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Autore: Mademoiselle Moody    26/06/2011    6 recensioni
Dunque gente, questa è la prima Fan Fiction che scrivo.:D Ambientato nell'ultimo periodo del settimo anno dei Malandrini, questi giovani ragazzi si troveranno ad affrontare situazioni ben più pericolose di quelle passate. Detto ciò: Fatto il Misfatto!SETTIMA CLASSIFICATA AL CONTEST -Scacchi Magici Contest- di Lyla Baudelaire.
Genere: Comico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Horace Lumacorno, I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Nuova generazione
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Chiamala anche Fortuna Liquida.

 

« Penso proprio che questo posto mi mancherà » mormorò un ragazzo con voce bassa, guardando fuori dalla finestra della vecchia catapecchia in cui si trovava.

Una ragazza, seduta su una poltrona accanto, alzò gli occhi verdi dal libro, sospirando.

« Andiamo Potter, adesso fai anche il sentimentale? Piuttosto pensa a studiare, dato che domani ci saranno gli orali dei M.A.G.O. » esclamò la ragazza quasi stizzita.

Il ragazzo, di rimando, si girò e la fissò con occhi dolci attraverso gli occhiali, riacquistando subito la sua aria tronfia.

« Evans, io non ho bisogno di studiare ».

« Ah no?! » chiese la ragazza, scuotendo la chioma rossa e chiudendo il libro. « Ergo, se ti chiedessi qualsiasi cosa, tu sapresti rispondermi, giusto? »

« Esattamente » affermò il ragazzo.

« Bene Potter, illuminami. Scegliamo una materia a caso.. »

« Difesa Contro le Arti Oscure! »

« Pozioni » sibilò la ragazza rossa.

« Ma non vale Lily! È la tua materia preferita! » sbuffò il ragazzo sedendosi per terra con le gambe incrociate.

« James, spesso mi stupisci con la tua intramontabile stupidità, sai? Se domani sarà Lumacorno a tenerti l'esame, sicuramente chiederà qualcosa sulla sua materia. Tu che gli racconti? Della tua inimitabile performance all'ultima partita di Quidditch contro i Serpeverde? Ma andiamo.. »

« Avanti Lils! Devono ancora ringraziarmi perché senza di me avrebbero perso di sicuro e i Serpeverde ci avrebbero torturato fin... »

« JAMES, DANNAZIONE SMETTILA DI FARE IL DEFICIENTE E CONCENTRATI! » lo sgridò Lily scattando in piedi.

« Ehilà, siamo nervosetti.. » esclamò una terza voce. Infatti, dalla porta dietro la poltrona su cui era seduta Lily, sbucò un alto ragazzo moro seguito da altri due, leggermente più bassi di lui. Il primo aveva una chioma color miele e il viso sfregiato, mentre il secondo era basso e tarchiato.

« Bene, ringraziando Merlino siete arrivati! La Evans stava per sottopormi ad una serie di domande su.. » iniziò a parlare James, ma venne bloccato dal ragazzo con i tagli sul volto.

« Ha perfettamente ragione, Ramoso. Nessuno mette in dubbio la tua genialità, ma in fatto di libri sei decisamente arretrato, soprattutto riguardo Pozioni. Lily cara, che domanda stavi facendo? »

« Menomale che qualcuno di voi riesce a capirmi, grazie Remus. Bene, iniziamo. Chi di voi saprebbe dirmi c..che cosa si ottiene versando la polvere di Asfodelo in un Infuso di Artemisia? » chiese Lily fissando il gruppo di ragazzi che sedevano ormai a terra tutti in torno a lei, come se fosse una nonna che raccontava una storia ai suoi nipotini.

Inizialmente i suoi occhi caddero su Remus. Per quanto potesse odiare quel gruppo di montati diciassettenni, l'unico degno della sua stima era proprio Lupin.

Notando lo sguardo, Remus le rispose dolcemente: « sai bene che la risposta la so. Lascio fare a loro ».

« Perfetto, dunque.. si propone qualcuno? » chiese indifferente Lily.

« Andiamo Evans! Non puoi farci domande del primo anno! Come credi che ci possiamo ricord.. » contestò James ma venne sovrastato da un'altra voce.

