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Autore: ivi87    27/06/2011    20 recensioni
Come riassumerla? Kate vive una situazione che la fa riflettere e prende una decisione importante per il suo futuro...e non solo il suo...
Buona lettura!! XD
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A piedi nudi nel parco

 

È una domenica estiva e cammino nervoso verso Central Park.

Mi hai telefonato dieci minuti fa chiedendomi di raggiungerti lì. Mi aspetti alla panchina di fronte al chiosco di caffè che frequentiamo di solito.

Al telefono non sono riuscito a decifrare bene il tuo tono di voce, ma sembrava impaziente e non so se è un bene. Non mi chiami mai di domenica a meno che non sia per un caso. Infatti te l’ho chiesto, ma mi hai subito risposto che no, non è per lavoro che mi vuoi vedere.

Allora qual è il motivo? Non è da te volermi incontrare al parco senza un perchè. Possibile che tu voglia solo passare del tempo insieme?

Nah! Sarebbe fantastico ma non m’illudo.

Avrai un qualsiasi altro motivo. Penso a tua madre, ora. L’altra ragione per cui di solito mi vuoi accanto.

Ma spero che non sia per questo. L’immagine di te stesa a terra sanguinante è ancora viva e dolorosa nella mia testa e nel mio cuore.

Svolto l’angolo e scorgo il chiosco. Tu sei già arrivata e sei seduta sulla panchina ad aspettarmi.

Mi accorgo che sto rallentando. Ti osservo. Hai la testa reclinata un poco all’indietro e anche se hai gli occhiali da sole sono sicuro che hai gli occhi chiusi. Ti stai godendo il sole.

Sono incerto sull’esito di questo incontro. Comincio a credere che tu mi voglia indorare la pillola prima di sbattermi fuori dal distretto. Ok, meglio smetterla di pensare al peggio, tanto tra poco lo saprò dalla tua voce.

Mi avvicino ma non mi siedo. Resto in piedi a guardarti ancora un attimo. Poi ti saluto debolmente, per manifestare la mia presenza.

Ti riscuoti dai tuoi pensieri e mi saluti. Hai un sorriso dolce e sembri serena.

No, non mi vuoi cacciare allora. Credo. Spero.

Mi fai segno di sedermi e allora mi accomodo. Sono agitato come non mai.

Continuo ad avere la sensazione che questa giornata segnerà definitivamente il resto della mia vita, ma non so se in positivo o in negativo.

“Ti ho disturbato? Avevi da fare?” mi chiedi togliendoti gli occhiali.

“No, non stavo facendo nulla, ero a casa da solo”

Poi non dici più nulla. Sei pensierosa.

“Perché mi hai chiamato, Kate?” chiedo in ansia.

Fissi lo sguardo avanti a te e poi ti volti appena “Ti va di sentire cosa ho fatto ieri?” e incateni i tuoi occhi ai miei.

“Ma certo” e mi volto un po’ di lato, verso di te. Con un gomito sullo schienale.

Tu resti seduta e composta, busto e occhi rivolti in avanti e cominci a raccontare.

“Ieri Madison è passata a trovarmi. Una nostra compagna di liceo, Tess, l’ha chiamata dicendole che dava una festa per la nascita dei suoi due gemelli e Maddie voleva convincermi ad andare con lei. Ovviamente ho cercato di oppormi” dici sorridendo.

Rido anche io. So che le rimpatriate non ti entusiasmano particolarmente.

“Mi ha presa per sfinimento e alla fine ho ceduto. Vado, saluto, mi congratulo e torno, mi sono detta...”

Respiri forte e continui il racconto.

“Quando siamo arrivate c’erano anche delle sue amiche e delle colleghe di lavoro. Tutte sposate con prole, ovviamente. Ci siamo sedute in veranda a chiacchierare e a darle i regali per i gemelli. Sai che non è decisamente il mio ambiente, mi sentivo così a disagio, Castle..”

Lo so, hai un incredibile istinto materno e nemmeno te ne rendi conto, ma non sei il tipo da baby party, dove l’argomento principale sono pannolini, biberon e pappette varie. Ma non dico nulla, aspetto che tu prosegua.

