Titolo: Battaglie perse
Fandom: Glee
Scritta per: Il meme delle drabble "chiedi e ti sarà dato"
Prompt: Finn/Kurt "Predominio per il  bagno" di neera_pendragon 
Wordcount: 455 (FdP)
Pairing:Finn/Kurt
Rating: PG
Warning: boh? Idiozia? Crack?
Note:
1- Non betata, spero non ci siano sfondoni.
2- SERIAMENTE. PARLIAMONE. QUESTA COSA È... L'ASSURDITA'. Se mi disconosci dopo questa, ti capisco.

C’erano cose a cui Kurt proprio non poteva rinunciare; una di queste erano le sue ore da trascorrere in bagno.
Il bagno era fondamentale, e no, non solo per i bisogni, il bagno era fondamentale per ogni cosa che andasse dal make up a qualunque altro tipo di cura estetica. Non che Kurt non avesse specchi in camera ma… il bagno era il bagno.
Quando suo padre aveva comprato la casa nuova, si era preso la premura di arredarlo per bene con le cose mancanti, naturalmente scelse uno specchio bello grande ed illuminato, che spesso Carole si ritrovava ad odiare considerando che riusciva a mostrare ogni ruga della pelle.
Nessuno criticava questa mania di Kurt, alla fine era solo una specie di suo hobby, nessuno tranne Finn.
Andare in bagno era diventata una guerra, una battaglia, una battaglia puntualmente persa da parte sua.
Insomma sì, una vera e propria battaglia per il dominio del bagno. C’era qualcosa di più ridicolo? Finn pensava sinceramente di no.
Ogni mattina doveva svegliarsi un’ora prima, che era sempre meglio che aspettare un’ora perché lui finisse di pettinarsi, e guai a dirgli “Kurt! Esci di lì! Mi piscio addosso,” poteva risultare indecoroso, inappropriato, volgare ed inutile; inutile perché tanto non faceva alcuna differenza. Kurt rimaneva dentro a pettinarsi per la sua fottutissima intera ora.
Poi usciva dal bagno e quella era la parte migliore secondo Finn, perché gli sorrideva come se niente fosse successo e gli diceva cose tipo; “ora puoi andare,” “il bagno è libero,” ed a volte si era anche azzardato a chiedergli: “secondo te mi sono pettinato bene?”
Finn non rispondeva, si limitava a grugnire e chiudere la porta del bagno sbattendola, per poi liberarsi del suo peso quotidiano.
La conclusione di tutta quella vicenda, era che Finn non poteva svegliarsi per sempre un’ora prima ma neanche rischiare di bagnarsi i pantaloni con un bambino di due anni e lui sapeva che la soluzione era una, una ed una soltanto.
“Fammi entrare in bagno mentre ci sei tu.”
“Che cosa?” lo sguardo di Kurt era di uno stupore indecifrabile.
“La mattina, o il pomeriggio, o ogni volta che sei in bagno e io devo, umh, urinare, fammi entrare anche se sei in bagno, non m’importa,” pregò Finn, con lo sguardo di una persona profondamente esasperata che sperava di sentirsi rispondere ‘ah, ma se la metti così ti faccio entrare ed io esco, non sono così stronzo.’
Ma il giovane Hudson aveva sbagliato i suoi calcoli.
E non doveva stupirsi, quando una mattina lo pregò di farlo entrare, Kurt aprì la porta e lo fece entrare davvero. Non doveva stupirsi nemmeno del fatto che Kurt non si degnò di uscire dal bagno, ma rimase lì a finire di… truccarsi con tutta la nonchalance del mondo.
Finn non ce la poteva fare.
Proprio no.