« Creano un potentissimo Distillato di Morte » fece il ragazzo alto dai capelli scuri, guardandola fissa.

«..E..Esatto! Bravo Black, mi hai realmente stupito! » disse sconcertata Lily facendo quasi cadere il libro per terra.

« FELPATO? Ma che diavo.. Come facevi a saperla?! Andiamo era impossi.. » iniziò a bofonchiare James che anche questa volta fu interrotto, ma da un'altra persona.

« Forse Lily ha ragione, Ramoso. Tu sei un genio, il ragazzo più bello di Hogwarts e il Cercatore più ambito.. Ma dovresti metterti a studiare, come ha fatto Felpato » sussurrò il ragazzo tarchiato, fissando imbarazzato per terra. Aveva il terrore di contrariare James.

Quest'ultimo sbuffò.

« Beh, se anche Codaliscia mi è contro, me ne vado al dormitorio. A STUDIARE! » esclamò James offeso, alzandosi. Con la sua solita camminata si avvicinò alla porta e, prima di sorpassarla, si girò.

« Ovviamente, Evans se volessi venire, la tua compagnia sarebbe più che grad..”

« SPARISCI! » esclamò furiosa la rossa.

« Come non detto » ridacchiò Ramoso divertito.

Gli altri malandrini avevano ragione, così James decise di iniziare a studiare nella sala comune, saltando addirittura la cena.

Infatti, verso le nove e mezza, dal buco del passaggio segreto entrò Sirius con il fiatone, stranamente allarmato.

« JAMES! » esclamò stupefatto vedendo l'amico chino sui libri. « MORGANA VACCA! Non ti abbiamo più visto e a cena nemmeno ti sei presentato! Jam, non te la sarai mica presa?! » chiese Felpato quasi terrorizzato, come se avesse pensato che il suo migliore amico fosse stato rapito da Voldemort.

James, d'altro canto, ridacchiò.

« Sir ti prego, sai che non me la prendo per queste stupidaggini. Avete ragione, quindi ho pensato di recuperare il tempo perso di sette anni in una notte! »

« Meglio tardi che mai, non è vero Potter? » chiese sarcastica Lily entrando con un' amica nella sala di ritrovo.

Alla vista della rossa, gli occhi di James si illuminarono.

« Non finisco mai di stupirti, vero Lily? » chiese lui, inarcando le sopracciglia.

« Finiscila Potter, solo perché sto iniziando a sopportare te e la tua banda di Troll, non significa che io abbia un debole per te! » esclamò Lily senza guardare il ragazzo e avvicinandosi alle scale del dormitorio.

« Peggio per te, Evans. Non sai quello che ti perdi! » le urlò di rimando Ramoso.

« Ma quando la finirai, James? » chiese sospirando l'amico.

« Di fare cosa, Felpato? » chiese incuriosito Ramoso, guardandolo da sopra gli occhiali.

« Di renderti ridicolo davanti a lei. Buonanotte ».

 

« VITIOUS, IO HO VITIOUS! »

« Ma che cavolo … ? » biascicò James aprendo gli occhi e notando la strana situazione. Aveva dormito su una sedia della sala comune di Grifondoro.

Nel frattempo, il suo migliore amico, correva come un pazzo per la sala.

« JAMES, RAGAZZI, HO VITIOUS! » urlava Sirius.

« SIR', MA CHE DIAVOLO URLI!? SONO SOLO LE... Ehm, che ore sono? » chiese Ramoso stropicciandosi gli occhi.

« Sono le nove e un quarto, Jam, e tu sei terribilmente in ritardo. In ogni caso, buongiorno » lo salutò cautamente Remus che sedeva sulla poltrona accanto.

« Merlino! Q..quindi sono usciti i quadri per vedere chi sono i rispettivi professori che terranno gli esami? » chiese con una vena di spavento il moro, notando con tristezza che i suoi amati occhiali si erano spezzati, a causa della notte passata in un luogo poco consono a un riposo adeguato.

« Svelato il motivo per cui Sirius sta latrando come un pazzo » spiegò semplicemente Lunastorta.

