quelle maledette pareti di opale!

Con terrore, si accorse perfettamente che da come i suoi ricordi gli dicevano nulla era cambiato. Stesse porte , stesso tipo di sentinelle elettroniche, nessun tipo di vita nell'arco di due livelli.

Iniziò a correre giù per il primo corridoio, facendo a tiro a bersaglio con i sensori. La domanda giusta era: perchè ...? 

Con un colpo secco di mitraglietta e la seconda centralina di controllo esplose lanciando detriti ovunque. Spostò una ciocca ambrata , uscendo con rapidità dal suo nascondiglio.

Perchè spendere tanti milioni in avanzate tecnologie di difesa e sentinelle per poi privarne un intero reparto?

Inchiodati al terreno i suoi piedi, gli imposero di fermarsi ,mentre a occhi sgranati osservava quello che come la risposta a ogni sua domanda gli si apriva davanti, come varco di luce dorata.

L'elevatore.

Strinse le dita attorno al manico della mitraglietta.

Era il momento di far luce su quelle cose...

 

***

L'odore di sigari impregnava ogni singolo oggetto nello studio. Benché non fumasse, quell'odore ,così forte e deciso, per lui imponeva la presenza nel proprio studio.

Scostò con fare quasi affettato , uno dei lembi della giacca in un blu tenue ,gessato assaporando meglio il suo costoso cognac. Gli alcolici, come certi tipi di abiti, le scarpe in pelle, i tacchi, erano diventati un lusso per i pochi fortunati che disponevano delle risorse.

Premette un bottone azzurro sul lato sinistro della sua scrivania. Il dipinto alla sua destra, spinto dal meccanismo ruotò su se stesso, mostrando un ampia gamma di abiti costosi dal taglio eleganti, strettamente femminili.

Al risveglio...la sua diletta non sarebbe certo stata privata di tale privilegio.

Si alzò dalla sua sedia in pelle imbottita , osservando dall'ampia vetrata nascosta la Sua Rakuen . Una Rakuen di soli youkai, dove i bastardi mezzo sangue e gli ancor più schifosi ningen erano rilegati nei sottofondi oltre il muro che ne sanciva i confini.

Rigirò il drink nella sua mano.

La cosa ilare era che per quanti delitti fossero macchiate le sue mani - anche se sempre indirettamente. lui godeva della piena fiducia del popolo , come simbolo vivente della cittadina di Rakuen stessa.

La cosa ancor più ilare era che lui era un demone...ma solo per metà.

Non occorre neanche che bussasse alla porta con un imperioso e al contempo atono "avanti" l'ampia porta in platino dai pomelli diamante si aprì , lasciando spazio alla sinuosa e affascinante figura femminile della sua segretaria: Kagura.

-Mio signore...ci sono degli intrusi qui nel Toleman!-

L'uomo storse amaro la bocca: ribelli...

-Date ordine di sparare a vista.-

-Ma signore..!-L'uomo si voltò guardando la propria segretaria con sguardo inceneritore- cosa c'è ancora!?!-

Kagura abbassò lievemente il capo , non scomponendosi. Quel Maledetto....

che si arrangiasse! Anche se l'intruso era il figlio di Inu no Taisho...stavolta avrebbe fatto orecchie da mercante...

-Niente. Mi scusi- entrambi con un sorriso trionfante , sciolsero il breve colloquio.

Conscia della propria vittoria, Kagura chiuse la porta alle proprie spalle.

Magari, stavolta, quel buono a nulla di Inuyasha sarebbe riuscito a svegliarla...

Sfilò dalla sua pettinatura una delle piume usate come fermaglio, alzandola sopra la propria testa ; un mulinello d'aria circondò il suo corpo  accarezzando con tocco gentile e distruttore tutto ciò che lo circondava.

Che andasse a farsi fottere! Quello stronzo!

Un secondo dopo della kaze youkai non c'era più traccia...

***

 

Mosse il primo passo sul terreno e lo senti tremendamente reale e solido. Ci poggiò entrambi i piedi, uscendo definitivamente dal varco luminoso.

Un pavimento, per quanto sporco , puzzolente e bagnato, non gli era mai sembrato tanto bello!

