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Autore: livingfiamme    27/06/2011    1 recensioni
Paris mi ha abbracciato senza dire una parola, mentre teneva Blanket per mano.
Ho capito in quel momento ch'ero io adesso a dover guidare quella famiglia resa instabile da qualcuno che aveva spiccato il volo troppo presto.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao papà,
sono io. Come inizio è un po' banale, ma non posso presentarmi altrimenti e qualsiasi altra parola risulterebbe ridondante.
Sono qui a scrivere adesso perché non voglio vedere tutta quella folla di persone falsamente dispiaciute per la tua morte, vi sono solo interessi di fama in mezzo.
Paris è di là a preparare il frappè di pesca a Prince, che piagnucola da due ore perché dice che essendo il più piccolo ha diritto a più coccole. Lo viziamo troppo secondo me, ma è il fratello minore, come potrebbe essere altrimenti?
Mi sto perdendo in banali chiacchiere perché arrivare dritto al punto fa sempre male. Un po' come quando una ferita si crostifica e tu sai ch'è proprio il momento di rimuovere il sangue rappreso, e anche se farà male in fondo sei contento perché sai che la guarigione è vicina.

È strano, non ho mai amato particolarmente scrivere, ma non vedo altro modo che questo per farti capire davvero quello che provo.
Io, papà, il sette luglio duemilanove non ho pianto. Non l'ho fatto perché sapevo perfettamente che saresti stato meglio dovunque sei adesso piuttosto che qui.
Sì, ma solo quel giorno non ho pianto. Quando sono rientrato nella nostra villa, mi sono improvvisamente reso conto di quanto fosse grande. Bella. Luminosa. Vuota.
È stato allora che perle luccicanti di acqua e sale si sono ricordate di esistere nei miei occhi e hanno avuto l'impellente desiderio di uscire e morire con gli occhi sul mondo. Non ho potuto fare altro che assecondarle; ma in fondo non volevo nemmeno fermarle o nasconderle. Erano speciali perché appartenevano a te, dunque non andavano sprecate.
Paris mi ha abbracciato senza dire una parola, mentre teneva Blanket per mano.
Ho capito in quel momento ch'ero io adesso a dover guidare quella famiglia resa instabile da qualcuno che aveva spiccato il volo troppo presto.
Il venticinque giugno duemiladieci, per contro, è stata per me una giornata fantastica. Siamo andati al parco tutti e tre, ce li ho portati io. Non c'era nessuno e ci siamo divertiti davvero tanto. Blanket ha voluto vestirsi come te, ed ha provato ad imitarti. Ci siamo aggiunti anche noi, ed è stato come se non fosse successo nulla. Come se noi fossimo ancora solo tre figli di un grande uomo - che poi non è altro che la realtà.
Tornati a casa abbiamo mangiato cioccolata fino a scoppiare, e ci siamo addormentati davanti ad 'Arthur e il popolo dei Minimei 2'. Quel film è veramente un sonnifero eccellente per Blanket, devo ricordarmelo.
Oggi è di nuovo quel giorno. È strano, ma ogni volta che arriva io prego il Dio in cui non credo più da tempo di farmi dimenticare tutto. Poi apro gli occhi e realizzo che non è cambiato proprio niente.
Forse queste parole ti faranno male, papà, ma io ho bisogno di dirti tutto perché non riesco più a tenermi dentro niente. Se mi sfogassi con Paris la farei piangere, e Blanket è ancora troppo piccolo per capire quello che mi passa per la testa. Perciò mi rimane un pezzo di carta rigata e la severa rigidità della Staedteler - te la ricordi? Era la tua penna preferita, perché assomigliava a una matita - che mai come in questo momento mi è sembrata benedetta.
Scusa se vedi delle macchie qua e là, ma sta per esaurirsi l'inchiostro e proprio non mi va di alzarmi dalla scrivania. Se entra Paris chiederò a lei di prendermela oppure lascerò questa lettera a metà, perché sono sicuro che anche se ometto interi pezzi di discorso tu capisci lo stesso. È sempre stato così, anche se non ho mai capito perché.
Comunque, credo di aver finito le cose da dire. Rileggendomi mi viene la tentazione di strappare questa pagina in pezzi microscopici e bruciare quel che resta, ma sarebbe pressoché infantile.
Perciò mi limiterò a concludere dicendoti di non bere troppo succo d'arancia, di non ingozzarti troppo col tiramisù che è la tua più grande passione e maledizione, e che voglio una Stratocaster nuova per Natale. Pensaci, tanto c'è tempo da qui a Dicembre.
Ciao, papà. Non cadere dalla Luna, mi raccomando!
 
Ps. Riesco a fare l'assolo di "Give Into Me". Maledetto Slash, mi ci sono volute due settimane.
Pps. Qual è la ricetta del tiramisù? A quanto pare piace anche a Blanket.
 
Prince rilesse la lettera con attenzione. Sorrise, poi la strappò in pezzi piccoli: quindi, arrivato alla cima della collina sulla quale si era arrampicato, la lasciò volare al vento.
- Leggi bene, papà. Soprattutto la parte finale.
   
 
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