“Già immaginavo di essere messa in croce per il mio lavoro e per non essere sistemata. Per fortuna Madison era nella mia stessa situazione. Invece non hanno detto nulla. Erano concentrate su Tess e sul suo pancione. Perfino Madison squittiva  emozionata ad ogni tutina o ciuccino che venivano scartati.”

Fai un’altra pausa. Riesco ad immaginarti perfettamente e mi sfugge un sorriso.

“Quando si parlava di noi al liceo, dei nostri rispettivi impieghi o delle nostre amicizie riuscivo a sostenere una normale conversazione; ma come una di loro riportava l’attenzione sui nascituri...giuro, avrei voluto scappare da lì urlando e strappandomi i capelli!”

Ora rido e ridi anche tu. Ti sai prendere in giro e non è da tutti.

Ma ci deve pur essere una svolta in questo tuo racconto. Un motivo per cui valga la pena raccontarlo. Non che non adori il suono della tua voce, ma dubito che tu mi abbia chiamato solo per dirmi che volevi scappare da una festa pre-parto.

“Poi che è successo?” ti chiedo, quindi, curioso.

Ti volti verso di me con gli occhi lucidi.

“Tess si è seduta accanto a me, per chiacchierare tra noi, ad un certo punto uno dei bambini ha cominciato a scalciare. Lei mi preso la mano tutta contenta e se l’è messa sulla pancia. Lo senti? mi ha chiesto.” Ti guardi la mano destra come se ci fosse impressa l’impronta di quel piedino e ti sfugge un sorriso “Dio, se l’ho sentito Castle, un altro calcetto e poi un altro ancora...Mi sono sentita gelare dentro. Non avrei mai più voluto staccare la mano dalla sua pancia, mi credi?”

Annuisco rapito dalle tue parole. Ti credo, provavo lo stesso quando sentivo scalciare Alexis dalla pancia di sua madre.

Ma so che la tua è una domanda retorica e ti lascio proseguire.

“Quando sono entrata nella polizia ho messo in conto che diventare madre non sarebbe più stato fattibile. Ma non mi importava così tanto. Il mio lavoro veniva prima di tutto e poi ero giovane, nemmeno ci pensavo ad avere figli. E ora... beh semplicemente non mi va di mettere al mondo un potenziale orfano. Potrebbero spararmi, di nuovo, anche domani. Potrei non cavarmela la prossima volta. Non voglio che mio figlio cresca senza madre. So cosa si prova.”

Deglutisco a forza. Non mi piace per niente questo discorso. “Non puoi precluderti una famiglia solo per via del tuo lavoro” riesco a dirti, ma ho un magone in gola che non so se riuscirà a farmi parlare ancora.

Stai per ribattere qualcosa ma ti interrompo subito avvalendo un’argomentazione a sostegno della mia tesi “L’agente Shaw ha una figlia ed è un’agente dell’FBI” ma mentre lo dico capisco che ho perso un’occasione per stare zitto. Non ti importa nulla degli altri o delle loro scelte. Ed è giusto così. Tu sei tu e non devi basare la tua vita su quelle degli altri.

“No scusa, non volevo dirlo, è solo che..Kate..” ma stavolta mi interrompi tu.

“Castle, lasciami finire...” mi supplichi con lo sguardo.

“Stavo lì con la mano sulla sua pancia e tutto quello che ho sempre creduto giusto..beh, giusto per me almeno..tutto quanto è svanito sotto il tocco di quei calcetti. Tess si è alzata per rispondere al telefono ed io sono restata lì imbambolata per non so quanto tempo a fissare il vuoto, persa nei miei pensieri. Hai presente, quando cominci a volare con la fantasia?”

“Ehi, sono uno scrittore!” rispondo con tono finto offeso.

 “Ho cominciato a vedermi col pancione. Non mi era mai successo, non ci avevo mai pensato prima. Mi poggiavo i palmi sulla pancia e sentivo mio figlio muoversi. Mi sono vista su una sedia a dondolo che canticchiavo a bassa voce una ninna nanna con un piccolo frugoletto in braccio. Oppure piegavo commossa delle tutine e le riponevo nei cassetti della sua cameretta. Mi passavano davanti agli occhi così tante immagini di me e per quanto non mi riconoscessi, volevo disperatamente essere quella Kate.”

