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Autore: bice_94    28/06/2011    9 recensioni
Io lavoro e penso a te,
torno a casa e penso a te..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io lavoro e penso a te,
torno a casa e penso a te,
le telefono e intanto penso a te.


Me ne sto qui, su una panchina del parco, lasciando che le mie mani viaggino leggere sulla tastiera del mio computer.
Sono giorni che cerco le parole per descrivere quello che sei.
O che almeno ci vadano vicine.
Cerco qualcosa che sia unico, speciale, che possa farti sentire meravigliosa.
Cerco quelle parole di cui solo io e te potremmo conoscerne il vero significato.
Sento il telefono che squilla.
Quante volte lo ha già fatto?
Non lo so, ho già perso il conto, ma non risponderò.
O almeno non per ora.
Lascio che la mia mente si inebri della tua immagine ancora per un po’, lascio che la tua essenza avvolga i miei pensieri e che mi culli il ricordo delle giornate passate accanto a te, semplicemente ascoltandoti, guardandoti, o facendo finta che la tua ostentata indifferenza sia per me solo un dettaglio trascurabile.
È tardi.
Me ne rendo conto.
È ora di tornare a casa.
È ora di riprendere la normalità.
Apro la porta di casa e sono solo.
Prendo il telefono e osservo stancamente lo schermo.
10 chiamate perse, di cui nessuna è tua.
Nessun caso da risolvere, ma solo l’insistente preoccupazione di Gina.
Rifaccio il suo numero e, mentre premo sul suo nome, la mia mente grida insistentemente il tuo.


Come stai? E penso a te
Dove andiamo? E penso a te
Le sorrido abbasso gli occhi e penso a te


Vuole uscire?
Usciamo.
Faccio decidere a lei, dove andare, cosa fare.
Non mi importa.
Non ho voglia di fare inutili conversazioni, ma non posso far pesare a lei la mia tristezza.
Non posso dare a lei la colpa della tua paura, del tuo non voler accettare il nostro amore.
Devo lasciare che il tempo cancelli la consapevolezza di esserci amati, ma di non aver potuto o meglio, di non aver voluto stare insieme.
Sorrido debolmente e abbasso gli occhi quando mi tocca con una dolcezza infinita.
Non posso guardarla negli occhi perché capirebbe quanto sto fingendo in questo momento.


Non so con chi adesso sei
non so che cosa fai
ma so di certo a cosa stai pensando
è troppo grande la città
per due che come noi
non sperano però si stan cercando cercando


Cammino per strada con lei, eppure tu sei ancora il centro dei miei pensieri.
Avrei voluto essere qui con te, ma tu non me lo hai permesso.
Cosa starai facendo?
Sarai sul divano tra le braccia di qualche altro uomo o starai semplicemente passeggiando come me?
Ad ogni passo, sento che questa città sta diventando troppo grande.
È come se non riuscissi mai a raggiungerti.
Ad ogni angolo mi sembra di vederti di sfuggita, ma non è così.
Ci stiamo cercando, sempre, ma non riusciamo mai a toccarci, a diventare quell’unica cosa di cui in realtà facciamo parte.
Non riusciamo a ricongiungere le nostre due metà combacianti.
E quindi continuiamo a sperare.
A sperare che il tempo cambi le cose.
 

Scusa è tardi e penso a te
ti accompagno e penso a te
non son stato divertente e penso a te
sono al buio e penso a te
chiudo gli occhi e penso a te
io non dormo e penso a te


Avrò parlato si e no due o tre volte.
Ho ascoltato tutto quello che Gina continuava a dire.
O almeno ci ho provato.
La riaccompagno a casa.
Mi sembra proprio il momento.
Siamo finalmente arrivati alla porta.
La vedo, vorrebbe che salissi con lei, ma non lo farò.
Mi scuso per il mio comportamento.
Non sono stato il solito Rick: quello divertente, quello solare.
Sono semplicemente rimasto in silenzio.
E finalmente posso tornare a casa.
Mia figlia dorme già probabilmente e io posso andare in camera,posso chiudermi nel mio mondo.
Il buio fa da sfondo alla confusione che regna nella mia testa.
Chiudo gli occhi nel tentativo di fermare quella serie di immagini infinite che mi coglie ogni volta che rimango da solo.
Non si blocca e così decido di farne tesoro.
Non riesco a dormire e ogni minuto che passa sento la mia mente più pesante, ma, felice di rivederti nei miei pensieri, continuo a sperare che tu stia facendo la stessa cosa in questo momento.
Continuo a sperare che domani sia tu a far squillare il mio telefono, sia tu a suonare al campanello.
Faccio un respiro profondo, mi giro sul lato destro e, sorridendo, finisco con il dire: “ buonanotte, amore mio.”

  
   
 
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