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Autore: Saruwatari_Asuka    25/06/2011    4 recensioni
Il giorno della promessa fra Shanks e Rufy tutti noi lo conosciamo e ricordiamo bene.
Ma Oda non ci ha mai mostrato com'è stato per Shanks e la sua ciurma quando il Rosso ha perso il braccio...
"E nonostante una parte di sé, quella che li conosceva meglio e più si fidava probabilmente, gli diceva che non doveva temere, che prima che i suoi compagni d'avventura erano amici e fratelli e che non l'avrebbero mai abbandonato solo perché aveva perso un braccio, c'erano momenti in cui l'altra parte, quella minuscola e pessimista, aveva la meglio."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shanks il rosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nothing Regret

 

Quando aveva visto quel tipo portare via Rufy, non ci aveva pensare su troppo prima di dividersi con la sua ciurma per cercarlo. Di certo non poteva lasciare che facesse del male al suo piccolo amico.
Nessuno sano di mente toccava gli amici e i compagni di Shanks il Rosso, ma a quanto pareva quel tizio non lo conosceva o forse era talmente sprezzante del pericolo da credere di poterlo battere.
Solo perché non aveva menato le mani al loro primo incontro?
Ma Shanks aveva imparato dal suo Capitano che non bisognava scaldarsi per sciocchezze, che era inutile prendersela per piccole cose, soprattutto con pesci insignificanti. L'importante era capire quando far comprendere agli altri chi si celava dietro un sorriso sornione.
E quello era decisamente il momento di Shanks.
Aveva rapito Rufy e adesso minacciava di ucciderlo. Gli avrebbe staccato la testa dal collo, poteva giurarci, parola d'Imperatore.
Corse più veloce possibile, arrivando al molo in un batter d'occhio e guardandosi intorno febbrile. Non era bravo a tenere dentro le emozione quando si trattava dei suoi amici, Benn glielo rinfacciava sempre, ma non gliene importava assolutamente niente in quel momento.
Poteva anche passare per un ansioso buono a nulla.
Ma dove diavolo era Rufy?
Poi lo vide, in mezzo al mare, su una barca con quell'imbecille dietro, legato come un salame. Come se c'era bisogno di legarlo per farlo andare a fondo. Già normalmente Rufy era un'Ancora, adesso che aveva mangiato il frutto del diavolo non riusciva nemmeno a tenersi a galla -cosa che già prima gli risultava difficile.
Senza pensarci due volte, si tuffò in mare, nuotando veloce verso la piccola imbarcazione. Fortunatamente lui era sempre stato un ottimo nuotatore.
Notò con la coda dell'occhio un Re del Mare muoversi verso l'imbarcazione quasi avesse individuato il suo pranzo.
C'avrebbe pensato lui al bastardo, ma Rufy non lo doveva toccare.
-"RUFY"-
Cercò di andare più velocemente possibile, e quando vide Rufy cadere in mare ed essere quasi sbranato dal mostro marino non ragionò più.
Non sarebbe stato in grado di descrivere le sue azioni o quello che era successo nell'arco di quei miseri minuti.
Sapeva solo che era arrivato in tempo, facendo da scudo al bambino di gomma col suo stesso corpo. Il dolore alla spalla fu talmente accecante che durò solo un istante, e per un attimo pensò di averlo immaginato.
Si voltò verso il mostro, assottigliando gli occhi.
-"Vattene"- e fu più che altro un sibilo, quasi fosse quello di un serpente, pungente e agghiacciante come una lama, come i suoi occhi in quel momento stretti a fessura, spaventosi. E l'Ambizione che fuoriusciva dal suo corpo sarebbe stata in grado senza problemi di farlo fuori in un battito di ciglia.
Era spaventoso.
In quel momento, Shanks, sembrava il pirata che era.
Forte e pericoloso.
Probabilmente anche l'animale lo capì, perché scappò senza emettere alcun suono.
Shanks sospirò, allentando la presa quasi ferrea che aveva esercitato su Rufy senza nemmeno accorgersene. Ma il ragazzino non sembrava essersene reso conto, stretto a sua volta all'unica ancora di salvezza per evitare di annegare, singhiozzando rumorosamente.
Sorrise teneramente.
Il mare intorno a loro si tingeva di rosso, ma il più grande fu talmente sollevato di sapere che non era del suo marmocchio preferito che quasi non si accorse che era suo. Che aveva perso un braccio. Che sarebbe morto dissanguato se non fosse tornato al più presto sulla terraferma.
Ma la terraferma in quel momento gli sembrava dannatamente lontana.
Solo che c'era Rufy, e doveva assolutamente portarlo in salvo.
Con la poca forza che sentiva di avere ancora, nuotò verso la baia. Aveva la vista annebbiata, ma riconobbe quasi subito la figura che lo aspettava lì come quella di Benn, il suo vice.
Quando arrivò si sentiva davvero uno straccio per i piedi e si fece aiutare senza problema da Benn, che era corso verso di lui appena l'aveva visto e aveva capito la situazione.
Shanks aveva sacrificato il braccio.
Si fece aiutare ad uscire dall'acqua, sorridendo apertamente come faceva sempre in direzione di Rufy, che sembrava non avere la minima intenzione di staccarsi da lui.
Makino sopraggiunse in quel momento, cacciando un urlo terrorizzato. Solo allora Shanks si sforzò di cercare di capire quello che era successo a lui.
Tanto, Rufy stava bene.
Respirò profondamente, ma le fitte che sentiva al petto sembravano volerglielo impedire.
Dolore.
Ora lo sentiva.
E anche se c'era abituato, se ne aveva viste tante, se ne aveva subite tante, non ci si poteva abituare al dolore. C'era Benn che lo teneva seduto cercando di fermargli l'emorragia e che parlava con Rufy, insieme a Makino, però non aveva più percezione di quello che stava succedendo intorno a lui.
Faceva un male cane, molto peggio di quando aveva rischiato di perdere l'occhio per colpa di quel Teach.
Makino sembrava davvero molto spaventata.
Poi c'era anche Benn, ma non sapeva dire se era preoccupato o qualcosa del genere.
Sperava solo di riuscire a mantenere il sorriso finché Rufy non se ne sarebbe andato, perché non voleva preoccuparlo, non voleva si sentisse in colpa.
Anche se non era molto sicuro nemmeno di quello che stava facendo lui in quel momento.
Respirava a fatica, stava perdendo troppo sangue. E faceva male. Questa era l'unica cosa che poteva dire con certezza.
Male da morire.
Il suo braccio.
Il corpo era scosso dai fremiti, ma l'unica cosa che riuscì a capire, a percepire più che altro, fu che Rufy se n'era andato.
Finalmente.
Finalmente.
Schiuse le labbra e gemette dolorante, gli occhi annebbiati, i suoni gli giungevano ovattati, le labbra ancora stese in quel sorriso caloroso.
Ora faceva un po' meno male, dopotutto.
Forse il medico era arrivato e forse Benn l'aveva portato sulla nave in braccio, di peso, non lo sapeva. Lasciò andare la testa all'indietro e chiuse gli occhi, lasciando che i sensi l'abbandonassero, cadendo nel torpore dell'oblio.