Sono completamente affascinato dalle tue parole. Versioni di te in dolce attesa compaiono anche davanti ai miei occhi, e sei semplicemente meravigliosa.

E sono sollevato. Non esiste che tu rinunci così all’idea di avere un figlio. Dovesse anche essere con Josh, non m’importa, ma tu devi essere madre. Sono sicuro che è nel tuo destino.

“Poi Maddie è venuta a scuotermi. La festa era finita, abbiamo salutato Tess e siamo andate via” dici sbattendo più volte le palpebre, come a voler ricacciare indietro le lacrime.

“Grazie” dico con un filo di voce “per aver condiviso con me i tuoi pensieri e le tue emozioni” sono sincero, sapere che ti fidi a tal punto di me mi allarga il cuore a dismisura.

Mi sorridi tenera ma non rispondi, mi fai un’altra domanda invece “Sai cos’ho fatto appena tornata casa?”

Ehm, non vorrei proprio pensarci, ma l’idea che tu ti sia adoperata con Josh per realizzare le tue visioni ad occhi aperti, mi dà la nausea. Adoro l’idea di te madre, ma preferisco vedere il prodotto finito senza assistere alla lavorazione...

“Ho lasciato Josh” continui, probabilmente perché vedi che non reagisco.

“Come?” ora si che reagisco. Mi raddrizzo, sorpreso, sulla panchina. Quando vuoi un figlio non lasci il tuo compagno, giusto?

“Castle, non ho detto che voglio fare un figlio domani! Solo che ora non mi sembra più una brutta idea. Insomma, in futuro vorrò un figlio!” dici convinta guardandomi.

Comunque non capisco “Questo non spiega perché l’hai lasciato..”

Addolcisci lo sguardo, poi chiudi gli occhi e parli “nelle mie fantasie di ieri, c’era un uomo accanto a me. E anche ora, se penso a me con il pancione, non è Josh che vedo al mio fianco come padre dei miei figli...” apri gli occhi e li incateni ai miei.

Mi si secca la gola, mi si chiude lo stomaco, il cuore sale in gola, la milza si spappola, i polmoni non collaborano più. Possono una frase e uno sguardo provocare tutti questi sintomi? A quanto pare sì. Stai davvero cercando di dirmi quello che vorrei che tu dicessi?

Annaspo, apro la bocca ma non riesco a dire nulla.

“C’eri tu con me...ci sei tu..” cominci a singhiozzare e ti abbraccio forte. Ce ne restiamo così per qualche minuto.

Poi mi allontano, ma solo di poco, per guardarti in volto. Ora le lacrime ti scendono lente sulle guance e non fai nulla per fermarle.

Non ti preoccupare, ci penso io.

Le asciugo io con le stesse mani che un giorno saranno sul tuo ventre per sentire scalciare nostro figlio.

 

 

Angolo dell’autrice:

Mi scuso per il coma diabetico che vi avrò certamente provocato. XD
Potrete giudicare questa oneshot smielata e melensa se credete, ma vi spiego un attimo come è nata: giorni fa ho scoperto che due amici (vabbè..amici di amici in realtà) aspettano due gemelli. Io, che non ho ancora l’istinto materno particolarmente sviluppato, non ho di certo reagito come Kate...però ho cominciato a pensare a come potrebbe reagire lei in una situazione del genere (ebbene sì, io in mezzo ai miei amici, penso a Castle...XD)
In soldoni spero che la mia Kate non vi sembri OOC, perché non credo che lo sia.
Come l’ha definita tersicore150187 è l’ipotetica Kate della quarta serie, che ha visto la morte in faccia ed è ad una svolta... (diciamo la 4x10 più o meno) ho pensato che questa svolta potesse essere segnata dalla voglia di avere una famiglia un giorno..
Detto questo ringrazio di cuore la mia meravigliosa alfa/beta KateRina24, e tersicore150187, Spuffy93 e Madeitpossible per aver letto in anteprima e per avermi consigliata!! Grazie a tutte e 4 ragazze!!! XD
Chiudo augurandovi una buona lettura e, se vi va, lasciate pure un commentino ino ino!! XD

Baci baci

Ivi87

 
p.s. Il titolo della ff è il titolo di una famoso film, consigliatomi da tersicore150187...prometto che nel weekend lo guardo!!! XD

   
 
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