« Bastardo! Ti è capitato quello sfigato! » sbuffò James, ricomponendosi e utilizzando un incantesimo che potesse rianimarlo del tutto.

« A te chi è capitato, Lunastorta? »

« La McGranitt » rispose pacato l'amico.

« A Peter? »

« Anche a lui la McGranitt » chiarì sempre Remus.

In quel momento esatto, Sirius si bloccò di colpo e si scambiò un'occhiata fugace con James, con il quale, iniziò a ridere come un pazzo.

« Poverino, non ci riuscirà mai a passarlo! » lo prese in giro Sirius.

A quella frase scappò una risata perfino al povero Lupin.

In quell' istante però, fece ingresso nella sala il tanto torturato Peter, ignaro della situazione.

« Ragazzi, tutto bene? Ehm, buongiorno! James, ho letto chi sarà il professore che ti terrà l'esame ».

« Illuminami, per piacere » fece Potter, ancora ridendo.

« Lumacorno ».

« CHE CAVOLO HAI DETTO? » domandò riprendendo coscienza di quello che stava succedendo.

« Sì e il tuo esame si terrà per ultimo, insieme a quello di Piton, stasera verso le sette ».

Sirius, che ancora non aveva finito di ridere, non ebbe nemmeno il tempo di riprendere fiato che iniziò nuovamente a farlo. Se avesse continuato, sarebbe morto in venti minuti.

« Addirittura con Piton? » chiese esterrefatto James. Non poteva crederci. Esame orale di Pozioni. Avrebbe preferito che Sirius l'avesse Schiantato. Odiava quella materia da quand'era entrato ad Hogwarts, non fondamentalmente per essa, ma perché trovava immensamente stupido ed esaltato il professor Lumacorno e soprattutto il suo pupillo: Severus “Mocciosus” Piton.

Difatti, più di Pozioni detestava quest'ultimo, un viscido, codardo, saccente e asociale Serpeverde che per anni era stato il migliore amico di Lily Evans. Ovviamente, la fortuna non era mai stata dalla sua parte.

« Andiamo a fare colazione? » chiese sottovoce, quasi per tirarsi su il morale da solo.

Furono le ultime parole che disse ai suoi amici in quella mattinata. Riaprì bocca solo in presenza del professor Horace Lumacorno.

« Buonasera Potter » lo salutò indifferente Lumacorno.

« 'Sera » ricambiò il moro guardandolo fisso.

Si sedette su una sedia di fronte ad una lunga cattedra, dietro la quale si sedeva in maniera scomposta il professore. Vicino a lui però, erano rimasti curiosi altri professori per ascoltare il suo orale, come Vitious, allegro e divertito, che aveva aiutato Sirius spudoratamente; la professoressa McGranitt, severa e composta, sedeva alla destra del professore Serpeverde, che aveva invece sostenuto sia l'esame di Remus che quello di Peter. Il primo impeccabile, il secondo decisamente meno. Infine, era entrato anche Silente, curioso di seguire il suo esame e quello di Piton.

Dietro la sedia dov'era seduto James, vi si trovavano molti ragazzi, con un numero maggiore di ragazze, rimasti ad ascoltarlo. Oltre gli amici, con stupore del malandrino, notò che erano rimasti anche Lily Evans e Severus Piton.

« Vogliamo avere il piacere di iniziare? » chiese maleducatamente Lumarcorno.

« Sì, signore.. Beh, io volevo iniziare con un argomento a cui ero particolarmente legat... »

« Potter, poco mi interessa dei suoi argomenti preferiti. Vorrei chiudere in fretta questa giornata: è da questa mattina che sono seduto qui a sentire ragazzi blaterare. Eccezion fatta di Lily che è stata divina come Severus, d'altro canto ».

Iniziamo decisamente bene, pensò il moretto.

« Vorrei iniziare a chiederle qualcosa riguardo la mia materia, che ne pensa? »

« Ovviamente » rispose educato James, con una sfumatura di sfida all'interno della frase.

« Dunque, faremo solo teoria, perché se no qui non finiremo più. Allora, Potter, quali sono gli ingredienti della Felix Felicis, proprio ciò di cui avresti bisogno ora? »

James, inizialmente rimase di stucco, incapace di rispondere. Appena riuscì a riconnettere il cervello alla bocca, l'aprì.

