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Autore: eos75    27/06/2011    4 recensioni
Il ragazzino, un tipo gracile, occhialuto, il viso triangolare ricoperto di lentiggini semi nascosto dai lunghi capelli scompigliati, guarda verso il basso, pesandosi sulle braccia ossute aggrappate alla ringhiera sverniciata. Laggiù la vita scorre come se nulla fosse. Come sempre, indifferente alla sua esistenza.
Storia scritta ispirandomi al prompt 02.Amarsi dell'iniziativa "Un prompt al giorno" di Fan World
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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02. Amarsi

“Scendi da quel cornicione! Subito!”
“Perché dovrei?”
“Dammi un motivo per cui non dovresti!”
Silenzio.
Il ragazzino, un tipo gracile, occhialuto, il viso triangolare ricoperto di lentiggini semi nascosto dai lunghi capelli scompigliati, guarda verso il basso, pesandosi sulle braccia ossute aggrappate alla ringhiera sverniciata. Laggiù la vita scorre come se nulla fosse. Come sempre, indifferente alla sua esistenza. Che lui ci sia o meno, il Mondo andrà avanti ugualmente, e allora perché continuare ad esistere, vivendo nel tormento?
“Ma accidenti, mi stai ascoltando?!”
Ah sì, la ragazza che grida alle sue spalle... gli ha fatto una domanda, già... Un motivo per non buttarsi... Beh, se lui è lì un motivo, anzi più d'uno, c'è...
“Ok, cambiamo domanda: perché diavolo ti vuoi buttare, eh? Si può sapere?”
Ecco quella è una cosa a cui sa rispondere. Si volta adagio, solo un poco, le labbra strette in quello che dovrebbe essere un sorriso di scherno “Perché tanto non fa differenza...”
“Stronzate! Non fa differenza per te, forse, ma per gli altri?”
Una risatina roca scuote il petto magro “Gli altri chi, scusa? Guardali: sono laggiù, indifferenti. Non c'è nessuno che si sia girato a guardare, non interessa a nessuno quello che sto facendo! Che io ci sia o meno, fa lo stesso!”
“Veramente io sono qui...”
Le mani s'artigliano alla ringhiera, un sibilo esce dalle labbra tese.
“Tu...”
“Già. Io.”
“E tu chi sei?!”
“Quella che invece di stare a guardarti cadere da sotto è venuta qui a cercare di fermarti.”
“Perché dovrei?!”
Un sospiro, più stizzito che sconsolato, accompagna un mezzo passo verso il cornicione “Avevi detto che nessuno si era girato a guardarti, invece ci sono io. Un motivo di meno per buttarsi, no? Hai altre cazzate a sostegno della tua tesi?”
“Nessuno... nessuno mi vuole, nessuno mi ama!”
“Ahh già... Magari.. beh... Se il primo che non si ama sei tu...”
Con uno scatto, roteando nel vuoto, il ragazzino si gira del tutto, aggrappandosi alla balaustra, facendo sobbalzare la ragazza. Si trovano finalmente faccia a faccia e lui si rende conto in un lampo che no, non l'ha mai vista prima d'oggi.
Non l'ha mai notata.
“Chi sei?”
“Te l'ho detto: il primo buon motivo per non buttarti di sotto.”
Le braccia si tendono, il vento scompiglia la chioma scura già spettinata “Il primo? Ce ne sono altri?”
“Non te ne può bastare solo uno? Prima non ne avevi nessuno...” le parole scivolano veloci sulle labbra di lei, quasi a volerlo rincorrere.
“Secondo te, siccome non mi amo, gli altri non mi amano”.
La testolina castana dondola leggermente, annuendo.
“Ma magari, se gli altri mi amassero, mi amerei pure un po' anch'io...”
“Ma scusa...” lei lo interrompe, azzardando un secondo passo che lui finge di non vedere “chi ti ha detto che nessuno ti ama?”
“Io lo dico!” Un ringhio e la balaustra cigola pericolosamente.
Le labbra sottili si stringono appena, col risultato che una fossettina segna il mento appuntito “Ah beh, allora siamo a posto. Una fonte autorevole, direi...”
“Ma la smetti di pigliarmi per il culo?!” Le braccia si flettono di scatto, il ferro geme e un brivido scuote la spina dorsale della giovane.
“Sei tu che ti stai prendendo per il culo! Tu dici che gli altri non ti amano! Tu stai trovando tutte le scuse per buttarti da quello stupido balcone, solo perché non vuoi vedere e affrontare la verità! Tu hai paura dell'amore degli altri! Per questo non lo vedi e per questo non sai e non vuoi amarti!” Ancora qualche passo mentre la voce s'alza man mano in un grido che è rabbia disperata.
“Balle! Trovami qualcuno disposto ad amarmi e vedrai che avrò il coraggio di affrontarlo!”
Silenzio.
Un passo.
Un altro ancora.
Le nocche sbiancano, le dita stringono convulsamente il metallo. Il pomo d'Adamo va su e giù.
“Veramente... ce l'hai davanti...”
L'aria sferza la schiena e fischia nelle orecchie, il cielo lassù è d'un azzurro intenso come non ricorda d'averlo mai visto mentre il metallo della balausta è freddo nella mano che ancora stupidamente lo stringe.
Per un istante aveva confuso lo schiocco del ferro arrugginito che cedeva, spezzandosi, con quello del suo cuore che, per la prima volta in vita sua, esplodeva di gioia.


   
 
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