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Autore: soul_in the night    26/06/2011    0 recensioni
Ancora il falco, ancora il leone. Cosa sarebbe successo se Ian avesse accettato la proposta di Martewall di seguirlo in Inghilterra, dopo essere stato cacciato da Ponthieu nel terzo libro? Uno Ian Mayrkaas distrutto fisicamente e mentalmente che cerca di cambiare il suo futuro pur senza rinunciare del tutto al passato. Un Geoffrey Martewall che man mano scopre che quando hai qualcuno con cui parlare, ogni cosa diventa più facile. La crescita di due personaggi che, nonostante tutte le avventure già vissute, ancora non smettono di farci sognare.
Genere: Malinconico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Cosaa?! Scusami Jean, credo di non aver capito bene. Hai forse detto che vuoi andare in Inghilterra?!

-No Etienne hai capito bene. Ascoltami, so che adesso non riesci a capire la mia scelta, ma io ci ho pensato a lungo e ho capito che è la cosa migliore da fare. Non c’è altro modo per… non pensare continuamente a quello che ho perso.

Chiaramente il cadetto Sancerre aveva intenzione di ribattere, ma colse il tono serio dell’amico e rimase in silenzio. La stessa cosa fecero gli altri conti e Daniel. A nessuno andava davvero a genio la scelta di Ian, ma gli erano affezionati e solo questo impediva loro di tentare di fargli cambiare idea. Se è la cosa migliore per lui allora… questo pensiero passava per la testa di tutti, ma solo Henry de Bar lo espresse a voce.

-Jean, sai benissimo che ci mancherai e che vorremmo tutti che tu rimanessi in Francia, ma se tu credi che sia la scelta migliore allora… per noi va bene e ti appoggiamo completamente.- Ian rimase stupito dalla sincerità e soprattutto dall’emozione con la quale l’impassibile De Bar aveva pronunciato quella frase. Nei suoi occhi si dipinse uno sguardo denso di gratitudine per i compagni d’armi che lo avevano sempre aiutato.

-Allora… quando partirai?- chiese Daniel esitante –E quando ti rivedremo?- Aggiunse Sancerre impaziente.

-Beh, non so esattamente quando potremmo vederci, ma di sicuro succederà. Ho conosciuto in tutti voi dei cavalieri coraggiosi e leali e degli amici straordinari. Vi devo ringraziare per tutto quello che avete fatto per me, davvero.

-Davvero commovente, ma non hai risposto alla domanda di sir Daniel.

Nonostante la spavalderia ostentata, Etienne de Sancerre era davvero commosso dalla frase pronunciata dall’amico e non riuscì a trattenersi dallo stringerlo per un attimo in un cameratesco abbraccio.

-Subito. Non appena sarà tutto pronto. C’è una cosa che vorrei chiedervi: io non posso più tornare nei feudi di mio fratello, vi sarei grato se informaste mia moglie sulla mia destinazione.

-E se… Se volesse in qualche modo raggiungerti?- chiese il giovane Henry. In realtà era ciò che Ian sperava e allo stesso tempo temeva: desiderava con tutto il cuore che la sua amata la raggiungesse eppure sapeva che il posto di Isabeau e dei suoi figli era la Francia, Chatel-Argent.

-Non… non lo so. Non riesco a pensarci, non adesso.

Un ombra silenziosa si stagliò sulla porta. Ian si voltò e vide Martewall che gli fece un cenno con la testa.

-Se vuoi siamo pronti a partire. Ci vorrà qualche ora per arrivare al porto.

-Arrivo subito.

-Non abbiamo fretta.- E se ne andò, lasciando Ian col duro compito di dire addio ai suoi amici.

Ian lo ringraziò mentalmente e si preparò ad un saluto per niente facile.

-Mi mancherete, mi mancherete tanto, ma so che ci rivedremo…- Fece per continuare, ma fu interrotto dall’esuberante Sancerre:- Ovvio che ci rivedremo, figurati se proprio questo è il nostro addio! E sai che altro ti dico?! Ci rivedremo tra pochissimo tempo.