Quando riprese i sensi era nell'infermeria della Force, o almeno così gli sembrava.
Per un solo attimo non ricordò cos'era successo, ma la cosa gli tornò alla mente appena cercò di muoversi. Grugnì dolorante, cercando di non cacciare l'urlo che sentiva in gola, ributtandosi sul letto e strizzando gli occhi.
Non si sentiva nemmeno un po' in forze, nemmeno un po'.
Anche alzarsi in quel momento gli sembrava una cosa fuori dal mondo.
Forse poteva rimanere un altro poco a letto, non si sentiva affatto bene. Forse aveva anche la febbre, o forse era una sua impressione visto che si sentiva come si sarebbe sentito una pezza vecchia. Da buttare.
Sospirò, chiudendo di nuovo gli occhi, quasi fosse troppo faticoso anche tenerli aperti. Fece scivolare la mano sulla fasciatura che gli copriva il petto...e la spalla.
La spalla.
Il braccio.
Si morse un labbro, a sangue, fino a spaccarlo.
No, no, no, maledizione no.
Voleva sapere come stava Rufy, non lo ricordava. Voleva saperlo, che almeno il suo stupido gesto fosse servito a qualcosa.
Dov'era Benn quando serviva?
Non ce la faceva ad alzarsi da solo, non aveva la forza di fare assolutamente niente.
Maledizione, maledizione, maledizione.
Era stato davvero un idiota a tuffarsi in quel modo senza pensarci. Se avesse aspettato che Benn avesse un'idea Rufy si sarebbe sicuramente salvato lo stesso. O forse no. Comunque non poteva correre il rischio.
Aveva perso il braccio, okay, ma Rufy era salvo, era quello che contava.
Certo, magari sarebbe stato un problema, ma quello che contava era che il suo piccolo amico fosse salvo.
Shanks era sempre stato convinto che non ci fosse niente di più importante al mondo della vita e della salute dei suoi uomini, nemmeno la sua, di vita. E Rufy era un suo amico. Su questo non c'era alcun dubbio.
Forse poteva agire con meno impulso, Benn gliel'avrebbe sicuramente rinfacciato, ma non si poteva tornare indietro quindi pazienza.
Il problema adesso era un altro.
Era il suo braccio sinistro.
Che non c'era più.
Strinse ancora i denti, mordendosi le nocche dell'unica mano che gli rimaneva.
Non si pentiva di averlo fatto. Avrebbe sacrificato anche la testa se questo avesse potuto salvar Rufy.
Ma un pirata, senza un braccio...che pirata poteva essere?
Non poteva più ricercare la sua indipendenza, in nessun modo. Lui era anche mancino, sarebbe stato un problema doppio. Doveva praticamente ricominciare da capo, e anche in quel caso avrebbe sempre avuto bisogni di qualcuno anche per le cose più piccole.
Senza un braccio, niente sarebbe più stato come un tempo, niente.
Non si sarebbe stupito più di tanto se i suoi uomini avessero deciso di abbandonarlo e intraprendere la carriera di Pirata per conto proprio. Che razza di capitano e pirata sarebbe potuto essere se non poteva nemmeno considerarsi un uomo indipendente?
Quando sentì la porta aprirsi s'immobilizzò e senza ben sapere perché finse di star ancora dormendo. Probabilmente era solo William, il loro medico di bordo, che era venuto a controllarlo, anche se a giudicare dai passi non era solo.
Lo sentì smanettare lì intorno e poi sentì solo una lieve puntura sul braccio.
Quel lieve bruciore che lo stava invadendo sparì, segno che quello era un antidolorifico e che stava già facendo effetto. Qualcuno gli passò anche uno straccio gelato sulla fronte e sugli occhi, dandogli un immenso sollievo.
Si lasciò scappare un sospiro.
Ma quello che faceva più male in quel momento non era la spalla o la febbre.
No.
-"Come sta?"- era la voce di Benn, e anche se come al solito non tradiva quasi emozioni Shanks era certo avesse una nota d'apprensione nella voce.
