Viviamo ed amiamoci, o mia Lesbia:
le chiacchiere dei vecchi troppo seri
stimiamole tutte due soldi.
Il sole può cadere e ritornare,
ma noi –quando la nostra breve luce
si sarà spenta una volta-
avremo una notte soltanto
da dormire infinita.
Dammi mille baci e altri cento,
ed altri mille, e dopo, ancora cento.
Quando saranno migliaia
confonderemo il conto,
per non sapere,
o per evitare il malocchio
di un invidioso,
quando saprà
che sono stati tanti i nostri baci.
Viviamo ed amiamoci (Carme V), I canti
Catullo
Forse non l’hai ancora
capito…
Lì, dall’alto del tuo
piedistallo forse non riesci a comprendere cosa adesso io
stia provando.
Beh, a dir la verità… non lo
capisco neanche io.
E non ditemi niente voi altri!
Già, voi siete
come lui, esattamente come lui. Non sapete guardare dentro ad una
persona, sapere che cos’ha con uno sguardo infinitesimale come i veri
innamorati fanno.
I veri innamorati, quelli che
rimangono tali per tutta la vita.
Quelli che litigano,
scherzano, si abbracciano e si baciano.
Quelli che dormono
abbracciati, quelli che nonostante la routine giornaliera riescono sempre a
trovare un modo per amare.
E non è tanto facile, e no,
lasciate che ve lo dica.
Una carezza, un sorriso… ci
sono tanti modi.
Una volta ho conosciuto una
persona che ha litigato con il compagno per finta, senza un reale motivo, solo
perché sapeva che l’altro stava male e aveva bisogno di sfogarsi.
E lui non aveva capito bene all’inizio, le frasi senza
senso lo lasciavano di stucco, i rimproveri lo lasciavano attonito.
Perché è arrabbiato con me? Cosa ho
fatto? Si domandava.
E il piangere dopo, piangere d’amore, quando aveva
scoperto che era solo un altro modo per volergli bene e per restargli accanto.
Adesso non sono in tanti che
si fanno del male per gli altri, che lo fanno per amore.
Io stesso avevo paura, una
paura tremenda.
Morire non è mai facile.
Ma io non intendo solo il morire fisico, cosa avete
capito!
Ci sono tanti modi per
morire, come tanti modi di amare.
Io muoio quando perdono,
muoio quando piango da solo in silenzio per lui, muoio ogni volta che lo
aspetto ritornare a casa di sera.
Con la paura che questa volta
sia lui a morire davvero.
Però che gioia che provo a rivederlo e poterlo toccare e
abbracciare!
Una rinascita, ecco, si!
Come una fenice rinasco dalla mia morte.
E adesso che sono qui di
fronte a lui sto morendo.
Io lo amo e sto morendo.
-Lo devo fare, lo sai.-
sussurra mentre mi abbraccia.
-Devo
farlo.- ripete più volte,
nascondendo il volto sulla mia spalla.
-No, no, non devi farlo, non sei costretto!- urlo quasi. –Ci saranno altri dopo di te e
di me! Qualcun altro prenderà il tuo posto!-
-No.-
-Si, invece!- la mia voce si
rompe sotto il peso delle parole.
So che quello che sto dicendo
non ha senso, che sarebbe meglio per me e per lui stare zitto, godere di questo bel momento… ma non ce la faccio.
Il mio cuore non regge.
Troppo dolore, incertezza
infinita.
Perché lo sto lasciando andare?
-Tesoro…- mi prende il viso
tra le mani.
Chiude gli occhi quando le
nostre fronti si sfiorano.
Sorride.
-Non ti abbandonerò mai,
amore. Mai.-
-Tu… tu non capisci quanto mi
stai facendo soffrire…- mormoro chiudendo gli occhi a
mia volta.
Le sue mani dal mio viso si
posano sulle mie, stringendole forte.
-Tu non capisci…-
Gemo a malapena.
L’ansia è
troppo forte, mi sta straziando dall’interno.
-Dobbiamo andare.-
Una persona improvvisamente ci interrompe, mettendosi in mezzo al nostro silenzio.
Si rivolge a lui.
–O
adesso o mai più.- dice teso e triste.
Annuisce e mi guarda e non mi
lascia andare.
Ora non sorride più.
Mi osserva smarrito.
Anche lui ha paura e ne ha molta più di me.
La sua è una morte vera.
-Andrà tutto bene.-
-Si, andrà tutto bene.-
L’amore conta, l’amore conta,
conosci un altro modo per fregare la morte?
-È tuo dovere, devi farlo. Solo tu puoi.-
-Lo so.-
-Molte persone dipendono da te, sei la loro speranza…-
-Sei tu la mia speranza... la mia forza.-
Mi stringe forte e io
ricambio.
Dopo qualche istante lo lascio andare.
Sorrido.
-Io ti aspetto.-
-Fai bene, perché ho tutta l’intenzione
di ritornare.- mi risponde facendomi l’occhiolino.