Il lungo cappotto in vinile scivolò con grazia a ricoprire il corpo del suo indossatore, che a parte il maglione rosso scuro e il rosario al collo era intermente vestito in pelle nera.

Trattenne il fiato , guardandosi attorno. L'aria estremamente rarefatta e calda, convergeva tutto nell'unico bocchettone d'aerazione , rimanendo però immobile. Macchine , quante ne aveva mai viste ,poi, puntellavano il pavimento, come mobili grigi, in plastica e ferro nero, decorati dai bottoni brillanti e le viti luminose, emettevano i loro suoni monotoni e metallici .

Bip Bip Bip.

Come pulsazioni di una macchina.

Bip Bip Bip.

Ma le macchine non hanno cuore , come avrebbe dovuto essere lui. Freddo e spietato. Niente legami.

Con la mitraglietta pronta, superò un vaso di lucide perle nere, chissà come perse sul pavimento.

Ma se poi era davvero così...il fatto che fosse lì , in quel momento, a cercare quella ragazza che aveva creduto frutto di un sogno per anni interi...non era di già una contraddizione?

Bip Bip Bip.

No forse quella era solo curiosità.

Emise un gemito strozzato quando la vide. Là ,proprio come allora, addormentata ,impotente, rinchiusa in quella gabbia di tubi e spine che le entravano a loro piacimento nel corpo.

La pelle lattea, oltre quel vetro spesso e i capelli corvini, che dondolavano a metà tra il viso e la schiena, con la stretta tutina bianca a fasciarle il corpo,da seconda pelle.

Gli occhi vagarono sulla superficie fredda alla ricerca di un qualche segno di vita , o qualche informazione.

Chi era lei? Cosa ci faceva qui?

Abbassò la mitraglietta non appena scorse la sua risposta. Una targhetta incisa , sul lato della sua capsula.

Spolverò la superficie in ferro con le dita ,abbastanza da poter leggere .

Esperimento n°116 β* .

Kagome Higurashi- Shikon no Tama.

29/01/2436.

Sollevò lo sguardo su di lei.

Dormiva li da oltre mille anni....Come aveva fatto?

Che fosse un esperimento di clonazione?

-Ka..go..me.. -  Un orecchia canina si mosse in simbiosi con una serie di bolle d'ossigeno vaganti nel liquido.

Comunque sia doveva andare. Se il cip non era lì c'era , non poteva rimanere una giornata in contemplazione...

Fece per voltarsi, quando un rumore lo colse.

CriiicK....

Come del vetro incrinato..

Crrrrrriiiiiiiiick.....

Come del vetro incrinato sotto un grande sforzo.

Si voltò un attimo verso la ragazza: impossibile  che...

Spalancò gli occhi annichilito, quando si ritrovò a fronteggiare con due intense iridi castane che lo fissavano senza batter ciglio.

Lei si era svegliata.

Crriiiiiiiiiccccckkkk....

La sfera , alzatasi a metà del suo collo ,emetteva fasci di luce amplificati dalla soluzione verde.

Quelle iridi lo fissavano sgomente e non gli riusciva di distogliere lo sguardo.

La vide tentare di muoversi a tentoni , lasciando che la mascherina dell'ossigeno ricadesse sul fondo . Le dita ,braccia,mani gambe si muovevano frenetiche nel tentativo di liberarsi, quando l'aria ormai scarseggiava.

CRiiiccccck..

Di nuovo quel suo, che lo risvegliò.

Cosa stava facendo!?!

Liberata una mano ,strappò il cavo principale dietro al collo ,mettendo in allarme tutti i sensori delle macchine. La sua bocca si spalancò ed emise un sordo grido straziato stringendo le mani al petto,come scottata.

A lui sembrò come di sentirlo rimbombare nelle proprie orecchie.

Crrriiiiiiccckkkk...

Con uno schianto immenso il vetro decise di cedere del tutto , e lui si ritrovò travolto dall'acqua e dal dolce peso femminile.

Istintivamente la strinse a se, mentre la forza della soluzione lo sbatteva contro uno dei congegni principali mandandolo in corto circuito.