-"Meglio di ieri. La febbre è scesa, ma non potrò darlo fuori pericolo finché non si sveglia. Ha perso molto sangue e per poco la ferita non si è infettata. Se avessi potuto immaginare fosse così grave, avrei lasciato perdere subito quei briganti e sarei corso da lui. La febbre è stata un meccanismo di difesa del suo corpo per la ferita troppo grave ma...quel che è certo è che ha perso il braccio"- la voce di William tremava, era quasi strano associarlo ad uno con la stazza del medico -"E' stato tranciato di netto, rimarrà una brutta cicatrice, ma è il minimo. Per il resto, fisicamente parlando sta bene"-
Benn aveva annuito, prima di uscire dalla cabina senza dire niente a nessuno.
William si sedette sulla sedia accanto al letto e rimase a vegliare il suo Capitano.
Si sentiva dannatamente in colpa, in quanto medico, ma non avrebbe potuto farci niente. Quel mostro il braccio del suo capitano se l'era divorato in un sol boccone, anche se ancora si chiedeva perché. Accettare che un pirata del calibro del Rosso, così difficile da ferire anche per il miglior spadaccino del mondo, avesse perso un arto contro uno stupido mostro marino, era difficile. Ma Shanks l'aveva fatto per salvare il ragazzino e lui non aveva potuto fare altro che cercare di salvargli la vita.
Non voleva nemmeno immaginare come l'avrebbe presa l'uomo.
In fondo, Shanks aveva solamente ventisei anni, non sarebbe stato affatto facile per lui.
La porta si aprì di nuovo.
-"Hey Will"- la voce bene o male a Shanks parve quella di Yasopp, ma in quello stato poteva anche sbagliare, era davvero troppo bassa per poterne essere certo, aveva ancora i sensi intorpiditi e l'antidolorifico non l'aiutava.
-"Cosa?"- Sembrava quasi avessero paura di svegliarlo, di disturbarlo, quasi il sonno fosse l'unica sua cura possibile. Fosse stato così, sarebbe stato felice.
-"Come sta il Capitano? Sono tutti preoccupati, sali di sopra e dai notizie"-
William sogghignò, scoccò un'occhiata al capitano e decise che poteva andare -"Okay"- disse, seguendo il cecchino fuori dall'infermeria e chiudendo accuratamente la porta.
Shanks allora aprì gli occhi, piano, e sospirò.
I suoi compagni erano fantastici, davvero, ma...
Era stupido, infantile, insensato, molto poco da Shanks il Rosso, ma non poteva fare a meno di aver paura che i suoi compagni in quel momento gli stessero accanto solo per pietà e che appena sarebbe stato meglio l'avrebbero abbandonato.
Se avessero voluto, lui li avrebbe lasciati andare, perché non era giusto, nemmeno un po', che li tenesse incatenati ad un mutilato, allontanandoli dai loro sogni e i loro ideali.
Eppure ne aveva paura, davvero tanto.
Il Rosso non aveva mai avuto timore di niente. Ma questa non era la paura che avrebbe potuto provare davanti ad un nemico o ad un pericolo.
Era la paura di rimanere solo, perdere le persone a lui care.
Poteva anche essere un pirata pericoloso e temuto, potevano anche dire che uno come lui non aveva paura di nulla, ma non era così.
Lui aveva il più puro terrore di perdere i suoi compagni.
E nonostante una parte di sé, quella che li conosceva meglio e più si fidava probabilmente, gli diceva che non doveva temere, che prima che i suoi compagni d'avventura erano amici e fratelli e che non l'avrebbero mai abbandonato solo perché aveva perso un braccio, c'erano momenti in cui l'altra parte, quella minuscola e pessimista, aveva la meglio. E tutto questo nel giro di dieci minuti.
-"Ah,Capitano, ma allora sei sveglio"- Shanks sbatté appena gli occhi. Perso nei suoi pensieri, non si era accorto che la porta si era nuovamente aperta e che il medico era entrato.
Shanks si voltò verso di lui e sogghignò -"Certo, credevi che una cosa simile potesse mettermi K.O.?"- rispose ilare, cercando di mettersi seduto sul letto. Ma non ce la faceva, proprio no, e nemmeno il braccio sano sembrava volerlo aiutare.
-"Fermo Capitano!"- intervenne il medico -"Devi rimanere sdraiato e riposarti. Per almeno una settimana, non devi muovere nemmeno un'unghia, intesi?"-
