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Autore: Akane    26/06/2011    3 recensioni
E Chester disse un giorno in un'intervista: 'Vorrei proprio che Mike e Joe la smettessero di disegnare su di me mentre dormo!'
E così io scrissi ciò!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Hybrid Theory'
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AUTORE: Akane
TITOLO: Tela umana
SERIE: RPF-cantanti: Linkin Park
TIPO: one shot, slash
GENERE: comico
RATING: verde
PAIRING: MikeXChester, Joe
DISCLAMAIRS: i personaggi non sono miei ma di loro stessi poiché reali, io immagino e basta…
NOTE: qualche giorno fa ho letto questa frase di Chester ‘Vorrei veramente che Mike e Joe smettessero di disegnare su di me mentre dormo’ e da lì io sono partita… il resto potete direttamente leggerlo!
Grazie a chi legge e commenta.
Baci Akane

TELA UMANA

Chester dormiva della grossa.
Che Chester dormisse non era una novità, come non lo era che quando lo faceva cadesse in catalessi. Il suo livello di sonno era talmente profondo che davvero gli si poteva fare qualunque cosa che tanto non se ne accorgeva.
Del resto non era nemmeno una novità che fosse scaldinoso e che stesse sempre mezzo nudo per casa.
Era una cosa che a Mike divertiva moltissimo, così come tutte le sue altre stranezze -che detto da uno che si comprava un frullatore visitando Parigi e che invece di dormire si faceva un frullato facendosi mangiare due dita, sembrava proprio una barzelletta!- quindi conoscendole ormai aveva imparato ad approfittarne per passare del piacevole tempo contro la noia.
Lui non sapeva stare senza fare niente, era più forte di lui. La sua mente era in continuo movimento ma non solo quella, anche il suo corpo.
Aveva sempre mille cose da fare, da vedere, da sistemare… se trovava delle ore buche dalla sua attività col gruppo -cosa unica e rara- allora aveva il disegno. Quando aveva abbastanza opere le esponeva in una galleria ed il ricavato delle vendite lo dava sempre in beneficenza, ma non lo faceva per questo, lo faceva perché gli piaceva ed oltretutto lo teneva occupato.
Riusciva a pensare anche in quei momenti, non certo a sé stesso, all’amore o a chissà quali idee filosofiche… erano tutte considerazioni che riguardavano il suo lavoro.
Non si fermava mai, ecco perché dormiva poco, al contrario di Chester che dormiva anche per lui!
Quel pomeriggio stavano aspettando i ragazzi per vedere di qualcosa inerente al gruppo, siccome loro avevano dormito lì ed avevano passato insieme tutta la giornata all’insegna principalmente del cazzeggio, Chester doveva essersi stancato a fare anche quello -se non altro per obbligare Mike a non fare niente di costruttivo e utile doveva essersi effettivamente affaticato- e in attesa dell’orario dell’appuntamento, si era appisolato arrendendosi alla fase artistica di Mike.
Questi, invece, riuscito a vincere la piccola estenuante lotta contro il ‘fammi fare qualcosa che non sia sesso’ poiché si riteneva un essere umano pensante e non un animale la cui esistenza ruotava solo attorno al mangiare, dormire e, appunto, riprodursi, si era dunque messo a dipingere un po’ sulle tele che si era portato nel suo appartamento secondario, la sede del gruppo.
Sentendolo ronfare sommessamente dopo poco, aveva ghignato capendo che la vittoria, alla fine, era stata sua.
A guardarli a prima vista non sarebbe mai sembrato, ma in realtà il più testardo era proprio Mike che in un modo o nell’altro riusciva ad ottenere sempre quello che voleva, Chester si limitava a fare i capricci o a stordire chi non era d’accordo con lui, ma considerando che poi il compagno riusciva sempre ad intortarselo e a fargli fare quello che voleva, il risultato era uno: Mike vinceva sempre!