Si maledisse mentalmente : ma come cavolo si era potuto andare a cacciare in quella situazione!?!

La sua orecchia destra si mosse leggermente, mentre percepiva il respiro affannato di lei sul suo torace.

Aprì lievemente un occhio fissando il laboratorio, distrutto e semi allagato.

Storse lievemente il naso ,trovandosi a contatto con quell'odore di bruciato e di alcol etilico, talmente forte, da fargli venire la nausea.

Ma che cavolo era quello schifo che era uscito dalla capsula?!?

Fece per alzarsi a sedere , quando il peso della ragazza tra le sue braccia tornò a farsi sentire. Affaticata, respirava a malapena, aggrappandosi a lui con le dita;i capelli le ricadevano molli ,appiccicati alla fronte calda, segno di un'alta febbre, ma dal suo sorriso accennato dava l'idea che la situazione di non essere più rinchiusa le stesse proprio a genio.

La sfera, probabilmente la Shikon no Tama, appesa al suo collo era ritornata come prima, di un' intenso e omogeneo corvino scuro.

Ma come aveva fatto a cacciarsi in una situazione simile?!

-Ehi...va...ehm.....tutto bene?-chiese in tono impacciato.

 Non gli rispose. Non gli rispose alla domanda ,serrò in compenso la stretta alla sua felpa.

Sollevando gli occhi castani, fece un sorriso radioso :un grazie al suo unico salvatore, a cui avrebbe sempre dovuto la vita.

 Distrutta dallo sforzo, cadde svenuta nelle braccia del mezzo demone, accovacciato tra i pezzi di vetro e i resti di quella che era stata la sua millenaria prigione.

Avrebbe chiuso gli occhi....solo per un pò.

Ma questa volta , era sicura....

Al suo risveglio non sarebbe stata in gabbia..

..ma al loro paradiso.

 

 

116 β = dovrebbe essere centosedici beta.

B- Nuova fic oltre i limiti della realtà partorita dalla nostra insana, insana mente!

L- Siamo lesse !Non vi diciamo altro!

G-no..ma vi rendete conto da quanto l'avevamo sul pc questa!?!Un mese!!!Cosa cavolo abbiamo fatto un mese a questa parte!?!

B-Una parola...

G-Bananeti?

L-no

G-Cazzate?

B- quello sempre...vai oltre...

G-ah!Dieta!

L-see....in un altro universo!Dai inizia per C!

G- Caramelle?

B-=_= basta...è Cambridge giulina...tra 5 giorni ce ne andiamo!

G-Ah è vero!^^''

L-O_Ocome è vero!?! Te ne eri dimenticata!?!

G-No è che stavo pensando a un bananeto del bangladesh...

B- va a finire che per il tuo compleanno ti regalo un cassa!

G-*_* di banane?

B-no...una cassa del Bangladesh...vuota...con su scritto sopra chiquita...

G-Siiii!!!*_*

L-O_o sta è più fumata del solito!

 

Allora la trama può sembrare alquanto simile a Wolf's Rain . In realtà ci abbiamo pensato soltanto dopo, e il fatto che la città si chiami Rakuen non aiuta certo!

Ma come avete potuto vedere ci saranno si o no tre analogie con il famigerato anime e manga!

No se la vogliamo mettere proprio come sta l'idea è sorta dalla canzone qui sotto riportata , appunto ,Rakuen , colonna sonora del nostro (amatissimo) quarto film.

Traduzione dall'inglese all'italiano a nostro carico, se avete domande da fare o punti che non vi tornano, siete pregati di dircelo!^^(uguale per il titolo , anche se in giapponese spariamo la struttura della frase sia corretta!^^'')

Abbiamo pensato a farci su anche una long fic, ma poi veniva su una cosa troppo barbosa, e quindi abbiamo preferito, mono-one-short. Anche se forse ci vorreste scannare perchè ve l'abbiamo fatta finire a cane!^^

Ma prima di lasciarvi vogliamo fare una precisazione riguardo a Miroku, Sango e a oltre altro ningen. Qui in realtà il foro del vento di Miroku e l'abilità con le lame di Sango , sono dovuti, non all'abilità , ma alle molecole radioattive che hanno creato legame con quelle del DNA degli avi dei due protagonisti, arrivando fino a loro.