Shanks rise -"Come dici tu, dottore"- rispose.
William sospirò, sollevato che nonostante tutto il suo capitano sembrasse quello di sempre, senza troppi problemi per la testa.
-"Sei davvero un pazzo, Shanks, ci hai fatto preoccupare tutti da morire. Fortuna che stai bene"- e sembrava voler evitare a qualunque costo l'argomento 'braccio'.
Shanks sorrise, in modo un po' teso stavolta, ma William non ci fece troppo caso.
-"Oh, beh, lo sapete"- disse -"non sono troppo bravo con i piani strategici, quello è Benn"- e rise ancora, sguaiatamente -"Piuttosto, come sta il nostro Sasso preferito?"-
-"Rufy sta bene, Capitano. Non vede l'ora di rivederti, credo si sia spaventato"-
-"Quel piccoletto si spaventa troppo facilmente per ogni cosa, mi chiedo come possa sperare uno come lui di fare il pirata"-
-"Crescendo, magari"- affermò il medico -"In fondo mi pare che Rufy sia sempre più sicuro di voler diventare il Re dei pirati"-
Shanks annuì, quel bambino gli ricordava Roger anche per questo, perché non perdeva le sue convinzioni nemmeno davanti all'evidenza. Non sapeva nuotare, e adesso non poteva più in effetti, ed era anche un gran fifone, come se non bastasse.
Però sarebbe diventato un grande pirata, non c'era dubbio. 
-"Pensare che è tutta colpa tua se gli è venuta la fissa dei pirati, Capitano"-
Si riscosse, tornando a fissare l'uomo davanti a lui -"E' perché sono un grande esempio da seguire"-
-"Certo, Capitano, proprio un grande esempio da seguire. Speriamo che Rufy diventi un po' più affidabile di te"-
Shanks gonfiò le guance come un bambino -"E con questo cosa vorresti dire?"-
William rise di gusto. Il suo Capitano era sempre stato un po' infantile, ma vederlo in quel modo in quel momento era davvero un sollievo. Si rilassò impercettibilmente contro la sedia e sorrise ancora guardandolo -"Comunque meglio vada a dire agli altri che sei sveglio e sembri star meglio, così la smettono di assillarmi. Non li facevo così apprensivi, sai? Pensa che Lucky non ha addentato il suo cosciotto finché non ti ho dichiarato fuori pericolo. E' incredibile, no?"-
L'espressione del Rosso si addolcì appena al sentire le parole del medico.
Era stato davvero stupido anche solo a pensarlo.
-"Eravate preoccupati?"-
-"Tutti Capitano"- annuì l'altro -"Che t'aspettavi?"-
-"Non so. Che scappaste a gambe levate davanti ad un mutilato che sicuramente da oggi in poi avrà qualche problema anche a vestirsi!"- rise, buttandola sullo scherzo. Perché ormai non ci credeva davvero più, sapeva di essere stato uno stupido anche solo a pensarlo ma William sembrava averlo preso in parola, perché la sua faccia si fece improvvisamente seria. Molto più seria di quanto Shanks l'avesse mai vista.
-"Non dirlo nemmeno per scherzo, Capitano! Come ti vengono in mente cose simili? Noi non ti abbandoneremmo mai, per nessuna ragione al mondo, hai capito? Dei del mare, Shanks, stavi scherzando, vero?"-
L'Imperatore sbatté le palpebre, stranito. Doveva essere una qualità di tutti i medici pirata quella di saper incutere terrore con certe parole, forse perché altrimenti i pazienti pirata rischiavano di fare di testa loro. Ne aveva visti di tutti i tipo anche mentre era mozzo sulla nave di Roger e avevano tutti questo piccolo difetto. William non era da meno, doveva ammettere, sapeva come spaventare il suo avversario.
-"Certo che stavo scherzando!"- sogghignò, ma quelle parole gli avevano fatto davvero bene -"E' solo un braccio dopotutto"-
Il medico storse le labbra, ma poi annuì.
-"Sì, Capitano. Ma adesso riposati"- detto questo uscì dalla stanza, lasciando il capitano a riposo.
Shanks lo guardò uscire, annuendo senza un preciso motivo fra sé e sé.
Era solo un braccio, poteva vivere anche senza.
Avrebbe dovuto abituarsi e non sarebbe stato facile, certo, ma era solo un braccio, non doveva essere un problema.
Non doveva.