« Perfetto. La Felix Felicis è una pozione estremamente difficoltosa per chiunque la prepari, difatti servono almeno sei mesi per completarla. L'ingrediente principale è la Piuma di Fenice, per poi essere accostata dal Dente di Leone e Foglia di Vite. Passato il periodo sufficiente per la preparazione dovrebbe assumere un colore d'oro intenso. L'utilizzo di questa pozione è severamente vigilato dal Ministero della Magia, poiché produce fortuna liquida, ossia, ogni azione che compierà la persona che l'avrà assunta, avrà successo. È illegale somministrarla prima di gare sportive o esami, senza tralasciare che prendendola in quantità smisurate può produrre dipendenza ».

« Oh-oh, che ragazzo! » squittì Vitious applaudendo allegramente.

« Sì, Filius, è stato bravo. Ma in effetti lo studio di questa pozione è recente. Iniziamo a chiedere qualcosa di più vecchio. Per esempio, saprebbe dirmi la differenza fra Aconito e Luparia? »

« Sono la stessa identica cosa, l'unica differenza sta nel nome ».

« Il Bezoar? »

« È una pietra che guarisce dai veleni e si trova all'interno della pancia delle capre ».

« … E cosa ottengo versando la polvere di Asfodelo in un Infuso di Artemisia? »

Merlino. L'aveva detto ieri Sirius. Come faceva a non ricordarselo? Erano passate sì e no ventiquattro ore! Ecco il motivo per cui non doveva studiare con la Evans, lo distraeva troppo. I suoi occhi verdi smeraldo sempre felici e altezzosi che lo incatenavano ogni volta ... BASTA! Diamine gli esami, non poteva distrarsi proprio adesso. Non si ricordava nulla ma non poteva nemmeno dare la soddisfazione di dargliela vinta a quel decerebrato di Lumacorno.

Poi però, notò che il piccolo professor Vitious si muoveva in modo ambiguo sulla sedia. Fece per girarsi e il ragazzo vide il labiale che diceva: “Distillato di Morte Vivente”.

Ma certo! Come poteva esserselo dimenticato!?

« Potter, se non le dispiace io vorrei andarmene a dormire … » lagnò Lumacorno.

« Crea un potente Distillato di Morte Vivente » rispose secco il moro.

« Perfetto! » esclamò incredulo Lumacorno. « Ragazzo, non pensavo possedessi tutte queste qualità, insomma.. Ottime per entrare a far parte del Lumaclub. Certo, ormai la scuola è finita, ma posso sempre farti entrare in un club estivo, magari! Con partite di Quidditch, scacchi, cene ... e magari incorniciare tutto con una bella foto dell'intero club! »

« Professore, se lei ha finito vorrei passare agli altri professori. Sa, sono in ansia da oggi, e siamo al mio esame finale. Del suo club SPECIALE ne tratteremo in un secondo momento ».

« Per me è a posto! » disse Vitious, strizzandogli l'occhio.

« Anche per me, Potter è sempre stato un ragazzo eccezionale in questi anni e lo ha dimostrato anche nella pratica, quindi per me può andare » lo salvò radiosa la McGranitt.

« Arrivederci ».

Il ragazzo cautamente si alzò e se ne andò.

E chi se lo aspettava che quel nano di Vitious gli salvasse l'esame? In ogni caso, gli sarebbe stato riconoscente a vita.

Andò con i ragazzi a festeggiare nella Sala Grande con un' abbondante cena. Finita, si recarono allegri al dormitorio, passando prima dalle cucine per rubare dei boccali di Burrobirra.

« E CARI RAGAZZI, QUESTO SARA' L'ULTIMO GIORNO CHE PASSEREMO DENTRO QUESTA SCUOLA! » urlava Sirius, ormai ubriaco prima di bere.

Il suo migliore amico. Sirius Black, che per la sua amicizia aveva abbandonato la famiglia e la loro fiducia per vivere da lui. Era forse la persona a cui voleva più bene al mondo e dopo la scuola avrebbero intrapreso insieme la carriera di Auror, ovviamente godendo prima di un periodo da mantenuti.

