27/06/2011
7 recensioniEra il 2 Maggio…
E’ finita.
In piedi appoggiata al muro di pietra osservo Harry portato in trionfo.
Sorrido tristemente.
Sono sopravvissuta dopotutto, dovrei essere felice.
E invece non lo sono.
Ho una brutta sensazione alla bocca dello stomaco, mi fa male e non so perché.
Mi stacco dal muro e comincio a vagare per la Sala Grande.
Vedo tanti corpi distesi uno accanto all’altro, molti non li riconosco e molti altri non so nemmeno chi siano.
Scorgo il corpo del professor Lupin disteso supino, senza vita.
Non provo dolore, non provo tristezza, solo pietà.
D’un tratto un gruppo di persone attira la mia attenzione, hanno tutti i capelli rossi, sono i Weasley.
La morsa allo stomaco si fa più dolorosa.
Mi avvicino velocemente con le braccia che mi scendono lungo il corpo senza forza: ho paura di quello che vedrò.
Mi faccio spazio tra la folla e mi si gela il sangue nelle vene.
Molly e George sono inginocchiati accanto a qualcuno che non riesco a vedere, entrambi pallidi, entrambi con gli occhi rossi, entrambi con le guance rigate di lacrime.
Mi viene da piangere, non voglio sapere.
George si alza, senza staccare gli occhi dal corpo che ora finalmente riesco a vedere.
<< Fred.. >> mormoro arretrando, con le lacrime che iniziano a scendermi copiose
Scuoto la testa: no, è impossibile, è solo svenuto, tra un po’ si riprenderà e il mondo tornerà a posto.
Poi noto George che mi guarda, si è accorto di me.
Non avevo mai visto niente di più triste.
E allora capisco.
Capisco che Fred non è svenuto, che non si alzerà mai più in piedi e che il mondo si stà sgretolando sotto i miei occhi.
Cado in ginocchio senza neanche accorgermene, il viso nascosto tra le mani mentre sono scossa dai singhiozzi.
Qualcuno mi toglie delicatamente le mani dal volto e mi guarda.
<< George.. >> sussurro posando le palme sulle sue guance accarezzandole piano.
Lui mi osserva prima di iniziare a piangere silenziosamente, mi abbraccia stringendomi forte e io non posso fare a meno di aggrapparmi a lui.
Rimaniamo così, abbracciati cercando di darci conforto a vicenda mentre un sudario di dolore incancellabile ci avvolge senza via di scampo.