 

 

Note dell'Autrice:

Ehm...Okay, dunque, io in questo preciso istante dovrei star studiando per gli esami, ma in fondo questa fic è lì a marcire nel pc da più di un mese, quindi penso che pubblicandola non faccia del male a nessuno. A parte voi poveri lettori immagino XD
E' una Shot, ma la metto come in corso perché, molto teoricamente, ne avrei pronta una sul medesimo argomento dal punto di vista di Benn perché così, non avevo niente di meglio da fare -come no XD- non so se la pubblicherò, deciderò prima o poi XD
Forse l'argomento è trito e ritrito, ma ci tenevo comunque a scrivere sopra quella scena che è rimasta nei cuori di tutti i fan di OP e del Rosso in particolare, anche perché Oda non l'ha fatto, quindi perché non dire la mia X°D Il Rosso non ha avuto conseguenze dalla perdita del braccio, ma non penso che sul momento si sia proprio messo a ridere, né che sia stato piacevole insomma, e io vi ho sempre fantasticato sopra in una maniere indicibile davvero e visto e considerato che ultimamente Shanks invade i miei pensieri, anche se nella mia testa dovrebbe esserci altro causa esami di dopodomani e venerdì ( °-°), non posso farne a meno. Quando chiama, chiama.
Poi insomma, chi mi legge sa che so essere maledettamente drammatica quando non voglio e che esagero sempre.  
Quindi, ecco a voi, insomma XD
Fatemi sapere, commenti/critiche/consigli e quant'altro sono sempre bene accetti.
Un bacione,
vostra,
Asuka <3

 

   
 
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