Con stupore di James, anche Remus era brillo e cantava l'inno di Hogwarts. Lunastorta era il saggio del gruppo; lui e Sirius erano gli sbandati e i Dongiovanni, sempre alla ricerca di guai, ma grazie a Lunastorta li scampavano sempre, anche se spesso era proprio quest'ultimo il guaio peggiore. Grazie a lui erano diventati Animagi, solo per essergli vicino nei momenti peggiori. Come dire, gli amici veri si vedono nel momento del bisogno, giusto? Ed era convinto che Remus avrebbe intrapreso la carriera più brillante tra di loro, grazie alla sua impeccabile intelligenza. Magari avrebbe scoperto una pozione Antilupo, o magari avrebbe insegnato. Infine guardò Peter, seduto mezzo addormentato a causa della sbronza, l'amico che riusciva sempre a far mantenere il gruppo unito. Gli voleva molto bene e si fidava ciecamente di lui. Forse, anche lui avrebbe avuto qualche possibilità nel lavoro, chissà. Resta il fatto che davanti a loro c'era una vita ad aspettarli, nuova e piena di sorprese.

« Potter » una voce fredda lo riportò alla realtà.

James si girò e con grande gioia notò che era stata proprio Lily a chiamarlo.

« Sì? » le rispose accondiscendente il ragazzo.

« Senti, volevo farti i complimenti per oggi e volevo porgerti le mie scuse di aver dubitato delle tue capacità, insomma mi sono fatta un sacco di pregiudizi io ... »

La ragazza non finì la frase poiché James le cinse velocemente la vita e la baciò.

Giustamente aveva deciso di viversi A PIENO l'ultimo giorno dell'ultimo anno.

Inizialmente fu titubante, certo di ricevere uno schiaffo fragoroso in faccia. Ma stranamente non fu così, anche perché Lily rispose subito.

« Lo sapevo Evans » disse il ragazzo appena si staccò.

« Cosa? » gli chiese, rossa in volto.

« Che alla fine mi avresti sposato ».

« Certo, contaci ».

E lui ci contò.

 

« Amore, dobbiamo andare » gridò un uomo dentro un salone di una casa accogliente a Godric's Hollow.

« Sì James, arrivo » rispose le moglie avvicinandosi all'ingresso. In braccio portava un piccolo fagottino.

« Caro, secondo te non è meglio che vada solo tu? Insomma, non penso che all'Ordine saranno molto contenti se porto anche Harry » disse la donna guardando il piccolo bimbo che aveva in braccio.

« Lily, dobbiamo parlare di cose importantissime. Vuoi che Voldemort ci trovi? » chiese quasi seccato James.

A solo quel pensiero Lily rabbrividì e strinse fortemente il bambino a sé.

« Hai ragione, andiamo ».

Così si smaterializzarono sulla porta d'ingresso per poi apparire in una strada buia e desolata, ivi affacciava una grande casa fredda e tetra. La famiglia salì la breve scalinata prima di entrarvici.

Detta la parola d'ordine entrarono e, superato il corridoio, arrivarono nella sala da pranzo, ghermita di persone a loro conosciute. C'erano Sirius e Remus che, appena entrati, li salutarono con un cenno del capo. James appena li vide si incupì, provato nel vedere i suoi migliori amici così tristi e preoccupati.

Infatti un certo Prewett stava parlando degli ultimi attacchi di Voldemort, indirizzati soprattutto a Babbani innocenti e alle famiglie di maghi giovani ed esperti.

Come i Paciock.

O Come i Potter.

« Dove diamine è Peter? » borbottò Sirius.

« Non è potuto venire, era impegnato… » lo scusò l'altro fratello Prewett.

« Balle. Peter si deve presentare a queste riunioni! Se manca lui è inutile addirittura svolgerle! » ringhiò rabbioso.

« Sirius, calmati ».