La questione è abbastanza complicata...per intenderci diciamo che prima hanno costruito dei ponti...poi si sono fuse insieme del tutto!(questo nell'arco di generazioni)

Siamo state abbastanza esaurienti?(avremmo potuto aprire l'angolo della scienza di Giw per questo, ma sia detto a voce che scritto nella maniera "accademica" era abbastanza difficile da comprendere!=P)

Ora vi lasciamo definitivamente...

Commentate se ne avete voglia!^^

Bax Bax

by le autrici!^^

Rakuen= Paradise [Paradiso]

Dare mo ga minna shitteru  
Keseya shinai kizu o
Dore gurai tsuzuku no?
Mou iranai yo

Dare mo ga minna matteru
Arasoi no nai hibi o
Senshou no heishi-tachi
Omoi dashite yo
Ima haha no nukumori o

Kono hateshinaku hiroi sekai ni
Jibun dake no chizu egaite
Namida koraete
Bokura wa aruiteyukou.

Tachi agare ima
Hora nando demo
Nemuru shishi yobiokoshite
Ikiteyuku n da ashite e

Dare mo ga minna motteru
Hito kakero no ai o
Nikundemo nani hitotsu
Umarenai n da yo
Sonna no mou iranai yo

Kono kagiri aru jikan no naka de
Mada minu rakuen mezashite
Doko made datte
Bokura wa aruiteyukou.

Furimukanaide
Mae dake o mite
Sono karada kuchihateru made
Ikiteyuku n da mirai e

Omoi dashite yo
Ima haha no nukumori o


Kono hateshinaku hiroi sekai no
Mada minu rakuen mezashite
Doko made datte
Bokura wa aruiteyukou.

Furimukanaide
Mae dake o mite
Sono karada kuchihateru made
Ikiteyuku n da mirai e

 

We all understand
That the wounds can't go away.
How long will it go on?
We don't need them anymore.

[Noi tutti capiamo

Che le ferite non possono andare via

Quanto ancora continuerà?

Noi non ne abbiamo bisogno più.]

We all wait for the day
That there will be no strife.
Wounded soldiers,
Remember now
Your mothers' warmth.

[Noi tutti aspettiamo il giorno

dove non ci saranno lotte

Soldati feriti,

Ricorda ora

il calore di tua madre]

In this vast and endless world,
Drawing our own map,
And holding back our tears,
We'll continue on walking.

[In questo vasto e sconfinato mondo

Ci disegniamo da soli la nostra mappa

E teniamo indietro le nostre lacrime

Continueremo a camminare avanti]

Stand up now,
See now, however many times
Sleeping lions are awakened,
Live on to tomorrow.

[Alzati adesso

Guarda ora,comunque molte volte

un leone addormentato si è alzato

Vivi fino a domani ]

We all carry
A fragment of love,
Even if we feel hatred,
Nothing will be born of it.
That's something we don't need.

[Tutti noi portiamo

Un frammento d'amore

Anche se ci sentiamo odiati

Niente nascerà da li.

E' qualcosa di cui non abbiamo bisogno.]

Within the limits of time,
Setting out for a paradise we've yet to see,
As far as it takes us,
We'll continue on walking.

[Senza i limiti del tempo

Posti fuori da un paradiso che dobbiamo ancora vedere

Tanto lontano quanto ci porterà

Continueremo a camminare avanti.]

Don't turn back,
Only look ahead.
Until your body wastes away,
Live on to the future

[Non voltarti

solo guarda avanti

Finchè il tuo corpo sarà devastato lontano

Vivi verso il futuro. ]

Remember now
Our mothers' warmth.

[Ricorda ora il calore di nostra madre.]

The vast and endless world's
Yet unseen paradise we set out for,
And as far as it takes us,
We'll continue on walking.

[L'immenso e vasto mondo è

L'ancora invisibile paradiso dove noi siamo messi fuori]

Don't turn back,
Only look ahead.
Until your body wastes away,
Live on to the future.

[Solo non voltarti

Guarda avanti

Finché il tuo corpo non sarà devastato lontano

Vivi verso il futuro]

  
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