“Scendi da quel cornicione!
Subito!”
“Perché dovrei?”
“Dammi un motivo per cui non
dovresti!”
Silenzio.
Il ragazzino, un tipo gracile,
occhialuto, il viso triangolare ricoperto di lentiggini semi nascosto
dai lunghi capelli scompigliati, guarda verso il basso, pesandosi
sulle braccia ossute aggrappate alla ringhiera sverniciata. Laggiù
la vita scorre come se nulla fosse. Come sempre, indifferente alla
sua esistenza. Che lui ci sia o meno, il Mondo andrà avanti
ugualmente, e allora perché continuare ad esistere, vivendo nel
tormento?
“Ma accidenti, mi stai ascoltando?!”
Ah sì, la ragazza che grida alle sue spalle... gli ha fatto una
domanda, già... Un motivo per non buttarsi... Beh, se lui è lì un
motivo, anzi più d'uno, c'è...
“Ok, cambiamo domanda: perché
diavolo ti vuoi buttare, eh? Si può sapere?”
Ecco quella è una
cosa a cui sa rispondere. Si volta adagio, solo un poco, le labbra
strette in quello che dovrebbe essere un sorriso di scherno “Perché
tanto non fa differenza...”
“Stronzate! Non fa differenza per
te, forse, ma per gli altri?”
Una risatina roca scuote il petto
magro “Gli altri chi, scusa? Guardali: sono laggiù, indifferenti.
Non c'è nessuno che si sia girato a guardare, non interessa a
nessuno quello che sto facendo! Che io ci sia o meno, fa lo stesso!”
“Veramente io sono qui...”
Le mani s'artigliano alla ringhiera, un
sibilo esce dalle labbra tese.
“Tu...”
“Già. Io.”
“E tu chi sei?!”
“Quella che invece di stare a
guardarti cadere da sotto è venuta qui a cercare di fermarti.”
“Perché dovrei?!”
Un sospiro,
più stizzito che sconsolato, accompagna un mezzo passo verso il
cornicione “Avevi detto che nessuno si era girato a guardarti,
invece ci sono io. Un motivo di meno per buttarsi, no? Hai altre
cazzate a sostegno della tua tesi?”
“Nessuno... nessuno mi
vuole, nessuno mi ama!”
“Ahh già... Magari.. beh... Se il
primo che non si ama sei tu...”
Con uno scatto, roteando nel
vuoto, il ragazzino si gira del tutto, aggrappandosi alla balaustra,
facendo sobbalzare la ragazza. Si trovano finalmente faccia a faccia
e lui si rende conto in un lampo che no, non l'ha mai vista prima
d'oggi.
Non l'ha mai notata.
“Chi sei?”
“Te l'ho
detto: il primo buon motivo per non buttarti di sotto.”
Le braccia si tendono, il vento
scompiglia la chioma scura già spettinata “Il primo? Ce ne sono
altri?”
“Non te ne può bastare solo uno? Prima non ne avevi
nessuno...” le parole scivolano veloci sulle labbra di lei, quasi a
volerlo rincorrere.
“Secondo te, siccome non mi amo, gli altri
non mi amano”.
La testolina castana dondola
leggermente, annuendo.
“Ma magari, se gli altri mi amassero, mi
amerei pure un po' anch'io...”
“Ma scusa...” lei lo
interrompe, azzardando un secondo passo che lui finge di non vedere
“chi ti ha detto che nessuno ti ama?”
“Io lo dico!” Un
ringhio e la balaustra cigola pericolosamente.
Le labbra sottili
si stringono appena, col risultato che una fossettina segna il mento
appuntito “Ah beh, allora siamo a posto. Una fonte autorevole,
direi...”
“Ma la smetti di pigliarmi per il culo?!” Le
braccia si flettono di scatto, il ferro geme e un brivido scuote la
spina dorsale della giovane.
“Sei tu che ti stai prendendo per
il culo! Tu dici che gli altri non ti amano! Tu stai trovando tutte
le scuse per buttarti da quello stupido balcone, solo perché non
vuoi vedere e affrontare la verità! Tu hai paura dell'amore degli
altri! Per questo non lo vedi e per questo non sai e non vuoi
amarti!” Ancora qualche passo mentre la voce s'alza man mano in un
grido che è rabbia disperata.
“Balle! Trovami qualcuno disposto
ad amarmi e vedrai che avrò il coraggio di
affrontarlo!”
Silenzio.
Un passo.
Un altro ancora.
Le
nocche sbiancano, le dita stringono convulsamente il metallo. Il pomo
d'Adamo va su e giù.
“Veramente... ce l'hai davanti...”
L'aria
sferza la schiena e fischia nelle orecchie, il cielo lassù è d'un
azzurro intenso come non ricorda d'averlo mai visto mentre il metallo
della balausta è freddo nella mano che ancora stupidamente lo
stringe.
Per un istante aveva confuso lo schiocco del ferro
arrugginito che cedeva, spezzandosi, con quello del suo cuore che,
per la prima volta in vita sua, esplodeva di gioia.