~ Strings of my Heart .
~ 1988
La madre si
accovacciò all'altezza del bambino, che in quel momento
batteva tutto convinto le manine paffute a terra, lasciandosi scappare
un risolino ad ogni colpo. Non ne variava mai la cadenza, ma si
divertiva un mondo. Chissà cosa si immaginava, nella sua
innocenza, chissà che gli sembrava il contatto con le
piastrelle del pavimento... Una qualche musica sconosciuta,
un gioco di cui lei da tempo aveva smarrito il senso.
-E' veramente carino, sì- affermò il fratello
della donna, poggiando la chitarra che si era portato sul pavimento e
scrutando divertito il piccolino che giocava -Dall'ultima volta che
l'ho visto si è fatto anche grandicello.
-E'ovvio- puntualizzò lei, ridendo -l'hai visto che aveva
due mesi, ne sono passati sette!
-E sai che non è colpa mia se non ci sono stato!- Il
fratello si sedette più comodamente, spalancando le braccia:
-Trent! Trent! Vieni dallo zio, forza!
Al richiamo il piccino spalancò gli occhioni, di un verde
totale e gattonò tutto felice in direzione dell'uomo,
emettendo versetti divertiti, sotto lo sguardo ancora più
divertito dei due adulti. A metà strada però,
incrociò lo strumento che lo zio aveva messo a terra e si
fermò, incuriosito e sorpreso, mettendosi a sedere e
studiandolo. Non aveva mai visto nulla di simile.
-Levala da lì, potrebbe farsi male- disse la donna,
lievemente preoccupata, spostando lo sguardo dalla chitarra al
figlio
Ma prima che il fratello potesse fare alcunchè, il piccolo
Trent si era mosso senza preavviso, provando a scalare la chitarra per
scavalcarla. Nel farlo mise la piccola mano sulle corde, ritraendola
subito, colpito.
Avevano emesso un suono.
I suoi occhioni si allargarono ancora di più. Aveva scoperto
una cosa eccezionale!
-Sposta quella chitarra, forza!- ripetè la mamma al fratello.
-Aspetta- le disse lui, levando una mano -Guardalo...
Trent, infatti, aveva rimesso la mano sulle corde e non appena queste
avevano suonato ancora gli era spuntato un incantevole sorriso a due
denti. Diede un'altra manata e poi un'altra e una ancora, ridacchiando
soddisfatto ad ogni corto, basso, strappato suono.
-Però!- Lo zio ora rideva apertamente -Ha preso da me! Mio
nipote ha talento!
Poi tese la mano verso lo strumento, preoccupato sia dai colpi che
Trent stava infliggendo alla sua amata chitarra sia dall'effettiva
possibilità che il nipotino si potesse fare male. Non appena
gli sottrasse lo strumento il bimbo si offese; lo fissò
stranito per un istante e due grossi lucciconi gli spuntarono ai lati
degli occhi.
-Su, Trent, non fare i capricci- mormorò dolcemente la
donna, prendendolo in braccio e cullandolo.
-Appunto- Lo zio si alzò e lo carezzò sulla
testolina sommersa dai capelli neri, la stessa testolina che al momento
lo stava fissando, a metà tra l'offeso e il triste -Non devi
temere, Trent, non appena sarai abbastanza grande avrai una chitarra
anche tu!
Nella
semioscurità della stanza fissò lo strumento e
riuscì comunque a vedere i segni che dimostravano i loro
anni assieme. La chitarra era tenuta perfettamente, non c'erano ditate
o graffietti di sorta ma lui poteva più che altro sentire,
semplicemente tenendola in mano, tutte le precedenti strette sul
manico, gli accordi provati, le melodie espresse.
E quanto avrebbe voluto esprimerne una ora. Con quella stessa chitarra,
che amava incondizionatamente ma non poteva impedirsi di detestare un
po'.
Perchè era anche per causa della chitarra che lei gli si era
avvicinata, dato che gli aveva definito l'essere, l'anima e il
carattere già in tenera età.
Ma per questo stesso motivo non poteva separarsene; gli consentiva di
sfogarsi, di esprimersi, di buttare fuori tutto ciò che
sentiva.
In questo caso era pura e bruciante amarezza.
L'avrebbe spaccata, da quanto faceva male, realizzò, con le
guance d'un tratto umide. Ma non poteva. Non voleva.
Non era la chitarra la ragione del suo odio. La ragione era che nemmeno
suonare riusciva a calmarlo dal pensiero di Lei.
Per trovare pace, per sciogliere il nodo fatto di fiamme dentro di
sè non voleva la chitarra,
che da sempre aveva rappresentato un punto fermo. Voleva il peggio.
Voleva Gwen.
Anche se per lei non era lo stesso, anche se gli avrebbe fatto male, di nuovo.
Strinse più forte il manico, cercando di trattenere un
singhiozzo ma quello strisciò, infido e traditore, dai suoi
denti.
Fissò
di nuovo le amate, suonate, vissute corde.
Le sue dita quasi si mossero da sole a far nascere l'ennesimo accordo.
Poi un altro.
Uno ancora.
Due.
Tre.
Sempre più veloce, più disperato.
Era come se ciò che stava suonando fosse sempre stato dentro
di lui, già concepito, già pensato e non
improvvisato come in realtà. Nasceva dal cuore, dritto e
spontaneo, aveva origine e si nutriva della sua tristezza.
Non smise di suonare. Ormai era impossibile.
La musica era intrisa di cose non ancora espresse; e più
suonava, più si sentiva meglio. Accelerò il
ritmo. Iniziò a cantare quasi senza accorgersene.
Non sentiva più le dita; suonava con foga e decisione, come
se non avesse più nulla da perdere o da fare.
Cantò sempre più forte, sempre più
forte. A volte si sentì urlare.
Cantava. Suonava. Qualche lacrima cadeva. Senza riuscire a smettere.
Quando si
fermò ansimava e tremava. Le dita vibravano, arrossate,
strette sul manico. Ad ogni respiro la gola bruciava; con tutta
probabilità non avrebbe avuto voce per la prossima
settimana.
Trent trasse parecchi, profondi respiri, tentando di calmarsi. Aveva
suonato come mai in tutta la sua vita, mai così forte e in
maniera così potente. Non avrebbe mai creduto di poter far
uscire così tanto e soprattutto di provare qualcosa di
così orribile.
Ma era servito a qualcosa.
Almeno la musica non l'aveva abbandonato.
La
miseriaccia. E'la depressione fatta persona questa fanfiction
°-°
Però si è presentata l'ispirazione... e che
faccio, non la seguo? Già la vedo raramente!
Al massimo, se fa così enormemente pena
provvederò a cancellarla immediatly U^U. Specie se mi venite
a dire che Trent è esageratamente depresso
ò.ò. Ma penso che è così
che possa essersi sentito...
Cheee dire. A voi l'ardua sentenza!
*e fu così che l'ardua sentenza si rivelò essere un carico di prodotti ortofrutticoli che si abbatterono sulla mia testa*
*scappa*
Grazie comunque per essere passati! *w*