Dopo aver ottenuto con una certa fatica la propria tela e la propria tavolozza, gli stessi strumenti che aveva desiderato come un ossesso per tutto il giorno avevano presto perso di interesse e mettendo giù la tavolozza ed i pennelli che non aveva ancora cominciato ad usare, prese il suo blocco gigante per disegnare e la penna-china, quindi spostando il cavalletto da cui aveva tolto la tela per sostituire l’album dei suoi schizzi, si mise in modo da guardare bene il compagno.
Chester era posizionato sul divano in un modo che era tutto un programma e sebbene avesse tranquillamente potuto fotografarlo visto che non si separava mai dalla sua Canon, lì, preso da tutto il giorno dalla vena artistica, preferì fargli uno schizzo.
“Possibile mai che questo qui dimostra il suo lato perverso anche mentre dorme? Guarda come si è addormentato!”
Sapeva che lo faceva apposta per provocarlo, di conseguenza non poteva che rispondere a modo suo.
Messo a pancia in giù con le braccia e una gamba piegata sotto di sé, teneva il suo delizioso sedere in bella mostra in modo che la zona lombare della schiena si inarcasse dandogli quel tocco da porno star.
Mike glielo diceva sempre, aveva sbagliato lavoro!
Non che non amasse visceralmente la sua voce ed il suo modo di cantare, ma il suo lato provocante era così spiccato che da quando aveva vinto la sua rabbia e la sua frustrazione che metteva prevalentemente in evidenza la sua aggressività, era venuto a galla anche quel suo lato che personalmente Mike adorava non poco.
Con un sorrisetto malizioso cominciò a copiare la sua posa con una discreta facilità e sempre con praticità accennò appena alle ombre concentrandosi in particolare sul suo fondoschiena sensualmente accentuato dalla posa. L’espressione da finto angioletto fu colta in pieno e quando si trovò ad accennare ai tatuaggi che aveva su quasi ogni centimetro di schiena e braccia, si fermò chiedendosi se avesse un po’ di pelle libera ad eccezione del ventre e delle gambe.
“Certo che ce l’ha una parte libera dai tatuaggi!”
Esclamò a sé stesso Mike vittorioso, accendendosi di una luce estremamente pericolosa.
Detto fatto abbandonò il blocco e si avvicinò al compagno al divano, quindi inginocchiandosi all’altezza della parte che di Chester preferiva, con un dito agganciò l’elastico dei boxer attillati e glieli abbassò.
Mike ora si mordicchiava le labbra infantilmente, la sua espressione appariva pienamente quella di un bambino che ne stava combinando una grossa.
Liberata abbastanza porzione di sedere, Mike contemplò quel capolavoro di pelle bianca e liscia da fare invidia.
“Ognuno ha le sue fortune… lui non ha quasi per niente peli sul corpo, io ho lui che non li ha!”
Pensiero estremamente logico dal suo punto di vista a cui non si soffermò un istante di più poiché leccandosi le labbra carico di una sadica soddisfazione malata e preoccupante, riprese in mano la sua penna-china che disegnava su quasi ogni superficie rivelandosi pressoché indelebile e aggiunse quelli che per lui dovevano essere dei doverosi tatuaggi da avere sul proprio sedere.
Come da lui previsto, Chester non si mosse e non si accorse di ciò che gli stava facendo, quindi continuò indisturbato il suo capolavoro dimostrando un certo talento vista la superficie della tela… la pelle umana di suo non era il massimo su cui disegnare con una penna, seppure buona come quella, oltretutto la superficie in questione era decisamente curvata e non certo dritta e rigida.
“Bè, non che sia moscio e flaccido… cavolo, non ha un grammo di grasso, sto qua!”
Fece appena in tempo a concludere il suo capolavoro che guardò l’ora e come se avesse un collegamento diretto con l’altra mente demente del gruppo, scattò in piedi lasciando il sedere di Chester esposto senza il minimo problema, quindi corse ad aprire la porta d’ingresso.