« Non mi calmo no, Remus! Avete idea di che compito ha Peter, o no? È il Custode Segreto dei Potter, se lui dice soltanto una parola a Voldemort sul nascondiglio di James e Lily è finita, lo capite Sì O NO? »

« Sirius, non vedo il motivo per cui tu ti stia arrabbiando tanto » disse gentilmente Lily. « Noi ci fidiamo di Peter è sempre stato … »

« Il più codardo del gruppo, Lily. Lo sai benissimo tu come James o Remus. Peter è buono, ma è impaurito di tutto e di tutti! »

« Sirius, adesso finiscila » lo rimbeccò stizzito James.

« Amico, è della tua incolumità che stiamo trattando » rispose acido Sirius.

« Adesso smettetela, sveglierete Harry … » cercò di calmarli Remus.

« Sirius, tu sei solo geloso » chiarì James alzandosi in piedi, ormai paonazzo per la rabbia.

« GELOSO? E per cosa, di grazia? » chiese sarcastico Felpato, anche lui saltando in aria.

« DI AVER SCELTO CODALISCIA COME CUSTODE SEGRETO PIUTTOSTO CHE TE! » urlò Ramoso.

« NON SONO GELOSO, SONO REALISTA, JAMES. SE AVESSI SCELTO ME O REMUS, SARESTE MOLTO PIU' TRANQUILLI! E PERCHE' STASERA NON C'È, EH? STA SALTELLANDO A BRACCETTO CON VOLDEMORT PER HOGSMEADE?! »

« FINISCILA! NON HO DECISO IO DI PRENDERE PETER, IDIOTA. È STATA UN' IDEA DI SILENTE! NON LO RICORDI? »

« ORA BASTA! » urlò Lily furibonda, alzandosi. « Andiamocene James, ORA ».

Prese il marito per un braccio e lo portò via.

 

« Calmati, ti prego James » mormorò Lily, sull'uscio di casa a Godric's Hollow.

« Calmarmi Lily?! Ti rendi conto di cosa sta dicendo Sirius? DUBITA DI UN AMICO! »

«Shhhhhh! C'è Harry! » esclamò la moglie. Troppo tardi. Il bambino aprì gli occhi e iniziò a piangere.

« Ah, dannazione ... Scusa piccolo » mormorò il padre accarezzando il figlio, o meglio la sua fotocopia rimpicciolita.

« Dai James, andiamo su a dormire. Portiamo Harry a letto » gli disse la giovane donna guardandolo con dolcezza.

« Sì, hai ragione, scusa ... Ti amo » disse lui, baciandola teneramente.

Salirono al piano di sopra ed entrarono nella cameretta del piccolo.

« Forse dovrei parlare con Sirius » disse lui, appoggiandosi alla porta della stanza. « Sai che mi dispiace, ma non voglio che pensi male di Peter. Insomma, siamo sempre stati amici! E vederli tutti preoccupati per noi, per questa dannata guerra... »

« James, lo so, ma vedrai che finirà presto, me lo sento. Dobbiamo tenere duro ed essere prudenti. Dopo potrai andare con Sirius e trovare lavoro, magari come Auror, vi ci vedo bene a voi due! E poi, nonostante le maledizioni della McGranitt, l'ha sempre detto che avevate la stoffa per ricercare maghi oscuri » diceva Lily mentre cullava Harry.

Il marito rise. Erano mesi che non lo faceva più, ma quella donna riusciva sempre a ridargli il sorriso. Lei e il pargolo che aveva in braccio, sangue del suo sangue. Harry James Potter.

« Tu potresti lavorare benissimo al San Mungo come Medimaga, Lils! » anche la donna rise.

« Remus invece, non saprei, secondo me potrebbe diventare preside di Hogwarts! »

« Hai ragione, tesoro! E invece Peter? Secondo me diventerà ... Proprietario di Mielandia! »

E qui iniziarono di nuovo a ridere. Spesso sembravano due bambini di dieci anni, ma in quel periodo così buio la cosa migliore era ridere. Anche se per poco.

Queste fragorose furono le ultime risate dei Potter.

In quel momento di gioia ritrovata, la porta principale si aprì e James, ignaro del pericolo, urlò per le scale.

« Sirius, sali, siamo qui! »

Nessuna risposta. Strano.

