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Autore: fran_buchanan    25/06/2011    1 recensioni
[dal cap.1]
- Eccomi, Direttore – fece un piccolo inchino a Kaien, poi si rivolse a me – Il mio nome è Hanabusa Aido, e da oggi sarò tuo compagno di classe. Il tuo nome invece, bella fanciulla? – mi sorrise affabile, facendomi il baciamano. Arrossii di botto, non ero abituata a certe cose.
- A-Alyson Heiser – mormorai imbarazzata, ritirando la mano non appena Aido lasciò la presa.
- Bene, ora che vi siete presentati, è meglio che andiate, o non riuscirete a fare una visita al dormitorio prima dell’inizio delle lezioni. Su, forza – ci fece il direttore, sospingendoci verso la porta con un sorrisino innocente in faccia. Quando uscimmo, ci chiuse la porta davanti al naso. Che modi, umpf.
[dal cap.3]
Rimanemmo qualche minuto in silenzio, Hanabusa sempre ad occhi chiusi, così ne approfittai per guardarlo per bene da vicino, il più silenziosamente possibile. Viso d’angelo, capelli biondi come il grano, quelle labbra perfette... E gli occhi, di quel blu perfetto. Uh, occhi? Shit. Aveva riaperto gli occhi.
Come una scema rimasi lì ad osservarlo per qualche secondo, in stasi, poi voltai lo sguardo sopra la sua testa.
- Uh, perché mi stavi osservando, Al? –
***
Revisionata. Enjoy!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akatsuki Kain, Hanabusa Aido, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5. A letter can change the fate of a person


Quando mi svegliai, ero sola in camera. Aprii gli occhi, ed inquadrai un biglietto sul comodino. Lo presi ed iniziai a leggere, sapendo perfettamente di chi fosse. Hizashi.

Sai benissimo che cercare il biondo è perfettamente inutile.
Se non voglio essere trovato, non vengo trovato. Dovresti saperlo ormai.
Ma, se proprio proprio vuoi riavere il tuo adorato Hanabusa, ti propongo uno scambio.
 Tu per lui. Fatti trovare vicino al lago che c’è nella foresta.
Se non ti presenterai entro ventiquattro ore da questo momento, puoi anche dirgli addio.
Ti aspetto, piccola Heiser.
Ah, non far parola di questa lettera con nessuno. E vieni sola.
H.