Con il dito sul campanello -da quando avevano scoperto che stavano insieme nessuno usava più le chiavi- Joe si fermò prima di schiacciare e fare il suo solito baccano.
Era solo e stranamente il primo.
- Ehi… - Lo salutò stranito da quel tempismo sospettosamente perfetto. Lo guardò infatti con un attenzione in più e ci mise un secondo a captare quella luce sadica che a lui piaceva tanto. - Cosa stai combinando? - Chiese infatti entrando.
Mike gli fece cenno di fare piano e se lo prese per il braccio conducendolo felice come un bambino idiota al soggiorno.
Chester era ancora in quella fatidica posizione e Joe vedendolo col sedere all’aria rise, si piegò poi in due sul pavimento quando vide bene il disegno che Mike aveva fatto sopra le sue due splendide chiappe un tempo linde e bianche.
Mike lo schiacciava con la faccia contro il tappeto per impedirgli di fare troppo baccano e svegliarlo, seppure era consapevole che nemmeno i cannoni potevano smuovere il bell’addormentato.
Quando si riprese Joe si appropriò della penna dalla mano di Mike e non dovettero parlare, si capirono al volo.
In poco anche lui mise il suo contributo, naturalmente non sulle chiappe private di Chester, comunque già tutte occupate, ma subito sopra. Fra la scritta Linkin Park e le stesse c’era, infatti, una magica porzione di pelle libera e ne approfittò per piazzare lì il suo prezioso contributo.
Contributo che proseguì sul resto della schiena per continuare a modo suo i vari tatuaggi che giganteggiavano da anni.
- E’ proprio una bella superficie su cui disegnare… per chi piace disegnare sulla pelle… - E naturalmente quella era anche una delle ottime qualità di Joe. Il ragazzo, infatti, aveva fatto un paio di prove per alcuni tatuaggi che il cantante aveva poi ripassato in negozio.
- Che dici, si farà ripassare con l’inchiostro e l’ago anche questi? - Fece Mike ridendo come un idiota aiutato da Joe che fremeva per vedere la reazione di Chester.
- Da lui mi aspetto questo ed altro! -
Era effettivamente vero, Chester era comunque un animale strano. I dementi del gruppo erano Mike e Joe ma quello strano era Chester, senza ombra di dubbio!
Siccome però Mike era collegato mentalmente solo con Joe e la sua demenza e non con gli altri, non li sentì arrivare prima che suonassero, così al campanello i due gli tirarono su i boxer e si allontanarono facendo finta di niente, mettendo via ogni traccia di misfatto.
Come da copione, una volta che gli altri entrarono, Chester si svegliò e girandosi sulla schiena si stiracchiò mugolando qualcosa di incomprensibile mentre cercava faticosamente di riconnettersi.
Quando il primo neurone entrò in funzione, si allungò afferrando il pacchetto di sigarette, quindi ne prese una fra le labbra, se l’accese e rimase con quella senza nemmeno tirare una boccata.
Mike e Joe si guardarono ridacchiando e fu dallo scambio di occhiate perfettamente chiare dei due che Chester cominciò a preoccuparsi.
Capì subito che dovevano aver fatto qualcosa ma supponendo che anche Joe fosse arrivato in quel momento con gli altri, si disse che non ne avrebbero nemmeno dovuto avere il tempo.
Quando quei due erano insieme ne combinavano una dietro l’altra, ma teoricamente separati doveva essere possibile contenerli.
Più in là di lì non arrivò, ancora mezzo addormentato.
Dopo che la cenere si consumò senza che la sigaretta venne fumata davvero, Chester la spense e sospirando rotolò giù dal divano trascinandosi faticosamente verso il bagno.
Notandogli la schiena gli altri videro subito i disegni di troppo ma alle occhiate ammonitorie di Mike e Joe non dissero niente complici.