Da’ uno sguardo all’uomo che
ancora lo aspetta vicino alla porta e poi lo fissa su di me.
Mi bacia, mi sorride e se ne
va’.
E mi lascia solo, qui, in questa piccola stanzetta
tetra.
È da dodici ore che fisso il
soffitto, anche se non ne sono sicuro dato che non ho
l’orologio.
Vi assicuro che però per me è
passata un’intera vita.
Non ce la faccio più ad
aspettare, i nervi si stanno sgretolando man mano che i secondi ticchettano
nella mia mente.
Vorrei non poter pensare ma è impossibile: ogni volta che mi rilasso davanti ai miei
occhi vedo delle immagini della mia
futura vita.
La vita che vorrei avere, con
lui, la vita in cui preferirei morire, senza di lui.
È tremendo
ve lo posso assicurare.
E il bello in questa storia è che nessuno mi vuole dire
niente!
Vengono qua, sbucano un po’
dalla porta e mi guardano con pena e commozione.
Poverino, penseranno.
Poverino, si!
Voglio vedere io, se qualcuno
di loro riuscirebbe a stare qui, fermo e immobile e in un profondo silenzio
costretto.
Probabilmente anche loro
impazzirebbero come io sto già facendo.
Sbuffo e sento che sto per
mettermi a piangere…
Dannazione, io non voglio
vivere senza di lui!
Io lo amo,
lo amo!
Senza che me ne accorga copiose lacrime scendono velocemente giù dai miei
occhi…
La verità è che l’amore è una
piccola morte.
Mi stanno scrollando.
Forte, anche.
Spalanco di scatto gli occhi.
Come ho fatto ad addormentarmi? Non me lo ricordo neppure.
Ma non è importante.
Mi metto seduto compostamente
e mi tolgo i capelli da davanti.
-Sono tornati.- mi dice
trepidante la persona che mi ha svegliato. –Sono qui.-
Lo guardo un attimo, non
riuscendo a capire: cosa devo fare adesso?
Ho paura.
Una tremenda, paurosa paura.
E se fosse morto?
Se fosse davvero morto?
-Vieni.- mi dice l’uomo
prendendomi per un braccio e trascinandomi fuori dalla
stanza e lungo i corridoi.
Io mi lascio condurre
docilmente.
Non ho la forza di ribattere,
di rifiutarmi.
Non ce la faccio a pensare,
figurarsi a sperare.
Piango.
Piango.
Arriviamo in una stanza
enorme, scura, ombrosa.
C’è odore di chiuso e le
tende nere, spesse, sono chiuse da chissà quanto tempo.
Molta gente è riunita intorno
a me.
Alcuni sorridono felici e
abbracciano i propri cari, molti, moltissimi, piangono.
Come sto
facendo io, mi ricordo strofinandomi una guancia bagnata con la manica
della maglia.
-Guarda.-
l’uomo mi sorride, indicandomi un
angolo della grande stanza. -È là.-
Io non ci posso credere.
Io non ci credo.
Sto fermo, immobile.
Non riesco a dire niente e lo
vedo.
È bellissimo.
Anche lui adesso mi sta guardando, gioioso, vittorioso.
Ha un’espressione in viso che
sembra dire: io ce l’ho fatta, ce l’ho fatta!
Si avvicina lentamente e apre
le braccia.
Cosa posso fare io se non abbracciarlo?
Piango.
Piango.
Ma questa volta per la felicità.
Lui mi accarezza i capelli e
mi sorride, mi parla tranquillamente con dolci parole.
-Sono qui.- mi dice e io non
posso crederci. –Sono qui, basta aver paura.-
-Io ti amo,
io ti amo!- gli grido per poi baciarlo profondamente e con disperazione,
senza lasciarlo respirare.
-Anche io ti amo, tesoro mio.- mi risponde e ride.
E rido anch’io.
-Ti amo,
Draco.- mi ripete toccandomi il naso con il suo.
-Sei la mia speranza, la mia
forza. Ti amo, Harry.- gli sussurro anch’io.
Ed è come vivere in paradiso.
Alla fine di tutto questo,
sofferenza tristezza gioia, ho solo una cosa da dirvi.
Amatevi e lasciatevi amare
perché abbiamo solo una vita da vivere.
L’amore conta, l’amore conta,
conosci un altro modo per fregare la morte?
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Buona sera a tutti!
Non so da dove cavolo mi sia
spuntata questa ff, spero solo che vi piaccia almeno la metà di quanto a
me è piaciuta scriverla (alla faccia della modestia, vero?)…^__^
Dedico questa
ff alla mia guru e a tutti quelli che
hanno letto/commentato le due scorse one shot su Harry Potter. Grazie!^^
L’ultima frase (che compare anche un po’ prima) non è certamente mia ma di Ligabue e la canzone si chiama per l’appunto ‘L’amore conta
’.
È vero che me lo lasciate un commentino.
Please?