Sentirono però dei passi lenti per le scale. Incuriosito, il ragazzo andò ad aprire la porta della stanza e invece di trovare il suo più caro amico, incontrò l'ultima persona al mondo che pensava di vedere.

Voldemort.

Il sangue e il fiato gli si gelarono e ben presto si trovò bloccato su sé stesso per la paura. Preso alla sprovvista, il giovane uomo si avvicinò alla sua famiglia e, cercando di nasconderli dietro le braccia, urlò contro quell' individuo, cercando futilmente di allontanarlo.

L'ultima cosa che pensò era riguardo Peter.

Sirius aveva ragione.

Minus li aveva traditi.

Troppo tardi per chiedere scusa e anche per salvarsi.

Fece scudo su Lily ed Harry.

Fu del tutto inutile.

Voldemort ghignò.

Il suo sorriso era molto più serpentino che umano.

Mentre si avvicinava alla donna, si gustava la scena della morte di quel Grifondoro filo-Babbano, morto in meno di un minuto, a causa di un semplice fiotto verde proveniente dalla sua bacchetta.

« NON HARRY, TI PREGO, NON HARRY! PRENDI ME, MA NON HARRY! » urlò Lily con grida miste tra terrore e rabbia.

Ma l'Oscuro Signore non ebbe pietà neanche della giovane donna.

Tolti di mezzo i due maghi, ne restava solo uno. Il più innocuo, il più piccolo.

Voldemort ormai gioiva e gli scagliò contro l'Anatema utilizzato anche prima, il più diretto delle Maledizioni Senza Perdono.

Il verde che fuoriuscì dalla bacchetta del mago era lo stesso degli occhi, ormai vitrei di Lily e gli stessi del figlio, ossia quelli che, con diciassette anni di differenza, l'avrebbero annientato.

Quella notte il ragazzino non morì. Né allora, né dopo.

 

 

« Papà! Ma questa è la tomba del nonno? » chiese una ragazzina rossa avvicinandosi al padre.

« Sì Lily, è la tomba di nonno James » rispose il padre, drizzandosi gli occhiali tondi sul naso.

« Ma sei cieca, Lily? C'è anche scritto: James e Lily Potter » spiegò saccentemente il fratello maggiore.

« James, comportati bene con tua sorella! » lo rimproverò la madre.

« Ha ragione Jam, sei peggio di Gazza! » lo rimbeccò l'altro fratello piccolo.

« … E mamma? Quella è la tomba di ...? » chiese la piccola.

« Sirius Black. Quella accanto, invece, è di Remus Lupin e Ninfadora Tonks ...» rispose malinconicamente la mamma, abbassando lo sguardo.

« I genitori di Teddy? » sussurrò il più piccolo dei maschi.

« Esattamente, Albus » rispose tranquillo il padre.

« Merlino che cimitero! È pieno zeppo di eroi! » esclamò entusiasta James.

« James Sirius Potter! Per l'amor del cielo, conteniti!» lo rimbeccò la madre, dandogli uno scappellotto sulla nuca.

« Ginny » ridacchiò il marito. « Non arrabbiarti. Alla fine ha ragione James, questo è un cimitero di eroi » disse il padre con gli occhi lucidi.

« Scusa papà » lo chiamò Lily, strattonandogli delicatamente la giacca « Ma come sono morti? Insomma, hai raccontato le vostre che le loro storie. Le tue sono state più pericolose e perché... sì, insomma... loro sono morti? Non erano in gamba come te, la mamma, zio Ron e zia Hermione? » chiese timidamente la figlia, sapendo si essersi spinta troppo con la curiosità.

Il padre rise, guardando il cielo e bagnandosi, di lacrime umide, gli occhi verde smeraldo, uguali a quelli della madre.

« No piccola, è solo che noi siamo stati fortunati. Vedi, tutto quello che abbiamo fatto sembra grandioso, ma fidati che non è così. Non è sempre stata farina del nostro sacco, qualcuno ci ha dato una mano. Ognuno ha avuto, per esempio, dei professori che li ha salvati. Tuo nonno ha avuto Vitious e io ho avuto Piton. È questione di fortuna, non di bravura. Ricordalo sempre ».

  
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