Riposi la lettera nel cassetto, assorta. Ero sola, e non potevo parlare con nessuno dello ‘scambio’. Dovevo agire, e basta. Presi un respiro profondo, poi mi diressi verso la finestra e saltai giù.
Controllai attentamente di non essere vista da nessuno, poi mi diressi verso il lago. Ci arrivai dopo poco.
Mi fermai accanto alla riva. Sorrisi sotto i baffi. Se Hizashi avesse voluto combattere, aveva proprio scelto il posto sbagliato.
- Avanti Hizashi, so che sei qui, vieni fuori. – lo precepivo nel bosco di fronte a me, leggermente a destra.
Sentii una risata, poi una figura spuntò fuori dalle ombre. Era uguale a quando l’avevo visto, un anno prima. Solo i capelli corvini erano cresciuti.
- Oh, la piccola Heiser. Sei stata veloce – mi disse, con un tono che mi fece venire i brividi. Era inquietante. Non replicai. Mi limitai ad osservarlo a braccia incrociate, a studiarlo. Aveva capito quel che pensavo, e cioè che volevo quell’accidenti di scambio.
- Uh, tu vuoi il biondino non è vero? – rise – Ma certo, ecco a te – diede un calcio a qualcosa davanti ai suoi piedi, e notai che la ‘cosa’ in questione era Hanabusa. Corsi verso di lui. Non poteva essere morto, no. Aveva una lunga ferita sul petto, ma quando gli arrivai affianco, notai che respirava. Sospirai di sollievo, poi lo trascinai il più delicatamente possibile, depositandolo accanto alla riva del lago, lontano dall’arena di un possibile scontro, e gli lasciai una leggera carezza sul viso.
Osservai Hizashi con odio, avvicinandomi a lui. Non solo mi aveva portato via i miei genitori, ma mi aveva anche quasi portato via l’uomo che amavo.
- Sei un bastardo, sai Hizashi? – dissi, con voce controllata, iniziando a richiamare i venti, grazie ai miei poteri. L’aria faceva sibilare le cime degli alberi, che si muovevano pericolosamente, da quanto era forte la corrente. Io ero immobile. Il vento mi evitava, come se ci fosse stata una bolla attorno a me. Hizashi invece faticava a stare dritto.
Dopo poco, aggiunsi delle schegge di ghiaccio all’aria, dirigendole tutte verso Hizashi. Si alzò una nube di polvere che in poco si diradò, mostrando il cacciatore con la spada sopra la testa, per proteggersi dai proiettili di ghiaccio. Strinsi i denti. Era forte. Sapeva bene come difendersi.
Iniziai a mandargli contro altri proiettili di ghiaccio, sassi e rami di varie dimensioni, da varie direzioni, spostando il tutto con il vento. Ma Hizashi parava tutto. Ero riuscita a fargli solo due graffi.
- Adesso mi hai stufato, ragazzina – ringhiò Hizashi, per poi correre verso di me, con la spada sguainata.
Spiccò vari salti, per poi arrivare davanti a me, ancora in corsa. Scartai di lato, evitandolo per un pelo, per poi richiamare, grazie all’acqua del lago, una lunga spada di ghiaccio. E no, non ghiaccio normale. Quello di chi possedeva un potere, era molto più resistente e duro del ghiaccio normale. Era quasi come avere una spada di acciaio.
Io è l’hunter combattemmo per un po’, muovendoci nella radura. Facevo attenzione a non avvicinarmi mai troppo alle rive del lago, dove c’era Hanabusa.
Mi distraetti un istante per controllare Aido, e subito Hizashi ne approfittò, venendo verso di me. Lo schivai, ma riuscì a colpirmi comunque, procurandomi una ferita alla spalla sinistra. Digrignai i denti leggermente. Se voleva la guerra, quella gli avrei dato.
- Forza, è solo questo che sai fare? Mi pare che questo incontro stia andando troppo per le lunghe - dissi, iniziando ad evocare completamente i miei poteri, ben consapevole che i miei occhi si sarebbero scuriti, passando dal normale e chiaro azzurro di sempre, ad un blu molto scuro. Posai le mani sul terreno, mentre Hizashi si avvicinava a me. La prima cosa che feci, fu quella di innalzare una barriera che potesse proteggere Hanabusa dai miei stessi colpi. Poi, dal terreno iniziarono ad emergere velocemente degli spuntoni di ghiaccio, più o meno grandi. Con quelli, iniziai a seguire Hizashi, che cercava di avvicinarsi agli alberi per arrampicarsi e sfuggire alle punte.
Ma si fermò, quando Eve gli spuntò davanti.
- Ehilà, cacciatore – sorrise falsamente innocente, per poi creare dal nulla un pugnale e piantarglielo nel petto. Hizashi cadde in ginocchio, per poi crollare a terra. Morto.
Staccai le mani dal terreno Era finita. Era finita davvero. Ero ancora immobile, quando d’improvviso mi ricordai di Hanabusa, così barcollante mi avvicinai a lui. Ero debole, creando gli spuntoni avevo dato fondo a tutte le mie energie, e la ferita alla spalle, che si era rivelata più profonda di quello che pensassi, non aiutava di certo.
Mi feci cadere in ginocchio accanto a lui.
- Hanabusa – mormorai – mi dispiace di averti fatto finire in questo casino – ero consapevole che non mi stesse sentendo, ma non mi interessava - Ma grazie, per tutto. Ti amo, Hanabusa – gli lascai una dolce carezza sul viso, poi sentendomi sempre più debole e stanca crollai sdraiata accanto a lui, ed il buio mi avvolse.
  
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