Tutti risero per quella frase detta di getto, ma nessuna risata veniva dal cuore. Erano lì, cinque cavalieri intenti a dirsi addio, senza che nessuno di loro riuscisse a trovare una frase adeguata al momento. Quattro conti che non conoscevano il modo per uscire da quella situazione scomoda a tutti. Neanche il giorno della battaglia di Bouvines era stata tanto forte la paura di non ritrovarsi.

-Messieurs, Etienne ha ragione. Tra pochissimo tempo saremo di nuovo assieme, in Inghilterra o in Francia.

-Certo, pur di rivederti saremmo pure disposti a imparare l'inglese.

Ian rise e sorrise al pensiero di tanto affetto da parte dei suoi amici. Iniziò a dirigersi verso la porta ma si voltò e rispose.

-A presto. E ricordatevi che noi siamo sempre compagni d'armi.

Poi uscì dalla torre diroccata, seguito da Daniel che lo fermò per poterlo salutare in privato. -Mi mancherai tanto Ian. Spero che per noi due valga la stessa cosa che hai detto ai tuoi amici.

-Certo. Pensa, sarà anche più facile vederci, basta che ci organizziamo bene. Sei mesi però sono troppi. Potremmo fare tre. In fondo, il viaggio dalla tua isola all'Inghilterra potrebbe anche essere più breve. E comunque ricorda che noi non siamo amici... noi siamo fratelli!

-A presto allora fratellone.

-A prestissimo.

Ian si voltò e montò sul cavallo che Martewall gli aveva fatto preparare. L'inglese lo affiancò in un secondo. -Sei pronto?- gli chiese. -Per niente. Andiamo?- L'ombra di un sorriso si affacciò sul viso del barone, ma venne subito offuscato dalla preoccupazione per l'amico, il cui volto era pallido e smagrito, attraversato da un denso velo di paura, solitudine e dolore.

-Non sei solo, ricordatelo. Guardali-disse l'inglese accennando agli altri cavalieri- Sono qui, ti stanno salutando con dei sorrisi forse non del tutto tirati nonostante per loro la tua scelta sia più che incomprensibile. Sono pronti a sostenerti sempre e comunque- e lo sono anch'io- non dimenticarlo.

Ian intuì la frase non detta dall'amico e sarebbe stato pronto a rispondergli se Martewall non si fosse allontanato per mettersi alla guida del drappello che cominciava a muoversi. L'americano si voltò un'ultima volta a salutare i suoi amici e lo raggiunse, almeno un po' rinucorato dal pensiero di non aver perso proprio tutto.

                                                                                                                 **********

Il rumore delle onde che si schiantavano contro li scogli risvegliò Ian dai pensieri che si erano fatti strada nella sua testa durante il viaggio. Come predetto dall'inglese, non ci volle molto per arrivare in vista del porto. Due grandi navi aspettavano i cavalieri, facendo mostra sui rispettivi pennoni di due bandiere: una con il leone inglese e l'altra con i gigli francesi.

Ian e Martewall furono gli ultimi a salire. Aspettarono che armi e soldati della principessa Bianca fossero a bordo e infine li raggiunsero. Martewall aveva dato ordine in anticipo di far preparare una cabina per il viaggio in più per Ian, ma l'americano non aveva voglia di riposarsi. Quando l'imbarcazione salpò, lui era lì, sul ponte a salutare la sua terra, la sua patria, la sua casa. Sentì il vento fresco del nord soffiare fra i capelli, come per un saluto. Non un addio. Solo un arrivederci.

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Inutile dire che avevo in cantiere questo capitolo da almeno tre mesi. Mi sarebbe davvero piaciuto postarlo prima, ma era incompleto e non avevo mai il tempo di terminarlo. Così, oggi, presa da un raptus di follia pre-esami orali, ho deciso di terminarlo e pubblicarlo insieme ad una nuova One-Shot su Isabeau.Ammetto che scrivere questo capitolo è stato bellissimo e prometto che non tarderò a postare nuovi capitoli.

Se recensiste mi fareste un favore.

A presto, Soul.

P.s. Vorrei cambiare il titolo della ff ma non ne sono ancora sicura, ci devo pensare. Se avete qualche suggerimento lo accetto volentieri. Purtroppo non sono mai stata brava con i titoli.

  
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