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Autore: Yuril    26/06/2011    2 recensioni
Diverse volte a lavoro e a casa fantasticavo che quel bastardo comprimesse violentemente la testa contro il suo amato portatile da 1.300 euro, fino a farlo sanguinare come una famosa emoticon che trovai su internet anni addietro. Alla fine, non capisco perchè,fui io a ritrovarmi a fare a testate contro la tastiera del pc, il giorno seguente all'accaduto qui sotto narrato. Dannazione...
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina mi ero deciso ad affrontarlo. A dirgli tutto, ma proprio tutto quello che pensavo di lui e delle sue stupide messe in scene per non sembrare il colpevole. Ero deciso.

Scesi di casa dopo avere indossato la prima cosa che avevo trovato, che al momento sembrava essere una tuta, quella che usavo a suo tempo in palestra, ossia molto ma molto tempo fa. Comunque sia richiusi la porta di casa con tanta violenza che sentii con rammarico la cornice poggiata  nel il corridoio cadere e frantumarsi: Era la mia laurea. 

 

Adesso ero ancora più incazzato.

 

Presi la metropolitana, il treno portava 20 minuti di ritardo e ti pareva. Aspettai e mi incazzavo sempre più notando un tipo alla panca accanto alla mia, osservarmi e farmi l'occhiolino. "Non capisco che diavolo c'è di tanto gay in me da meritare corteggiamenti da inquietanti tizi sui 50 anni con tanto di occhialoni a vetro antiproiettile. Mah."Pensai tra me e me. 

 

Finalmente presi il treno, arrivai in stazione e a grandi passi mi avviai verso l'università. Ero deciso a metterlo a figura di merda davanti a tutti, quel bastardo. 

 

Più mi avvicinavo alla sua aula, più ribollivo, quell'idiota, mi aveva umiliato per tutto il periodo in cui avevamo lavorato assieme, si era sempre messo un gradino al di sopra di me, perchè più bello, affascinante e noto del sottoscritto che ahimè ne avevo davvero ancora di strada da fare.

Resta che erano stati i 6 mesi più stressanti di tutta la mia vita, e tutto a causa sua, mi ha messo difronte a tutti i miei incubi peggiori, ma proprio quel giorno mi ero reso conto che il mio incubo tra i tanti esistenti era proprio la sua stessa presenza.

Borioso, sprezzante del prossimo, assolutamente presuntuoso e ostinato, persino i suoi studenti lo odiano con tutta probabilità.

La persona peggiore che abbia mai conosciuto. 

 

Adesso non mi restava che dirgliene 4 e mandarlo a fanculo, tanto il mio lavoro con lui era finalmente terminato, mi sarei liberato di lui definitivamente. Adieu. 

 

Aprì la porta di scatto già c'era qualche studente in aula che prendeva posto, o chi sfogliava libri. 

 

-Eccoti, finalmente- Disse mentre senza guardarmi faceva gesto con la mano di avvicinarmi. Io credo di avere emanato fumo dalle narici e dunque non mi mossi dalla soglia. 

-Mi servirebbe proprio il tuo aiuto oggi, che aspetti?- Finalmente sollevò lo sguardo ad osservarmi, poi inarcò un sopraciglio notando, almeno speravo io, la mia espressione accigliata.

-Che diavolo ti sei messo?!- No, aveva semplicemente notato la tuta. Allora mi avvicinai, e lui ancora più perplesso però mi guardò senza timore e disse.

-Qualcosa non va?- Allora io esplosi.

 

-TU....Sei un grandissimo figlio di puttana, hai rotto con le tue critiche del cazzo, le tue polemiche sul mio modo di svolgere il lavoro! Lo sai che ho ottenuto un posto decisamente appagante EH?- Lui mi guardava ancora con la sua aria superiore, ancora il sopraciglio inarcato, senza scomporsi alle mie parole e al mio gesticolare decisamente innaturale. 

-Sto per andarmene, e la tua faccia non la dovrò vedere mai più, esatto! Hai chiuso, voglio vedere se trovi un assistente degno di questo nome... La verità è che sei un misantropo, odi ogni cosa, hai l'ego intrappolato in una prigione di narcisismo, ed è patetico!- Probabilmente avrei dovuto studiare meglio il significato delle mie parole prima di usarle, ma ero fuori di me davvero.

- E quindi vattene a fanculo...- Una conclusione decisamente poco matura da parte mia, avevo così urlato che ero senza fiato, non avevo neanche le sigarette con me quel giorno. 

 

-Hai finito?- Disse lui dopo qualche istante. Intanto l'aula cominciava a riempirsi e molti avevano assistito alla mia patetica sfuriata, si solo ora riconosco quanto potesse sembrare patetica. Dopo tutto ero in tuta. 

Io lo guardai ricaricandomi di ira pronto a partire nuovamente con un'altra urlata colossale, ma lui non me ne diede il tempo, mi prese per il polso tanto stretto che gli urlai che mi faceva male e poi mi trascino  nella stanza dietro l'aula, alias: sgabuzzino. 

 

-Che diavolo!?- Mi sbattè contro uno scaffale e venne fuori tanta di quella polvere che non lo vidi più, cominciai a tossire e intanto cercavo di protestare che lo avrei denunciato, che lo avrei ucciso e poi vidi emergere dalla nebbia creatasi una figura quasi sconosciuta.

Si ergeva in tutto il suo metro e ottantotto e non sembrava lo stesso di sempre, ma peggio che è tutto a dire.

 

Pensai che mi avrebbe ucciso o roba simile,che avevo stuzzicato la persona sbagliata. Aveva uno sguardo severo quasi iracondo, ma avevo frainteso. La bocca che avevo lasciato dischiusa per lo shock di trovarmelo così davanti fu attappata dalle sue labbra mentre mi premeva freneticamente contro lo scaffale, toccandomi dappertutto.

Mi dimenai per i primi secondi lottando contro l'ennesima imposizione di quel professore tanto odiato, poi mi resi conto che non era proprio un'imposizione, ma una dimostrazione di quanto fossi irrimediabilmente cieco riguardo me stesso, ossia la rivelazione che il vero idiota ero io. 

 

Mi eccitava, risposi al suo bacio quasi perdendo il controllo delle mie azioni, ricordo che il calore del suo corpo pressato contro il mio mi aveva mandato fuori dai gangheri. Ricordo il sapore delle sue labbra e della sua lingua.

 

Ricordo che sul posteriore della mia tuta scoprii c'era la scritta "kiss my ass", e allora tutto ebbe un senso.

 

Il perchè di quell'uomo tanto ammichevole nei miei confronti alla metropolitana e capii finalmente cos'è che mi rendeva tanto gay agli occhi di molti loschi figuri con cui avevo avuto a che fare: era semplicemente l'esserlo.

 

Ci sono molte cose che nascondiamo con comportamenti inappropriati o diagonalmente opposti e io mentre mi lasciavo spogliare dal mio acerrimo nemico, avevo compreso che il suo modo severo e intransigente di comportarsi nascondevano la stessa cosa che anche io con la mia omofobia e sociopatia nascondevo da un bel po. 

 

-Siamo due idioti..- Gli sussurrai ansimante mentre era passata più di un'ora da quando il professore aveva abbandonato l'aula per ragioni sconosciute. 

 

-Sembra proprio così...- Rispose lui mentre mi completò con l'ennesimo bacio che stavolta ebbi il cuore di apprezzare degnamente.

 

 

Fine.

   
 
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