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Autore: kimsherd    25/06/2011    1 recensioni
Due "scuole" rivali combattono una per la pace e l'altra per la conquista del mondo. Le due scuole sono governate da due fratelli separati per diversità di pensiero.
In questa fanfic ci sono i pensieri del mio personaggio, Dante, ovvero quello buono, che riflette su quello che vuole fare
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Combatteremo insieme contro il male che perversa in questo mondo”
“Porteremo la pace senza la guerra”
“Costruiremo un mondo dove potremo camminare a testa alta insieme agli umani”
 
Queste sono le frasi che continuo a ripetere da anni. Le dico a loro, ai miei studenti, osservando compiaciuto i loro visi pieni di speranza mentre credono davvero che noi vinceremo, che il bene trionferà sul male e che noi riusciremo davvero ad andare d’accordo con gli esseri umani senza più dover combattere.
 
Mi compiaccio nel vedere le loro facce speranzose e credo che sia merito mio, che tutto quello che ho creato porterà davvero alla realizzazione dei nostri obbiettivi.
 
Sono solo un povero illuso.
 
Non abbiamo speranze. E non perché non sappiamo combattere, perché il nostro esercito è più piccolo o perché io, il comandante, non sia capace.
 
Semplicemente è perché siamo buoni e il bene non vince mai.
 
Vince quando si tratta di film, fumetti o cartoni animati, ma nella vita reale, in questo mondo crudele ed assetato di sangue, essere buoni non porta nessuna garanzia o vittoria. Porta semplicemente alla sconfitta.
 
Perché? Me lo chiedo anch’io. Non trovo nulla di sbagliato nel mio ragionamento: voglio semplicemente la pace, senza bisogno di ricorrere alle armi, senza combattere e senza uccidere nessuno.
 
Eppure questo mondo non capisce le mie, anzi, le nostre intenzioni. Qua dentro vige la regola del più forte. Chi non ha scrupoli, chi non si fa guidare dai sentimenti verso gli altri ma solo dall’egoismo e chi non ha pietà vince.
Noi, altruisti e pieni di sogni, perdiamo.
 
Affondiamo, cadiamo nell’oblio e nessuno ci ricorda. Nessuno ricorda di quel piccolo esercito che aveva tentato di combattere pacificamente per una pace che nessuno vuole.
 
Perché è questo il punto: nessuno vuole la pace. I più forti non ci vogliono nemmeno provare, a stabilire la pace, perché significherebbe perdere i loro poteri, la loro ricchezza e il loro prestigio e dividerli con i più deboli.
 
I deboli, quelli si che chiedono a gran voce l’eguaglianza, ma chi li ascolta? Chi li ascolta se non noi?
 
E noi siamo pochi. Siamo speciali, è vero, ma non siamo invincibili.
In fondo siamo come loro: piccoli e infimi esseri umani con un po’ di poteri in più.
 
Come possiamo noi portare la pace?
 
E dunque mi chiedo: a che scopo essere buoni?
A cosa serve sorridere, sperare, sognare, combattere e perseverare se, alla fine, siamo solo noi a volere la pace?
 
Certe volte mi chiedo se sarebbe più semplice seguire Virgil e conquistare il mondo insieme a lui…e mi rendo conto che si, sarebbe più semplice.
 
Diventeremmo i padroni di questo mondo, forti, potenti, ricchi e prestigiosi. Tutti ci tratterebbero con rispetto e nessuno oserebbe più farci del male.
 
Ma a questo punto non saremmo diversi dalle persone che ci hanno sempre fatto del male.
 
È per questo che continuo a lottare, a dire parole in cui nemmeno io credo, a spronare i miei studenti e a credere in loro: perché, per quanto essere buoni non paga e sia inutile, io non voglio essere come loro.
 
Non voglio diventare come le persone che abbiamo sempre odiato.



Come avrete capito, la scuola di Dante è quella buona, mentre quella di Vi quella cattiva. Dante vuole la pace, mentre Virgil vuole conquistare gli umani, visto che tutte e due le scuole sono costituite da persone speciali (mutanti, angeli, demoni, androidi e chi più ne ha più ne metta) che sono state maltrattate dagli umani in qualche modo.
Lux et Tenebrae
   
 
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