26/06/2011
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Si dice che con il dolore le parole vengano fuori con più facilità, sembrano così corrette e a posto con l’intera frase… come se solo una parola desse significato al foglio bianco. Così quando vedo una lacrima che rotola goffamente sul mio volto, così calda e pura io scrivo…
…scrivo per ricordare o meglio per non dimenticare; per dare senso a tutto quelle parole che quando si è felici senso non ne hanno; o meglio si crede che ce l’abbiano ma in verità sono prive di significato, vuote, bianche come la pagina di un foglio riempite solo con qualche riga o quadrato.
Proprio quelle righe o quei quadrati sono i pensieri felici, mentre tutto quello che scriverai è un ricordo passato, cupo. Mi hanno sempre insegnato che la vita nasce da un’immensa felicità, con l’unione di due persone che si amano.
Io ora vedo solamente vuoto poiché l’amore non è mai veramente puro, secondo me quindi la nascita di un neonato è si un momento felice ma nato da un estrema infelicità, dolore, crisi isteriche mai capite e qualche pillola anti depressione buttata giù con un bicchiere colmo d’acqua. Perché? Perché nessun uomo al mondo può dire di essere “felice”; infatti non esiste un unità di misura che da un valore a questa emozione, d’altro canto nemmeno per le altre.
Per questo la testa ordina e comanda a seconda del momento tutti gli altri muscoli, non che siano meno importanti né… infatti essa ne ha bisogno proprio come il cuore.
Avrei voluto essere più razionale per evitare tutte quelle sofferenze già passate!
Mi rendo conto che forse questo foglio elettronico non contiene tanto che una poesia, ma una riflessione… un parere personale; forse un illuminazione?
Chissà!