Chester si infilò in bagno lasciando la porta come di consueto mezza aperta, provvide a svuotare la vescica e proprio in quello, mentre in piedi dava le spalle allo specchio, notò riflesso sul vetro della finestra accanto l’immagine che lo stesso rimandava.
Dapprincipio non ci fece caso, poi strinse gli occhi per cercare di capire come mai certi tatuaggi non se li ricordasse come li stava intravedendo… poi notò che sotto la scritta Linkin Park ce n’era un’altra che non c’era mai stata. Su quello ne era certo. Come era certo che dall’elastico appena abbassato dei boxer sbucasse qualcos’altro oltre che il suo sedere.
Concluse coi bisogni e si avvicinò allo specchio a parete rimanendo di schiena e girato solo con la testa per vedersi.
“Ma cazzo i miei tatuaggi non sono mai stati così, tanto per cominciare… e poi porca puttana, che diavolo c’è scritto?“
Non captò nemmeno il fatto che la scritta di troppo riusciva a leggerla dritta pur lui la vedesse riflessa allo specchio, quindi non colse l’enorme gentilezza e genialità di chi si era prodigato per fargliela leggere senza sforzi.
La scritta diceva ‘Proprietà privata ad esclusivo uso e consumo di MS’.
MS era scritto nel tipico modo della firma abbreviata di Mike -Mike Shonoda.-
- Ma che cazzo ha fatto quello stronzo? - Disse fra i denti capendo in un secondo momento che la scritta poi aveva una freccia tribale che indicava verso il basso.
A quello abbassò i boxer e finalmente vide il capolavoro centrale.
Disegnate con una gran maestria e talento, stavano due mani, una per chiappa che le agguantavano infilando la punta delle dita nell’apertura dei glutei. Il punto era che quelle erano le mani più realistiche che si fossero mai viste, quasi fossero davvero lì a palpeggiarlo e a farselo!
- Ma quel coglione! - Dapprincipio ebbe l’istinto di gridargli di tutto e picchiarlo a sangue, ma poi si soffermò ad ammirare la bravura e la bellezza di quelle mani che sembravano davvero gli stessero facendo un lavoretto interessante lì dietro… doveva anche ammettere che così era anche più figo il suo già figo fondoschiena…
A quel punto Chester scosse il capo rendendosi conto che sebbene le modifiche ai tatuaggi sulla schiena e la scritta dovesse avergliele fatte Joe, le mani di certo erano opera di Mike, non poté così non ammirare oltre che al suo talento nel disegno anche l’idea in sé ed il fatto che fosse riuscito a non svegliarlo nel farglielo.
Dalla furia omicida passò al divertimento, alle risa e alla malizia, tutte in una volta.
Uscendo con quel misto di espressività che era anch’essa un capolavoro paragonabile solo alle mani disegnate da Mike, lasciando anche abbassati i boxer di proposito, si mostrò ai ragazzi che non sapevano cosa gli avevano fatto.
- No ma dico, tu hai bisogno di un elettroshock che ti tolga la facoltà di pensare e che ti faccia apprezzare la fottuta arte dell’annullamento mentale! - Esordì acido e divertito insieme.
Allo scoppio delle risate degli altri che capirono che la scritta si leggeva allo specchio, Chester, rimanendo assolutamente coi boxer ancora giù, si girò verso Mike piegato in due dal ridere contento come uno di quei famosi bambini dementi, felice di essere riuscito nel suo scherzo!
- Ma devo dire che è una di quelle fottute cose da tenere! - Quindi gli circondò il collo col braccio e gli grattò con decisione la testa spettinandolo, ridendo ormai anch’egli come un matto.
- Lo terrai? - Chiese abbracciandogli la vita a sua volta guardandosi bene dal coprire la propria opera d‘arte.
- Perché, hai dubbi? I capolavori vanno incisi e anche ben mostrati! -
Fu il turno di Mike di impallidire.
Certamente Chester ne sarebbe stato capace.

FINE
   
 
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